Per ascoltare l’audio di oggi, 11 aprile 2025:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno VI/100 (1702)
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Le notizie
Genocidio a Gaza
Bombardamenti su bombardamenti. All’alba di oggi i caccia di Tel Aviv hanno sganciato le loro bombe su un palazzo di Khan Younis e su una casa di Rafah causando 10 uccisi e 27 feriti. Sono state usate bombe incendiarie al fosforo bianco. Molti dei feriti sono in gravi condizioni.
Ieri sera, nel centro e nord di Gaza sono stati uccisi 30 civili palestinesi in bombardamenti aerei e con l’artiglieria.
Il rapporto del ministero della sanità a mezzogiorno di ieri elencava 40 uccisi e 146 feriti nelle 24 ore precedenti. È l’inferno promesso da Netanyahu e Trump, che si scatena contro la popolazione civile, per ottenere concessioni sul tavolo delle trattative.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Se questo è un uomo.
Situazione umanitaria a Gaza
I depositi dei medicinali essenziali negli ospedali di Gaza si stanno esaurendo. La situazione è drammatica a causa della chiusura dei valichi e il blocco totale imposto dall’esercito israeliano. 80 mila malati di diabete e 110 mila di ipertesi non hanno le medicine essenziali. Il 54% dei malati di cancro e leucemia non hanno cure. Il ministero della sanità ha lanciato appello alle organizzazioni internazionali per fare il massimo di pressioni per far ammettere il passaggio delle medicine e del materiale sanitario.
Più di sessantamila bambini a Gaza soffrono di malnutrizione, mentre le cucine da campo stanno esaurendo carburante e rifornimenti. L’allarme è lanciato dall’Ufficio Onu per gli affari umanitari. Gli operatori delle agenzie delle Nazioni Unite e i loro partner segnalano la mancanza di acqua pulita e l’esaurimento delle scorte nei centri che ospitano gli sfollati. Solo questa settimana sono stati trovati più di una dozzina di bambini non accompagnati. I genitori sono morti nei bombardamenti e non c’erano altri parenti adulti ad accudirli. Sono stati presi in custodia da associazioni di volontariato palestinesi e da altra gente.
Prigionieri/Cisgiordania
Comunicato Amnesty International: “Ahmad Manasra è finalmente libero dopo nove anni e mezzo di carcere. Una buona notizia, che non può cancellare anni di ingiustizia, violenza, traumi e maltrattamenti. La sua storia è infatti un caso esemplare delle sistematiche violazioni dei diritti umani subite dalle persone minorenni palestinesi all’interno del sistema carcerario militare israeliano.
Arrestato nel 2015, quando aveva soli 13 anni, e interrogato senza un legale e familiari, nel 2016 è stato condannato a 12 anni di carcere per tentato omicidio, nonostante prove che non vi avesse preso parte. La pena era stata poi ridotta a nove anni e mezzo. Nei due anni in isolamento, dal 2021 al 2023, la sua salute mentale si è deteriorata e gli sono state diagnosticate schizofrenia e depressione. Nonostante tutto questo, la richiesta di scarcerazione anticipata per motivi di salute era stata respinta nel 2022 dalle autorità israeliane, applicando la Legge antiterrorismo.
Tutte le persone palestinesi arrestate arbitrariamente devono essere rimesse in libertà”.
Prigionieri/Gaza
L’esercito israeliano ha rilasciato ieri 10 ostaggi palestinesi rapiti nella parte settentrionale della Striscia di Gaza lo scorso novembre. I 10 hanno raccontato di essere stati in custodia nel campo di concentramento di Sde Teiman, nel deserto del Negev, e di avere subito costanti torture e abusi. Sono stati portati al loro rilascio in autobus in un ospedale nella città di Deir al-Balah, nel centro di Gaza, dove sono stati accolti dai familiari.
Uno degli uomini liberati, Fayez Ayoub, appariva emaciato e camminava con difficoltà, sostenuto da un altro uomo: “Sono passati 156 giorni di agonia. Siamo stati torturati e abbiamo sofferto molto”. Ha raccontato che i palestinesi presi in ostaggio dall’esercito israeliano subiscono abusi ogni giorno e dormono poco. Sua figlia ha ricordato che era stato catturato dalle truppe israeliane subito dopo essere stato rilasciato dall’ospedale Kamal Adwan, nel nord di Gaza, dopo aver subito fratture al bacino e alla colonna vertebrale a causa di un attacco aereo. Un altro dei rilasciati, Hani Abu Sharif, ha raccontato che venivano spesso picchiati, spogliati fino alle mutande e costretti a stare in piedi a piedi nudi sulle pietre, facendogli sanguinare i piedi. “Non ci permettevano di lavarci”, ha riferito.
