Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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12 giugno 2023

Rassegna anno IV/n. 162 (1049)

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 I Titoli:

Sudan: Una giornata di guerra campale, dopo la conclusione della tregua. Carri armati si combattono in mezzo alle abitazioni.

Tunisia: Il ricatto della Von der Leyen a Saied: “Se firmi, ti concediamo i prestiti”. Il soccorso avvelenato dell’UE strangola la Tunisia.

Migranti: Dopo le segnalazioni di Alarm Phone, 400 migranti soccorsi a 60 miglia da Portopalo.

Iran: Trattative segrete tra Teheran e Washington in Oman. Rilasciati dall’Iraq 3 miliardi di dollari dei fondi iraniani congelati a Baghdad.

Siria: I criminali di guerra di Daiesh saranno processati a Kobane.

Le notizie:

Sudan

Duri combattimenti a Khartoum il giorno dopo la conclusione della tregua breve di un solo giorno. Una battaglia con carri armati e lanciarazzi in mezzo ai quartieri densamente popolati e con la gente intrappolata a casa in mezzo ai due belligeranti. L’aeronautica dell’esercito ha sganciato bombe sulle postazioni delle milizie di pronto intervento. Nessuna delle due parti ha fornito informazioni delle proprie perdite. La propaganda militare delle milizie parla della conquista di diverse caserme, la distruzione di carri armati e la cattura di altri 5 e della resa di centinaia di soldati. Il portavoce dell’esercito ha smentito tutto, parlando di vittorie immaginarie. “L’ esercito ha compiuto rastrellamenti strada per strada a Khartoum ed ha liberato buona parte della città dai ribelli”, ha concluso. Uno dei nostri contatti, sentito stamattina via web, ci ha confermato che l’esercito ha preso possesso del ponte principale che collega la capitale ad Omdurman, il quartiere ad ovest del Nilo.

Sui social girano immagini atroci di interi quartieri incendiati a Geniena nel Darfur. Non è stato possibile verificare la data delle incursioni, ma le organizzazioni umanitarie hanno ripetutamente chiesto l’intervento internazionale per mettere fine al genocidio interetnico in atto. Sono quasi 200 mila i profughi sudanesi riparati in Chad.

Secondo i media locali, il numero delle vittime civili in questi due mesi di combattimenti ha superato 1800 e gli sfollati sono oltre 2 milioni, mezzo milione dei quali profughi nei paesi limitrofi. Morti da aggiungersi ai militari che non se ne conosce l’entità.

L’ONG “Medici senza frontiere” ha denunciato che un’equipe medica è stata bloccata da un gruppo armato delle milizie di pronto intervento. Il comandante dei miliziani ha obbligato il personale a rilasciare dichiarazioni favorevoli alla milizia, dettando loro le frasi da pronunciare e registrando un video pubblicato poi sui social, per fini propagandistici. “Non prendiamo posizione in questa inutile e dannosa guerra. La nostra missione è umanitaria ed è al servizio di tutti – ha detto il portavoce – ma denunciamo le intimidazioni subite”.    

Tunisia

È in atto il ricatto dell’Unione Europea al governo tunisino. “Prestiti in cambio di blocco delle coste per impedire l’emigrazione illegale”. La visita della presidente della Commissione, Von der Leyen coadiuvata dai primi ministri italiana e olandese. Nell’incontro di ieri a Tunisi con il presidente Saied, la commissione un prestito pluriennale (che nel comunicato viene chiamato subdolamente aiuto; non è a fondo perduto ma da restituire con gli interessi) di 900 milioni di euro. Se il programma di partenariato verrà firmato dalle due parti alla fine di giugno, l’UE fornirà alla Tunisia 100 milioni subito per rafforzare la difesa delle coste e rimpatriare i migranti bloccati in mare. L’accordo capestro prevede il rimpatrio dei richiedenti asilo partiti dalla Tunisia, che le loro domande siano state respinte, anche coloro che non sono cittadini tunisini.

La Tunisia è in grave crisi finanziaria a causa dell’accumulo del debito pubblico dai tempi della dittatura e non è in grado di saldare le rette sugli interessi del debito, con la conseguenza di non poter sottoscrivere nuovi crediti per le importazioni di fondamentali derrate alimentari come grano e riso.  

Migranti

Alarm Phon ha ricevuto ieri un SOS da un peschereccio al largo delle coste siciliane con oltre 400 persone a bordo. “Il mezzo è in avaria e senza acqua e cibo a bordo ed a 60 miglia da Portopalo”, scrive sul proporio account l’organizzazione di soccorso telefonico britannica. La segnalazione è stata seguita da diverse navi presenti nella zona e la guardia costiera italiana, in collaborazione con Frontex, ha soccorso il peschereccio, nella serata di ieri, riportando i migranti a Port Palo. Sono stati sbarcati in 252, tra i quali 15 bambini. Gli altri circa 150 sono stati destinati al porto di Catania. La maggior parte sono rifugiati siriani.

Iran

Secondo informazioni della stampa araba e israeliana, si sono svolte in Oman trattative segrete tra USA e Iran, durate un mese intero, per la ripresa delle trattative sul nucleare. In passato la stampa iraniana aveva svelato l’imminente scambio di detenuti, ma da Washington erano sempre arrivate delle smentite. Adesso le rivelazioni sono corroborate dal rilascio di 3 miliardi di dollari iraniani congelati in Iraq. Questo passo non sarebbe stato possibile se non ci fosse stato il segnale verde da Washington. L’ufficio del presidente Raissi ha sottolineato che non ci sono accordi bilaterali temporanei e che l’unico cammino è quello di Vienna, auspicando il ritorno di Washington al tavolo del negoziato. Ma una dichiarazione della guida spirituale Khaminei sembra un consenso ai “passi compiuti per raggiungere un accordo onorevole – si legge nel comunicato – che non intacchi i nostri diritti a sviluppare le tecnologie atte a garantire lo sviluppo e il benessere del nostro popolo”.

Siria

A Kobane sarà avviato il processo contro i capi di Daiesh anche di nazionalità straniere. È stato deciso dall’autorità autonoma del nord est della Siria, guidata dalle Forze Democratiche siriane. Le FDS lamentano la mancanza di risposte dalle autorità internazionali (ONU) alle ripetute richieste di istituire un Tribunale speciale internazionale per giudicare i criminali jihadisti. Nella conferenza stampa, Bedran Ciya Kurd, copresidente delle relazioni internazionali dell’Autonomia, ha affermato che a svolgere i processi saranno le Corti per la difesa del popolo, che avevano già iniziato a processare i jihadisti di nazionalità siriana. “non possiamo aspettare all’infinito – ha detto – anche perché questa riluttanza deii paesi di origine e delle organizzazioni internazionali favorisce la rinascita di Daiesh, che sta riorganizzando le file e compie attentati terroristici in Siria e in Iraq”. Alla domanda se è prevista la pena capitale, Kurd ha risposto: “Le Corti applicheranno le leggi internazionali in materia di crimini dii guerra. Ad ogni caso nelle nostre norme del federalismo democratico non è concepita la condanna a morte”.

Notizie dal mondo: Sono passati 15 mesi e 17 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Dal primo luglio, la Russia installerà in Bielorussia testate nucleare tattiche. Offensiva militare ucraina su Bakhmut. Mosca dice che è pronta a trattare con Kiev senza condizioni.

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