[Echi dalla stampa araba] n. 23: Maftoul for Every House: un’ancora di salvezza culinaria che
mette al centro le donne sfollate di Gaza
Rubrica a cura di Margaret Petrarca
“Echi dalla stampa araba” riprende liberamente articoli dai media arabi, per dare ai nostri lettori italiani un’idea del dibattito che si svolge nel mondo arabo sulle questioni che scottano. La redazione non fa nessun tipo di censura e seleziona articoli di vari orientamenti politici e culturali.
Buona lettura!

Foto di Freepik

Data dipubblicazione: 27 gennaio 2025
Da: The New Arab (Londra)
Link: http://newarab.com/features/maftoul-every-house-food-project-uplifting-gazan-women

Maftoul for Every House: un’ancora di salvezza culinaria che mette al centro le donne sfollate di Gaza
A Gaza, l’iniziativa “Maftoul for Every House” dà empowerment alle donne sfollate, salvaguarda l’eredità culinaria palestinese e porta speranza alle famiglie che combattono la carestia.
di Besan Emad

Per mesi, a Gaza centinaia di migliaia di sfollati palestinesi hanno faticato a procacciarsi da
mangiare a causa della riduzione delle provviste, dell’impennata dei prezzi e del genocidio da parte di Israele.
Durante questi 15 mesi di violenza, che hanno privato molti gazawi delle loro fonti di reddito, si sono diffuse le cucine comunitarie, o “takiyya”, dove vengono offerti stufati, zuppe e riso, ma di rado pollo o manzo.
In un’intervista esclusiva, The New Arab ha parlato con chi si trova alla base di iniziative come Maftoul for Every House per discutere degli aiuti offerti agli sfollati palestinesi che devono far fronte a una seria carenza alimentare, aggravata dal genocidio da parte di Israele che solo a Gaza ha causato oltre 46.500 vittime.
Empowerment delle donne
Feras Al-Ramlawi, il project manager del progetto, ha spiegato a The New Arab che Maftoul for Every House, focalizzato sul maftoul, la versione palestinese del couscous con grano preparato a mano, è nato per motivi di necessità.
“Questa iniziativa è stata ispirata dal sovraffollamento nel sud di Gaza e dalle condizioni disastrose in cui versano le famiglie sfollate. Volevamo far fronte all’insicurezza alimentare e allo stesso tempo preservare il nostro patrimonio culturale servendo il maftoul, un piatto profondamente radicato nelle tradizioni palestinesi,” ha spiegato.
Feras sostiene che Maftoul for Every House permette non solo di preservare l’eredità culinaria palestinese, ma sostiene anche i commercianti locali e le piccole imprese da cui si rifornisce.
Ha aggiunto che il progetto dà empowerment alle donne, dal momento che assume vedove e capofamiglia sfollate che hanno perso le loro fonti di reddito dopo essere fuggite dal nord della Striscia di Gaza nella zona umanitaria a ovest di Khan Younis.
Um Emad Hamad, originaria della Giordania e ora sposata con un gazawi, è una delle donne
coinvolte nell’iniziativa Maftoul for Every House. Come molte altre, ha vissuto lo sfollamento sulla propria pelle dopo essere fuggita da Rafah quando le forze israeliane hanno invaso la città di confine nel maggio 2024.

In una stanza spoglia, Um Emad siede a terra con altre quattro donne a ruotare e setacciare i
cereali in grandi ciotole rosse. Nelle vicinanze, sul fuoco a legna gorgogliano pentole annerite che riempiono l’aria di vapore e fumo.
Con il sorriso sulle labbra, Um Emad ha parlato con orgoglio del piatto che rappresenta la
resilienza culturale. “Il maftoul è un piatto tradizionale palestinese tramandato dalle nostre nonne e dalle nostre madri. È un piatto amato da persone di ogni età e gruppo sociale” ha detto. “Preparando il maftoul ci siamo allontanate dai soliti piatti a base di riso e lavoriamo in squadra per prepararlo da zero, senza utensili moderni. È fatto tutto a mano,” ha aggiunto.

