Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
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Rassegna anno IV/n. 299 (1186)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
Per ogni israeliano ucciso nell’attacco di Hamas il 7 ottobre, Netanyahu ha ucciso 5 civili palestinesi: 1400 contro 7 mila. La sua sete di sangue non è stata ancora appagata. Vendetta collettiva e genocidio, che sono crimini di guerra e contro l’umanità. Mentre i paesi della Nato guardano compiaciuti e rifocillano Tel Aviv di armi. E declassano la questione palestinese a un’assistenza umanitaria.
Un sito britannico ha rivelato, citando fonti dei servizi di sicurezza di un paese arabo, che il ritardo dell’offensiva di terra è causato dalla necessità di preparare i reparti speciali israeliani nella guerriglia urbana, dagli istruttori USA guidati dal famigerato generale Glynn, il macellaio di Fallouja in Iraq, nel 2004 (Per saperne di più su questo figuro). Il super-generale, come viene chiamato, è esperto in armi chimiche e uso del fosforo bianco. Il sito “Middle East Eye” rivela inoltre che gli istruttori statunitensi stanno addestrando i reparti speciali israeliani all’uso del gas nervino, per liberare gli ostaggi israeliani nei bunker sotterranei. Brigate Qassam hanno annunciato ieri che 50 degli ostaggi sono stati uccisi nei bombardamenti israeliani. Questo indica che gli ostaggi non sono tenuti nei bunker ma in località di superficie. Le informazioni fornite dalle 4 donne liberate finora sulla presenza degli ostaggi nei bunker sembrano il frutto di un’operazione di depistaggio pianificata da Hamas.
La guerra di Netanyahu contro la popolazione civile di Gaza continua senza sosta. Durante tutta la notte sono state bombardate da cielo e dal mare tutte le località sia a nord che a sud della Striscia. In particolare è stata sottoposta a martellamento dal mare la città di frontiera con l’Egitto, Rafah, dove dovrebbero transitare i camion degli aiuti umanitari alla popolazione. Ieri sono passati soltanto 12 camion. L’Onu valuta invece che per coprire il minimo di fabbisogno servirebbero 100 camion al giorno.
Il numero dei morti ha superato i 7 mila civili, in maggioranza bambini, donne e anziani. In risposta ai negazionisti in occidente, il ministero della sanità di Gaza ha annunciato che fornirà i nomi delle vittime, le località bombardate dove sono state assassinate e indicazioni su dove sono state sepolte. Contro ogni evidenza il segretario di Stato Usa Blinken ha detto che lui crede che l’esercito israeliano stia evitando di colpire deliberatamente i civili. Mente sapendo di mentire.
L’esercito israeliano ha informato che le sue truppe di terra hanno compiuto il quarto avanzamento temporaneo all’interno della Striscia.
Brigate Qassam hanno lanciato razzi contro Tel Aviv ed Ashkelon, ma senza causare né danni, né vittime.
Egitto
Missili sono caduti anche a Taba, la città egiziana in Sinai sul golfo di Aqaba, nel Mar Rosso, molto lontana da Gaza. Secondo la stampa del Cairo ci sono stati 6 feriti e danni materiali alle case ed alle auto. L’esercito egiziano ha confermato l’accaduto e sta cercando di individuare l’origine del lancio e ha comunicato di riservarsi il diritto alla risposta. La scorsa settimana, un carro armato israeliano aveva colpito per errore una postazione dell’esercito egiziano vicino a Rafah e la vicenda si è risolta con le scuse formali di Tel Aviv.
Siria-Iraq
Missili statunitensi hanno colpito postazioni delle guardie rivoluzionarie iraniane in Siria. Lo ha rivelato il Pentagono, sostenendo che è la risposta alle azioni che hanno visto come obiettivi le basi statunitensi in Iraq e Siria. Secondo il Pentagono sono stati 16 gli attacchi nella scorsa settimana contro obiettivi militari statunitensi in Iraq e Siria. 12 in Iraq e 4 in Siria. Il comunicato del Centcom ha affermato che per lo più erano stati attacchi con droni. “Non ci sono state perdite di vite umane per effetto di questi lanci, ma solo marginali danni materiali”. L’escalation è concomitante con il maggiore impegno militare statunitense a fianco dell’aggressione israeliana contro la popolazione di Gaza. Non è tardata la risposta delle milizie filo governative contro la base statunitense nel giacimento petrolifero di Coneco, a Deir Azzour. Lancio intenso di razzi contro la struttura militare ed è stato osservato, subito dopo, l’atterraggio di un elicottero di trasporto truppe, per evacuare i feriti statunitensi.
