Per ascoltare l’audio di oggi, 15 marzo 2025:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno VI/073 (1675)

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A febbraio c’è stato un ulteriore calo delle donazioni. È il secondo mese consecutivo con il segno meno. Torniamo a preoccuparci. Infatti, i contributi volontari dei nostri lettori e ascoltatori sono stati 7. Il valore complessivo del mese scorso è stato di 555,00 € (- 495,00 € rispetto al precedente mese di gennaio).

Grazie a chi ha contribuito e chiediamo a tutti e tutte di seguire il loro esempio, nel sostegno economico dell’impresa giornalistica senza padroni e senza pubblicità. La libertà non ha prezzo!

Le indicazioni per farlo agevolmente sono presenti nel sito e nella newsletter.

Le notizie:

Genocidio a Gaza

Un pescatore palestinese è stato ucciso dalla marina israeliana, mentre stava pescando nel nord di Gaza. La sua barca è stata colpita da un razzo marino, affondandola.

Altri 4 sfollati sono stati uccisi in un bombardamento dell’artiglieria israeliana sul quartiere Zaitoun, a Gaza città. Altri 11 sono stati feriti e trasportati in ospedale; 2 bambini sono in gravi condizioni e devono subire l’amputazione delle gambe.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Se questo è un uomo.

Situazione umanitaria a Gaza

Due settimane senza aiuti alimentari e sanitari per i due milioni di palestinesi ostaggi delle trattative di Netanyahu.

Il PAM ha denunciato che dall’inizio di marzo non è stato possibile fornire Gaza di cibo e acqua potabile. “Il materiale stoccato nei nostri magazzini è sufficiente per fornite le 33 cucine collettive per un mese e confezioni di spesa sufficienti per due settimane sufficienti per 500 mila persone. 6 dei forni sostenuti con farina sono chiusi per mancanza di gas per forni”.

Il piano di deportazione

Il piano israeliano di deportazione della popolazione di Gaza non è stato accantonato. Tre paesi africani sono stati contattati per ospitare i profughi palestinesi. Sarebbero stati contattati il Sudan, la Somalia e il Somaliland. Tutti e tre i paesi hanno respinto al mittente le proposte, affermando il diritto dei palestinesi di vivere nella loro terra e il loro diritto all’autodeterminazione.

Cisgiordania: è pulizia etnica e deportazione

Un giovane di 26 anni è stato assassinato dai colpi dei soldati israeliani ad Aqaba, vicino a Toubas.

Due minorenni sono stati arrestati a Seluad, vicino a Ramallah. Una camionetta dell’esercito ha tamponato intenzionalmente l’auto che li trasportava e con mitra spianati, i due ragazzi di 16 anni sono stati condotti nella caserma dell’esercito di occupazione.

In Cisgiordania, l’OCHA (ufficio ONU per il coordinamento degli affari umanitari) ha messo in guardia dalla sistematica opera di deportazione dei palestinesi dalle loro case e terre. Nella provincia di Nablus, la scorsa settimana i coloni ebrei israeliani hanno bruciato le case e le auto di due famiglie, costringendole a lasciare le loro terre diventate insicure.

Nel mese di febbraio, gli attacchi militari dell’esercito israeliano contro città e villaggi palestinesi sono stati 1735 irruzioni con mezzi corazzati e bulldozer. 230 sono state le aggressioni dei coloni ebrei israeliani ai danni di contadini e pastori palestinesi.

Trattative

La delegazione israeliana si è ritirata da Doha, ieri sera, dopo che il movimento Hamas aveva annunciato che è disponibile al rilascio di un solo ostaggio soldato israeliano, con la cittadinanza statunitense e 4 corpi di altri soldati, anche loro con la doppia cittadinanza. La proposta dell’inviato USA chiedeva lo scambio di 3 soldati vivi e 5 corpi. Netanyahu ha alzato la posta e ha chiesto il rilascio di 11 soldati e 16 corpi, ma senza assicurazioni sulla fine della guerra. In cambio Israele libererebbe 1230 detenuti palestinesi e i corpi di 160 prigionieri “morti” durante la loro detenzione nelle carceri israeliane ed i loro corpi tenuti in ostaggio da decenni. La risposto di Hamas ha sorpreso tutti, perché prospettava il rilascio del soldato con cittadinanza Usa senza contromisure. A Tel Aviv si teme che la scelta di Hamas posse dividere i percorsi della Casa Bianca dalla linea di Netanyahu, lasciando gli ostaggi israeliani in isolamento. Lo hanno capito i familiari degli ostaggi che hanno organizzato manifestazioni davanti alla sede di Netanyahu e davanti al ministero della guerra.

Oggi il governo israeliano si riunirà in serata per decidere una strategia negoziale oppure riprendere la guerra a Gaza in modo intensivo. La linea del ricatto con la punizione collettiva, imponendo la fame e il blocco totale della Striscia, chiudendo ermeticamente 2 milioni di palestinesi in una prigione a cielo aperto, non ha funzionato. Dall’altra parte i piani della Casa Bianca non coincidono con i calcoli di Netanyahu. Trump vuole riprendere l’egemonia in M.O. scansando Cina e Russia, mentre Netanyahu si preoccupa di salvare sé stesso.

