Per ascoltare l’audio di oggi, 06 aprile 2025:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno VI/095 (1697)

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A marzo c’è stato un ritorno alla normalità delle donazioni. Infatti, i contributi volontari dei nostri lettori e ascoltatori sono stati 12. Il valore complessivo del mese scorso è stato di 736 (+ 181,00 € rispetto al precedente mese di febbraio).

Grazie a chi ha contribuito e chiediamo a tutti e tutte di seguire il loro esempio, nel sostegno economico dell’impresa giornalistica senza padroni e senza pubblicità. La libertà non ha prezzo!

Le indicazioni per farlo agevolmente sono presenti nel sito e nella newsletter.

Le notizie

Genocidio a Gaza

I generali israeliani sono criminali e bugiardi. La versione israeliana sull’esecuzione extragiudiziaria, a Rafah del 23 marzo, è falsa. Lo rivela il New York Times pubblicando un video trovato nel cellulare di uno dei soccorritori della Mezzaluna Rossa palestinese, ripreso prima del suo assassinio con un colpo alla nuca. (clicca per vedere il video). La nuova prova smentisce la versione bugiarda dei generali israeliani sui movimenti sospetti delle ambulanze che giravano con le luci spente. Nel video si vedono chiaramente le ambulanze mentre percorrevano una strada a luci e sirene spiegate per andare a soccorrere le vittime di un attacco israeliano precedente. Vegono così confermate le testimonianze fornite da un soccorritore sopravvissuto alla strage compiuta dall’esercito israeliano e fornite dall’ONU sui contatti con l’esercito per coordinare l’intervento dei soccorritori e della protezione civile palestinesi.

Negli ospedali sono arrivati ieri 60 corpi di persone uccise e altre 162 persone ferite.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Se questo è un uomo.

Situazione umanitaria a Gaza

L’Onu ha denunciato la politica degli sfollamenti continui della popolazione gazzawi: “1,9 milioni di palestinesi sono stati costretti a spostarsi più volte durante la guerra. Nella sola settimana dal 18 al 23 marzo, 142 mila persono, in prevalenza donne, anziani e bambini sono stati costretti a lasciare Rafah”, testimonia l’Unrwa.

Più di un mese di blocco totale di Gaza ha portato ad una grave crisi idrica. Manca l’acqua potabile e la popolazione è costretta per dissetarsi a bere acqua inquinata e cucinare con quella torbida filtrata con un panno di tessuto. L’esercito israeliano in un’azione deliberata ha bombardato la centrale di depurazione dell’acqua a Hay Tuffah, nel centro della Striscia.

La popolazione è ridotta alla fame. Da una settimana sono stati chiusi tutti i panifici, per mancanza di farina e carburanti. Le scorte dice il PAM stanno esaurendo. La fame come arma di guerra è un crimine.

Cisgiordania

Inasprimento dell’attacco militare contro Tulkarem e irruzioni di truppe a Nablus e Ramallah, dove molti ragazzi delle pietre sono stati feriti con colpi di arma da fuoco. La guerra israeliana contro la popolazione civile palestinese della Cisgiordania mira alla sottomissione della gente ed alla cancellazione dell’Anp. Tutte le città e villaggi palestinesi sono stati sistematicamente devastati con distruzione delle strade con i bulldozer, cancellando le infrastrutture urbane.  

A Jenin è stato assassinato un altro giovane e i rastrellamenti in tutta la Cisgiordania hanno portato all’arresto di 47 militanti e attivisti.

I coloni con il supporto dell’esercito hanno attaccato ieri a terreni agricoli a Dhahiria, a sud di el-Khalil (Hebron), e accampamenti di pastori nella valle del Giordano. È deportazione forzata e pulizia etnica.

Gerusalemme

Una moscheastoricatrasformata in un santuario ebraico. La moschea Akasha risale a più di 14 secoli ed è stata costruita all’inizio della conquista islamica di Gerusalemme poi è stata ristrutturata ed ampliata nel periodo ottomano. Le forze di occupazione hanno distrutto delle tombe di imam musulmani seguaci del profeta Mohammed e avviato scavi archeologici che hanno messo in pericolo la stabilità di una cupola. Un gruppo di coloni ha preso possesso della struttura e posto una targa improvvisando la scoperta della tomba di Rachele, senza nessun riferimento storico concreto.

ONU

Non ditelo a Fassino. La Relatrice Spaciale dell’ONU per il M.O., Francesca Albanese, ha visto rinnovato l’incarico per altri tre anni, fino al 2028. La sua prima dichiarazione è stata rivolta alla popolazione di Gaza. “A Gaza è genocidio. L’esercito israeliano compie attacchi mortali contro la popolazione civile e nasconde i suoi crimini sotto palesi bugie e falsità, mentre le diplomazie compiacenti tacciono”.

Il rinnovo dell’incarico ha suscitato la rabbia dai complici del genocidio. Una testata scudo mediatico dei crimini di guerra ha intitolato: “Rinnovato l’incarico alla relatrice accusata di antisemitismo”. Vergogna!

