Per ascoltare l’audio di oggi, 08 aprile 2025:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno VI/097 (1699)

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A marzo c’è stato un ritorno alla normalità delle donazioni. Infatti, i contributi volontari dei nostri lettori e ascoltatori sono stati 12. Il valore complessivo del mese scorso è stato di 736 (+ 181,00 € rispetto al precedente mese di febbraio).

Grazie a chi ha contribuito e chiediamo a tutti e tutte di seguire il loro esempio, nel sostegno economico dell’impresa giornalistica senza padroni e senza pubblicità. La libertà non ha prezzo!

Le indicazioni per farlo agevolmente sono presenti nel sito e nella newsletter.

Le notizie

Genocidio a Gaza

Bombardamenti incessanti con caccia e con l’artiglieria su Rafah, Khan Younis e Gaza città. La zona costiera è stata bersagliata dalla marina. Dall’alba di oggi sono 60 le vittime secondo resoconti giornalistici.

Il ministero della sanità ha diramato il bollettino relativo alle vittima di ieri: 57 uccisi e 137 feriti.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Se questo è un uomo.

Situazione umanitaria a Gaza

400 mila nuovi sfollati nella Striscia di Gaza dal 18 marzo, data di ripresa dell’aggressione israeliana contro la popolazione civile. Oltre allo sfollamento e la perdita di alloggi e ripari, la popolazione è a rischio fame e sete.  Dal 2 marzo, nella Striscia non è entrato un solo camion di aiuti. Il ministro delle finanze Smotrich ha dichiarato che “non entrerà a Gaza neanche un chicco di grano”.

Giornalisti nel mirino

La tenda dei giornalisti all’ospedale Nasr di Khan Younis è stata bombardata con bombe incendiarie. La verità alle fiamme. Israele non vuole che il mondo sappia del genocidio in corso contro il popolo palestinese. La verità sulla nuova shoah deve rimanere sepolta sotto le ceneri delle tende degli sfollati. Sono stati assassinati il giornalista Helmy Al-Faq’awi e il giovane assistente Youssef Al-Khazindar. Sono rimasti feriti 9. Ecco i loro nomi, per non passare dimenticati: Hassan Isleih, Ahmed Agha, Mohamed Fayek, Abdullah Al-Attar, Ihab Al-Bardini, Mahmoud Awad, Majed Qadih, Ali Isleih, Ahmed Mansour.

Sono circolate su diversi account social dei video di immagini terribili: il giornalista Ahmed Mansour nella sua tenda avvolto dalle fiamme. Mamsour è rimasto per 24 ore in un letto di ospedale con bruciature su tutto il corpo e i medici avevano dichiarato “prognosi riservata”. Ha lotttato tra la morte e la vita e nella notte è spirato. Lo aspettava no, nella loro tenda da sfollati, moglie e tre figli.

È il nuovo antisemitismo che Israele sta praticando sul campo contro i palestinesi. E il mondo falsamente libero sta in silenzio nel massimo disprezzo della vita dei palestinesi. Non avevano un fucile in mano, ma una video camera per raccontare al mondo la verità sui crimini di Israele.

Solidarietà internazionale

Si sono svolte ieri, lunedì, manifestazioni e scioperi nella giornata mondiale per il sostegno alla Palestina e per la fine del genocidio a Gaza e la deportazione in Cisgiordania. Sciopero che è stato seguito in molti paesi arabi e islamici, come la Giordania, il Bangladesh, Marocco, Tunisia. La campagna internazionale per lo sciopero è stata intitolata: “il mondo si ferma per Gaza” (The World Stops for Gaza). La campagna ha avuto diffusione sui social (clicca), ma è stata boicottata dai media. In Italia, in molte città si sono tenute manifestazioni, sit-in e azioni di boicottaggio dei prodotti israeliani davanti ai supermercati. Tra le città interessate ci sono Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Palermo.

