Per ascoltare l’audio di oggi, 12 aprile 2025:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno VI/101 (1703)
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Le notizie
Genocidio a Gaza
5 stragi nella serata di ieri e all’alba di oggi, in diverse località della Striscia. La più grave è aggressione militare contro i civili palestinesi è avvenuta a Gaza città con l’uccisione di 18 bambini e donne. Gli altri bombardamenti aerei hanno riguardato Jebalia, Mawassi, Shejaie e Khan Younis. In quest’ultima città sono stati uccisi 15 persone, tutte della stessa famiglia.
Prima di queste stragi, il rapporto del ministero della sanità informava dell’arrivo negli ospedali di 26 persone uccise e altre 106 con ferite anche gravi.
L’Alto Commissariato dell’ONU per i diritti umani ha compiuto un’indagine sui crimini dell’esercito israeliano ha riferito che “Tra il 18 marzo e il 9 aprile 2025, si sono verificati circa 224 attacchi israeliani contro edifici residenziali e tende per sfollati. In circa 36 di questi attacchi, che abbiamo potuto documentare con osservatori sul campo, le vittime registrate finora sono statesolo donne e bambini”.
L’esercito israeliano ha annunciato di aver completato l’assedio di Rafah con la conclusione dei lavori per il nuovo corridoio di separazione di Sofa, denominato dal colonialismo israeliano “Morag”, dal nome di una colonia ebraica smantellata nel 2005. Il piano genocidario di Tel Aviv è quello di deportare tutta la popolazione ancora residente fuori da questa area per trasformarla in una zona cuscinetto “di sicurezza” per gli israeliani e di morte per i palestinesi. La zona che Netanyahu intende annettere ad Israele nei dintorni di Rafah è di 60 km, equivalente al 17% di Gaza. Il totale del territorio annesso in tutte le zone di confine è di circa il 60% della Striscia. Il restante territorio sarà smembrato in 5 bantustan, non collegati tra loro, dove saranno ammassati i 2,3 milioni di palestinesi, fino alla prossima occasione per deportarli con la forza militare.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Se questo è un uomo.
Situazione umanitaria a Gaza
L’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA) ha annunciato venerdì che Gaza si sta avvicinando alla “fame estrema”, con i rifornimenti essenziali che stanno esaurendosi a causa della chiusura dei valichi da parte di Israele, in corso dal 2 marzo.
La direttrice per le comunicazioni dell’UNRWA, Touma, ha spiegato che l’esaurimento delle forniture di base è accompagnato da un “aumento significativo dei prezzi” dei beni disponibili sul mercato a Gaza nell’ultimo mese, da quando Israele ha imposto il blocco sulla Striscia. “Ciò significa che i neonati e i bambini vanno a letto con la fame”.
Turismo di guerra
Vuoi vedere come vengono massacrati i bambini palestinesi? A soli 800€ potrai vedere il genocidio dal vivo. Pensavamo di aver visto ogni grado dell’abiezione umana, non avevamo messo in conto il turismo della morte. Per seguire il servizio in spagnolo, ma le immagini sono sufficienti per dare un’idea dell’abisso morale dove è finita la società israeliana, clicca.
Genocidio e media
Francesca Fornario ha scritto un articolo sull’argomento genocidio e giornalismo. “Chi ha una voce pubblica deve usarla per denunciare lo sterminio a Gaza. Molti tacciono per timore di ritorsioni. Non sarà peggio affrontare lo sguardo dei nostri figli domani di quello del direttore oggi? Ci chiederanno se sapevamo e tacevamo, se eravamo complici”.
Da leggere.
Trattative
Oggi, sabato, arriva al Cairo una delegazione di Hamas per discutere dell’ultimo piano egiziano per lo scambio di prigionieri, una tregua e l’ingresso degli aiuti umanitari, cibo e medicine, che sono state bloccate dal criminale di guerra Netanyahu dal 2 marzo affamando le persone e impedendo le cure di chi si è salvato dalle sue bombe. Sono tante e diverse tra di loro le rivelazioni stampa, ma sembra che questa volta Netanyahu è messo all’angolo, in vista della visita di Trump all’Arabia Saudita. L’attivismo del regno dei Bani Saud sul dramma degli sfollati a Gaza e per una soluzione dei due Stati è notevole.
