Per ascoltare l’audio di oggi, 1° aprile 2025:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno VI/090 (1692)
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Grazie a chi ha contribuito e chiediamo a tutti e tutte di seguire il loro esempio, nel sostegno economico dell’impresa giornalistica senza padroni e senza pubblicità. La libertà non ha prezzo!
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
La mattanza dell’esercito israeliana a Gaza è sempre più sanguinaria. Ieri, sono state uccise dalle bombe e pallottole delle truppe di Tel Aviv 80 persone e ferite 189. L’esercito israeliano ha ordinato agli abitanti di alcuni quartieri di Rafah di lasciare le loro case, “perché le truppe stanno per iniziare un’offensiva di terra”.
Il numero delle vittime dalla rottura della tregua, il 18 marzo, è stato di 1.001 civili uccisi e 2.359 feriti.
Dall’inizio del conflitto, il numero degli uccisi accertati ha superato i 50 mila uccisi. La statistica del ministero della sanità fornisce la cifra di 50.357 uccisi. I feriti sono 114.400. Alle cifre indicate vanno aggiunti gli scomparsi.
Netanyahu ha minacciato ieri di intensificare le operazioni militari per la deportazione della popolazione “secondo i piani di Trump”. Dopo le minacce, migliaia di famiglie hanno lasciato Rafah verso la zona costiera di Khan Younis, Al-Mawassi. Il Commissario dell’Unrwa, Lazzarini, ha condannato gli ordini dell’esercito israeliano all’evacuazione di Rafah: “Le persone vengono lanciate come palle per ordine militare”, ha aggiunto sull’account social: “Come se la morte, la distruzione e la fame non bastassero”.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Se questo è un uomo.
Situazione umanitaria a Gaza
L’Unicef ha denunciato che dalla ripresa degli attacchi di Israele contro la popolazione di Gaza (18 marzo) sono stati uccisi 322 bambini e feriti altri 609. Oltre 100 bambini hanno subito amputazioni. La maggior parte delle vittime viveva nei campi di sfollati dichiarati zone sicure dall’esercito israeliano. L’organizzazione mondiale per l’infanzia mette in guardia dal perdurare del divieto di ingresso degli aiuti umanitari a Gaza: “un milione di bambini sono in pericolo di vita per fame”.
Il ministero della sanità palestinese ha denunciato che 1402 lavoratori della sanità sono stati uccisi a Gaza. 362 sono stati arrestati e 3 medici sono morti sotto tortura nei campi di concentramento nel deserto del Negev. L’attacco sistematico al sistema sanitario, con 34 ospedali e 80 ambulatori messi completamente fuori servizio, ha un solo obiettivo: impedire che si possa curare chi si è salvato dalle bombe.
Oday Nasser Al-Rabayi
La famiglia Al-Rabayi, di Tall el Hawa, per bocca del figlio Jihad, ha denunciato che Oday Nasser è stato assassinato da un gruppo di miliziani armati, che si è presentato come Brigate Qassam. Un assassinio brutale, avvenuto dopo averlo catturato sotto gli occhi di familiari e altre persone presenti. La missione punitiva criminale sembra motivata dalla partecipazione di Oday alle manifestazioni per la fine della guerra e contro Hamas, che hanno mobilitato centinaia di palestinesi nel nord della Striscia. Il corpo del ragazzo di 22 anni, ucciso e con segni di torture, è stato depositato di notte davanti alla casa di famiglia. La famiglia non ha avuto paura ed ha denunciato il caso e si è appellata agli uomini onesti di Hamas di individuare gli assassini e punirli.
Finalmente su certa stampa scorta mediatica di Netanyahu, la morte di un palestinese è diventata notizia, pubblicata e commentata. In media, negli ultimi 18 mesi, sono stati uccisi 92 palestinesi al giorno, ma non facevano notizia.
Anche in questi giorni c’è stato l’assassinio a sangue freddo per mano israeliana di 15 soccorritori della Mezzaluna rossa e operatori della protezione civile, ritrovati dopo due settimane dalla loro scomparsa, in seguito ad un bombardamento contro i loro veicoli da parte un carro armato. Israele ha ammesso di averli colpiti per errore, ma poi i loro corpi sono stati ritrovati in una fossa comune profonda, con le mani legate dietro la schiena e uccisi con un colpo alla nuca o al cuore. Questa non è notizia, per certi benpensanti pennivendoli.