Libano

Gli Stati uniti premono sul governo di Beirut invece di costringere Israele a ritirarsi dal sud Libano e di smettere le provocazioni militari sulla capitale. La vice inviata in M.O., Ortagus ha incontrato il presidente Aoun. I comunicati ufficiali parlano di incontro costruttivo, ma le dichiarazioni rilasciate dalla delegazione statunitense, non sono per nulla rassicurante. Invece di rassicurare sul ritiro dell’esercito esercito israeliano, si sono concentrate sul disarmo di Hezbollah. Unaa mina vagante per innescare la guerra civile in Libano e prolungare l’occupazione militare israeliana nel Libano meridionale.

Iran

Le pressioni di Netanyahu per coinvolgere gli Stati uniti in un’aggressione all’Iran preoccupano Teheran. Il ricercato per crimini di guerra vuole salvare la propria poltrona, allargando il conflitto e l’instabilità regionale. I dirigenti politici e militari iraniani adesso hanno cambiato registro. Le loro recenti dichiarazioni sono improntate alla prudenza. Il presidente Pezeshkian ha dichiarato che “l’Iran è disponibile alla trattativa da posizionii di parità e non sotto la minaccia”. Il generale Salamy ha affermato che “l’Iran non ha mai iniziato una guerra, ma siamo pronti a rispondere”. Il presidente Trump aveva minacciato di bombardare l’Iran, imporre dazi e sanzioni ulteriori, se non si siede al tavolo delle trattative per il programma nucleare iraniano.

Solidarietà accademica

Rami è un dottorando palestinese di Gaza all’Università di Parma. Ieri è arrivata in Italia la sua famiglia: moglie e 4 figli. È stato coronato di successo il lavoro certosino e instancabile dell’ateneo dall’inizio dell’invasione israeliana sulla popolazione della Striscia. La prof. Nadia Monacelli, direttrice del Centro Univ. per la Coop. Int. e il prof. Andrea Prati, Prorettore ai Sistemi Informativi, Innovativi e PNRR hanno seguito il caso con il consolato italiano a Gerusalemme, per ottenere il ricongiungimento familiare. “Dal Consolato abbiamo ricevuto un’assistenza esemplare, con indicazioni precise per i documenti richiesti”, ha detto la prof. Monacelli. Alcuni mesi fa si era aperto un primo spiraglio, ma l’inasprimento dei bombardamenti israeliani su Gaza città ha impedito il viaggio della famiglia fino a Rafah. La scorsa settimana è stato poi possibile il trasferimento in Giordania e da lì in aereo fino a Roma, per abbracciare Rami.  

Appello per il dott. Hussam Abu Safiya 

Firmate l’appello per chiedere la liberazione del direttore dell’ospedale Kamal Adwan,preso in ostaggio dall’esercito israeliano il 27 dicembre 2024, poi dopo 10 giorni annunciata la sua detenzione. Contro di lui non ci sono accuse. Il coraggioso medico è reo di non aver abbandonato il posto di lavoro, malgrado l’assassinio di suo figlio primogenito, Ibrahim, e le gravi ferite da lui stesso subite. clicca  per aderire. Stiamo traducendo l’appello in italiano, su richiesta di molti lettori.

Solidarietà/Al-Najdah

Siamo a 21 adozioni a distanza in un mese esatto dall’inizio della campagna. Molte anche le quote una tantum per i pasti caldi alle famiglie con bambini/e orfani/e. Un risultato eccellente. Grazie a voi, cari lettori di Anbamed, adesso siamo in grado di trasferire le somme raccolte al conto corrente dell’associazione delle donne di sinistra di Gaza, Al-Najdah (Soccorso sociale). Il totale delle donazioni ricevute in un mese, dal 3 al 31 marzo 2025, è di 8.050 euro.

Vi daremo conto documentale del trasferimento bancario, appena le operazioni saranno andate a termine.

Ci sono arrivati in banca dei contributi per adozioni, ma non abbiamo ricevuto comunicazioni dagli affidatari, che non riusciamo a contattare. Preghiamo i donatori di scriverci per avvisarci e fornirci i loro contatti email e telefonici, per semplificare le comunicazioni.

Ci arrivano ancora diverse proposte di gruppi di amici che si mettono insieme, per raccogliere i fondi necessari per coprire la spesa di un anno: 600 euro.

Tutti i giorni arrivano altri messaggi di lettori di Anbamed esprimendo interesse al progetto e richieste di approfondimento. “Ore Felici per i Bambini di Gaza, adozioni a distanza e pasti caldi” è la cosa giusta. 

Il sito IdeeInFormazione ha pubblicato in Homepage il nostro appello alle adozioni a distanza per i bambini/e di Gaza. Guarda!

Il direttivo di ACM ha deciso di donare agli affidatari due libri, pubblicati per promuovere l’attività di sostegno ai bambini/e: “Artisti per Gaza” (un catalogo di opere d’arte) e “Al di là di sé. Le opere di Vincenzo Dazzi per i bambini di Gaza” – Mesogea editore (catalogo e raccolta di scritti).

Mandateci gli indirizzi postali. Grazie!

Anbamed e Associazione Culturale Mediterraneo hanno lanciato un appello per il finanziamento di un progetto di adozioni a distanza di bambini e bambine palestinesi. Un’iniziativa realizzata con l’associazione di donne di sinistra, Al-Najdah (Soccorso sociale). clicca

Continuano ad arrivare richieste di informazioni più dettagliate, alle quali oltre al messaggio diretto, risponderemo anche con un articolo specifico pubblico.

Per partecipare al progetto: clicca

Notizie dal mondo   

Sono passati tre anni, un mese e 12 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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