Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Per ascoltare l’audio di oggi, 11 gennaio 2024:

Rassegna anno V/n. 010 (1261)

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Appello

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

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L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Le notizie

Genocidio a Gaza

I bombardamenti si sono intensificati contrariamente a tutte le promesse avanzate dal segretario di Stato Bliken. Israele intende ridurre le località del sud della Striscia esattamente come quelle del nord: radere al suolo tutto, per impedire ogni vita.

Oltre 247 assassinati nelle ultime 24 ore, in 14 stragi.

23.357 vittime dall’inizio dell’aggressione. Quasi 60 mila i feriti.

Scontri armati tra combattenti palestinesi e soldati israeliane in diverse località: Beit Lahia, Tuam, Beit Hanoun, Zeitun e Sheikh Raduan

Sono intensi a Nuseirat e Zuaida i bombardamenti dal cielo e dal mare.

Dopo i bombardamenti, truppe di terra israeliane hanno avanzato a Khan Younis e Rafah, nel tentativo di completare l’assedio alle ultime città palestinesi prima del confine egiziano. La nuova fase di guerra israeliana contro la popolazione palestinese è volta alla cacciata degli sfollati verso il confine egiziano.

OMS ha ritirato i suoi impegni per la fornitura di materiale sanitario a causa delle minacce militari.

La Croce rossa internazionale ha dichiarato che gli ospedali di Gaza non sono più in grado di compiere operazioni chirurgiche a causa degli attacchi militari subiti e in corso. Un solo ospedale in tutta la Striscia è in grado di operare ed è quello di Khan Younis, ma anche esso è sottoposto a bombardamenti nei dintorni.

4 operatori sanitari sono stati assassinati ieri nell’attacco con un missile contro un’ambulanza, che stava operando un soccorso nel centro della Striscia. Uccisi giornalisti e operatori sanitari a Deir Balah.

100 giorni di aggressione

Per i 100 giorni dell’aggressione israeliana su Gaza, è stato convocato dalle organizzazioni palestinesi e quelle solidali con la causa palestinese uno sciopero globale lunedì 15 gennaio. L’appello internazionale chiede, oltre ad uno sciopero nelle scuole, università e posti di lavoro, di esprimere solidarietà con manifestazioni e presidi davanti alle sedi diplomatiche di Israele e dei paesi sostenitori, soprattutto quelle degli USA. Un’altra modalità di protesta è di non compiere, durante il 15 gennaio, acquisti commerciali e non usare strumenti bancari per un giorno.

Prigionieri

Testimonianze scioccanti dei prigionieri palestinesi tornati dai campi di concentramento nel Negev. Il giornalista Kahlout rilasciato ieri, dopo un arresto che durava dal 7 dicembre, ha raccontato le difficili condizioni subite per oltre un mese. “Siamo stati tenuti per tutto il tempo di prigionia in posizioni di tortura, con le mani ammanettate dietro la schiena. Per lunghi giorni siamo stati tenuti nel deserto del Negev e poi in diverse carceri israeliane. Non sono state avanzate nei miei confronti accuse, ma gli interrogatori si sono concentrati sul mio lavoro giornalistico e le mie collaborazioni con Al-Jazeera. Volevano sapere le fonti delle mie notizie. Gli agenti dello Shabak (i servizi segreti interni israeliani) ci hanno detto che sono stati arrestati 7 mila civili di Gaza. Tra i rilasciati insieme a me ci sono bambini e donne anziane. Una di queste ha 71 anni”.

Proposta del Qatar per lo scambio di prigionieri. La stampa israeliana riporta alcuni particolari di un piano che prevede la fine del conflitto con ritiro dell’esercito israeliano in cambio del rilascio di tutti i prigionieri israeliani nelle mani palestinesi. Viene omessa la parte del rilascio di tutti i detenuti politici palestinesi nelle carceri israeliane. “è una velina del governo Netanyahu, per prendere in giro i familiari dei prigionieri. Nessuna trattativa prima del ritiro e la fine dell’aggressione”, ha risposto il dirigente di Hamas a Beirut, Hamadan. Qatar non ha rilasciato dichiarazioni in merito, ma una fonte egiziana ha detto che un tentativo di contatto con le due parti (governo di Tel Aviv e Hamas) è andato a vuoto.

Cisgiordania e Gerusalemme est

È in corso un’offensiva militare israeliana su larga scala in Cisgiordania. Devastazioni con i bulldozer a Jenin. Decine di arresti dopo perquisizioni nelle case. Una famiglia ha raccontato che i soldati hanno rubato l’oro e tutto il denaro trovato in casa, senza rilasciare un verbale. Le truppe hanno distrutto le fognature, l’acquedotto e le linee elettriche in vasti spazi del campo profughi. Uno dei punti distrutti è il monumento alla giornalista Shireen Abu Aqila, eretto nel luogo dove è stata assassinata da un cecchino israeliano due anni fa. La devastazione delle infrastrutture è un’azione vendicativa che rende la città invivibile. Altre simili azioni sono avvenute a Ramallah, Tulkarem, Ariha e El-Khalil. Scontri tra le truppe di occupazione e combattenti palestinesi sono avvenuti a Nablus. La città è assediata e sui palazzi alti sono nascosti i cecchini.

Diplomazia

Il comunicato finale del mini vertice di Aqaba, al quale hanno partecipato re Abdallah II, presidente Al-Sisi e il presidente Abbas, sottolinea la richiesta urgente di mettere fine all’aggressione israeliana. I tre leader respingono i piani di deportazione dei palestinesi fuori dalla loro terra, chiedono la necessità di far entrare gli aiuti alla popolazione stremata di Gaza e l’avvio di un percorso per la nascita di uno Stato palestinese.