Siamo sempre ai doppi standard e due pesi e due misure, ma finalmente un palestinese ucciso a Gaza, Oday, fa notizia anche sui media scorta mediatica di Netanyahu.
L’assassinio di Oday lo abbiamo saputo grazie ai social-media. Un’emittente come Al-Jazeera non ha ancora dato la notizia. È un fatto gravissimo che una forza politico-militare palestinese si comporti in un modo paragonabile al nemico israeliano. Nessuno sconto ai tiranni. Si dovrebbero mobilitare tutte le coscienze palestinesi ed arabe, per rivendicare verità e giustizia e per la fine dell’aggressione israeliana contro il popolo palestinese.
Un grazie all’amico e fratello Gad Lerner per una sua presa di posizione di solidarietà e di invito al confronto: “Noi ebrei che denunciamo la politica criminale di Israele troviamo in Oday un nostro fratello coraggioso, a cui rendere omaggio. Saranno i dissidenti dei due popoli a indicare la via della pace”. clicca
Cisgiordania
A Massafer Yatta, coloni protetti dai soldati hanno attaccato un gruppo di pastori palestinesi nella località di Rohoum, a sud di el-Khalil.
A sud di Nablus, i coloni ebrei israeliani, sempre protetti dai soldati, hanno sradicato con bulldozer gli olivi dei contadini di Beita.
Le operazioni militari dell’esercito sono incessanti con distruzioni e devastazioni e con l’arresto di centinaia di attivisti e militanti. L’azione più violenta di ieri è avvenuta a Qabatia, a sud di Jenin.
Gerusalemme est occupata
L’associazione israeliana Ir Amim ha rivelato che la commissione per la colonizzazione ha approvato ieri 6 progetti di allargamento delle colonie ad est di Gerusalemme occupata. Saranno costruite 2200 unità abitative, sia per allargare insediamenti esistenti sia per crearne dei nuovi. Dall’inizio di gennaio 2025, sono state approvate 11.575 unità abitative nella zona, mentre le case ed interi quartieri e villaggi palestinesi sono a rischio demolizione con relativa deportazione degli abitanti nativi. A Gerusalemme est nel 2024 sono state demolite 337 case di cittadini palestinesi.
(clicca per visualizzare le mappe della colonizzazione ebraica israeliana nelle terre del futuro Stato di Palestina)
Prigionieri
Il ministro della sicurezza interna, Bin Gvir, si è vantato che, dal momento nel quale ha preso le redini del ministero, le condizioni dei detenuti palestinesi sono diventate un inferno: “non ci sono più i negozi interni e i detenuti non hanno più averi o somme di denaro; non ci sono più docce calde; l’ora d’aria è stata ridotta; le razioni sono state ridotte al minimo solo necessarie per la sopravvivenza; nessuna struttura di rappresentanza e cancellata ogni trattativa; niente istruzione e nessun libro entra; nessuna cura medica”. Ha dimenticato di aggiungere che sono state vietate le visite dei familiari e degli avvocati.
CPI
Domani Netanyahu sarà da Orban. Una visita di 5 giorni in sfida al diritto internazionale. Amnesty International ha chiesto il suo arresto perché accusato di crimini di guerra e per l’uso della fame come arma di guerra. “Il premier israeliano è accusato di aver ucciso con predeterminazione i civili e il suo mancato arresto incoraggerà Israele a compiere altri crimini contro i civili”, conclude il comunicato di AI.
Iran
Una dura risposta iraniana alle minacce di Trump. “Non accettiamo una trattativa diretta con gli USA sotto le sanzioni e le minacce di invadere il territorio. Siamo disponibili a proseguire le trattative indirette”, ha detto il ministro Iraqji. Un esponente delle guardie rivoluzionarie è andato oltre: “Se saremo attaccati, colpiremo la base militare USA di Diego Garcia”, nell’oceano indiano.
Il ministero degli esteri di Teheran ha convocato l’ambasciatore svizzero che rappresenta gli interessi Usa in Iran, per una protesta formale. E la delegazione iraniana all’ONU ha presentato una denuncia contro le minacce di Trump di usare la forza.
“La scelta dell’arma nucleare non è esclusa se siamo minacciati” ha detto Larijany, il consigliere della guida spirituale Khaminei.
