Per ascoltare l’audio di oggi, 13 marzo 2025:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno VI/071 (1673)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
Non c’è tregua per la gente di Gaza. Per il terzo giorno consecutivo i caccia israeliani hanno bombardato le zone degli sfollati. Carri armati e artiglieria hanno lanciato bombe e cecchini e droni hanno sparato pallottole. Non è solo guerra psicologica, è una vera e propria guerra, mentre si discute a Doha di cessate il fuoco e scambio prigionieri. La vita dei palestinesi è sacrificata per far ottenere a Netanyahu concessioni sul tavolo delle trattative.
Nella giornata di ieri, l’esercito israeliano ha ucciso 7 civili palestinesi e 14 feriti. Altri 5 corpi sono stati estratti da sotto le macerie di bombardamenti precedenti.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Se questo è un uomo.
Situazione umanitaria a Gaza
13 giorni di blocco israeliano criminale di cibo e acqua, carburante ed elettricità. 2 milioni di palestinesi rischiano la morte per fame a causa del ricatto di Tel Aviv per ottenere cedimenti nelle trattative con Hamas, in corso a Doha. Le organizzazioni umanitarie internazionali hanno messo in guardia dalla grave situazione alimentare sul punto di collasso, ma né a Tel Aviv né nelle cancellerie complici del genocidio si solleva un segnale di pentimento. È un atto di crimine di guerra e contro l’umanità usare la fame come arma di guerra, ma la certezza dell’impunità fa sì che Netanyahu si senta autorizzato a violare le norme internazionali.
Cisgiordania: è pulizia etnica e deportazione
A Salfit, i coloni hanno preso possesso di un vasto territorio di famiglie contadine palestinesi. Con i trattori hanno arato il terreno e sradicato 80 alberi di olivo. La loro azione è stata protetta dall’esercito. Lo stesso è avvenuto a Dora, nella provincia di el-Khalil.
L’opera di deportazione dei palestinesi continua con le operazioni militari che stanno toccando permanentemente tutte le città e villaggi, con al centro dell’aggressione più dura Jenin e Tulkarem.
Con il completamento dei piani di colonizzazione a est di Gerusalemme, la Cisgiordania è oramai divisa in due zone non collegate territorialmente. La deportazione della popolazione della valle del Giordano completa il furto delle terre e delle sorgenti di acqua. Manca soltanto l’atto politico di annunciare l’annessione, che aspetta il segnale verde dall’amministrazione Trump.
Trattative
Le trattative a Doha non segnano né avanzamenti, né arretramenti. Le dichiarazioni improntate all’ottimismo vengono soffocate da altre che parlano di paralisi. I protagonisti (Netanyahu e i capi di Hamas) sono in un vicolo cieco. Il primo non vuole ammettere la fine della guerra per non far cadere il suo governo e finire in carcere per i suoi processi. I secondi sono in empasse dopo gli attacchi dell’Anp sulla rappresentanza politica. A pagare il prezzo del tira e molla è la popolazione di Gaza che muore ogni giorno e soffre per il blocco israeliano e gli ostaggi che rischiano di morire sotto i bombardamenti del loro stesso esercito.
Appello per il dott. Hussam Abu Safiya
77 giorni di prigionia per il dott. Abu Safiya. Migliaia di medici in giro per il mondo hanno manifestato per chiedere la sua liberazione. “La cura non è reato” hanno gridato medici e sanitari in molte capitali, ma le diplomazie che contano non si sono mosse.
Firmate l’appello per chiedere la liberazione del direttore dell’ospedale Kamal Adwan,preso in ostaggio dall’esercito israeliano il 27 dicembre 2024, poi dopo 10 giorni annunciata la sua detenzione. Contro di lui non ci sono accuse. Il coraggioso medico è reo di non aver abbandonato il posto di lavoro, malgrado l’assassinio di suo figlio primogenito, Ibrahim, e le gravi ferite da lui stesso subite. clicca per aderire.
Siria
ASueidaa è stato raggiunto un accordo tra il governo e la comunità drusa. Nella Corte del capo della comunità dei drusi moahhidin , Hikmat Hajari, il presidente della repubblica autoproclamato, Ahmad Shara’ si è impegnato in un documento scritto ad affrontare con la concordia tutte le questioni di sicurezza e amministrative, rispettando la specificità della comunità drusa. È un accordo sulla scia di quello firmato con i curdi. Un accordo importante che taglia le gambe alle provocazioni israeliane che intendevano provocare scissioni e conflittualità, per dividere il paese in staterelli facilmente dominabili.