Per compattare la propria maggioranza, Netanyahu continua a sabotare mediaticamente il piano egiziano, malgrado la sua accettazione sul tavolo segreto delle trattative. L’ufficio del primo ministro israeliano ha fatto trapelare che non accetterebbe nessun accordo che non preveda il rilascio dii 11 ostaggi vivi. Il piano egiziano prevede il rilascio di 5, meno della metà, uno alla settimana con il contestuale introduzione degli aiuti umanitari, medicine e carburanti, oltre all’avvio della trattativa per la fine della guerra e il ritiro dell’esercito di occupazione. Passaggi che Netanyahu ha sempre sottoscritto ma disatteso per salvare la propria poltrona.
Cisgiordania
Alla vigilia della Domenica delle palme, le truppe israeliane hanno invaso Betlemme, città della chiesa della Natività. Un ragazzo di 17 anni è stato colpito dalle pallottole dei soldati. Un altro ragazzo è stato ferito in un’irruzione militare a Nablus. A Jenin e Toubas, l’esercito di occupazione ha demolito e incendiato diverse case, per costringere la popolazione alla deportazione. Secondo un comunicato della presidenza dell’Anp, sono 60 mila i palestinesi deportati da Jenin e Tulkarem.
Gli arresti di attivisti nella sola giornata di ieri è stato di 21 palestinesi, in prevalenza giovanissimi lanciatori di pietre contro le truppe di occupazione che invadono città e villaggi della Cisgiordania.
Giordania
La polizia giordana ha vietato una manifestazione di solidarietà con la Palestina al confine con Israele. Posti di blocco all’uscita della capitale Amman e delle altre principali città del paese hanno bloccato le auto e i pullman in uscita verso la valle del Giordano. Il Forum nazionale per il sostegno alla resistenza palestinese, che aveva indetto l’iniziativa di protesta contro il genocidio a Gaza e le deportazioni nella Cisgiordania ha condannato la repressione di un movimento pacifico di solidarietà. Diversi capi del Forum sono stati arrestati e non sono stati ancora rilasciati.
Israele
Cresce il dissenso contro la guerra tra i militari israeliani. Dopo la pubblicazione dell’appello di oltre mille piloti per uno scambio di prigionieri, ci sono ulteriori prese di posizione di ufficiali ed ex ufficiali contro il “mancato raggiungimento di un accordo per il rilascio degli ostaggi”. Dissenso che Netanyahu ha bollato come “arrendista e disfattista”. Sono voci minoritarie ma importantissime, anche perché la maggioranza della società israeliana è orientata al nazionalismo sciovinista, che ha annientato nella propria narrazione l’esistenza dei palestinesi e del loro diritto all’indipendenza ed alla sicurezza.
Iran/Usa
Si apre oggi in Oman il negoziato tra Iran e Stati Uniti. Sono poche le chance di successo viste le premesse. Sulla stessa forma del negoziato non c’è un accordo. Teheran parla di una trattativa indiretta con le delegazioni in due alberghi diversi e il mediatore omanita che fa la spola. La Casa Bianca insiste sul dire che le trattative sono dirette. Il governo di Moscate non si pronuncia. La verità apparirà soltanto al momento dell’avvio del negoziato. Oltre alla forma, però ci sono altri ostacoli al successo di questa tornata. L’Iran non accetterà meno dell’accordo del 2015, che l’amministrazione Trump aveva smantellato appena vinte le elezioni del primo mandato. La Casa Bianca invece vuole mostrare i muscoli e minaccia guerra e sanzioni, che ha aggravato nei giorni passati.
Teheran mostra a parole moderazione, ma ha bisogno di ostentare fermezza, per mantenere unito il fronte interno, operando nelle comunicazioni uno scatto di orgoglio nella sfida contro il grande satana. Oltre agli aspetti bilaterali c’è la variante Netanyahu, che rema per l’allargamento dello scontro in Medio Oriente.
