Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Per ascoltare l’audio di oggi, 02 dicembre 2023:
Rassegna anno IV/n. 335 (1222)
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Genocidio a Gaza
Un’infernale giornata di bombardamenti israeliani contro la popolazione civile palestinese in tutta Gaza, senza distinzione tra nord e sud della Striscia. Gli attacchi sono lanciati dal cielo, da terra e dal mare.
A Jebalia, un raid aereo ha demolito un alto palazzo di 13 piani, uccidendo gli abitanti.
A Khan Younis colpite una scuola stracolma di sfollati e prese di mira, con missili teleguidati, le ambulanze che trasportavano i feriti.
A Rafah, sono state attaccate con forti bombe diverse case presso un mercato, decimando intere famiglie. Distrutte completamente 3 moschee, piene di sfollati.
Secondo il ministero della sanità nel primo giorno di rottura della tregua, sono oltre 200 gli assassinati e 623 i feriti.
A Khan Younis gli aerei israeliani hanno lanciato volantini che ordinano alla popolazione di follare a sud. La città è a 13 km dal confine egiziano. Andare a sud significa varcare i confini e trasferirsi in Sinai. Una pulizia etnica in piena regola e nel silenzio delle diplomazie di USA, Nato e UE.
L’esercito israeliano ha comunicato di aver compiuto ieri oltre 400 bombardamenti su Gaza, tra i quali 200 raid aerei.
Da Gaza sono stati lanciati circa 50 razzi contro le città della cintura di Gaza ed in particolare Ashkelon. La resistenza palestinese ha trasmesso video con i rottami di un drone israeliano di fabbricazione statunitense abbattuto. Un comunicato di Brigate Qassam informa di scontri diretti con le truppe israeliane a Beit Lahia e nel centro di Gaza city. Un video mostra il lancio di tre droni kamikaze contro gruppi di soldati israeliani a Jebalia.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Incessanti le operazioni di rastrellamento nelle città della Cisgiordania e Gerusalemme est. Sono state prese di mira in particolare Jenin, Nablus, Tulkarem e Ariha (Gerico). Decine di arresti di attivisti. Il numero degli arresti dal 7 ottobre – secondo il comitato per la protezione dei detenuti – ha raggiunto 3200 attivisti.
L’assedio a Betlemme è una guerra silente. L’economia della città conta sul turismo religioso, ma le truppe di occupazione oltre alle incursioni hanno imposto la chiusura totale della città con blocchi di cemento sulle principali strade di accesso.
Libano
Con la fine della tregua, riprendono le ostilità sul fronte libano-israeliano. Hezbollah ha comunicato di aver colpito con razzi 5 basi militari israeliane nell’alta Galilea. I caccia israeliani hanno bombardato diverse città del Libano meridionale, in particolare Aitaroun. L’artiglieria israeliana ha lanciato oltre 50 obici. Le vittime libanesi sono state 3 persone uccise, secondo quanto riferito dall’agenzia stampa pubblica.
Iraq
Nella notte tra giovedì e venerdì, a Diyali, un gruppo armato ha attaccato con due bombe un autobus e poi ha colpito i passeggeri con raffiche di mitra. 11 persone sono rimaste uccise. Gli attaccanti sono fuggiti facendo perdere le tracce. I passeggeri erano sostenitori di un partito locale che partecipavano a una kermesse elettorale. Secondo fonti della sicurezza, l’attacco è riferibile a Daiesh (Isis).
Egitto
Sono iniziate le votazioni all’estero per le presidenziali egiziane. Tre giorni di apertura delle urne in 137 seggi nelle ambasciate e consolati sparsi in 121 paesi. Non è stato pubblicato il numero degli aventi diritto, ma la ministra dell’emigrazione, Suha Jundi, ha parlato di 14 milioni di egiziani nel mondo. In queste presidenziali si parla soltanto del candidato Al-Sisi. Gli altri tre sfidanti sono dirigenti di piccoli partiti di opposizione, ma i media egiziani non li nominano affatto. Le elezioni in Egitto si terranno il 10 dicembre ed i risultati definitivi (di fatto scontati: vincerà Al-Sisi) si sapranno soltanto il giorno 18.
Opec+
Il cartello petrolifero Opec+ ha deciso la riduzione della produzione di 2,2 milioni di barili al giorno, per contrastare il calo dei prezzi petroliferi. La riduzione riguarda la produzione per il primo quarto del 2024. La maggior quota delle riduzioni spetta alla Russia. Sia Arabia Saudita, Iraq e Emirati arabi uniti compiranno riduzioni considerevoli. Il cartello ha invitato il Brasile a entrare nel gruppo, un ingresso previsto per il prossimo primo gennaio 2024.
Cultura
Più di 1.500 artisti nel Regno Unito e internazionali hanno firmato una lettera aperta accusando le istituzioni culturali britanniche di “reprimere, mettere a tacere e stigmatizzare” le voci in favore dei palestinesi.
La lettera, i cui firmatari includono gli attori Olivia Colman, Nicola Coughlan e Juliet Stevenson, denuncia il “prendere di mira e minacciare i mezzi di sostentamento di artisti e lavoratori artistici che esprimono solidarietà con i palestinesi, così come l’annullamento di spettacoli, proiezioni, conferenze, mostre e lanci di libri”. Per saperne di più di questa e di altre iniziative culturali: QUI.
Notizie dal Mondo
Sono passati 21 mesi e 8 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
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