Ricordi dei tempi prima della guerra
Partecipe dell’iniziativa da quasi un anno, Um Emad ricorda quanto avessero lavorato duramente durante il Ramadan. “Lo scorso Ramadan, ci siamo date da fare ogni giorno per offrire il maftoul a chi praticava il digiuno, grazie al supporto delle organizzazioni umanitarie,” ha detto. “Siccome manca il metano, cuciniamo sulla legna, il che rende la sfida ancora più difficile.” Nonostante le difficoltà affrontate durante il mese sacro, Um Emad ha rimarcato come l’iniziativa è stata un’ancora di salvezza essenziale per la sopravvivenza.
“L’iniziativa ci garantisce un compenso giornaliero, che aiuta a sostenere le nostre famiglie sfollate. Ci mancano i beni di prima necessità e questo progetto ci consente di soddisfare alcuni di questi bisogni,” ha spiegato. “È un grande sollievo sapere che non stiamo solo aiutando gli altri, ma che stiamo anche sostenendo le nostre famiglie.”
E, a proposito di sollievo, Hanan Shomar, madre di tre figli a Deir Al-Balah, ha dichiarato a The New Arab che ricevere un piatto di maftoul dalla cucina comunitaria le ricorda i tempi migliori prima della guerra. “L’odore e il sapore del maftoul mi riportano ai giorni prima del 7 ottobre. Mi ricorda gli inverni a casa, quando capitava di passare l’intera giornata a preparare questo pasto delizioso tutti insieme. Ci dava sempre calore quando faceva freddo,” ha detto Hanan.
Le sfide del progetto
Come ogni iniziativa, non sono mancate le sfide: l’ostacolo principale nella continuità del progetto Maftoul for Every House è stata la carenze di risorse. Eppure, nonostante queste difficoltà, il progetto ha prosperato grazie al sostegno dei mercati locali e delle organizzazioni internazionali. “Abbiamo dovuto far fronte a gravi carenze di farina e beni di prima necessità, ma con l’aiuto di Palestine Children’s Relief Fund e di altre organizzazioni, ci siamo assicurati farina, verdure e carburante,” ha raccontato Feras. “Questo sforzo collettivo ci ha permesso di offrire un piatto nutriente e amato alle famiglie che non possono più permettersi neanche i pasti più semplici.”
Oltre a quella delle risorse limitate, l’altra sfida è operare in circostanze difficili.
“La parte più problematica è l’alto costo della vita, soprattutto con l’aumento vertiginoso dei
prezzi di prima necessità. Oggi un semplice pasto costa circa 20 dollari, una cifra che molte
famiglie qui non possono permettersi,” ha spiegato Feras. Poi ha aggiunto: “Ma, nonostante questi ostacoli, continuiamo a servire la nostra comunità con dignità, consapevoli che ogni pasto che forniamo aiuta a riportare un certo senso di speranza e resilienza. Non stiamo semplicemente nutrendo gli altri, ma manteniamo anche vivo il loro spirito.”

Visione del futuro dopo il cessate il fuoco
Parlando del futuro, Feras ha detto che il recente accordo per il cessate il fuoco a Gaza e il ritorno degli sfollati al nord non segnerà la fine di Maftoul for Every House. Al contrario, l’iniziativa continuerà a dedicarsi a questo suo lavoro fondamentale per gli sfollati, ovunque essi vadano. “Abbiamo l’obiettivo di prestare aiuto agli sfollati durante la loro permanenza nei rifugi di fortuna o finché avremo i mezzi per continuare” ha dichiarato. “Se le persone verranno mandate a Rafah, sposteremo lì le nostre operazioni, visto che quella è l’area più colpita. La nostra priorità resta aiutare chi ha bisogno.” Feras ha anche rimarcato che l’empowerment delle donne rimane al centro dell’iniziativa. Per usare le sue parole: “Le donne palestinesi sono eccezionali. Lavorano instancabilmente, con
abilità e dedizione, spesso in silenzio. Con questo progetto, non solo offriamo cibo, ma diamo
anche a queste donne l’opportunità di eccellere e sostenere le loro famiglie.”

Per leggere il testo originale, clicca qui:
http://newarab.com/features/maftoul-every-house-food-project-uplifting-gazan-women


Traduzione dall’inglese di Margaret Petrarca

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