Per ascoltare l’audio di oggi, 12 febbraio 2025:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno VI/n. 042 (1644)

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(- 1.250,00 € rispetto al precedente mese di dicembre).

È un risultato soddisfacente, che ci avvia sulla giusta carreggiata, per andare avanti con forza e tranquillità.

Grazie a chi ha contribuito e chiediamo a tutti e tutte di seguire il loro esempio, nel sostegno economico dell’impresa giornalistica senza padroni e senza pubblicità. La libertà non ha prezzo!

Le indicazioni per farlo agevolmente sono presenti nel sito e nella newsletter.

Le notizie:

Genocidio a Gaza

La situazione è sempre più drammatica per la popolazione di Gaza. Ieri sono arrivati negli ospedali 11 corpi: 8 estratti da sotto le macerie, 3 assassinati dalle pallottole dei soldati di occupazione, oltre a 10 feriti.

Il direttore generale del dipartimento di sanità dott. Munir Al-Bursh ha dichiarato che il totale dei palestinesi assassinati, dall’entrata in vigore della tregua, è stato di 92 civili più 19 morti in seguito a ferite precedenti. A queste vittime vanno aggiunti i 641 corpi stratti da sotto le macerie, 197 dei quali sono ancora non identificati.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Cisgiordania

Due attivisti assassinati ieri durante le operazioni di guerra israeliana contro la popolazione civile in Cisgiordania. Uno è caduto sotto le pallottole a Soueir, vicino ad el-Khalil, e l’altro a Nour Shams. Le distruzioni dei campi profughi di Jenin e Tulkarem sono incessanti e l’occupazione militare si annuncia permanente.

Tutta la popolazione del campo di Jenin è stata deportata ed altri 20 mila civili sono stati sfollati da Tulkarem. Lo stesso sta avvenendo in altri centri minori. È il preludio dell’annessione della gran parte della Cisgiordania ad Israele.

I coloni continuano le loro rappresaglie contro i villaggi palestinesi con incendi di auto e case e aggressioni contro i cittadini, soprattutto gli agricoltori ed i pastori. Attacchi sotto la protezione dell’esercito sono avvenuti ieri a Massafer Yatta, a Salfit e vicino ad Ariha (Gerico).

23 attivisti e militanti palestinesi sono stati arrestati ieri in diverse operazioni. Gli arresti amministrativi senza accusa e senza processo sono una pratica di tutti i giorni sotto il tallone dell’occupazione. La maggioranza degli arresti riguarda minorenni.

Storia di collaborazionismo

Un decreto del presidente Abbas cancella il sostegno sociale alle famiglie dei detenuti politici. Una carognata colossale contro chi ha lottato per la liberazione del suo paese dall’occupazione israeliana. L’ufficio politico dell’FDLP ha bollato il decreto come “la sottomissione ad una pressione del governo Netanyahu e della Casa Bianca. È un’onta sul cammino per la liberazione e un’offesa alla storia ed al sacrificio per la causa. Il decreto trasforma il riconoscimento di un sacrificio in un’assistenza sociale, per di più coordinata da un ente privato. Clientelismo e corruzione divoreranno i bilanci, come abbiamo avuto prova in passato”. Anche l’ente governativo palestinese per la tutela dei detenuti ha contestato la misura arrivando fino a definirla un tradimento della causa nazionale.

Trattative

Sta saltando tutto. L’entrata a gambe tese di Trump nelle trattative peggiora la situazione. Vuole il rilascio immediato di tutti gli ostaggi entro le ore 12 di sabato 15 febbraio altrimenti scatenerà l’inferno. Forte di questo clima, Netanyahu sta rallentando le trattative a Doha, con espedienti dilatori: mancato inizio delle discussioni sulla seconda fase nel 16esimo giorno (il 4 febbraio) e blocco parziale degli aiuti, soprattutto tende, carburanti e generatori elettrici. Le minacce di Trump ha fatto irrigidire ulteriormente la posizione di Netanyahu che ha messo in allerta l’esercito a Gaza per ritornare nelle posizioni occupate precedentemente. In risposta Hamas ha annunciato la sospensione dello scambio di prigionieri del prossimo sabato 15 febbraio.

Egitto e Lega araba

L’Egitto risponde alle provocatorie accuse israeliane ed alle pressioni di Trump con piani dettagliati per la ricostruzione di Gaza senza la cacciata della popolazione e tenta di coprirsi con un paracadute inter-arabo. È una tattica perdente, perché incoraggia l’altra parte a rovesciare il tavolo del dialogo. Come per le vacue accuse del macellaio di Gaza rivolte all’Egitto, responsabile a suo dire di aver imprigionato i gazzawi. Parole senza pudore di chi si è macchiato le mani del genocidio dei civili palestinesi. Il vertice della Lega Araba si dovrebbe tenere al Cairo entro il mese di febbraio ed i governi, legati mani e piedi alla politica d’oltre Atlantico, cercano dii salvarsi mettendosi tutti insieme sperando in un sostegno saudita e degli altri paesi del golfo. Trump, infatti, aveva minacciato di sospendere gli aiuti militari all’Egitto.