Egitto

Al valico di Rafah, migliaia di cittadini egiziani hanno manifestato contro l’assedio e il blocco israeliano su Gaza. “Viva, viva Palestina! Arriveranno milioni a liberarti!”. Hanno sfondato il cancello del valico e sono entrati in territorio palestinese. È chiaramente una manifestazione benvoluta dalle forze di sicurezza egiziane e non del tutto spontanea, ma è sicuramente un segnale di insofferenza nella popolazione egiziana per il comportamento criminale del governo e dell’esercito israeliani.

Francia/Egitto/Giordania

La visita di Stato del presidente francese Macron in Egitto è stata l’occasione per un vertice trilaterale con re Abdallah II di Giordania. Appello per un cessate il fuoco e rifiuto della deportazione del popolo palestinese dalla sua terra. Una testimonianza che non solleva il pericolo incombente, ma almeno esprime un flebile dissenso contro le politiche di Trump e Netanyahu.

Israele/USA

La visita di Netanyahu alla Casa Bianca è stata interrotta velocemente e senza comunicati congiunti. Secondo diversi editoriali della stampa israeliana la vicenda è sospetta e non ci sono stati sviluppi positivi né sull’accordo per la fine della guerra a Gaza né sui dazi del 17% imposti da Trump alle importazioni da Israele. Sembra che ci siano stati momenti di tensione anche sui rapporti di Israele con la Turchia. Trump avrebbe detto a Netanyahi: “Erdogan è un mio caro amico. Se hai problemi con Erdogan, devi risolverli e devi comportati razionalmente!”. 

Unione Africana

L’ambasciatore israeliano in Etiopia è stato espulso da una riunione dell’Unione Africana, che si stava tenendo ad Addis Abeba. La riunione era dedicata alla commemorazione dell’anniversario del genocidio in Ruanda (avvenuto dal 6 aprile alla metà di luglio del 1994). Moltissime delegazioni africane sono uscite dalla sala, “perché non vogliamo rimanere sotto lo stesso tetto con chi ha le mani sporche di sangue”, ha detto il delegato del Sudafrica. La riunione ha continuato soltanto dopo che l’ambasciatore israeliano era stato accompagnato fuori dalla sala da parte degli addetti alla sicurezza. La segreteria dell’UA ha aperto un’inchiesta per svelare chi ha fornito fraudolentemente ad Israele un invito.

Iran

Si tiene oggi a Mosca una riunione tra Russia, Cina ed Iran sul nucleare iraniano. La riunione che ha il carattere tecnico mira a trovare una soluzione alle tensioni nella regione dopo le minacce ricolte da Trump nei confronti di Teheran. La Russia ha dichiarato di essere disponibile ad una mediazione. Lo scorso 12 marzo Trump aveva annunciato l’invio di una lettera alla guida spirituale iraniana Khaminei per una trattativa diretta, “pena, in caso di rifiuto, di scatenare l’inferno”. La lettera è stata consegnata dal consulente del sultano degli emirati e la risposta iraniana spedita tramite il ministero degli esteri dell’Oman. L’Iran respinge le trattative dirette e la disponibilità soltanto a trattative indirette. E soprattutto non sotto minacce. “Se saremo attaccati, risponderemo.

Algeria

È crisi diplomatica tra Algeria e altri tre paesi africani del Sahel: Mali, Niger e Burkina Faso. I tre paesi hanno richiamato gli ambasciatori da Algeri per protesta contro l’abbattimento, da parte dell’esercito algerino, di un drone penetrato nello spazio aereo algerino al confine con il Mali. Secondo i tre governi, “l’azione algerina è una sfida agli sforzi per colpire i jihadisti”. Secondo l’esercito di Algeri, il drone di spionaggio armato era entrato nello spazio aereo algerino per due km senza coordinamento con l’Algeria. Lo sviluppo diplomatico è grave ed è stato corrisposto con un’azione uguale: il ministero degli esteri algerino ha richiamato i suoi ambasciatori. Non solo, ma il governo ha chiuso lo spazio aereo algerino a tutti i voli civili, da e per il Mali.

