Per ascoltare l’audio di oggi, 16 marzo 2025:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno VI/074 (1676)

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A febbraio c’è stato un ulteriore calo delle donazioni. È il secondo mese consecutivo con il segno meno. Torniamo a preoccuparci. Infatti, i contributi volontari dei nostri lettori e ascoltatori sono stati 7. Il valore complessivo del mese scorso è stato di 555,00 € (- 495,00 € rispetto al precedente mese di gennaio).

Grazie a chi ha contribuito e chiediamo a tutti e tutte di seguire il loro esempio, nel sostegno economico dell’impresa giornalistica senza padroni e senza pubblicità. La libertà non ha prezzo!

Le indicazioni per farlo agevolmente sono presenti nel sito e nella newsletter.

Le notizie:

Genocidio a Gaza

La strage dell’Iftar. Durante la cena pubblica collettiva per la rottura del digiuno a Beit Lahia, un gruppo di giovani giornalisti aveva tentato di fare delle riprese aeree con un drone rudimentale dotato di una video camera. Sono stati bombardati dall’esercito israeliano. Netanyahu ha ripreso la guerra guerreggiata contro la popolazione di Gaza. 12 persone uccise ieri, tra i quali 4 giornalisti e operatori dell’associazione di beneficenza che aveva organizzato la cena.

Prima di questa strage il rapporto giornaliero del ministero della sanità riferiva di 19 corpi accompagnati negli ospedali, 12 estratti da sotto le macerie e 7 uccisi nella mattinata di ieri.

Stamattina, i carri armati israeliani hanno bombardato ad est di Khan Younis e sul corridoio Salahuddine, al confine con l’Egitto. Non si conosce ancora il numero delle vittime.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Se questo è un uomo.

Situazione umanitaria a Gaza

80 pozzi comunali di acqua a Rafah sono fermi a causa della mancanza di carburante. La popolazione è a rischio dii morire di sete e di contrarre malattie per la mancanza di igiene. Anche la centrale per la dissalazione delle acque nel centro della Striscia è ferma per lo stesso motivo. Dal primo marzo, a conclusione della prima fase del cessate il fuoco, Netanyahu ha ordinato il blocco totale di Gaza e l’interruzione delle forniture elettriche. Una punizione collettiva che rende la vita un inferno a due milioni di palestinesi, per salvare la propria poltrona.

Cisgiordania: è pulizia etnica e deportazione

Offensiva generale con al centro l’obiettivo di radere al suolo i campi profughi di Jenin e Tulkarem. Decine di case sono state demolite con i bulldozer o la dinamite, altre sono state incendiate. A Nour Shams, le demolizioni hanno interessato anche una moschea. Una devastazione che vuole cancellare la vita nei luoghi della resistenza contro l’occupazione. Una punizione collettiva che ha superato tutti i divieti delle norme internazionali. Un gruppo di soldati a Tulkarem ha sparato contro un’ambulanza che stava trasportando un ferito in ospedale. I soccorritori sono stati costretti a trasportare il ferito in barella a piedi per oltre 3 km, tra le macerie.

A Jenin, l’esercito israeliano impedisce agli studenti di arrivare alle loro scuole. Dal 21 gennaio, le 4 scuole del campo profughi sono praticamente irraggiungibili a causa delle operazioni militari.

Yemen

È iniziata l’avventura di Trump con la guerra in Yemen. Intensi bombardamenti ieri su Sanaa e sono ripresi stamattina su Taez. Il ministro della sanità yemenita ha scritto sui social, che “l’aggressione statunitense ha colpito zone civili e ci sono tuttora decine di persone ferite e uccise intrappolate sotto le macerie”. Secondo fonti governative degli Houthi, il 45% del sistema sanitario è stato messo fuori servizio. Gli Stati Uniti hanno imparato i crimini di guerra dagli israeliani. L’attacco di ieri ha visto 40 raids che hanno causato 31 uccisi e 101 feriti, secondo la stampa yemenita.

Trattative

“Le trattative sono fallite”. Lo ha affermato un sponente di Hamas residente all’estero in un’intervista tv. Il divario tra le due parti, Netanyahu e Hamas, è ampio e i mediatori arabi e statunitensi non sono riusciti a colmarlo con proposte credibili. Il premier israeliano vuole riportare i soldati ostaggi a casa e poi riprendere la guerra di sterminio. I capii del movimento chiedono la fine dell’aggressione ed una tregua di lunga durata.

G7

Nella dichiarazione finale del G7 Esteri di Charlevoix di due giorni fa, sparisce il riferimento a una soluzione a due Stati, menzionata in una precedente bozza rilanciata anche dai media internazionali.

