Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

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Rassegna anno IV/n. 283 (1170)

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Le notizie:

Guerra a Gaza

Il Parlamento italiano è contro la pace in Palestina e Israele. È stata bocciata la mozione che chiede il blocco della colonizzazione ebraica nei territori palestinesi occupati. Senza terra non c’è uno Stato e se non ci sarà una prospettiva per una soluzione giusta, e in linea con le risoluzioni della legalità internazionale, non ci sarà pace. La politica del doppio standard è all’origine del disastro in M.O.  

Quinto giorno di guerra.

Gaza ridotta in macerie dai bombardamenti israeliani. (Vedi) Questo è ciò che rimane in piedi del quartiere Ramla a Gaza City. Le cancellerie dei fabbricanti di armi stanno in silenzio di fronte a queste immagini, se non addirittura applaudono. Non si sono turbate neanche di fronte alla minaccia di genocidio per fame di due milioni di palestinesi pronunciata, in un messaggio video, dal ministro di guerra israeliano, Galant. Le condanne delle organizzazioni per i diritti umani e gli appelli dei rappresentanti dell’ONU, che sottolineano che il diritto internazionale considera un crimine di guerra affamare la popolazione civile, non hanno avuto nessun esito per un’azione diplomatica contro i generali e il governo di Tel Aviv. I media in trincea non sono di meno. Per i giornalisti con l’elmetto valgono soltanto le ragioni di Israele e vengono occultate o non commentate i crimini contro i civili palestinesi. Tutti schierati già da una sola parte. Il pensiero unico è la cosa più limitativa per il giornalismo.

I caccia di Tel Aviv hanno bombardato il valico di Rafah al confine con l’Egitto per impedire l’arrivo degli aiuti umanitari del Cairo annunciate dal presidente al-Sissi. Il portavoce dell’esercito ha minacciato che i camion egiziani saranno bombardati. E per non smentirsi, la stessa struttura del valico è stata bombardata per il secondo giorno consecutivo, provocandone la chiusura. (Vedi). L’esercito ha suggerito alla popolazione di fuggire verso l’Egitto, ma poi quando 200 mila si sono mossi, ha bombardato la strada che collega la Striscia di Gaza al Sinai.

I raid aerei israeliani hanno colpito il quartiere di Al Furqan di Gaza city per 100 volte nel giro di pochi minuti. La politica della terra bruciata non ha risparmiato ospedali e ambulanze.

Le Brigate Qassam hanno lanciato razzi contro Ashkelon e Siderot. Sono stati colpiti un albergo e quartieri residenziali. Altri razzi di lunga gettata sono stati lanciati contro Tel Aviv e il suo aeroporto Ben Gurion. La radio pubblica israeliana ha comunicato che il numero totale delle vittime israeliane dell’attacco di Hamas è arrivato e 1200 persone. La stampa di Tel Aviv aggiunge che 350 famiglie hanno comunicato la perdita di contatto con loro parenti dispersi dallo scorso sabato.

Confine libanese: Scambio di missili tra il sud Libano e Israele nelle ultime 24 ore. Ci sono morti e feriti dalle due parti. L’esercito libanese sostiene che l’esercito israeliano ha utilizzato bombe incendiarie per creare terra bruciata. La radio pubblica israeliana ha reso noto che anche dal territorio siriano sono stati lanciati razzi verso Israele e che l’esercito ha risposto al fuoco.

Cisgiordania e Gerusalemme est: i coloni estremisti hanno assaltato la comunità palestinese di Jaba, tra gli insediamenti di Qalandia e Adama, incendiando le case (QUI). Un palestinese è rimasto ucciso ad Al-Khalil e altri due a Gerusalemme est, portando il totale delle vittime da sabato a 23 persone civili.

L’associazione israeliana pacifista, B’Tselem in un comunicato, dopo aver condannato l’uccisione di civili da parte di Hamas, ha espresso un duro giudizio sulla politica del governo Netanyahu: “Una vendetta è in atto; Israele sta commettendo crimini di guerra a Gaza”.

L’esercito israeliano sta usando nei bombardamenti contro i quartieri residenziali densamente popolati da civili le bombe al fosforo, vietate dalle norme internazionali. Il numero delle vittime palestinesi a Gaza è salito a 900 alla mezzanotte di ieri. I feriti sono 4500. Le colonne di fumo coprono tutto il cielo di Gaza City. Israele vuole trasformare i palestinesi di Gaza in un popolo di profughi in perenne fuga e di spingerli verso l’Egitto, per entrare con le truppe di terra con il minimo di perdite tra i propri soldati. Il numero dei soldati mobilitati nei dintorni della striscia è arrivato a 100 mila con carri armati e artiglieria pesante. Il ministro della guerra Galant ha detto in un messaggio rivolto ai soldati sul fronte: “Tutto ciò che c’era a Gaza non ci sarà più”. Ha annunciato uno sterminio rivendicato in anticipo.

L’opinione pubblica israeliana è condizionata dallo shock e in maggioranza è favorevole all’attacco di terra ed alla vendetta. Ma non mancano le prese di posizioni razionali e coraggiose, come la testimonianza di questa donna alla TV 12 israeliana, sul comportamento di un miliziano di Hamas che era entrato mitra in pugno nella sua casa, ma che trovandola da sola con due bambini, l’ha rassicurata: “Non temere, noi siamo musulmani. Non uccidiamo bambini e donne”. (Ecco il video di 12 TV). Aspettiamo di leggere e ascoltare i commentatori coll’elmetto.

Il governo israeliano di unità nazionale non è stato ancora formato. Netanyahu ha ottenuto il consenso della sua coalizione a formare un governo di guerra ed ha aperto il tavolo delle trattative con Gantz, ma finora non si decide, per intestare a sé la “vittoria” sulla gente di Gaza.

Restiamo umani! “È un invito a ricordarsi della natura dell’uomo. Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere, credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia che è quella della famiglia umana”. Vittorio Arrigoni.

Notizie dal Mondo

Sono passati 19 mesi e 16 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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