L’amico e compagno Fiorano Rancati non è più tra di noi. Pubblichiamo l’articolo di Flavio Mongelli di ricordo del suo ruolo nel far conoscere le culture altre.
Ciao Fiorano, grazie per il tuo prezioso lavoro intellettuale di stimolo, di conoscenza, di passione. Arci Milano, di cui allora ero presidente, e Rancati hanno condiviso sul finire degli anni novanta un importante progetto, cui lui ha dato un prezioso e determinante contributo.

In una società fortemente eurocentrica, in una città dove arrivavano con maggior intensità persone extracomunitarie, i migranti, il progetto che abbiamo condiviso è stato di far conoscere le culture extraeuropee, le culture degli “altri”, e, attraverso esse, far incontrare gli “altri”, relazionarsi con loro.
L’obiettivo era di allargare l’orizzonte culturale della città, aprirlo a quelle diverse forme, espressioni artistiche, “altre”, con cui nel mondo si raccontano le stesse storie, passioni, sentimenti, lutti. Da questo percorso sono nate tante iniziative, sempre con Fiorano protagonista, gli incontri e i libri sulle letterature del Maghreb o dei Caraibi, le rassegne cinematografiche, persino la distribuzione di film di cui, seppur poveri, acquisivamo i diritti, Le vie di canti, Milano canta il mondo e la storica La notte di san Lorenzo, con le sue 20 edizioni, di cui siamo stati direttori artistici, ecc. Persino un notiziario sulle produzioni disponibili per iniziative dei paesi del “sud del mondo”, come scrivevamo.
La curiosità di Fiorano, le sue attività di ricerca, la sua cultura sono state presenti in tutte le fasi di questi lavori.
In particolare poi, all’interno di questo progetto, abbiamo pensato Milano e l’Italia come un ponte dell’Europa verso i paesi e i popoli del sud mediterraneo. Da qui l’insieme di iniziative “rotte mediterranee”, per fare dell’arte, dopo i commerci e gli eserciti nei secoli scorsi, il nuovo media di incontro e di relazione coi popoli e le genti della riva sud del mediterraneo, rompendo quel muro o riempendo quella faglia che separava le due sponde del mediterraneo, e coinvolgendo direttamente in questa nuova sfida importanti artisti e intellettuali di quei paesi, di cui siamo diventati anche amici.
Nel mezzo delle tragedie di oggi, delle guerre e dei massacri che si compiono, gli europei, persino i suoi intellettuali, la sua informazione, svelano, fanno emergere anche vene colonialiste e razziste. Quel lavoro che abbiamo intrapreso allora, che ha visto Fiorano protagonista, sarebbe oltremodo di nuovo necessarie e urgente.
Ci auguriamo che qualcuno prenda la staffetta di Fiorano, e dell’arcimilano di allora, per riprendere quella strada, combattendo così questi nuovi germi di suprematismo, nazionalismo, di chiusure identitarie.
“Nostra patria è il mondo intero”, vero Fiorano! Noi sappiamo che ci sei, che sei con noi.
Grazie Fiorano per il tuo significativo contributo, grazie anche da parte di tutti coloro che ti hanno conosciuto e hanno condiviso e partecipato con passione a quel progetto.
[Flavio Mongelli]