I membri del G7 “hanno sottolineato l’imperativo di un orizzonte politico per il popolo palestinese, raggiunto attraverso una soluzione negoziata al conflitto israelo-palestinese che soddisfi le legittime esigenze e aspirazioni di entrambi i popoli e promuova una pace, una stabilità e una prosperità globali in Medio Oriente”.

I membri del G7 “hanno affermato la loro disponibilità a collaborare con i partner arabi sulle loro proposte per tracciare una via da seguire per la ricostruzione di Gaza e costruire una pace duratura tra israeliani e palestinesi”. È un tradimento della linea finora approvata dai paesi dell’Ue, per seguire la linea israeliana. Da Ramallah, il portavoce della presidenza ha ricordato ai paesi del G7 il loro impegno passato per la soluzione dei due stati, unica via per una pace con dignità.

Appello per il dott. Hussam Abu Safiya 

Manifestazioni di personale sanitario in Spagna, Irlanda, Tunisia, Marocco e Malesia per chiedere la liberazione di tutti i medici e gli infermieri palestinesi presi in ostaggio dall’esercito israeliano a Gaza. “Simbolo delle vittime è il dott. Abu Safiya, che unica sua colpa era quella di aver curato i bambini malati e feriti”, hanno scritto su un cartello i manifestanti tunisini.

Firmate l’appello per chiedere la liberazione del direttore dell’ospedale Kamal Adwan,preso in ostaggio dall’esercito israeliano il 27 dicembre 2024, poi dopo 10 giorni annunciata la sua detenzione. Contro di lui non ci sono accuse. Il coraggioso medico è reo di non aver abbandonato il posto di lavoro, malgrado l’assassinio di suo figlio primogenito, Ibrahim, e le gravi ferite da lui stesso subite. clicca  per aderire. Stiamo traducendo l’appello in italiano, su richiesta di molti lettori.

Siria

Centinaia di Migliaia di siriani hanno manifestato ieri in tutte le città per commemorare l’inizio della rivolta pacifica contro il regime della famiglia Assad, il 15 marzo 2011. Le parole più ripetute dalla gente sono state “Libertà e dignità”. Gli elicotteri dell’esercito hanno lanciato fiori sulla folla nella piazza centrale di Damasco.

Il governo ha deciso per l’occasione di garantire un doppio stipendio ai dipendenti pubblici, in occasione della festa per la fine del ramadan.

Migranti

La matematica è un’opinione. Altrimenti forse è meglio dire che le bugie hanno le gambe corte. Parliamo di migranti in arrivo sulle coste italiane. Il governo ha più volte raccontato che il numero è calato grazie alle sue politiche di contenimento con i lager in Albania e gli accordi per il respingimento con Libia e Tunisia. Non è vero nulla. La politica della Meloni è un colabrodo. Almeno 8.437 persone sono arrivate sulle coste italiane dal primo gennaio al 14 marzo, cioè il 30% in più rispetto ai 6.421 arrivi dello stesso periodo del 2024. Le rotte del Mediterraneo centrale sono dominate dalle partenze dalla Libia, che al 14 marzo contano 7.762 arrivi, con un balzo del 73,65% rispetto ai 4.770 del 2024. È l’effetto del cedimento sul caso Al-Masri. L’Italia si è mostrata debole e gli scafisti di notte e poliziotti di giorno hanno aperto i canali.

Solidarietà

Arrivata la 5° adozione dall’inizio del mese. Altre proposte di gruppi di amici che si mettono insieme, per adottare a distanza un bambino/a di Gaza. Altre due sono in arrivo e altre tre in gestazione.

Tutti i giorni arrivano altri messaggi di lettori di Anbamed esprimendo interesse al progetto e richieste di approfondimento. “Ore Felici per i Bambini di Gaza, adozioni a distanza e pasti caldi” è la cosa giusta. 

Il sito IdeeInFormazione ha pubblicato in Homepage il nostro appello alle adozioni a distanza per i bambini/e di Gaza. Guarda!

Il direttivo di ACM ha deciso di donare agli affidatari due libri, pubblicati per promuovere l’attività di sostegno ai bambini/e: “Artisti per Gaza” (un catalogo di opere d’arte) e “Al di là di sé. Le opere di Vincenzo Dazzi per i bambini di Gaza” – Mesogea editore (catalogo e raccolta di scritti).

Mandateci gli indirizzi postali. Grazie!

Anbamed e Associazione Culturale Mediterraneo hanno lanciato un appello per il finanziamento di un progetto di adozioni a distanza di bambini e bambine palestinesi. Un’iniziativa realizzata con l’associazione di donne di sinistra, Al-Najdah (Soccorso sociale). clicca

Continuano ad arrivare richieste di informazioni più dettagliate, alle quali oltre al messaggio diretto, risponderemo anche con un articolo specifico pubblico. Per partecipare al progetto: clicca

Notizie dal mondo 

Sono passati tre anni e 19 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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