Giornalisti in tempo di guerra
Altri due giornalisti palestinesi uccisi a Gaza. Il numero totale dei giornalisti uccisi dall’inizio dell’attacco, il 7 ottobre, è arrivato così a 20. Uno al giorno di questa maledetta guerra contro la popolazione civile. Molti analisti, anche israeliani, sostengono che questa è un’azione mirata ad uccidere la verità, per lasciare spazio soltanto alla narrazione propagandistica di Tel Aviv. Come avvenne per l’uccisione di Shireen Abu Aqileh durante l’attacco israeliano contro Jenin. Anche allora l’esercito israeliano negò ogni responsabilità, ma poi la verità era venuta a galla grazie al giornalismo investigativo che ha dimostrato che ad uccidere la giornalista palestinese con nazionalità americana è stato un cecchino israeliano.
ONU
Prosegue il dibattito all’Assemblea generale dell’ONU su una mozione presentata dal gruppo di paesi arabi per il cessate il fuoco a Gaza. È una battaglia politico-diplomatica simbolica ma importante, perché le risoluzioni dell’Assemblea non sono esecutive. Sarà importante vedere come si schiereranno i paesi del blocco Nato che sono mobilitati di sostenere l’aggressione israeliana a spada tratta.
Cisgiordania e Gerusalemme est
All’alba di oggi, sono stati uccisi tre palestinesi a Jenin e uno a Qalqilia, nella Cisgiordania occupata. Inoltre i rastrellamenti israeliani sono incessanti anche in altre località palestinesi. All’alba di oggi, truppe israeliane hanno invaso Al-Issaweia, nel distretto di Gerusalemme est, con l’arresto di una decina di attivisti. Ieri sono stati compiute incursioni militari a Betlemme, Ariha (Gerico), Jenin e El-Khalil. A Qalqilia è stato demolito un esercizio commerciale, una pasticceria, perché il proprietario aveva postato un commento di sostegno ai fratelli di Gaza. Prima dell’entrata in funzione dei bulldozer, sulla saracinesca chiusa della pasticceria, l’esercito ha appeso l’annuncio di sequestro.
Giordania
L’anniversario degli accordi di Wadi Araba tra Amman e Tel Aviv (26 ottobre 1994) è stato caratterizzato quest’anno da manifestazioni di protesta davanti all’ambasciata israeliana. Una manifestazione con decine di migliaia di partecipanti e che è stata controllata dalle ingenti forze di polizia impiegate. Le parole d’ordine sono state quelle di cacciare l’ambasciatore israeliano e di cancellare tutti gli accordi economici bilaterali fino al momento del rispetto da parte di Israele dei diritti del popolo palestinese. Il governo giordano teme fortemente che le azioni violente dei coloni israeliani e la repressione dell’esercito di Tel Aviv contro la popolazione palestinese della Cisgiordania portino alla loro cacciata verso il territorio giordano, come sta avvenendo per i gazzawi che Israele intende deportare verso il Sinai.
Diplomazia
I ministri degli esteri arabi di Emirati, Giordania, Bahrein, Arabia Saudita, Oman, Qatar, Kuwait, Egitto e Marocco hanno condannato l’aggressione israeliana contro la popolazione civile di Gaza. Sono tutti paesi arabi moderati che hanno normalizzato ii rapporti con Israele o in procinto di farlo. Il comunicato mette in guardia dai piani israeliani di cacciare i palestinesi dalla loro terra verso il Sinai e la Giordania. “Una simile politica è pericolosa per tutta la regione e non porta alla pace”.