Trattative
Fonti Usa insistono su una trattativa seria in corso per lo scambio prigionieri. Lo rivelano anche familiari di ostaggi israeliani che sarebbero stati contattati da funzionari USA per rassicurarli su un accordo complessivo. Il New York Times parla di “Tre incontri in Qatar fra Stati Uniti e Hamas”. lo stesso Trump ha parlato dell’imminente accordo.
Una delegazione di Hamas era arrivata al Cairo due giorni fa e dopo gli incontri con i funzionari egiziani aveva confermato che ci sarebbero stati progressi verso un accordo, ma condizionati da parte palestinese all’apertura dei valichi per l’ingresso di medicine e la fine della guerra della fame.
L’ostacolo all’accordo è la stabilità del governo Netanyahu appesa al ricatto di Smotrich e Ben Gvir. Il ministro della sicurezza interna ha dichiarato che “l’unica soluzione per riportare gli ostaggi a casa è di bombardare i depositi di cibo a Gaza”.
Cisgiordania
L’offensiva militare israeliana in Cisgiordania ha portato in carcere 800 palestinesi nel mese di marzo. Per soffocare ogni opposizione all’occupazione, Israele ricorre alle distruzioni, alla deportazione ed agli arresti. Le case rase al suolo hanno superato, nello stesso mese di marzo, le 2561 abitazioni.
Alle azioni dei militari, si aggiungono i furto di terre dei nativi palestinesi per mano dei coloni ebrei israeliani, sempre con il supporto militare dell’esercito e del governo.
Il rapporto, preparato da Kerem Navot in collaborazione con Peace Now e intitolato “Il malvagio samaritano”, evidenzia lo stretto rapporto tra il governo israeliano e queste milizie di coloni, che praticano violenza e deportazioni forzate contro i palestinesi e si appropriano delle loro terre con il pretesto del “pascolo” e con la protezione ufficiale dell’esercito di occupazione. Il piano del governo Netanyahu è l’annessione della maggior parte della Cisgiordania.
Iran/Usa
Domani a Moscate, capitale dell’Oman, si apriranno le trattative indirette tra Iran e USA. Mentre Trump e i suoi funzionari sparano frasi sconnesse con la realtà, l’atteggiamento iraniano è improntato a mostrare moderazione all’esterno e fermezza all’interno. “Siamo disponibili ad un accordo onorevole, ma se attaccati risponderemo”, ha detto il capo delle guardie rivoluzionarie. Il segretario di Sato Usa ha detto che non ci saranno trattative, ma saranno consegnate agli iraniani le condizioni per non bombardare Teheran. Terrorismo diplomatico. La stampa dei paesi arabi del golfo, i fratelli coltelli di fede islamica, avanza scenari di resa di Teheran come avvenuto, nel 2003, per il programma nucleare libico, dopo la cattura di Saddam Hossein.
Sudan/CIG
La Corte internazionale di giustizia (Cig) ha avviato ieri l’esame della denuncia del Sudan contro gli Emirati Arabi Uniti per “complicità nel genocidio” nel Darfur. In una petizione depositata lo scorso 4 marzo, Khartum ha accusato Abu Dhabi di fornire un “considerevole sostegno finanziario, politico e militare “alle Forze di Pronto Intervento (Supporto Rapido – Rsf) del generale Hamidati.
Secondo le Nazioni Unite, nel 2023 le Rsf del generale Dagalo hanno ucciso a El Geneina tra le 10 mila e 15 mila persone, principalmente appartenenti alla comunità masalit. Secondo Khartum, i crimini commessi dalle Rsf nel Darfur non sarebbero stati possibili senza il “supporto diretto” degli Emirati Arabi Uniti. Nel 2024 gli esperti delle Nazioni Unite hanno inoltre ritenuto “credibili” le accuse secondo cui gli emiratini avrebbero trasportato armi ai paramilitari sudanesi attraverso l’aeroporto di Amdjarass, in Ciad.
Tunisia
Grandi manifestazioni ieri a Tunisi contro la repressione del regime e per la libertà dei detenuti politici. In contemporanea, una ventina di detenuti politici sono entrati in sciopero della fame per chiedere la liberazione. Erano stati arrestati con dubbie prove per “complotto contro la sicurezza dello Stato”. Oggi, si apre a Tunisi il processo per la farsa del presidente Siaed, che aveva fatto incarcerare, nel febbraio 2024, tutti i politici che potevano sfidarlo nelle elezioni dello scorso autunno. Politici e giornalisti sono stati arrestati per un’intervista in un bar. “complotto all’aria aperta”, ha scherzato un attore satirico durante una performance in piazza che scimmiottava una seduta di tribunale. Una rappresentazione subito repressa dalla polizia.
