Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Per ascoltare l’audio di oggi, 30 agosto 2023:
Rassegna anno IV/n. 241 (1128)
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I Titoli:
Siria: Scontri nella regione autonoma nel nord est tra le forze curde e milizie locali.
Libano: Tensione al confine con Israele mentre a New York si discute del rinnovo per la missione dei caschi blu.
Sudan: Il golpista generale Burhan, dopo il suo incontro con al-Sissi, si eleva a “difensore” della democrazia.
Palestina Occupata: AI accusa la Corte suprema israeliana di Apartheid giudiziario.
Libia: Il premier Dbaiba è messo all’angolo. Manifestazioni e appelli per la caduta del suo governo, dopo l’incontro romano al-Mangoush-Kohen.
Bahrein: Sciopero della fame di oltre 800 detenuti politici. Chiedono migliori trattamenti e il rilascio di chi ha concluso la pena.
Pakistan: L’ex premier Khan assolto dalla Corte suprema, ma non viene rilasciato. Un altro giudice prontamente lo ha citato in giudizio.
Le Notizie:
Siria
Scontri nella regione nord orientale tra le forze democratiche siriane curde e gruppi armati delle popolazioni arabe. I combattimenti sono iniziati in seguito all’arresto di un capo militare del Consiglio militare di Deir Azzour, accusato di compiere traffici di droga e di rapporti con le milizie iraniane filo governative. Nella sola giornata di ieri le vittime degli scontri – secondo fonti locali – sono state 22 persone, tra i quali molti civili. Sul fuoco della discordia soffia Ankara che ha autorizzato milizie armate di Ras al-Ayin, occupata dall’esercito turco, di passare la linea di demarcazione per andare a combattere contro le unità curde.
Libano
Mentre il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si accinge a rinnovare la missione Unifil dei caschi blu, sulla linea di demarcazione con Israele, la tensione della zona è cresciuta enormemente. Beirut rivendica maggiori informazioni da parte dell’Unifil sulle operazioni che vengono compiute sul territorio libanese e chiede la cessazione delle annessioni di fatto dei territori libanesi occupati da Israele. Tel Aviv minaccia di compiere un’azione su vasta scala contro la presenza di militanti libanesi non armati in due tende in territorio che l’esercito israeliano aveva precedentemente annesso. Tel Aviv aveva proceduto alla costruzione di strade e reti di filo spinato che sono state rimosse dai militanti di Hezbollah. Il ministro della difesa israeliano, in un incontro a New York con il segretario generale dell’ONU, ha sostenuto che non ci saranno passi in avanti negli incontri per la disegnazione dei confini, finché non saranno ritirate le due tende.
Sudan
Il generale Burhan ha incontrato ieri ad al-Alamein il presidente al-Sissi, nella prima visita all’estero dall’inizio del conflitto con le milizie di Pronto intervento. È un forte sostegno politico del Cairo alle forze armate sudanesi. La visita è stata l’occasione per il generale golpista di presentare i suoi intenti su come uscire dalla crisi. I punti salienti della proposta sono: un governo provvisorio con la partecipazione di tutte le forze politiche e elezioni entro 9-18 mesi. Come di norma, i militari quando sono all’angolo promettono democrazia per il popolo. Le offerte di Burhan seguono di pochi giorni i proclami “democratici” dell’ex allevatore di cammelli improvvisato generale, Hamidati, che ha avanzato la sua proposta di “un sistema federale, per mettere fine a tutti i conflitti, con un nuovo esercito che non interferisce nella politica”. Il generale Burhan si accinge a visitare l’Arabia Saudita, per tentare di trovare la via per mettere fine, con il negoziato, alla guerra in corso.
Sul campo, nella capitale e nelle province di Darfur e Kordofan, la battaglia infuria con enormi perdite in vite umane tra i civili. A Niyala, in Darfur, un missile lanciato dall’esercito contro una base dei miliziani ha centrato un palazzo causando la morte di intere famiglie. Secondo fonti mediche sono morte 34 persone e le ricerche sono continue per estrarre corpi da sotto le macerie.