Sudan

106 civili sudanesi sono stati uccisi in un attacco delle milizie di Pronto Intervento contro il villaggio di Ied el-Hadd, a sud di Omdurman. Secondo testimoni oculari, una truppa su 20 veicoli a 4 ruote motrici, con issate mitragliatrici pesanti, è entrata nel villaggio e ha cominciato a sparare contro chiunque fosse per strada. Soltanto l’intervento dell’esercito, che ha compiuto un attacco con i droni, ha costretto gli aggressori a ritirarsi.

Appello per il dott. Hussam Abu Safiya 

Firmate l’appello per chiedere la liberazione del direttore dell’ospedale Kamal Adwan,preso in ostaggio dall’esercito israeliano il 27 dicembre 2024, poi dopo 10 giorni annunciata la sua detenzione. Contro di lui non ci sono accuse. Il coraggioso medico è reo di non aver abbandonato il posto di lavoro, malgrado l’assassinio di suo figlio primogenito, Ibrahim, e le gravi ferite da lui stesso subite. clicca  per aderire. Stiamo traducendo l’appello in italiano, su richiesta di molti lettori.

Solidarietà/Al-Najdah

Un appello della direttrice del Najdah, da Gaza: “Vi chiediamo di fare rumore, per smuovere le coscienze dei potenti della terra, per far pressioni sul governo occupante. Sapere che ci siete è un supporto enorme per i nostri bimbi. I disegni che ci avete mandato sono stati un motivo di gioia. Dal punto di vista psicologico è importantissimo. Grazie per tutto quel che state facendo”.

Siamo a 21 adozioni a distanza in un mese esatto dall’inizio della campagna. Molte anche le quote una tantum per i pasti caldi alle famiglie con bambini/e orfani/e. Un risultato eccellente. Grazie a voi, cari lettori di Anbamed, adesso siamo in grado di trasferire le somme raccolte al conto corrente dell’associazione delle donne di sinistra di Gaza, Al-Najdah (Soccorso sociale). Il totale delle donazioni ricevute in un mese, dal 3 al 31 marzo 2025, è di 8.050 euro.

Vi daremo conto documentale del trasferimento bancario, appena le operazioni saranno andate a termine.

Ci sono arrivati in banca dei contributi per adozioni, ma non abbiamo ricevuto comunicazioni dagli affidatari, che non riusciamo a contattare. Preghiamo i donatori di scriverci per avvisarci e fornirci i loro contatti email e telefonici, per semplificare le comunicazioni.

Ci arrivano ancora diverse proposte di gruppi di amici che si mettono insieme, per raccogliere i fondi necessari per coprire la spesa di un anno: 600 euro.

Tutti i giorni arrivano altri messaggi di lettori di Anbamed esprimendo interesse al progetto e richieste di approfondimento. “Ore Felici per i Bambini di Gaza, adozioni a distanza e pasti caldi” è la cosa giusta. 

Il sito IdeeInFormazione ha pubblicato in Homepage il nostro appello alle adozioni a distanza per i bambini/e di Gaza. Guarda!

Il direttivo di ACM ha deciso di donare agli affidatari due libri, pubblicati per promuovere l’attività di sostegno ai bambini/e: “Artisti per Gaza” (un catalogo di opere d’arte) e “Al di là di sé. Le opere di Vincenzo Dazzi per i bambini di Gaza” – Mesogea editore (catalogo e raccolta di scritti).

Mandateci gli indirizzi postali. Grazie!

Anbamed e Associazione Culturale Mediterraneo hanno lanciato un appello per il finanziamento di un progetto di adozioni a distanza di bambini e bambine palestinesi. Un’iniziativa realizzata con l’associazione di donne di sinistra, Al-Najdah (Soccorso sociale). clicca

Continuano ad arrivare richieste di informazioni più dettagliate, alle quali oltre al messaggio diretto, risponderemo anche con un articolo specifico pubblico.

Per partecipare al progetto: clicca

Notizie dal mondo   

Sono passati tre anni, un mese e 14 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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