Sudan
25 civili uccisi nel campo profughi di Zamzam, nel Darfur settentrionale, in seguito ad un bombardamento compiuto dalle milizie Pronto Intervento. Lo afferma il coordinamento della resistenza popolare, un’organizzazione civile nonviolenta che si batte per la fine del conflitto tra i due generali Burhan e Hamidati. Il governatore del Darfur, Minni Minnawi, ha accusato i miliziani di Hamidati di atti di genocidio contro la popolazione non araba.
Tunisia
Prigionieri politici in sciopero della fame hanno rifiutato di comparire, in collegamento online, alla seduta del processo che si è aperta ieri. Il processo riguarda 40 personalità della politica, del giornalismo e loro avvocati, accusati di “complotto contro lo Stato”. Un processo farsa telecomandato dal presidente Saied, che ha estromesso molti giudici indipendenti e ha cambiato le regole delle garanzie costituzionali di indipendenza della magistratura.
Appello per il dott. Hussam Abu Safiya
Firmate l’appello per chiedere la liberazione del direttore dell’ospedale Kamal Adwan,preso in ostaggio dall’esercito israeliano il 27 dicembre 2024, poi dopo 10 giorni annunciata la sua detenzione. Contro di lui non ci sono accuse. Il coraggioso medico è reo di non aver abbandonato il posto di lavoro, malgrado l’assassinio di suo figlio primogenito, Ibrahim, e le gravi ferite da lui stesso subite. clicca per aderire. Stiamo traducendo l’appello in italiano, su richiesta di molti lettori.
Solidarietà/Al-Najdah
In arrivo la 23sima adozione. Molte anche le quote una tantum per i pasti caldi alle famiglie con bambini/e orfani/e. Un risultato eccellente. Grazie a voi, cari lettori di Anbamed, adesso siamo in grado di trasferire le somme raccolte al conto corrente dell’associazione delle donne di sinistra di Gaza, Al-Najdah (Soccorso sociale). Il totale delle donazioni ricevute in un mese, dal 3 al 31 marzo 2025, è di 8.050 euro.
Vi daremo conto documentale del trasferimento bancario, appena le operazioni saranno andate a termine.
Ci sono arrivati in banca dei contributi per adozioni, ma non abbiamo ricevuto comunicazioni dagli affidatari, che non riusciamo a contattare. Preghiamo i donatori di scriverci per avvisarci e fornirci i loro contatti email e telefonici, per semplificare le comunicazioni.
Ci arrivano ancora diverse proposte di gruppi di amici che si mettono insieme, per raccogliere i fondi necessari per coprire la spesa di un anno: 600 euro.
Tutti i giorni arrivano altri messaggi di lettori di Anbamed esprimendo interesse al progetto e richieste di approfondimento. “Ore Felici per i Bambini di Gaza, adozioni a distanza e pasti caldi” è la cosa giusta.
Il sito IdeeInFormazione ha pubblicato in Homepage il nostro appello alle adozioni a distanza per i bambini/e di Gaza. Guarda!
Il direttivo di ACM ha deciso di donare agli affidatari due libri, pubblicati per promuovere l’attività di sostegno ai bambini/e: “Artisti per Gaza” (un catalogo di opere d’arte) e “Al di là di sé. Le opere di Vincenzo Dazzi per i bambini di Gaza” – Mesogea editore (catalogo e raccolta di scritti).
Mandateci gli indirizzi postali. Grazie!
Anbamed e Associazione Culturale Mediterraneo hanno lanciato un appello per il finanziamento di un progetto di adozioni a distanza di bambini e bambine palestinesi. Un’iniziativa realizzata con l’associazione di donne di sinistra, Al-Najdah (Soccorso sociale). clicca
Continuano ad arrivare richieste di informazioni più dettagliate, alle quali oltre al messaggio diretto, risponderemo anche con un articolo specifico pubblico.
Per partecipare al progetto: clicca
Notizie dal mondo
Sono passati tre anni, un mese e 18 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
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Dal 2 febbraio 2023, infatti, l’associazione “Anbamed, aps per la Multiculturalità” è registrata nel RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) nell’elenco delle associazioni di promozione sociale. Questo significa che tutte le donazioni versate sui conti correnti di Anbamed saranno deducibili dalle tasse dei donatori nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo) e si potrà destinare il 5 per mille (sempre nella dichiarazione dei redditi).
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