Ascanio Celestini (articolo ripreso da Comune-Info)

05 Febbraio 2025


Sabato 1 febbraio stavamo sul palco della sala Petrassi all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma. Raccontavamo storie di persone travolte dalla guerra in Palestina, in Libano. Abbiamo cercato di bilanciare un po’ questa brutta maniera di raccontare il mondo sempre attraverso i potenti e la loro versione. Con le storie di Fabio Tonacci abbiamo portato in scena Abdel che scappa dal suo appartamento che sta per essere bombardato, Shahad che ha una storia triste, ma un nome bellissimo. Ziad ci ha detto che significa “arnia che trabocca miele”. Abbiamo raccontato le ultime ore di vita di Hind la bambina di cinque anni che si faceva le corone di cartone e le colorava con il pennarello.

Poi apriamo il giornale e leggiamo le dichiarazioni di questo imbecille.

Mi fa ricordare la poesia che scrisse Piero Calamandrei in risposta alle dichiarazioni di Albert Kesserling. Il nazista (noto per essere responsabile, di numerosi crimini di guerra, dalle “Fosse Ardeatine” a “Marzabotto”…, ndr) tornò in Germania e fu accolto come un eroe e un trionfatore dai circoli neonazisti bavaresi. Dichiarò pubblicamente che non aveva proprio nulla da rimproverarsi, ma che, anzi, gli italiani dovevano fargli un monumento.

La poesia dedicata Trump, di seguito quella scritta da Calamandrei.

L’avrai
mister Trump, la spiaggia che pretendi
dai palestinesi
ma su quale sabbia camminerai
a deciderlo tocca a noi.

Non con la polvere dei quartieri straziati
dalle vostre bombe,
non con la terra delle fosse comuni
dove i nostri figli riposano senza nome.
Sulla sabbia di questa spiaggia,
sulla “riviére” come l’hai chiamata,
ci soffierà un vento cattivo che non fa rumore.

Perché questo è silenzio dei torturati
più duro d’ogni macigno.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
Resistenza.


Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.

Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.

Ma soltanto col silenzio del torturati
più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.

Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
Resistenza.


Ascanio Celestini ha aderito alla campagna Partire dalla speranza e non dalla paura

1 commento

  1. L’ arroganza dello strapotere del denaro non può mai essere costruttrice di una società più giusta .

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