Per ascoltare l’audio di oggi, 04 febbraio 2025:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno VI/n. 034 (1636)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
Si continua a morire uccisi dalle pallottole israeliane a Gaza, malgrado il cessate il fuoco. Negli ospedali sono arrivati 20 corpi, 18 estratti da sotto le macerie, 1 morto per effetto di ferite precedenti e un nuovo assassinato dalle bombe dell’esercito di occupazione.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Cisgiordania
A quanto rivelano fonti mediche palestinesi di Jenin, negli attacchi di ieri, un uomo di 73 anni, Wadie Lahlouh, è stato ucciso a colpi d’arma dai cecchini israeliani appostati sui palazzi alti. Con l’uccisione dell’anziano, il numero totale dei palestinesi assassinati da quando Israele ha lanciato l’operazione militare su Jenin 14 giorni fa sale a 25. Ieri a Jenin era stato ucciso anche un ragazzo di 16 anni.
Le ruspe israeliane hanno raso al suolo circa 100 case nel campo, mentre gli ospedali locali stanno affrontando gravi carenze idriche dopo che le forze israeliane hanno danneggiato le condutture. Un intero quartiere è stato minato con la dinamite e fatto in aria in contemporanea. L’esplosione è stata sentita da altre città dell’intorno e anche da città israeliane limitrofe.
I coloni ebrei israeliani hanno dato fuoco ieri a una moschea a nord-ovest di Gerico. Hassan Mleihat, un testimone oculare, ha dichiarato che i coloni hanno versato una sostanza infiammabile all’interno della moschea prima di darle fuoco. L’incendio ha distrutto completamente l’edificio, ma fortunatamente non si sono registrate vittime. Immaginate i titoloni se il luogo di culto fosse stato una sinagoga. Antisemitismo contro i palestinesi.
Durante il mese di gennaio, ci sono state 2161 aggressioni dell’esercito e dei coloni contro città e villaggi palestinesi della Cisgiordania. 70 aggressioni al giorno. I centri abitati palestinesi sono assediati da 912 posti di blocco stradali fissi, che smembrano i collegamenti tra una città e l’altra. un’azione volta a danneggiare l’economia e soprattutto a rappresentare una premessa per la confisca.
Situazione umanitaria a Gaza
Israele blocca una buona parte degli aiuti umanitari, con le più disparate motivazioni. Le attrezzature ospedaliere sono accumulate ai valichi, mentre gli ospedali della Striscia soffrono di carenza di apparecchiature a causa delle distruzioni sistematiche subite dalla furia criminale delle truppe di occupazioni, che si erano scagliate in modo mirato contro il sistema sanitario, per impedire le cure a chi si era salvato dalle loro bombe. L’accordo prevede l’ingresso di 600 camion al giorno, ma attualmente, denunciano le organizzazioni dell’Onu ne entra la metà. Delle forniture di tende, il numero autorizzato è un decimo del programmato.
Trattative
Non sono iniziate le trattative previste per il giorno di ieri a Doha. La l delegazione israeliana non è partita da Tel Aviv. Il motivo è tutto interno alle tattiche dilatorie di Netanyahu. In una prima mossa ha cambiato la composizione dei suoi negoziatori e poi ha annunciato che la trattativa inizia alla Casa Bianca nell’incontro con Trump.
Il premier ricercato dalla Corte Penale Internazionale ha dovuto modificare il percorso del suo aereo nel timore di essere arrestato. Prima di partire ha dichiarato che il viaggio servirà a “ridisegnare la cartina del Medio Oriente”. Riferimento alla cancellazione di Gaza e all’allacciamento delle relazioni diplomatiche tra Israele e Arabia Saudita.
Prima dell’incontro, Trump ha dichiarato che non ci sono garanzie che la fase due del cessate il fuoco possa andare in porto. Una minaccia per ottenere cedimenti da parte palestinese e araba, soprattutto in merito alla deportazione della popolazione di Gaza in Giordania e Egitto. Un piano criminale contrario a tutte le norme internazionali.
Prima dell’incontro tra i due, Trump ha detto che sul tavolo delle discussioni l’annessione di una parte della Cisgiordania a Israele. Un riconoscimento unilaterale in sfida a tutta la legalità internazionale.
Contro la deportazione di Trump
Il capo della Casa Bianca ha ribadito che a prendersi i palestinesi dovranno essere l’Egitto e la Giordania. Di fatto una seconda Nakba, la Catastrofe, come viene chiamata nella storiografia araba la cacciata dei palestinesi dalla loro terra nel 1948. Se la richiesta di Trump venisse avallata, si aprirebbero fronde interne devastanti in tutti i paesi arabi. Se i due governi di Amman e del Cairo disobbediscono, addio agli aiuti Usa. L’espulsione dei gazawi è, quindi, sul tavolo e seriamente. Con esiti disastrosi per la stabilità e la distensione in tutto il Medio Oriente e nel Mediterraneo.