Appello per il dott. Hussam Abu Safiya 

Oltre a Sanitari per Gaza nazionale anche Healthworkers Alliance for Justice e Doctors Against Genocide stanno facendo azioni per far liberare tutti i sanitari palestinesi prigionieri nelle carceri israeliane: clicca per conoscere i dettagli (sito in inglese, francese e spagnolo).

Firmate l’appello per chiedere la liberazione del direttore dell’ospedale Kamal Adwan,preso in ostaggio dall’esercito israeliano il 27 dicembre 2024, poi dopo 10 giorni annunciata la sua detenzione. Contro di lui non ci sono accuse. Il coraggioso medico è reo di non aver abbandonato il posto di lavoro, malgrado l’assassinio di suo figlio primogenito, Ibrahim, e le gravi ferite da lui stesso subite. clicca  per aderire. Stiamo traducendo l’appello in italiano, su richiesta di molti lettori.

Siria

La dichiarazione costituzionale annunciata giovedì da Ahmad Shara’ ha avuto reazioni contrastanti. Da una parte c’è chi vede un nuovo percorso costituzionale che apre a una prospettiva pluralista e inclusiva, esclusi i seguaci del partito Baath, prevedendo la separazione dei tre poteri in un regime presidenziale. Ma ci sono anche i detrattori che vi vedono il seme della personificazione del potere nella figura di una persona sola, una sostituzione di Assad con Shara’. Tra i punti discutibili vi è l’assegnazione alla teologia islamica la fonte del diritto, escludendo o peggio discriminando le altre fedi. La bozza di costituzione prevede una fase transitoria di 5 anni, che secondo il presidente della commissione proponente non vedranno elezioni e l’attuale presidente è inamovibile. L’autonomia del nord est del paese, il Rojava, ha criticato la dichiarazione, alla stesura della quale non sono stati invitati rappresentanti curdi: “La dichiarazione costituzionale contraddice ancora una volta la realtà della Siria e lo stato di diversità che esiste in essa, ed è priva delle sue varie componenti, dai curdi agli arabi”. Inoltre, “comprende elementi e modelli tradizionali simili agli standard seguiti dal governo Baath, che ha governato il paese per decenni”.

La novità controversa nel panorama politico siriano è emersa dopo che una delegazione di drusi siriani ha fatto visita in Israele, partendo in due pullman dal sud verso il Golan occupato scortati dalle camionette dell’esercito di occupazione. Una visita fortemente propagandata in Israele, ma condannata dalla stessa maggioranza di drusi siriani che hanno affermato, in comunicati delle diverse municipalità, che i visitatori di Israele non rappresentano nessuno se non sé stessi. In manifestazioni di piazza di drusi a Sueidaa, la principale città drusa siriana, i componenti della delegazione vengono chiamati traditori.

Il consiglio di sicurezza dell’ONU sta discutendo una risoluzione concordata tra Russia e USA per condannare le violenze inaudite nelle città della costa nord occidentale della Siria, dove sono stati uccisi su base confessionale oltre 1400 civili alawiti.

Iraq

Ucciso uno dei massimi capi di Daiesh in Iraq. Lo ha scritto nel suo account social il primo ministro iracheno Mohammed Shia Soudani. Si chiamava Abdallah Makki Muslih al-Rufay’i, meglio noto con il nome di battaglia di Abu Khadija. Ricopriva il ruolo di vice califfo ed emiro di Siria e Iraq. È stato inseguito e ucciso, nella provincia di Al-Anbar, dalle forze speciali irachene con il supporto delle truppe Usa di stanza nel paese.

Solidarietà

Altre proposte di gruppi di amici che si mettono insieme, per adottare a distanza un bambino/a di Gaza. Quattro adozioni a distanza di bambini/e sono state già pagate, due sono in arrivo e altre tre in gestazione.

Tutti i giorni arrivano altri messaggi di lettori di Anbamed esprimendo interesse al progetto e richieste di approfondimento. “Ore Felici per i Bambini di Gaza, adozioni a distanza e pasti caldi” è la cosa giusta. 

Il sito IdeeInFormazione ha pubblicato in Homepage il nostro appello alle adozioni a distanza per i bambini/e di Gaza. Guarda!

Il direttivo di ACM ha deciso di donare agli affidatari due libri, pubblicati per promuovere l’attività di sostegno ai bambini/e: “Artisti per Gaza” (un catalogo di opere d’arte) e “Al di là di sé. Le opere di Vincenzo Dazzi per i bambini di Gaza” – Mesogea editore (catalogo e raccolta di scritti).

Mandateci gli indirizzi postali. Grazie!

Anbamed e Associazione Culturale Mediterraneo hanno lanciato un appello per il finanziamento di un progetto di adozioni a distanza di bambini e bambine palestinesi. Un’iniziativa realizzata con l’associazione di donne di sinistra, Al-Najdah (Soccorso sociale). clicca

Continuano ad arrivare richieste di informazioni più dettagliate, alle quali oltre al messaggio diretto, risponderemo anche con un articolo specifico pubblico. Per partecipare al progetto: clicca

Notizie dal mondo 

Sono passati tre anni e 18 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Le forze russe del Raggruppamento Nord continuano ad avanzare verso il confine ucraino dopo aver ripreso il controllo di Sudzha e di diversi villaggi tra la cittadina e la frontiera nella regione di Kursk. Putin risponde all’appello di Trump: “Soldati ucraini nel Kursk avranno salva vita se si arrendono”.

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