Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
04 settembre 2021
Rassegna anno II/n. 66
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I titoli
Afghanistan: I taliban entrano nella valle del Panshir. Le donne in piazza a Herat per rivendicare lavoro e istruzione.
Libia: Scontri a Tripoli tra milizie rivali ingaggiate dal governo.
Etiopia: L’esercito annuncia combattimenti vicino alla diga Rinascita.
Emirati: Due ONG denunciano condizioni discriminatorie della polizia contro lavoratori africani.
Le notizie
Afghanistan
Nella valle del Panshir è guerra.
I taliban hanno dichiarato di aver espugnato la provincia ribelle, ma il movimento di resistenza nazionale, guidato dal comandante Massoud, ha smentito, ammettendo però di aver perso alcuni posti di blocco. Mercoledì scorso le trattative tra le parti per la fine delle ostilità si sono concluse senza accordo e i taliban hanno iniziato l’offensiva per conquistare l’ultima provincia fuori dal loro controllo. La popolazione della valle è di etnia tagiki e per impedire l’arrivo di aiuti militari dal vicino Tagikistan, i taliban hanno chiuso i valichi di frontiera. Sono state interrotte anche le comunicazioni telefoniche e Internet.
A Herat, le donne sono scese in piazza per rivendicare istruzione e lavoro. Un centinaio di attiviste, con cartelli scritti a mano su fogli di carta, hanno protestato contro le dichiarazioni dei taliban, che vorrebbero l’esclusione dal governo delle donne negli incarichi apicali.
Nell’ultimo numero del settimanale online dell’ISIS, “Anbaa” (Notizie), è stato pubblicato un editoriale, dal titolo “La battaglia del Tawheed”, sugli eventi di Kabul ed in particolare dell’attacco suicida, rivendicato dall’ISIS Khorasan, all’aeroporto della capitale afgana del 26 agosto, pochi giorni prima del ritiro totale delle truppe USA. In un linguaggio farneticante, si rivela l’abisso che divide le correnti jihadiste e le divergenze tra ISIS e movimento taliban. Questi viene dipinto come “apostata servo degli infedeli sceso a patti con il tiranno”. Domani, su www,anbamed.it sarà pubblicato il testo integrale dell’editoriale.
Le organizzazioni dell’ONU per gli aiuti umanitari hanno ripreso i voli verso gli aeroporti afgani. Quello di Kabul è stato aperto al traffico locale ed è imminente il suo utilizzo per la ricezione degli aiuti e l’evacuazione degli stranieri. La massa di afgani che intende lasciare il paese dominato dagli integralisti si è spostata verso i confini terrestri, in particolare l’Iran. Decine di migliaia di persone hanno superato i valichi di frontiera e sono state accolte in campi nell’est dell’Iran, ma il governo di Teheran ha avvisato che questi profughi dovranno tornare nel loro paese appena si stabilizzeranno le condizioni politiche e finiranno i motivi dell’emergenza provocati dal conflitto. In Iran, dalle diverse ondate di fuga degli ultimi 40 anni, sono presenti due milioni e mezzo di profughi afgani.
Libia
Scontri tra milizie a Tripoli.
Sono i primi da quando si è insediato il governo di unità nazionale guidato dal premier Dbeiba. Nel quartiere Salahuddin, nella parte sud della capitale, si sono avuti scambi di artiglieria e di colpi di armi leggere. Le due milizie sono ingaggiate e pagate dal governo per garantire la sicurezza, ma la lotta per il controllo del territorio è prevalsa rispetto al compito assegnato. Ciascuna delle due parti accusa l’altra di aver superato i propri limiti e di agire per mantenere l’ordine. La popolazione del quartiere ha trascorso due notti da incubo, chiusa in casa.
Etiopia
L’esercito di Addis Abeba ha dichiarato di aver sventato un tentativo di sabotaggio contro la diga Rinascita. Unità delle forze armate etiopiche, preposte alla sicurezza e protezione della diga, hanno bloccato un gruppo di ribelli. Negli scontri sono stati uccisi 50 persone e catturate altre 70. Secondo il portavoce militare gli insorti appartengono al Fronte popolare del Tigray. Da giugno, le sorti della guerra in Etiopia si sono rovesciate, con l’avanzata del Fronte ribelle, conquistando tutta la provincia del Tigray, penetrando anche nelle due province limitrofe di Amhara e Afar. L’11 agosto una formazione di guerriglia degli Oromo si è alleata con i ribelli del Tigray. Il conflitto in corso ha provocato il blocco degli aiuti umanitari internazionali alla popolazione intrappolata tra i belligeranti.
Emirati
Due ONG internazionali accusano la polizia di Abu Dhabi di violenza contro i migranti. L’Osservatorio Euromediterraneo per i diritti umani (Svizzera) e Impact (Gran Bretagna) hanno diramato i risultati di uno studio congiunto sulle condizioni dei lavoratori africani negli Emirati Arabi Uniti. L’inchiesta ha preso in esame i casi di 100 migranti che hanno testimoniato le loro storie con la polizia emiratina. Tra le dichiarazioni più significative vi sono quelle di una ventina di lavoratori che sono stati espulsi dopo una retata in un palazzo che ospitava circa 800 stranieri, prevalentemente provenienti dall’Africa. “Siamo stati arrestati malgrado il possesso di visti e permessi di soggiorno regolari”, hanno denunciato. Le due organizzazioni hanno accusato la polizia emiratina di atti discriminatori su base razziale. La polizia di Abu Dhabi respinge le accuse e parla di una normale operazione di sicurezza contro la tratta delle schiave sessuali.