Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Per ascoltare l’audio di oggi, 24 novembre 2023:

Rassegna anno IV/n. 327 (1214)

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Condoglianze

L’amica e compagna Pieraugusta Orsi, vedova Valabrega, non è più tra noi.

I funerali si terranno oggi venerdì 24 novembre, alle 14.45 presso la sala Multifunzione del cimitero di Lambrate – Milano.

Condoglianze ai figli Paolo e Piero.

Che sia lieve la terra che la accoglierà!

Appello

Tutti i giorni arrivano altre adesioni all’appello che abbiamo lanciato per un cessate il fuoco e per il rilascio dei prigionieri civili. È giunta ieri l’adesione dell’Associazione per i diritti umani. Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!

L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Le notizie:

Tregua tra Israele e Hamas

È iniziata alle 07:00 ora locale di Gaza la tregua umanitaria tra il governo Netanyahu e Hamas, per lo scambio di prigionieri. Dalle immagini in diretta da Khan Younis trasmesse dalle tv arabe si nota il ritorno della vita per le strade della città meridionale. La gente intervistata vorrebbe tornare a casa nel nord della Striscia, ma questo l’esercito israeliano che mantiene i suoi posti di blocco non lo permette. Ieri, le due parti tramite il governo egiziano si sono scambiati i primi elenchi dei prigionieri da liberare oggi: 13 israeliani e 39 palestinesi, donne e minori, che saranno liberati oggi pomeriggio alle 16:00. I prigionieri israeliani saranno ricevuti dalla CRI per essere consegnati a Rafah ai mediatori egiziani che li porteranno, dopo una visita medica, al confine più a sud tra il Sinai e il territorio israeliano.

I prigionieri palestinesi saranno trasferiti dall’esercito israeliano nel carcere militare di Ofer, nei pressi di Ramallah, e saranno consegnati ai mediatori egiziani che sono già lì da ieri per poi essere consegnati alle loro famiglie. Il ministro estremista Bin Gvir ha imposto il divieto di qualsiasi forma di festeggiamento tra le famiglie palestinesi dei detenuti liberati.

Oggi saranno liberati anche 23 cittadini tailandesi, catturati dai miliziani di Hamas il 7 ottobre nelle colonie israeliane dove lavoravano. Il loro rilascio non fa parte dell’accordo di cessate il fuoco, ma per una mediazione di Teheran.

Genocidio a Gaza

I nuovi campi di concentramento si trovano nel sud di Gaza. E sono opera dei bombardamenti israeliani indiscriminati sulle città e campi profughi di tutta la Striscia, a nord, come a sud. Ieri, si è consumata la più vasta escalation dei bombardamenti israeliani a poche ore prima dell’inizio del cessate-il-fuoco, entrato in vigore alle 7:00 ora locale.

I bombardamenti hanno toccato il campo di Jebalia, nel nord della Striscia, dove sono state compiute tre stragi contro le case di civili, con decine di morti. Nel quartiere di Noseirat, a Gaza city, due famiglie sono state decimate dalle bombe israeliane. Due missili lanciati da droni hanno carbonizzato due auto che trasportavano delle famiglie uccidendo 11 persone, in prevalenza bambini. Anche Rafah, al confine con l’Egitto, è stata oggetto delle bombe israeliane.

Due ospedali sono stati bombardati ieri. L’ospedale indonesiano è stato colpito da bombe che hanno distrutto il generatore centrale. Anche l’ospedale kuwaitiano di Khan Younis è stato preso di mira.

Un’ora dopo l’entrata in vigore della tregua, sono stati sentiti spari da parte dei soldati israeliani nei pressi dell’ospedale Rantisi, per impedire il ritorno di sfollati palestinesi alle loro case. Poco prima dell’entrata in vigore della tregua, sono stati lanciati da Gaza due razzi contro le colonie israeliane di frontiera.

La guerra contro gli ospedali

L’esercito israeliano ha arrestato il direttore dell’ospedale Shifà, Mohammed Abu Selmia, mentre era nel convoglio per l’evacuazione dei malati e feriti. Ad un posto di blocco è stato fatto scendere dall’ambulanza ed è stato interrogato sui due piedi insieme ad altri medici, infermieri e personale amministrativo, e poi sono stati condotti in un luogo ignoto. Il ministero della sanità ha contattato l’OMS e la CRI che presidiavano all’evacuazione, ma queste se ne sono lavate le mani.