Il presidente turco Erdogan ha inasprito il suo linguaggio sulla guerra di aggressione israeliana contro la popolazione di Gaza. “Non staremo zitti su questi crimini contro l’umanità. Mi meraviglio della Commissione europea che ha dichiarato di non potere chiedere il cessate il fuoco. Di chi hanno paura?”, si è chiesto retoricamente. La Turchia è un paese Nato e sul suo territorio giacciono basi militari USA, che Ankara potrebbe vietarne l’utilizzo contro i palestinesi, in caso Washington decidesse di impegnarsi in prima linea in un’invasione di terra a Gaza.
Solidarietà con Gaza
Oggi, venerdì 27 ottobre, in molte città italiane saranno organizzati presidi per la pace in Palestina e Israele: leggi.
AsspacePalestina aderisce alla manifestazione nazionale di sabato 28 ottobre indetta dalle associazioni palestinesi in Italia alle ore 15.00 con partenza da piazza di Porta San Paolo.
Il presidente Lula non le manda a dire. Ecco una parte del discorso del presidente socialista brasiliano Lula alla 1ª Riunione Plenaria del Consiglio della Federazione.”È molto grave ciò che sta succedendo in questo momento in Medio Oriente. Non è il momento di stare a discutere su chi ha ragione e su chi ha torto, su chi ha sparato il primo colpo e chi il secondo.
Il vero problema è il seguente: questa non è una guerra, è un genocidio che ha ucciso quasi 2.000 bambini che certamente non sono attori di questa guerra ma sono vittime di questa guerra.
Sinceramente non capisco come un essere umano è capace di combattere sapendo che il risultato del suo guerreggiare è la morte di bambini innocenti”.
Il giorno prima Lula, durante il programma “Conversa col presidente” aveva criticato “Israele per aver ucciso migliaia di bambini innocenti nella Striscia di Gaza, gli Stati Uniti per non aver fatto altro che volere la guerra e l’ONU per essere troppo debole”.
“Sto parlando con tutti per ottenere tre cose. Innanzitutto garantire il corridoio umanitario affinché le persone possano ricevere acqua, cibo e medicine. Poi garantire che non manchi l’elettricità negli ospedali affinché le persone possano essere curate e infine che non vengano uccisi più bambini”, ha affermato Lula.
Lula ha criticato poi l’inerzia delle Nazioni Unite incapace di stabilire la pace, dopo che il rappresentante del Brasile ha presentato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite una risoluzione per un cessate il fuoco a Gaza, alla quale è stato posto il veto di Washington.
“Se l’ONU avesse forza potrebbe intervenire meglio (…) È indebolita e non riesce a frenare l’azione dei coloni israeliani che occupano le terre. Gli Stati Uniti potrebbero intervenire di più, ma non vogliono, loro vogliono la guerra e vogliono incentivare l’odio”, ha lamentato il leader brasiliano.
Per Lula in questo caso la trattativa è importante. “Ad un tavolo delle trattative non si muore. Costa meno e possiamo trovare una soluzione”, ha sottolineato.
Link per le fonti:
https://x.com/LemusteleSUR/status/1717227975937028272?s=20
Curdi
Dieci combattenti del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) sono stati uccisi durante bombardamenti della Turchia contro le basi e i campi profughi, nel nord dell’Iraq, in provincia di Erbil e Dohuk. Lo conferma un comunicato del governo della Regione autonoma del Kurdistan iracheno mentre il ministero della Difesa turco ha annunciato che “19 obiettivi”, tra cui bunker, basi e depositi di munizioni, del Pkk sono stati distrutti durante i bombardamenti.
Sudan
L’esercito sudanese ha accettato di tornare al tavolo delle trattive di Gedda, in Arabia Saudita, con la mediazione di Riad e Washington. Il ministero degli esteri di Riad ha chiesto alle parti di riprendere il dialogo dai punti fermi fissati negli incontri del maggio 2023 a Gedda, con l’obiettivo di salvaguardare i civili e raggiungere un accordo politico che porti ad un governo civile.
Notizie dal Mondo
Sono passati 20 mesi e due giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
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