Appello per il dott. Abu Safiya
La situazione di salute del dott. Abu Safiya è critica a causa delle torture e del suo ferimento dalle schegge di una bomba israeliana sganciata contro l’ospedale, lo scorso novembre. La famiglia è preoccupata per la mancanza di informazioni certe sulla sua detenzione e per l’assenza di accuse. Il suo arresto è stato prolungato fino al 13 febbraio, ma è stato negato l’incontro con l’avvocato, che doveva essere operativo dal 22 gennaio. Sono passate 2 settimane, ma la visita dell’avvocato Aoudeh non è stata mai autorizzata, malgrado le ripetute domande, come ha dichiarato il difensore alla nostra redazione. Il dott. Abu Safiya è stato rapito dall’esercito israeliano il 27 dicembre 2024. Per 10 giorni i militari di Tel Aviv hanno negato raccontando il falso, poi dopo la pubblicazione delle testimonianze di detenuti palestinesi liberai dal campo di concentramento di Sde Tieman, in mezzo al deserto del Nejev, Israele ha ammesso l’arresto e lo ha sostato nel carcere di Ashkelon. Ma ha vietato che possa avvenire la visita con l’avvocato. “Per non far vedere pubblicamente gli effetti delle torture subite”, dicono i familiari.
Appello urgente per il Dott. Hussam Abu Safiya, direttore dell’ospedale Kamal Adwan, clicca per aderire.
Siria
Dopo il viaggio a Riad, il nuovo capo di stato autoproclamato della Siria, Shara’, andrà in visita ad Ankara. Prima del suo viaggio, Shara’ è tornato sulle future elezioni: “Ci vorranno almeno 4-5 anni per poterle organizzare”. Una visita importante perché avrà al centro delle discussioni la situazione nel nord est del paese, amministrato autonomamente dai curdi. Il margine di autonomia del nuovo potere a Damasco sull’argomento “curdi” è molto limitato.
Non a caso, nella zona si stanno rafforzando le cellule di Daiesh. La città di Manbij, recentemente strappata ai curdi, è attualmente oggetto di attacchi con bombe contro obiettivi civili. Ieri un’autobomba ha distrutto un pullman che trasportava lavoratori agricoli, provocando 21 uccisi. Due giorni prima un altro attentato aveva ucciso 2 civili. Attentati non rivendicati, ma l’impronta dei jihadisti o di chi li manovra è eclatante.
Una storia italiana
Un rifugiato africano, Lam Magok Biel Ruei, ha presentato alla Procura di Roma una denuncia per “favoreggiamento” per le condotte dei ministri Nordio, Piantedosi e della premier Meloni: “hanno sottratto il torturatore libico alla giustizia”.
L’atto depositato da Lam Magok Biel Ruei è stato redatto dall’avvocato Francesco Romeo ed è stato illustrato anche in una conferenza stampa in parlamento. Nella denuncia – che finirà a breve all’attenzione dei magistrati di piazzale Clodio – si afferma che “l’inerzia del ministro della Giustizia – il quale avrebbe potuto e dovuto chiedere la custodia cautelare del criminale ricercato dalla Corte penale internazionale – e il decreto di espulsione firmato dal ministro dell’Interno, con l’immediata predisposizione del volo di Stato per ricondurre il ricercato in Libia, hanno consentito ad Almasri di sottrarsi all’arresto e di ritornare impunemente nel suo Paese di origine, impedendo così la celebrazione del processo a suo carico”.
Secondo l’avvocato, “le autorità italiane hanno chiesto espressamente alla Corte penale internazionale di non commentare pubblicamente l’arresto di Almasri, dimostrando, quindi, di esserne preventivamente a conoscenza”.
Migranti
La polizia libica di Tobruk ha fatto irruzione in una fattoria, a sud della città, dove erano tenuti in condizioni di schiavitù un gruppo di 9 migranti sudanesi ed egiziani. Venivano impiegati in lavori agricoli senza una paga, ma soltanto in cambio dei pasti e dell’alloggio in condizioni misere.
Sono stati arrestati i proprietari della fattoria, ma non è stata rivelata la loro identità. I 9 migranti sono stati messi in fase di estradizione verso i loro paesi, Sudan e Egitto, malgrado che in Sudan ci sia in corso una guerra.
Nei mesi passati sono stati fermati centinaia di migranti egiziani in procinto di partire, su una grande barca, verso le coste italiane. Dietro tale operazione c’era un’organizzazione egiziana che aveva corrotto funzionari della polizia marittima libica, per chiudere un occhio. Allora a bloccare l’operazione era intervenuto l’esercito.
Notizie dal mondo
Sono passati due anni, 11 mesi e 10 giorno dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
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