Per ascoltare l’audio di oggi, 03 marzo 2025:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno VI/061 (1663)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
Ieri sono stati uccisi due palestinesi e feriti altri 23. Dall’alba di oggi sono state registrate le uccisioni di 4 civili e 6 feriti nei bombardamenti con l’artiglieria israeliana contro la zona occidentale di Gaza città. 21 sono i corpi estratti da sotto le macerie, metà dei quali sono bambini piccoli.
L’artiglieria israeliana ha colpito anche a Khan Younis, nel sud della Striscia, ma non sono state registrate vittime.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Se questo è un uomo.
Crimine di guerra
Netanyahu ha deciso di bloccare gli aiuti umanitari e nessuno dei paesi ricchi ha battuto un ciglio di fronte alla condanna a morte di 2 milioni persone. Dall’alba di ieri domenica 2 marzo, subito dopo la scadenza della prima fase dell’accordo, entrato in vigore il 18 gennaio, non è stato ammesso l’ingresso di un solo camion di aiuti. È una forma di ricatto, per ottenere cedimenti da parte palestinese sul tavolo della trattativa. Condanne dai paesi arabi (Egitto, Arabia Saudita, Qatar, Giordania,…), appelli dell’Onu, ma silenzio assordante dai paesi Nato amici di Netanyahu e complici del genocidio a Gaza.
Cisgiordania
Il campo profughi di Jenin è stato svuotato dalla sua popolazione. Si chiama deportazione, ma la stampa scorta mediatica parla come al solito secondo le veline dell’esercito israeliano di azioni anti terrorismo.
Gerusalemme
Alla preghiera notturna per il mese di ramadan, Taraueeh, i fedeli musulmani sono stati disturbati dalla presenza delle forze di occupazione tra le file di persone. Non sono lì per proteggere il momento di devozione, ma per sorvegliare. È un atteggiamento provocatorio che mira a creare disaggio e sottomissione. Ieri, all’interno della moschea e sulla spianata si sono raccolti 72 mila palestinesi. Malgrado i posti di blocco, molti musulmani sono arrivati da fuori Gerusalemme, sia dalla Cisgiordania sia dallo stesso Israele.
Vertice arabo
Domani al Cairo si terrà il vertice straordinario arabo. Hanno assicurato la loro presenza, oltre al presidente Al-Sisi, Mohammed Bin Salman, Tamim e Abdallah II. A nome della Palestina ci sarà il presidente Abbas. Un ordine del giorno che non guarda alla realtà odierna dell’aggressione israeliana contro Gaza, ma insegue i piani USA-Israele. La proposta di discussione è come ricostruire Gaza senza deportare la popolazione, in contrapposizione del piano Trump. Gli interessi che accomunano i capi di stato arabi è la paura di perdere la poltrona, del venir meno la protezione militare degli Usa e di perdere i finanziamenti per i due paesi non petroliferi Giordania e Egitto. Vogliono coprire le loro vergogne con una foglia di fico. Sono diplomazie perdenti, perché non hanno il coraggio di guardare alla realtà in faccia.
Trattative
L’inviato Usa in M.O. ha rinviato il suo viaggio nella regione previsto per oggi, ma l’amministrazione Usa ha approvato le forniture di armi ad Israele, soprattutto le munizioni da 2000 libre (circa 1000 kg). La sua proposta di una tregua di 50 giorni in attesa di un accordo definitivo coincide con la tattica di Netanyahu: “portare a casa gli ostaggi e poi riprendere la guerra”. Il rinvio del viaggio è causato dalla tenuta al Cairo del vertice arabo e prima dei risultati dell’incontro, non sarà facile per il governo egiziano avere una posizione politica sul negoziato. Hamas ha condizionato lo scambio prigionieri al raggiungimento di un accordo per la fine della guerra (obiettivo della seconda fase del negoziato). La risposta di Netanyahu è stata: affamare gli sfollati e impedire la cura dei malati. In un discorso sferzante il premier ricercato internazionale per crimine di guerra ha detto: “Niente pasti gratis”, riferendosi alla distribuzione di cibo cotto, da parte delle organizzazioni umanitarie, agli sfollati di Gaza che non possiedono nulla.
Appello per il dott. Hussam Abu Safiya
A New York, un gruppo di attivisti hanno realizzato un flash-mob al centro commerciale Westbury PLAZA. Hanno innalzato uno striscione con la scritta in inglese “FREE dr. Abu-Safyia”.
Firmate l’appello per chiedere la liberazione del direttore dell’ospedale Kamal Adwan,preso in ostaggio dall’esercito israeliano il 27 dicembre 2024, poi dopo 10 giorni annunciata la sua detenzione. Contro di lui non ci sono accuse. Il coraggioso medico è reo di non aver abbandonato il posto di lavoro, malgrado l’assassinio di suo figlio primogenito, Ibrahim, e le gravi ferite da lui stesso subite. clicca per aderire.
Siria
Una dura presa di posizione della comunità drusa siriana contro le dichiarazioni del governo israeliano che paventavano un intervento militare di Tel Aviv a protezione della comunità drusa siriana. Il capo spirituale Hammoud Hannaui ha dichiarato ad una tv britannica: “Israele è la potenza occupante della nostra terra siriana e non accettiamo l’occupazione con il pretesto di dividerci. Siria è la nostra patria e abbiamo in passato difeso la causa palestinese e continueremo”. Anche il leader druso libanese, waleed Jumblat, capo del partito socialista, ha messo in guardia dalle manovre di Netanyahu di occupare altre terre siriane con il falso obiettivo propagandistico della difesa della minoranza drusa. Netanyahu mira a realizzare la Grande Israele che comprende terre di tutti i 4 paesi arabi limitrofi: Libano, Siria. Giordania e il Sinai egiziano.
Ocalan
La stampa filo governativa turca sottolinea che il discorso scritto a mano da Ocalan è stato posto al controllo da parte dei servizi di sicurezza, per garantire che “non vi siano frasi ambigue o condizioni”. Il governo ed il partito islamista di Erdogan presentano l’operazione come una vittoria della lotta contro il terrorismo, in linea con le minacce del neo sultano, pronunciate subito dopo aver incassato la lettura del testo. La lettera del discorso di Ocalan è stata scritta di suo pugno in turco ed è stata tradotta in curdo e le due versioni sono state lette da esponenti della delegazione del partito Dem, che era andata al carcere dell’isola di Imrali dove è incarcerato Ocalan.
Per l’affermazione dei diritti del popolo curdo in Turchia, la strada è sempre in salita.
Cultura
L’Oscar 2025 per il miglior documentario è andato a ‘No Other Land’, film palestino-israeliano, diretto, prodotto, scritto e montato da un collettivo costituito da Basel Adra, Rachel Szor, Hamdan Ballal e Yuval Abraham.
L’Oscar a “No Other land” è una grande vittoria per un documentario che negli Usa non ha trovato un distributore. È un film che chiede al mondo di fermare “la pulizia etica” del popolo palestinese.
Il film documenta la distruzione della comunità palestinese di Masafer Yatta, nella Cisgiordania occupata, da parte dell’esercito israeliano, per dare spazio alla colonizzazione ebraica israeliana e deportare i palestinesi dalla loro terra. Per leggere tutto: clicca!
Notizie dal mondo
Sono passati tre anni e 6 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Il vertice di Londra nell’ambiguità tra la proposta di un mese di tregua e lo sforzo di armare Kiev. L’ultimatum della Casa Bianca a Zelenski: “accetta la pace o dimettiti!”. Il nuovo impero Trumpiano.
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