Palestina Occupata
Amnesty International condanna la decisione della corte suprema israeliana favorevole alla demolizione punitiva della casa della famiglia di un ragazzo palestinese di 13 anni, Mohammed Zalabany, “per un crimine che non ha compiuto”. Il ragazzo è sotto processo per la morte di un soldato colpito su un autobus dalle pallottole sparate da un colono armato, in seguito ad un tentativo di accoltellamento da parte di Zalabany. Malgrado l’autopsia abbia dimostrato che la morte del militare è stata causata dal proiettile e non dalla coltellata inferta da Zalabany, l’esercito ha deciso la demolizione della casa della famiglia e la corte suprema ha respinto il ricorso avverso. Apartheid giudiziario. (Vedi il comunicato di AI, in inglese)
Libia
Continuano a Tripoli e in altre città le manifestazioni contro il governo Dbaiba, accusato di essere l’artefice dell’incontro di Roma tra la sua ministra degli esteri, Najlaa al-Mangoush, e l’omologo israeliano, Eli Kohen. Il premier si è chiuso in un assordante silenzio e per tentare di “sbiancare” le proprie colpe ha fatto visita alla sede dell’ambasciata palestinese ed ha dichiarato il dimissionamento della Mangoush. Una pantomima studiata ad arte per calmare le acque nelle piazze ed allontanare dalla propria persona le responsabilità politiche di un incontro inopportuno. La sua mossa è stata smascherata dallo stesso Consiglio sovrano, che in un comunicato ha denunciato che non risulta nessun provvedimento ufficiale di Dbaiba riguardante le dimissioni della ministra.
Non mancano gli appelli di politici ed intellettuali per la caduta del governo e la nomina di un esecutivo provvisorio, con compiti limitati alla preparazione delle elezioni politiche e presidenziali. Il parlamento ha chiesto alla procura generale di Tripoli di indagare sulle violazioni della legge 57 del 1962 (dai tempi della monarchia senussita) che vieta i contatti con il governo israeliano. Si sta studiando anche di inserire una norma che impedisce ai politici implicati nell’affare romano di candidarsi.
Bahrein
Oltre 800 detenuti sono in sciopero della fame dall’inizio del mese di agosto. Chiedono miglioramenti nel trattamento carcerario e la liberazione di coloro che avevano già concluso la pena, ma non ancora rilasciati. Molti di loro sono in carcere dal 2011, in seguito alla rivolta popolare repressa nel sangue con l’intervento dei carri armati sauditi e qatarioti. Il ministero dell’interno di Manama ha comunicato che sono in corso provvedimenti per allungare il periodo dell’ora d’aria e aumentare il numero delle visite dei parenti. Il Consiglio per la difesa dei diritti umani in Bahrein (con sede a Londra) considera questi annunci insufficienti e non rispondono alle vere questioni politiche rivendicate dallo sciopero.
Pakistan
La corte di cassazione ha fatto cadere le accuse contro l’ex premier, Oumran Khan ed annullato la condanna a tre anni di carcere. Ma l’oppositore non viene rilasciato, perché un giudice prontamente lo ha citato in giudizio per un altro procedimento e ha disposto l’arresto preventivo. Il fondatore del partito Insaf aveva sbaragliato i clan corrotti che si erano succeduti al potere in Islamabad per decenni. Il suo calvario giudiziario è iniziato quando ha tentato di perseguire una di linea politica estera autonoma da quella dettata da Washington, sulla questione ucraina.
Notizie dal mondo
Sono passati 18 mesi e 5 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Missili su Kiev causano vittime civili. Pioggia di droni sulla Russia.
Sulla crisi in Niger, l‘Algeria avanza un piano per disinnescare la crisi e impedire l’intervento militare straniero.
In Gabon, colpo di Stato militare poco dopo l’annuncio dei risultati delle elezioni di sabato.
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