Libia
le milizie di Misurata hanno fatto una marcia armata su Tripoli, ma la gente non è contenta del ricorso alle armi. A Misurata si sono tenute ieri manifestazioni di protesta molto partecipate contro la guerra: “Non vogliamo il ricorso alle armi” è l’unico slogan che è stato ripetutamente scandito come un mantra. I cartelloni innalzati sono contro i due governi, contro i due parlamenti e per elezioni.
La situazione economica nel paese è fortemente deteriorata. La banca centrale ha svalutato il dinaro; aumenta la corruzione allo scoperto; -aumento dei prezzi insopportabile per la popolazione; aumento del contrabbando di petrolio verso Tunisia e Malta ad opera delle stesse milizie ingaggiate per combattere il fenomeno; per tentare di deviare la rabbia della gente verso altre direzioni, il governo Dbaiba ha incentivato la repressione contro le ong.
Appello per il dott. Hussam Abu Safiya
Firmate l’appello per chiedere la liberazione del direttore dell’ospedale Kamal Adwan,preso in ostaggio dall’esercito israeliano il 27 dicembre 2024, poi dopo 10 giorni annunciata la sua detenzione. Contro di lui non ci sono accuse. Il coraggioso medico è reo di non aver abbandonato il posto di lavoro, malgrado l’assassinio di suo figlio primogenito, Ibrahim, e le gravi ferite da lui stesso subite. clicca per aderire. Stiamo traducendo l’appello in italiano, su richiesta di molti lettori.
Solidarietà/Al-Najdah
In arrivo la 22sima adozione. Molte anche le quote una tantum per i pasti caldi alle famiglie con bambini/e orfani/e. Un risultato eccellente. Grazie a voi, cari lettori di Anbamed, adesso siamo in grado di trasferire le somme raccolte al conto corrente dell’associazione delle donne di sinistra di Gaza, Al-Najdah (Soccorso sociale). Il totale delle donazioni ricevute in un mese, dal 3 al 31 marzo 2025, è di 8.050 euro.
Vi daremo conto documentale del trasferimento bancario, appena le operazioni saranno andate a termine.
Ci sono arrivati in banca dei contributi per adozioni, ma non abbiamo ricevuto comunicazioni dagli affidatari, che non riusciamo a contattare. Preghiamo i donatori di scriverci per avvisarci e fornirci i loro contatti email e telefonici, per semplificare le comunicazioni.
Ci arrivano ancora diverse proposte di gruppi di amici che si mettono insieme, per raccogliere i fondi necessari per coprire la spesa di un anno: 600 euro.
Tutti i giorni arrivano altri messaggi di lettori di Anbamed esprimendo interesse al progetto e richieste di approfondimento. “Ore Felici per i Bambini di Gaza, adozioni a distanza e pasti caldi” è la cosa giusta.
Il sito IdeeInFormazione ha pubblicato in Homepage il nostro appello alle adozioni a distanza per i bambini/e di Gaza. Guarda!
Il direttivo di ACM ha deciso di donare agli affidatari due libri, pubblicati per promuovere l’attività di sostegno ai bambini/e: “Artisti per Gaza” (un catalogo di opere d’arte) e “Al di là di sé. Le opere di Vincenzo Dazzi per i bambini di Gaza” – Mesogea editore (catalogo e raccolta di scritti).
Mandateci gli indirizzi postali. Grazie!
Anbamed e Associazione Culturale Mediterraneo hanno lanciato un appello per il finanziamento di un progetto di adozioni a distanza di bambini e bambine palestinesi. Un’iniziativa realizzata con l’associazione di donne di sinistra, Al-Najdah (Soccorso sociale). clicca
Continuano ad arrivare richieste di informazioni più dettagliate, alle quali oltre al messaggio diretto, risponderemo anche con un articolo specifico pubblico.
Per partecipare al progetto: clicca
Notizie dal mondo
Sono passati tre anni, un mese e 17 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
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Dal 2 febbraio 2023, infatti, l’associazione “Anbamed, aps per la Multiculturalità” è registrata nel RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) nell’elenco delle associazioni di promozione sociale. Questo significa che tutte le donazioni versate sui conti correnti di Anbamed saranno deducibili dalle tasse dei donatori nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo) e si potrà destinare il 5 per mille (sempre nella dichiarazione dei redditi).
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