Giordania

Primi segnali di cedimento di re Abdallah II di Giordania. Dopo il suo incontro alla Casa Bianca con Trump ha dichiarato che farà tutto ciò che è necessario nell’interesse del suo paese. Non ha ripetuto la frase pronunciata prima di partire alla volta di Washington: “Siamo contrari alla deportazione del popolo palestinese dalla sua terra e per una soluzione politica dei due Stati”. A Trump ha detto che la Giordania accoglierà 2000 bambini di Gaza malati e feriti. La monarchia giordana teme il taglio degli aiuti Usa e si fa scudo con la posizione egiziana e araba, in attesa di assumere una posizione definitiva sul piano criminale di Trump.

Il cedimento dei paesi arabi filo USA è un segno pericoloso per i loro popoli e per il futuro della lotta del popolo palestinese verso la libertà dall’occupazione.

Trumpiate

Il presidente col ciuffo torna ogni giorno sul suo progetto immobiliare a Gaza. “Si farà. Non comprerò Gaza, ma la governeremo senza mandare truppe. La popolazione trasferita non avrà diritto a ritornare. Ho già dei consensi e sono sicuro al 99% che anche l’Egitto dirà di sì. Parlerò con il presidente Al-Sisi”. La minaccia che traspare è il taglio degli aiuti statunitensi al Cairo. Ad un’annessione della Cisgiordania ad Israele ha risposto che “si compirà con successo”. Luce verde ai piani dei sionisti religiosi al governo di Tel Aviv, che di fatto hanno già divorato il territorio del futuro Stato palestinese, con la colonizzazione selvaggia.

Appello per il dott. Hussam Abu Safiya

Domani 13 febbraio scadono i termini di custodia per il dott. Abu Safiya. Sicuramente verrà rinnovato l’ordine di arresto. L’avv. Nasser Odeh non ha ancora ottenuto l’autorizzazione a incontrare in carcere il suo assistito.

Notizie migliori arrivano dalla famiglia. Suo figlio ha dichiarato: “Dopo la visita dell’avvocato Mohammed Jabareen, dell’Al-Mezan Center, siamo stati informati dei dettagli e del resoconto della visita. Mio padre è stato sottoposto a gravi maltrattamenti e torture da parte dell’esercito nei primi giorni del suo arresto ed è stato tenuto in isolamento per 24 giorni. Dopo di che, è stato trasferito nella prigione di Ofer, stanza 24, sezione 2.

Le sue condizioni di salute sono stabili, ma soffre di pressione alta cronica e di un muscolo cardiaco ingrossato. Tuttavia, gli viene fornito solo un pasto al giorno, che è insufficiente e di pessima qualità.

Per quanto riguarda il suo caso legale, non ci sono accuse contro di lui. Tutte le accuse a lui attribuite sono state negate per mancanza di prove.

C’è anche la possibilità del suo rilascio nelle prossime fasi, poiché non ci sono accuse contro di lui da parte della pubblica accusa israeliana. Esorta il mondo ad aiutare a garantire il suo rilascio e il rilascio di tutto il personale sanitario detenuto da tutti gli ospedali. Devono essere protetti ed i loro diritti garantiti; dovrebbero ricevere cure ed essere rilasciati il ​​prima possibile.

Chiediamo a chiunque possa aiutare di fare pressione per la fornitura di cibo adeguato, medicine e il suo rapido rilascio”.

Firmate l’appello per chiedere la liberazione del direttore dell’ospedale Kamal Adwan,preso in ostaggio dall’esercito israeliano il 27 dicembre 2024, poi dopo 10 giorni annunciata la sua detenzione. Contro di lui non ci sono accuse. Il coraggioso medico è ro di non aver abbandonato il posto di lavoro, malgrado l’assassinio di suo figlio primogenito, Ibrahim, e le gravi ferite da lui stesso subite.

clicca  per aderire.

In ricordo del prof. Guido Valabrega

Ieri 11 febbraio, sono passati 25 anni dalla scomparsa del prof. Guido Valabrega. Un affettuoso abbraccio ai suoi figli e nipoti.  Un grande storico del Vicino Oriente ed un maestro di vita. È stato fondatore del GRMOC (Gruppo di Ricerca sul Medio Oriente Contemporaneo). Lo ricordiamo con un articolo che ripercorre la sua attività accademica ed il suo impegno di militante comunista. clicca.

Notizie dal mondo

Sono passati due anni, 11 mesi e 18 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. TRumpo continua a delirare: Kiev potrà un giorno diventare russa. E per il sostegno militare a Zelensky chiede 500 miliardi in terre rare. E annuncia anche che l’Ucraina “ha già accettato”.

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