Libano
Una violazione al giorno toglie la pace di torno. Un drone israeliano ha sorvolato stamattina la città di Bint Jbail nel sud Libano. Ieri caccia israeliani hanno sorvolato a bassa quota i cieli della capitale, della Beqaa e del Harmal. La sesta riunione della commissione militare mista riunita ieri alla sede centrale dell’Unifil a Naqoura non è arrivata all’attuazione del ritiro totale dal sud Libano occupato nell’ultima aggressione. Il ritiro doveva essere completato entro il 26 gennaio, poi prolungato fino al 18 febbraio, ma Israele ha mantenuto l’occupazione di 5 zone al confine. Adesso, la delegazione Usa ha proposto la disegnazione dei confini tra i due paesi. Il governo israeliano rivela veline pubblicate dalla stampa di Tel Aviv, secondo le quali “si apre la trattativa per la normalizzazione diplomatica tra i due paesi”. È un modo per innescare una bomba politica a Beirut e far saltare il governo Salam appena votato dal parlamento.
Iran
Il ministro degli esteri di Teheran, Araqji, ha ricevuto dal consigliere diplomatico degli Emirati arabi uniti, Anouar Qarqash, la lettera del presidente Usa Trump alla guida spirituale iraniana, Khaminei. I primi commenti iraniani sono negativi: “non trattiamo sotto minaccia. Chi ha imposto le sanzioni rompendo l’accordo del 2015, deve riparare al torto”. Il riferimento è alla marcia indietro di Trump durante il suo primo mandato, nel 2018, quando aveva ritirato la firma degli Usa dall’accordo sul nucleare firmato dai paesi 5+1 (i 5 paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza + la Germania) con l’Iran. Trump col solito suo fare baldanzoso aveva rivelato l’esistenza del messaggio la scorsa settimana, accompagnando l’annuncio con la minaccia di una ritorsione che non sarebbe facilmente dimenticata.
Israele
Netanyahu perde le staffe in tribunale, durante l’interrogatorio sulle tangenti e favori ricevuti in cambio di servizi e appalti forniti a uomini d’affari. Secondo il canale 13 della tv israeliana, Netanyahu ha battuto il pugno sul tavolo e ha gridato: “ho il diritto ad alcuni minuti per spiegare la mia situazione. Avete ridotto la mia vita ad un livello di infelicità”. È accusato di corruzione, frode e tradimento di fiducia nella gestione degli affari di Stato.
USA-Palestina
Si è tenuta ieri davanti al tribunale di Ne York una grande mobilitazione per chiedere la liberazione dello studente e attivista palestinese, Mahmoud Khalil, espulso per ordine di Trump. Migliaia di persone hanno sfilato davanti al tribunale e chiesto la fine delle discriminazioni nei confronti di palestinesi e arabi negli USA. Un giudice federale aveva bloccato la decisione dell’amministrazione Trump di deportare l’attivista palestinese, arrestato sabato nel suo appartamento di New York dagli agenti dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE). Il giudice nella seduta di ieri ha bloccato l’espulsione, ma ha confermato il carcere. Khalil paradossalmente non è accusato di nessun reato e il suo caso è chiaramente un abuso di potere, in flagrante violazione del primo emendamento ed un attacco alla libertà di espressione da parte dell’amministrazione Trump. Nel paese guida dei regimi democratici, dopo l’arresto Khalil era stato trasferito in carcere senza che i suoi avvocati fossero avvisati.
guarda la manifestazione di solidarietà don Khalil.
Solidarietà
Una 4° adozione a distanza già pagate e altre tre in gestazione.
Arrivano tutti i giorni altri messaggi di interesse al progetto e richieste di approfondimento. “Ore Felici per i Bambini di Gaza, adozioni a distanza e pasti caldi” è la cosa giusta.
Il sito IdeeInFormazione ha pubblicato in Homepage il nostro appello alle adozioni a distanza per i bambini/e di Gaza. Guarda!
Il direttivo di ACM ha deciso di donare agli affidatari due libri, pubblicati per promuovere l’attività di sostegno ai bambini/e: “Artisti per Gaza” (un catalogo di opere d’arte) e “Al di là di sé. Le opere di Vincenzo Dazzi per i bambini di Gaza” – Mesogea editore (catalogo e raccolta di scritti).
Mandateci gli indirizzi postali. Grazie!
Anbamed e Associazione Culturale Mediterraneo hanno lanciato un appello per il finanziamento di un progetto di adozioni a distanza di bambini e bambine palestinesi. Un’iniziativa realizzata con l’associazione di donne di sinistra, Al-Najdah (Soccorso sociale). clicca
Continuano ad arrivare richieste di informazioni più dettagliate, alle quali oltre al messaggio diretto, risponderemo anche con un articolo specifico pubblico. Per partecipare al progetto: clicca
Notizie dal mondo
Sono passati tre anni e 16 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. L’esercito di Kiev si ritira dalla regione russa di Kursk. Putin visita il fronte nella regione russa occupata dagli ucraini. Si attende la reazione di Mosca alla proposta di tregua di 30 giorni avanzata dagli USA e accettata da Zelensky a Gedda.
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