Per ascoltare l’audio di oggi, 13 aprile 2025:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno VI/102 (1704)

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A marzo c’è stato un ritorno alla normalità delle donazioni. Infatti, i contributi volontari dei nostri lettori e ascoltatori sono stati 12. Il valore complessivo del mese scorso è stato di 736 (+ 181,00 € rispetto al precedente mese di febbraio).

Grazie a chi ha contribuito e chiediamo a tutti e tutte di seguire il loro esempio, nel sostegno economico dell’impresa giornalistica senza padroni e senza pubblicità. La libertà non ha prezzo!

Le indicazioni per farlo agevolmente sono presenti nel sito e nella newsletter.

Le notizie

Genocidio a Gaza

All’alba di oggi, l’esercito israeliano ha bombardato l’ospedale Al-Maamadany a Gaza città, distruggendo completamente una delle palazzine. Sono stati evacuati i malati nelle altre palazzine adiacenti e sono in corso le operazioni di soccorso. Colpire gli ospedali è una costante delle operazioni militari di Tel Aviv a Gaza; un’azione che mira a impedire la cura di chi si salva dei bombardamenti. Una politica genocidaria che non trova la giusta condanna da parte delle diplomazie che si riempiono la bocca di diritti umani.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Se questo è un uomo.

Situazione umanitaria

Mirjana Spoljaric, presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), ha dichiarato che la Striscia di Gaza è diventata un “inferno in terra” a causa della continua offensiva militare israeliana.

I commenti di Spoljaric sono stati rilasciati lo stesso giorno in cui l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha avvertito che le pratiche di Israele “minacciano la vita dei palestinesi” a Gaza.

La presidente del CICR ha affermato che quanto sta accadendo a Gaza per mano dell’esercito israeliano rappresenta uno “svuotamento eccessivo” del diritto internazionale.

Manifestazione Milano

Grande manifestazione di solidarietà con il popolo palestinese e contro il genocidio in corso a Gaza. 40 mila persone, famiglie con bambini e militanti di lungo corso, con una presenza fortissima di giovani hanno attraversato la città di Milano dalla stazione Centrale all’arco della Pace. Il successo dell’iniziativa che ha sorpreso tutti non poteva essere lasciato passare serenamente. Cariche della polizia hanno spezzato il corteo e dato lo spunto ai pennivendoli di attaccare il movimento di solidarietà dipingendolo di estremismo. La RAI, r2adiotelevisione israeliana”, come la definita un militante di lungo corso nella solidarietà con la Palestina, ha parlato soltanto degli scontri e non ha mostrato la fiumana di persone che rifiutano il genocidio e condannano anche il silenzio complice. clicca

Genocidio e media

I giornalisti palestinesi rinnovano il loro impegno di rivelare la verità sui crimini di guerra israeliani, malgrado che l’esercito di occupazione li prende di mira nel silenzio mondiale dei media scorta mediatica del genocidio. Lo hanno ribadito gli interventi di commiato, durante i funerali di Ahmad Mansour, il giornalista bruciato vivo dalle bombe incendiarie israeliane nella tenda-centro media nell’ospedale Nasr di Khan Younis. Alla presenza dei tre bambini, figli di Mansour, e della vedova i giornalisti palestinesi hanno svolto un’improvvista cerimonia per ricordare il collega-martire. “malgrado la minaccia dell’esercito di occupazione di prendere di mira i giornalisti, andremo avanti nel compiere il nostro dovere. Nelle nostre mani non abbiamo un mitra, ma una videocamera, per testimoniare al mondo i crimini dei generali israeliani”.

Trattative

Il governo Netanyahu fa trapelare nuove proposte più modeste per una trattativa, ma in realtà sul terreno inasprisce l’offensiva. Sono diversivi per distogliere l’attenzione sui crimini compiuti ogni minuto. La stampa israeliana riporta rivelazioni in anonimato che Netanyahu è disponibile all’apertura dei valichi in cambio del rilascio di 8 ostaggi e chiede la riduzione del numero dei detenuti palestinesi da rilasciare per ognuno di loro. Nessun accenno alla fine della guerra ed al ritiro. Nel frattempo la gente di Gaza, soprattutto donne e bambini, continua ad essere uccisa impunemente, per mantenere in vita il governo Netanyahu e salvare il criminale di guerra dai processi penali.

Libano

L’esercito libanese ha preso in consegna 190 basi di Hezbollah nel sud Libano su un totale 265. L’accordo politico a Beirut, condotto personalmente dal presidente Aoun, è della presenza militare a sud del fiume Litany concessa soltanto all’esercito nazionale. Le pressioni statunitensi sul governo di Beirut hanno assecondato le volontà espansioniste di Israele e il tentativo del governo Salam è di togliere tutti i pretesti a Tel Aviv di continuare l’occupazione del suolo libanese.

La diplomazia però non potrà mai togliere dal campo il diritto alla resistenza agli occupanti. Un soldato israeliano è rimasto gravemente ferito da una mina nascosta sotto la nuova strada di perlustrazione, che l’esercito di Tel Aviv ha costruito lungo il confine.  