È un esempio dell’impotenza politica e diplomatica araba, che si limita agli appelli senza incidere negli avvenimenti drammatici in corso a Gaza con la diplomazia del petrolio, unico linguaggio che i paesi capitalistici sostenitori di Israele capiscono.

Corte Int. di Giustizia

Oggi si terrà la prima seduta della Corte per affrontare la causa intentata dal Sud Africa contro Israele per l’accusa di genocidio. Diversi paesi hanno appoggiato la richiesta del Sud Africa. Tra questi il Brasile, Colombia, Pakistan, Turchia, la Conferenza dei paesi islamici. Anche la vice premier del Belgio ha dichiarazione che di fronte alla carneficina a Gaza è un dovere morale intervenire nella Corte di Giustizia. L’ex segretario del partito laburista britannico, Corbin, ha chiesto al governo di aderire alla causa avanzata dal Sud Africa.

La denuncia del Sud Africa è costituita di 84 pagine con i relativi documenti e prove sul genocidio in corso contro la popolazione palestinese di Gaza. Una parte importante della documentazione è costituita dalle dichiarazioni dei ministri israeliani di impedire ogni tipo di rifornimento di cibo, acqua, carburante e elettricità a Gaza. Le sentenze della Corte sono obbligatorie, ma non ci sono i meccanismi per renderle operative.

La diretta della seduta si può seguire a questo link: QUI.

Libano

Si intensificano gli scambi di artiglieria, missili e bombardamenti. Hezbollah ha annunciato di aver colpito il comando delle truppe israeliane nel nord della Galilea con droni e missili, per il secondo giorno consecutivo. L’aeronautica israeliana ha colpito le città e villaggi del sud Libano. La situazione è in una fase avanzata di trasformarsi in una guerra generalizzata. Israele minaccia di ridurre il Libano come Gaza. Le mediazioni che sono tutt’ora in corso non sono riuscite a trovare una leva seria per allentare la tensione. La forza militare di Hezbollah è un deterrente, ma Netanyahu ha la necessità di allungare il conflitto in corso per prolungare il clima d’emergenza e mantenersi in carica.

Gli Stati Uniti hanno proposto a Beirut e Tel Aviv di riaprire la trattativa indiretta per la designazione dei confini terrestri, come avvenuto per quelli marini. Questo sottintende il ritiro dalle Fattorie di Shebaa, territorio libanese occupato da Israele dal 1967. Una promessa che potrebbe convincere Hezbollah al disimpegno.

Yemen

Il Pentagono ha reso noto che un attacco navale “complesso” è avvenuto ieri contro navi militari USA e britanniche al largo delle coste yemenite. Washington ha confermato di aver abbattuto 18 droni. Non si conoscono gli effetti reali di questi due attacchi.  

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato una soluzione che chiede agli Houthi di fermare gli attacchi nel Mar Rosso. La risoluzione ha ottenuto 11 voti a favore e 4 astenuti, compresi Russia e Cina.

Il portavoce degli Houthi ha affermato che la navigazione nel Mar Rosso è sicura e non è ostacolata dalle loro azioni, che mirano soltanto a bloccare il passaggio delle navi dirette ad Israele.

La risoluzione potrebbe essere utilizzata dagli Stati Uniti per ampliare il suo intervento navale nella regione.

Iraq-Siria

Un forte attacco con missili e droni kamikaze è avvenuto dal territorio iracheno contro la base militare USA di Conecon, nel nord est della Siria. L’azione è stata rivendicata dalla cosiddetta “resistenza islamica in Iraq”, un’organizzazione ombra che raggruppa milizie governative anti statunitensi. L’osservatorio siriano ha confermato l’attacco con una serie di droni su un lasso di tempo di due ore, ma le difese antiaeree hanno distrutto tutti gli elementi attaccanti in cielo, prima di toccare terra. Dall’inizio dell’invasione israeliana di Gaza ci sono stati 130 attacchi contro basi USA in Siria e Iraq. Il governo iracheno ha chiesto ufficialmente a Washington di ritirare i propri soldati dall’Iraq, mentre Washington nega che questa richiesta sia stata ricevuta.

Tunisia

Il giornalista Ziad El-Hani è stato condannato a 6 mesi di reclusione, con la condizionale, per aver criticato la ministra del commercio, Kulthum Bin Rajab, in una trasmissione radiofonica. Il sindacato dei giornalisti ha accusato il governo di voler zittire le voci critiche nell’informazione con l’uso della magistratura. Il giornalista è uscito dal carcere ieri sera, dopo quasi due settimane di reclusione. Amnesty International aveva condannato l’arresto del giornalista ed aveva chiesto la sua immediata liberazione.

Somalia

Un elicottero della missione ONU è stato sequestrato dal movimento Shabab dopo un atterraggio d’emergenza in una zona sotto il loro controllo militare. L’aereo è partito da Belet Uen ed ha avuto un guasto tecnico e il pilota ha dovuto atterrare a Galgudud e l’equipaggio è stati assediati dai miliziani. Sull’aereo vi erano 7 persone, 2 somali e 5 stranieri, tutti civili.

Annuncio:

LINK al COLLEGAMENTO YOUTUBE PER LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO “J’ACCUSE” CON L’ AUTRICE FRANCESCA ALBANESE E CON LUISA MORGANTINI – GIOVEDI’ 11 GENNAIO 2024 ORE 17.00.

La presentazione del libro viene fatta oggi, presso la Sala delle Bandiere del Parlamento Europeo Via IV Novembre 149 – Roma

Posti esauriti. Per partecipare online: QUI

Oppure pagina fb AssopacePalestina.

Notizie dal Mondo

Sono passati 22 mesi 17 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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