La direzione dell’ospedale indonesiano ha ricevuto, dai militari che assediano la struttura, l’ordine di evacuare entro 4 ore. L’ospedale è sottoposto, fino a ieri sera, a bombardamenti che hanno distrutto diversi reparti. Una bomba ha messo fuori uso il generatore principale di energia elettrica. La struttura è attorniata da cecchini e sorvegliata da droni. Chiunque si sposta da una palazzina all’altra viene colpito. Nell’ospedale ci sono gli ultimi 200 malati e feriti oltre al personale sanitario e amministrativo. Nella notte i carri armati hanno demolito il muro di cinta e distrutto tutte le ambulanze. I soldati sono entrati nelle corsie devastando e sparando. Il direttore dell’ospedale ha denunciato che i militari hanno sparato contro una donna anziana uccidendola a sangue freddo. Il ministero della sanità sostiene che l’intento delle forze di occupazione è quello di svuotare Gaza city dei suoi abitanti per annetterla ad Israele e ridurre lo spazio vitale per i due milioni e mezzo di palestinesi, ammassandoli in campi di concentramento, visto che è fallito il piano principale di cacciare a gazzawi dalla loro terra.

Cisgiordania e Gerusalemme est

Le operazioni di rastrellamento continuano incessanti. Nella giornata di ieri sono stati arrestati 92 palestinesi, portando il numero dall’inizio del conflitto a 3000 detenuti. I morti dal 7 ottobre in Cisgiordania sono stati 232. La tregua non è applicata in questi territori. Nella cittadina di Beita, nei pressi di Nablus, è stato ucciso il bambino di 12 anni, Mohammed Adili, colpito alla testa dalle pallottole dei soldati.  

Libano

Dalla mezzanotte si registra una calma sul fronte libanese-israeliano dopo una violenta giornata di duri scambi di artiglieria. Un lancio di 50 razzi e missili dal sud Libano verso le colonie e le truppe israeliane in alta Galilea e nel Golan siriano occupato. Secondo Hezbollah sono stati uccisi 5 soldati. L’aeronautica israeliana ha bombardato su tutta la linea di confine. Dall’inizio del conflitto, sono 107 le vittime libanesi

Iraq-Siria

In Iraq, sono state colpite, ieri giovedì, due basi USA ad Irbil, in Kurdistan, e Ain Assad, ad ovest della capitale, con razzi e droni. Secondo fonti militari ci sono stati soltanto danni materiali e nessuna vittima.

Anche in Siria nord orientale, si sono avuti attacchi con razzi e droni sulla base USA a Hasaka e sul giacimento petrolifero di Conoco, nella provincia di Deir Azzour. Tutti questi attacchi sono stati rivendicati dalla fantomatica sigla di Resistenza islamica in Iraq.

Due giorni fa, i caccia di Washington hanno colpito basi di milizie irachene filo iraniane ad ovest della capitale Baghdad. L’operazione non è stata concordata con il governo, che ha condannato la violazione della sovranità del paese.

Yemen

Il comando USA nel mar Rosso ha comunicato di aver abbattuto droni e missili lanciati dallo Yemen verso nord. L’operazione di contrasto è stata svolta dal cacciatorpediniere Uss Thomas Hudner. Il Comando Centrale degli Stati Uniti ha sottolineato che i droni sono stati abbattuti mentre la nave militare statunitense era in pattuglia nel Mar Rosso e che il cacciatorpediniere e il suo equipaggio non hanno riportato danni.

BDS

Le vendite dei marchi commerciali accusati di sostenere Israele sono calate drasticamente in molti paesi arabi. Il boicottaggio di locali fast food internazionali ha fatto registrare un calo del 70% delle vendite. Le tv egiziane hanno trasmesso servizi in video sulle sale vuote da clienti. Altri paesi dove sono stati livelli alti di boicottaggio sono Giordania, Marocco e Kuwait. Una delle catene internazionali di fast food ha disegnato la bandiera israeliana sui sacchetti dove vengono forniti i panini o le patatine. Il suo concessionario in Israele aveva annunciato la fornitura di pasti gratis ai soldati israeliani. Queste immagini e dichiarazioni hanno girato il web in tutti i paesi arabi e musulmani, stimolando una forma di espressione della solidarietà con i palestinesi tramite il boicottaggio, una modalità che non potrebbe essere repressa dalle polizie, come avverrebbe in caso di manifestazioni.