Libano
L’esercito israeliano è tornato a colpire la capitale libanese Beirut. Un attacco missilistico lanciato dai caccia di Tel Aviv sulla zona sud della città, considerata la roccaforte di Hezbollah. Israele continua a violare la tregua firmata il 27 novembre scorso, con il pretesto di colpire i dirigenti ed i capi militari del partito.
Israele
Netanyahu è stato interrogato per lo scandalo “Qatar-gate”, per il quale sono stati arrestati due dei suoi consiglieri più stretti. L’accusa ai due più stretti collaboratori del premier è di aver ricevuto soldi dal governo di Doha “per migliorare l’immagine del paese del Golfo”. Netanyahu ha accusato la polizia di aver preso in ostaggio i suoi consiglieri, per far pressione su di lui e farlo desistere dalla cacciata del capo dei servizi interni Shabak.
Prima del viaggio in Ungheria, ci sono guai politici per il premier ricercato dalla CPI. Il ministro delle finanze, il fascista Smotrich ha annunciato le sue dimissioni per protesta contro gli incarichi garantiti al rivale Bin Gvir dal momento del suo ritorno al governo.
Appello per il dott. Hussam Abu Safiya
Firmate l’appello per chiedere la liberazione del direttore dell’ospedale Kamal Adwan,preso in ostaggio dall’esercito israeliano il 27 dicembre 2024, poi dopo 10 giorni annunciata la sua detenzione. Contro di lui non ci sono accuse. Il coraggioso medico è reo di non aver abbandonato il posto di lavoro, malgrado l’assassinio di suo figlio primogenito, Ibrahim, e le gravi ferite da lui stesso subite. clicca per aderire. Stiamo traducendo l’appello in italiano, su richiesta di molti lettori.
Solidarietà
Arrivano nuove adesioni alle adozioni a distanza. Persone singole, famiglie, gruppi di amici, il “Coro Resistente del Tigullio” e associazioni formali e informali. Ci sono contributi con l’impegno di versare 50 euro al mese per un anno, ma ci sono anche coloro che hanno scelto il versamento di un contributo di 50 euro una tantum, per garantire un pasto caldo ad una famiglia per un mese.
Il totale delle donazioni ricevute in un mese, dal 3 al 31 marzo 2025, è di 8.050 euro.
È in arrivo la 16° adozione di un/a bambino/a di Gaza. Siamo arrivati a 15 adozioni in meno di tre settimane. Un risultato eccellente. Grazie a voi, cari lettori di Anbamed, adesso siamo in grado di trasferire le somme raccolte al conto corrente dell’associazione delle donne di sinistra di Gaza, Al-Najdah (Soccorso sociale). Ve ne daremo conto documentale, appena le operazioni saranno andate a termine.
Ci arrivano ancora diverse proposte di gruppi di amici che si mettono insieme, per raccogliere i fondi necessari per coprire la spesa di un anno: 600 euro. Altre due adozioni sono in arrivo e 3 in gestazione.
Tutti i giorni arrivano altri messaggi di lettori di Anbamed esprimendo interesse al progetto e richieste di approfondimento. “Ore Felici per i Bambini di Gaza, adozioni a distanza e pasti caldi” è la cosa giusta.
Il sito IdeeInFormazione ha pubblicato in Homepage il nostro appello alle adozioni a distanza per i bambini/e di Gaza. Guarda!
Il direttivo di ACM ha deciso di donare agli affidatari due libri, pubblicati per promuovere l’attività di sostegno ai bambini/e: “Artisti per Gaza” (un catalogo di opere d’arte) e “Al di là di sé. Le opere di Vincenzo Dazzi per i bambini di Gaza” – Mesogea editore (catalogo e raccolta di scritti).
Mandateci gli indirizzi postali. Grazie!
Anbamed e Associazione Culturale Mediterraneo hanno lanciato un appello per il finanziamento di un progetto di adozioni a distanza di bambini e bambine palestinesi. Un’iniziativa realizzata con l’associazione di donne di sinistra, Al-Najdah (Soccorso sociale). clicca
Continuano ad arrivare richieste di informazioni più dettagliate, alle quali oltre al messaggio diretto, risponderemo anche con un articolo specifico pubblico.
Per partecipare al progetto: clicca
Notizie dal mondo
Sono passati tre anni, un mese e 7 giorno dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
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