
LA TESTIMONIANZA DEI 3 MEDICI DI EMERGENCY CHE STAVANO LAVORANDO
NEL REPARTO DI TERAPIA INTENSIVA DELL’OSPEDALE DURANTE L’ATTACCO
FILIPPO PELAGATTI, ANESTESISTA EMERGENCY:
“UN FORTE BOATO, FUMO, TREMAVA TUTTO: APPENA POSSIBILE SIAMO TORNATI DAI FERITI IN SALA OPERATORIA”
JUDAH SLAVKOSKY, CHIRURGO EMERGENCY:
“A GAZA LA MORTE È DAPPERTUTTO, NESSUN LUOGO È SICURO”.
EMERGENCY CHIEDE IL CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO, LA PROTEZIONE DEI CIVILI E IL RISPETTO DELLE STRUTTURE SANITARIE E DEL PERSONALE: NON POSSONO ESSERE OBIETTIVI MILITARI
Durante l’attacco avvenuto ieri sera all’interno del Nasser Hospital, tre membri dello staff di EMERGENCY stavano lavorando nel reparto di Terapia intensiva. Sono incolumi, ma scossi e sono appena rientrati nella guest house di EMERGENCY nella Striscia.
I tre colleghi, due anestesisti e un chirurgo, prestavano servizio da due settimane nelle sale operatorie del Nasser Hospital (Khan Younis).
“Stavamo preparando due pazienti per la sala operatoria, entrambi feriti gravemente da esplosioni avvenute nella giornata di ieri – racconta Filippo Pelagatti, anestesista di EMERGENCY a Gaza –. Abbiamo sentito un’esplosione e tremare i muri. Ci hanno fatto scendere immediatamente al piano terra, in una stanza sicura insieme allo staff dell’ospedale. Appena è stato possibile, siamo tornati dai nostri pazienti: senza quell’intervento chirurgico sarebbero morti.”
Solo il 60% degli ospedali nella Striscia di Gaza è funzionante e solo parzialmente.
“A Gaza la morte è dappertutto: ogni gazawi sa che potrebbe essere ucciso da un momento all’altro. Non ci sono posti sicuri – commenta Judah Slavkovsky, chirurgo di EMERGENCY a Gaza –. Il Nasser Hospital è stato colpito altre volte in questi mesi: questa guerra non risparmia niente e nessuno, nemmeno gli ospedali, nemmeno chi chiede solo di essere curato”.
L’attacco agli ospedali è una gravissima violazione del diritto umanitario.
EMERGENCY chiede il rispetto delle strutture sanitarie, dei pazienti e degli operatori umanitari che non possono essere in alcun modo obiettivi militari.
Gli ospedali sono luoghi di cura: devono essere protetti, non attaccati. I pazienti e il personale sanitario devono essere difesi, non uccisi.
EMERGENCY chiede il cessate il fuoco immediato, la protezione dei civili e l’accesso agli aiuti umanitari per la popolazione che sta subendo le conseguenze di una guerra feroce da ormai 18 mesi.