Per ascoltare l’audio di oggi, 30 gennaio 2025:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno VI/n. 029 (1631)

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A dicembre c’è stata una crescita formidabile nelle donazioni a favore di Anbamed.

Infatti i contributi volontari dei nostri lettori e ascoltatori sono stati 33. Il valore complessivo del mese scorso è stato di 2.355,00 €

(+ 2.024,00 € rispetto al precedente mese di novembre). È un risultato straordinario, che ci mette di nuovo in carreggiata, per andare avanti con forza e tranquillità.

Grazie a chi ha contribuito e chiediamo a tutti e tutte di seguire il loro esempio, nel sostegno economico dell’impresa giornalistica senza padroni e senza pubblicità. La libertà non ha prezzo!

Le indicazioni per farlo agevolmente indicate nel sito e nella newsletter.

Le notizie:

Genocidio a Gaza

Lo sterminio continua. Ieri sono stati estratti 59 corpi da sotto le macerie. Sono stati registrati 2 morti per ferite precedenti e 2 uccisi dalle pallottole dei soldati israeliani, in violazione della tregua. 8 i feriti colpiti ieri.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Cisgiordania

Un bombardamento israeliano su un gruppo di civili a Tammon, a sud di Toubas, ha provocato l’uccisione di 10 persone. Una carneficina. La Cisgiordania sta diventando il nuovo fronte di guerra di Netanyahu contro i palestinesi, per neutralizzare gli effetti sulla stabilità del governo in seguito al cessate-il-fuoco a Gaza. Questo bombardamento aereo avviene in contemporanea con l’offensiva su Jenin e Tulkarem che durano da giorni e hanno causato l’uccisione di 20 persone. Il ministro israeliano della difesa Katz è comparso nel campo profughi di Jenin, facendosi fotografare affacciato alla finestra di quel che resta di una delle case distrutte dall’offensiva militare. Dalla città palestinese, Katz ha annunciato che l’esercito rimarrà dentro Jenin. Dalla città sono stati deportati 20 mila civili palestinesi.

La politica militare di Netanyahu mira all’annessione della Cisgiordania ad Israele, con uccisioni, deportazione e impossessamento delle terre. Il parlamento ha approvato ieri una legge che permette ai cittadini israeliani la registrazione dell’acquisizione di terre in Cisgiordania. È un passo contro le norme internazionali, ma Israele se ne infischia.

Situazione umanitaria

Più di mezzo milione di palestinesi sfollati sono tornati nel nord di Gaza attraverso le strade al-Rashid e Salah al-Din, nelle ultime 72 ore. Sono dati dell’ONU e del governo di Gaza che coincidono e dimostrano l’attaccamento della popolazione palestinese al proprio territorio e alla propria identità nazionale.

Le condizioni di vita degli sfollati di ritorno sono difficili e piene di incognite. Non sono ancora chiare le condizioni future della tregua e soprattutto l’ingresso degli aiuti umanitari, che stanno registrando una diminuzione drastica dopo i primi giorni del cessate-il-fuoco.  

Crimini di guerra / Hind Rajab

Un anno dal crimine nazista compiuto dai soldati israeliani che hanno ucciso la bambina Hind Rajab, di 6 anni, intrappolata in un’auto.  

La sua vicenda ha scosso il mondo, in quel 29 gennaio 2024, anche per la diffusione dell’audio nel quale chiedeva alla madre di salvarla dalle pallottole dei soldati israeliani. È rimasta per ore in mezzo ai cadaveri dello zio, della zia e dei tre piccoli cugini, tutti uccisi dai primi colpi dei tank israeliani. Dopo due settimane il suo corpo è stato ritrovato, insieme ai due soccorritori che erano andati a salvarla. Erano stati colpiti con le bombe dei carri armati israeliani.  

La sua storia, che non l’ha ricordata nessun media scorta mediatica, ve la presentiamo noi: clicca QUI.

Unrwa

Da oggi l’ONU non potrà più operare nei territori palestinesi occupati dalle truppe israeliane. Il governo Netanyahu ha annunciato che non collaborerà più né con l’Unrwa, né con altri organismi che la sostituissero. L’impatto di questo passo è devastante per la popolazione palestinese che perderà così un supporto fondamentale nell’istruzione e nella sanità.

Scambio prigionieri

Sono 110 i detenuti politici palestinesi che saranno rilasciati oggi dalle prigioni israeliane. Tra di loro 30 minori. Hamas rilascerà 3 ostaggi. È uno scambio aggiuntivo rispetto al prossimo di sabato. È il terzo scambio di prigionieri tra Hamas e Netanyahu. I media scorta mediatica del genocidio parlano soltanto del rilascio degli ostaggi, raccontando ogni particolare della vita delle persone israeliane rilasciate, ma ignorano completamente quella dei palestinesi. Non si dice per esempio che tra i rilasciati oggi vi sono 30 minorenni, incarcerati perché hanno lanciato pietre contro i soldati che occupano la loro terra. Bambini che sono entrati in carcere a 14 anni. Il doppio standard nell’informazione è una forma di razzismo contro i palestinesi, che sono sì di sicura origine semita. È la nuova faccia dell’antisemitismo antipalestinese.  

Appello per il dott. Abu Safiya

Si sono conclusi ieri, a Ginevra, i 5 giorni della protesta della Grande Tenda Bianca (https://www.healthcareisnotatarget.com) promossa da operatori sanitari tra cui sanitari per Gaza. Hanno aderito oltre 15 paesi e l’azione è stata supportata da oltre 100 organizzazioni. 