Egitto

Il presidente Al-Sisi ha parlato in un comizio allo stadio internazionale del Cairo, pieno all’inverosimile, in quella che è apparsa una performance elettorale per le prossime presidenziali che si terranno il 10 dicembre. “Viva l’Egitto e Palestina” è la denominazione mediatica della kermesse e coincide con il nome della lista elettorale di Al-Sisi. Un discorso tutto imperniato a difendere la linea assunta nella guerra israeliana contro la popolazione di Gaza. “No alla cacciata dei palestinesi e no alla deportazione. Questa è una linea rossa che non permetteremo mai che Israele la superi”, ha detto il presidente. Debole è stata la spiegazione delle ragioni che hanno limitato l’ingresso degli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza: “Non potevamo mandare gli autisti dei camion alla morte sotto i bombardamenti israeliani”. Il discorso è stato trasmesso in diretta su tutti i canali radio e tv, siti web e social.   

Islamofobia

Il venditore di strada egiziano, Mohammed Hossein, ce l’ha fatta. La sua denuncia documentata ha portato all’arresto del folle disturbatore islamofobo. L’ex funzionario del dipartimento di Stato, Stuart Seldowitz, è finito in prigione con diversi capi d’accusa riguardanti l’odio raziale e le persecuzioni. Seldowitz andava tutti i giorni al chiosco di Hossein e lo apostrofava con frasi razziste e offensive contra la sua religione e lo chiamava terrorista e poi la frase dell’odio: “4000 mila bambini morti a Gaza non bastano”. Il giovane venditore egiziano ha filmato tutte queste “bravate” del 64enne razzista e ha presentato denuncia. Ha postato sui social le immagini per cercare di identificare la persona e poter meglio presentare la denuncia, ma la polizia di New York è stata ligia al dovere e lo ha identificato e portato in carcere. La solidarietà del popolo newyorchese non è mancata: file di gente ad acquistare il pollo halal (macellato secondo il rito islamico), con riso e pinoli. Un abitante ha fornito un tavolo pieghevole per festeggiare in gruppo la vittoria di una causa giusta.    

Cultura

La BBC ha cancellato dal servizio sul premio cinematografico BAFT Scotland awards tutte le dichiarazioni dei premiati che esprimevano la richiesta di cessate il fuoco a Gaza. La premiazione era stata trasmessa in diretta e lì i censori non hanno potuto intervenire, ma nel momento di caricare il servizio sulle piattaforme digitali dell’emittente, le forbici sono andate pesanti. (Ecco le immagini in una notizia del The Nation).

Una condotta non in linea con la tradizione di indipendenza, professionalità e rispetto della verità che l’emittente ha sempre dichiarato di perseguire. Alle forti critiche giunte da pubblico e artisti censurati, l’emittente ha risposto che i tagli sono stati necessari per ridurre il tempo del servizio a 90 minuti rispetto alle due ore della diretta e che la linea editoriale dell’emittente è la neutralità. Molti artisti, censurati e non, hanno respinto queste motivazioni assurde, sostenendo che la BBC con questo atteggiamento rispecchia non la neutralità ma il sostegno all’aggressione. Un altro mito caduto nel fango!

Anche a Hollywood, il nuovo maccartismo delle lobbies filo israeliane si è scatenato contro chi la pensa diversamente. Maha Dakhil, agente di Tom Cruise, è stata messa da parte dalla potente Caa (Creative Artists Agency) per un post sui social in cui aveva denunciato il silenzio della comunità del cinema su un “genocidio in diretta”.

La Uta (United Talent Agency) ha tagliato i ponti con una veterana di Hollywood, Susan Sarandon. La premio Oscar per Dead Man Walking è stata messa a stretto giro di posta all’indice dall’agenzia che l’aveva rappresentata per quasi un decennio. Al comizio pro-Palestina di New York, l’artista aveva precisato che criticare Israele non dovrebbe essere considerato antisemitismo: “E’ una cosa terribile che sta succedendo: le critiche contro Israele vengono travisate. Io sono contro l’antisemitismo e contro la islamofobia”.  

Intanto un’altra attrice di Hollywood, Melissa Barrera, è stata licenziata per aver pubblicamente preso posizione nel conflitto. Barrera non entrerà nel cast del nuovo film Scream per aver paragonato Gaza invasa da Israele a un “campo di concentramento” e aver aggiunto che “la gente non ha imparato nulla dalla storia e resta a guardare in silenzio. Questo è genocidio, è pulizia etnica”. Secondo Barrera, “i media mostrano solo la narrazione israeliana”. Una democrazia senza la libertà d’espressione, è una democrazia azzoppata.

Notizie dal Mondo

Sono passati 21 mesi dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. La Francia ha testato un missile balistico a propulsione nucleare M51. E Russia ha schierato missili intercontinentali atomici Yars con testate nucleari a sud ovest di Mosca.

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Approfondimenti

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