di Farid Adly
Oday Nasser Al-Rabayi, 22 anni, palestinese di Tall el-Hawa, nel nord di Gaza, è stato assassinato per mano palestinese. Non è la prima volta che miliziani di Hamas compiono un crimine contro la loro gente, che dichiarano di volerla liberare dall’occupazione militare. Schiacciata tra le pressioni militari israeiane e le pressioni politiche, che chiedono il disarmo e l’abandono dei suoi dirigenti e tra le proteste popolari che hanno espresso dissenso dal potere assoluto del movimento islamista sulla Striscia, Hamas si trova in una fase di disorientamento e perde il controllo.

La famiglia Al-Rabayi, di Tall el Hawa, per bocca del figlio Jihad, ha denunciato che Oday Nasser è stato assassinato da un gruppo di miliziani armati, che si è presentato come Brigate Qassam. Un assassinio brutale, avvenuto dopo averlo catturato sotto gli occhi di familiari e altre persone presenti. La missione punitiva criminale sembra motivata dalla partecipazione di Oday alle manifestazioni per la fine della guerra e contro Hamas, che hanno mobilitato centinaia di palestinesi nel nord della Striscia. Il corpo del ragazzo di 22 anni, ucciso e con segni di torture, è stato depositato di notte davanti alla casa di famiglia. La famiglia non ha avuto paura ed ha denunciato il caso e si è appellata agli uomini onesti di Hamas di individuare gli assassini e punirli.
Finalmente su certa stampa scorta mediatica di Netanyahu, la morte di un palestinese è diventata notizia, pubblicata e commentata. In media, negli ultimi 18 mesi, sono stati uccisi 92 palestinesi al giorno, ma non facevano notizia.
Anche in questi giorni c’è stato l’assassinio a sangue freddo per mano israeliana di 15 soccorritori della Mezzaluna rossa e operatori della protezione civile, ritrovati dopo due settimane dalla loro scomparsa, in seguito ad un bombardamento contro i loro veicoli da parte un carro armato. Israele ha ammesso di averli colpiti per errore, ma poi i loro corpi sono stati ritrovati in una fossa comune profonda, con le mani legate dietro la schiena e uccisi con un colpo alla nuca o al cuore. Questa non è notizia, per certi benpensanti pennivendoli.
Siamo sempre ai doppi standard e due pesi e due misure, ma finalmente un palestinese ucciso a Gaza, Oday, fa notizia anche sui media scorta mediatica di Netanyahu.
L’assassinio di Oday lo abbiamo saputo grazie ai social-media. Un’emittente come Al-Jazeera non ha ancora dato la notizia. È un fatto gravissimo che una forza politico-militare palestinese si comporti in un modo paragonabile al nemico israeliano. Nessuno sconto ai tiranni. Si dovrebbero mobilitare tutte le coscienze palestinesi ed arabe, per rivendicare verità e giustizia e per la fine dell’aggressione israeliana contro il popolo palestinese.
Un grazie all’amico e fratello Gad Lerner per una sua presa di posizione di solidarietà e di invito al confronto: “Noi ebrei che denunciamo la politica criminale di Israele troviamo in Oday un nostro fratello coraggioso, a cui rendere omaggio. Saranno i dissidenti dei due popoli a indicare la via della pace”. clicca