Nel comunicato di Sanitari italiani per Gaza si scrive: “Sono stati giorni molto intensi di scambio e di riflessione e una serie di richieste sono state presentate al consiglio di sicurezza dell’ONU”.

Trovate tutto nel seguente documento che potete firmare anche voi, cari lettori, per supportare quest’azione: Take action with healthcare workers – Contact the UN’s Security Council! https://palestine.risefor.org/en/actions/action-group-detail/@https%3A//palestine.risefor.org/actiongroups/27/@

clicca

Appello urgente per il Dott. Hussam Abu Safiya, direttore dell’ospedale Kamal Adwan, clicca  per aderire.

Deportazione Trump

L’inviato di Trump in medio Oriente, Stev Witkoff, è in visita in Israele, dopo che è stato a Doha. Sta seguendo l’andamento della tregua e della fattibilità del piano di deportazione dei palestinesi dalla loro terra. Prima di incontrare il criminale di guerra ricercato, Netanyahu, Witkoff ha fatto un giro a Gaza, visitando i corridoi di Wadi e Salahuddine (rispettivamente Netzarim e Filadelfia, nella denominazione coloniale israeliana). Ufficialmente la visita viene presentata per osservare l’andamento della tregua e il lavoro dei contractor Usa, che dovrebbero sorvegliare il ritorno dei gazzawi nelle loro case al nord. L’insistenza di Trump nella sua idea di deportazione dei 2 milioni di palestinesi verso Egitto e Giordania, però, ha posto mille interrogativi sulla missione di un immobiliarista come Witkoff a Gaza.

Il comunicato di AssoPacePalestina di condanna alle proposte di Trump: clicca

Siria

L’incontro tra l’uomo forte della nuova Siria e la delegazione russa, guidata dal vice ministro degli esteri di Mosca, Bogdanov, è stata interlocutoria. Non c’è stato un comunicato congiunto. I temi sul tappeto sono importanti e strategici per tutt’e due le parti. Secondo fonti siriane, la richiesta principale di Damasco è stata la consegna di Bashar Assad, per processarlo. La delegazione russa invece è interessata soprattutto a prolungare gli accordi per le basi militari. Sembra che vi sia una disponibilità condizionata da parte di Tahrir Sham a dimenticare il passato russo di sostegno al regime degli Assad, in cambio di risarcimenti. Le dichiarazioni degli esponenti che hanno partecipato agli incontri sottolineano che l’importante oggi pensare agli interessi strategici del paese. Tradotto dal politichese, il pragmatismo dei nuovi padroni di Damasco li induce a non rompere i ponti con Mosca, sia per la necessità di riorganizzare il proprio esercito, sia per le sfide in politica estera, con l’occupazione israeliana del Golan, che sarà un nodo centrale della loro credibilità politica.

Sudan

L’esercito ha preso il controllo di Bahri, uno dei tre sobborghi della capitale che erano nelle mani delle milizie. L’avanzata delle truppe del generale Burhan è avvenuta con un alto prezzo per la popolazione civile, perché le milizie di Hamidati si erano nascoste in mezzo alle zone residenziali con le loro artiglierie. Nella battaglia per il controllo della capitale è rimasto ucciso uno dei capi militari delle milizie. Le forze di Pronto intervento hanno ammesso l’uccisione di Gialha, noto per i suoi video sui social. La sua uccisione sembra che sia avvenuta per una sommossa interna alla stessa milizia.

Libia/Italia

La soluzione all’italiana invece di affrontare il tema dell’interesse nazionale e spiegarlo assumendosi tutta la responsabilità politica, nel caso del miliziano libico Al-Masri, sta mettendo il governo di Roma alla berlina.

Nel video dove ha annunciato di essere indagata, la presidente del Consiglio ha difeso le scelte del governo, ma ha detto diverse cose sbagliate e commesso imprecisioni sia nei fatti sia dal punto di vista giuridico. In primo luogo, non è vero che quello che ha ricevuto è un avviso di garanzia. Non è poi vero che quanto fatto dai magistrati sia dipeso da una loro scelta: si tratta di un atto dovuto in seguito alla denuncia presentata dall’avvocato Luigi Li Gotti nei confronti proprio di Meloni, del ministro della Giustizia Carlo Nordio, di quello dell’Interno Matteo Piantedosi, e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Se non avessero inviato questa comunicazione i giudici avrebbero violato la legge. 

Nel comunicato pubblicato il 22 gennaio, la CPI ha fatto sapere che la richiesta di arresto era stata subito inviata ai «canali designati» di sei Stati, tra cui l’Italia, ed è stata preceduta da «una consultazione e da un coordinamento preventiva con ciascun Stato per garantire la corretta ricezione e l’attuazione successiva della richiesta della Corte». Dunque, non è vero, come sostiene Meloni che la richiesta di arresto non è stata trasmessa dalla CPI al Ministero della Giustizia. Anzi, il Ministero della Giustizia non poteva non essere a conoscenza della richiesta di arresto della CPI e, pertanto, doveva dare seguito al mandato della corte stessa senza esitazione.

Di nuovo la destra più becera della storia d’Italia si nasconde dietro il vittimismo e le teorie del complotto.

Notizie dal mondo

Sono passati due anni, 11 mesi e 5 giorno dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. La Russia controlla l’insediamento di Donetsk, l’Ucraina respinge l’offensiva russa a Kursk. Attacchi russi su Kherson

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