Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Per ascoltare l’audio di oggi, 29 novembre 2023:
Rassegna anno IV/n. 332 (1219)
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Appello
Tutti i giorni arrivano altre adesioni all’appello che abbiamo lanciato per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.
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Le notizie:
Scambio prigionieri tra Israele e Hamas
Oggi è il sesto ed ultimo giorno di tregua tra Hamas e il governo israeliano, iniziata con un cessate il fuoco per 4 giorni poi rinnovata per altri due giorni. Le trattative adesso si concentrano su una tregua più lunga per lo scambio di prigionieri civili e militari. A Doha è arrivato ieri il direttore della CIA, Burns. Il ministro di Stato per gli affari internazionali del Qatar ha affermato che i contatti sono in corso da diversi giorni sulla necessità di mantenere in corso la tregua per arrivare ad un accordo su uno scambio di un numero più alto di prigionieri. Il portavoce militare israeliano ha risposto ad una domanda specifica su questo tema, sostenendo che l’esercito è pronto a riprendere le operazioni militari. Un alto dirigente di Hamas ha espresso disponibilità ad arrivare ad un accordo per la liberazione di tutte le persone nelle mani di Hamas e Jiahad Islamica, civili e militari, in cambio della liberazione di tutti i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane. Oggi è il giorno della verità sulle intenzioni militari del governo Netanyahu.
Ieri sono stati liberati 10 israeliani in cambio di 30 palestinesi. Uno dei minorenni palestinesi rilasciati aveva tutt’e due le braccia ingessate e ha raccontato di essere stato aggredito in cella dai secondini israeliani con bastoni di ferro. Il governo di Tel Aviv ha raccomandato ai suoi cittadini liberati di non rilasciare dichiarazioni alla stampa.
Sono state scambiate anche le liste per il sesto scambio che avverrà oggi pomeriggio.
Israele
L’ex premier israeliano Ehud Barak ha dichiarato che Netanyahu non è degno di guidare il governo, perché ha messo Israele in situazione di pericolo, danneggiandone l’immagine strategica e trascinando il paese in una guerra senza fine. Lo ha scritto in un articolo pubblicato sul quotidiano Haaretz. Barak ha criticato l’alleanza tra Netanyahu e l’asse del sionismo religioso, che lo ricatta sulla colonizzazione in Cisgiordania e per la rioccupazione di Gaza. Secondo l’ex premier, questa politica è pericolosa per il futuro di Israele, perché indebolisce il sostegno degli Stati Uniti, complica i rapporti con Egitto e Giordania e mette in difficoltà gli accordi di Abramo e congela le promettenti relazioni con l’Arabia Saudita.
Il ministro Ben Gvir ha minacciato il ritiro dal governo in caso di un nuovo accordo per lo scambio di tutti i prigionieri e la non ripresa dell’attacco nel sud di Gaza.
Genocidio a Gaza
Gli ultimi tre ospedali aperti a Gaza city sono a rischio chiusura a causa della mancanza di medicine, acqua e elettricità. È quanto affermato dal direttore degli ospedali di Gaza.
L’OMS ha comunicato in un rapporto che il rischio di diffusione delle malattie contagiose è una realtà concreta e potrebbe causare vittime in numero più alto di quelle morte per le bombe. Secondo l’organizzazione internazionale, la mancanza di acqua potabile, la scarsa alimentazione, il freddo e la presenza di cadaveri sotto le macerie sono le cause di un futuro crollo delle condizioni di salute della popolazione
In interviste ai media arabi, abitanti di Gaza che sono tornati in città durante la tregua hanno denunciato il grave stato di distruzione delle loro case. “Volevamo recuperare qualche vestito per far fronte all’inverno, ma non è stato possibile trovare nulla, tutto il palazzo non c’è più”, ha detto una signora ai microfoni.
I combattenti palestinesi hanno annunciato di essersi scontrati con i soldati israeliani in diverse località di Gaza city, dopo la rottura della tregua da parte di Tel Aviv. L’esercito israeliano ha ammesso di aver subito attacchi con obici anti carro.
Stamattina, la Marina israeliana ha sparato diversi colpi sulla spiaggia all’altezza di Khan Younis, in un’inspiegabile violazione della tregua. La zona colpita è quella dove si sono rifugiati gli sfollati dal nord della Striscia.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Jenin è stata dichiarata ieri dall’esercito di occupazione zona militare chiusa. Rastrellamenti nel campo profughi e nella città, assedio totale e cecchini sui palazzi alti. I due ospedali sono accerchiati con carri armati e soldati per impedire i soccorsi ai feriti. Bombardamenti e voli di droni, sia di spionaggio, sia per il lancio di missili contro le case. Con i bulldozer, le truppe hanno aperto varchi nelle strade strette demolendo case e distruggendo le infrastrutture. Si sono avuti scontri armati con gruppi della resistenza. Due giovani sono morti dissanguati a causa del divieto dei soccorsi.
Anche la città di Ariha (Gerico) ed i suoi campi sono stati oggetto di rastrellamenti e arresti di militanti e attivisti.
Libano
Ieri mattina, l’esercito israeliano ha colpito con l’artiglieria la periferia della città libanese meridionale Aita Shaab. Secondo l’agenzia stampa pubblica, il bombardamento non ha provocato morti o feriti, perché è caduto in un’area rurale. È il primo attacco sul fronte sud libanese dall’inizio della tregua a Gaza. I combattenti di Hezbollah non hanno risposto al bombardamento.
Fake news
Il 23 novembre diversi account social del governo israeliano e del ministero degli esteri hanno pubblicato un video di una manifestazione, annunciando che nel sud di Gaza la gente scende in piazza contro Hamas. Il video poi è stato rimosso. Altri account sostenitori di Tel Aviv lo hanno condiviso e si può ancora vedere sull’account dell’ambasciata israeliana a Parigi.
È tutto una grande bugia. Una piccola indagine ha dimostrato che il luogo ripreso nel video è nel nord della Striscia, esattamente a Jebalia, e la manifestazione è dello scorso luglio e riguardava proteste contro le condizioni di vita difficili provocate dall’embargo israeliano. (Leggi tutto)
Cultura
Le giornate teatrali di Cartagine si inaugureranno il prossimo 2 dicembre e dureranno fino al 10 del mese. Il festival ospiterà rappresentazioni teatrali di compagnie di 11 paesi arabi ed africani, prodotte nel 2023. La direzione aveva invitato una compagnia israeliana, ma dopo l’aggressione contro la popolazione di Gaza, l’invito è stato ritirato.
Notizie dal Mondo
Sono passati 21 mesi e 5 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
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