Israele

2000 accademici hanno firmato una lettera aperta nella quale hanno espresso sostegno alle richieste dei mille piloti di mettere fine alla guerra per riportare a casa gli ostaggi. Continuano anche le manifestazioni dei familiari davanti alla sede del premier e davanti al ministero della guerra. Accusano esplicitamente Netanyahu di proseguire i combattimenti per salvarsi dal carcere.

Iran/Usa

È stato un negoziato indiretto, contrariamente a tutte le bugie propagandistiche della Casa Bianca. C’è stato un contatto diretto tra l’inviato Usa, Witkoff, e il ministro degli esteri iraniano, Iraqji, soltanto per una stretta di mano. Le due parti comunicano che le trattative sono state costruttive e si sono date appuntamento per la prossima settimana.

Rojava

È entrato in vigore l’accordo tra il governo di Damasco e le forze curde FDS per la protezione congiunta della diga di Tichrin, nella provincia di Aleppo. La diga rimarrà sotto l’amministrazione autonoma curda, ma la sua protezione militare sarà congiunta. L’accordo prevede l’allontanamento delle milizie jihadiste filo turche, che avevano attaccato le FDS per conquistare la diga e minacciare tutta la popolazione della zona con il controllo della principale fonte idrica e di energia.

Sudan

Secondo l’Onu il numero delle vittime civili, nell’attacco delle milizie di Hamidati contro il campo profughi di Zamzam, ha raggiunto la spaventosa cifra di 100 uccisi. I primi rapporti parlavano di una ventina di persone uccise dai bombardamenti contro le baracche di uno dei più grandi campi profughi al mondo con una popolazione di un milione di abitanti, fuggiti sia dal capoluogo el-Fasher, sia dalle altre località del Darfur, per salvarsi dalla pulizia etnica compiuta dalle milizie. L’arrivo dei primi soccorsi di organismi internazionali ha constatato la realtà drammatica di un crimine di più vaste proporzioni.

All’Aja è in corso la discussione di una causa intentata dal governo di Khartoum contro gli Emirati arabi uniti, per il loro aiuto alle milizie in questo genocidio.

Appello per il dott. Hussam Abu Safiya 

Firmate l’appello per chiedere la liberazione del direttore dell’ospedale Kamal Adwan,preso in ostaggio dall’esercito israeliano il 27 dicembre 2024, poi dopo 10 giorni annunciata la sua detenzione. Contro di lui non ci sono accuse. Il coraggioso medico è reo di non aver abbandonato il posto di lavoro, malgrado l’assassinio di suo figlio primogenito, Ibrahim, e le gravi ferite da lui stesso subite. clicca  per aderire. Stiamo traducendo l’appello in italiano, su richiesta di molti lettori.

Solidarietà/Al-Najdah

In arrivo la 23sima adozione. Molte anche le quote una tantum per i pasti caldi alle famiglie con bambini/e orfani/e. Un risultato eccellente. Grazie a voi, cari lettori di Anbamed, adesso siamo in grado di trasferire le somme raccolte al conto corrente dell’associazione delle donne di sinistra di Gaza, Al-Najdah (Soccorso sociale). Il totale delle donazioni ricevute in un mese, dal 3 al 31 marzo 2025, è di 8.050 euro.

Vi daremo conto documentale del trasferimento bancario, appena le operazioni saranno andate a termine.

Ci sono arrivati in banca dei contributi per adozioni, ma non abbiamo ricevuto comunicazioni dagli affidatari, che non riusciamo a contattare. Preghiamo i donatori di scriverci per avvisarci e fornirci i loro contatti email e telefonici, per semplificare le comunicazioni.

Ci arrivano ancora diverse proposte di gruppi di amici che si mettono insieme, per raccogliere i fondi necessari per coprire la spesa di un anno: 600 euro.

Tutti i giorni arrivano altri messaggi di lettori di Anbamed esprimendo interesse al progetto e richieste di approfondimento. “Ore Felici per i Bambini di Gaza, adozioni a distanza e pasti caldi” è la cosa giusta. 

Il sito IdeeInFormazione ha pubblicato in Homepage il nostro appello alle adozioni a distanza per i bambini/e di Gaza. Guarda!

Il direttivo di ACM ha deciso di donare agli affidatari due libri, pubblicati per promuovere l’attività di sostegno ai bambini/e: “Artisti per Gaza” (un catalogo di opere d’arte) e “Al di là di sé. Le opere di Vincenzo Dazzi per i bambini di Gaza” – Mesogea editore (catalogo e raccolta di scritti).

Mandateci gli indirizzi postali. Grazie!

Anbamed e Associazione Culturale Mediterraneo hanno lanciato un appello per il finanziamento di un progetto di adozioni a distanza di bambini e bambine palestinesi. Un’iniziativa realizzata con l’associazione di donne di sinistra, Al-Najdah (Soccorso sociale). clicca

Continuano ad arrivare richieste di informazioni più dettagliate, alle quali oltre al messaggio diretto, risponderemo anche con un articolo specifico pubblico.

Per partecipare al progetto: clicca

Notizie dal mondo   

Sono passati tre anni, un mese e 19 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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