Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
07 settembre 2021
Rassegna anno II/n. 69
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Nella rubrica Approfondimenti pubblichiamo un appello del «Comitato Solidale Grup Yorum» per l’organizzazione di iniziative artistiche in sostegno della lotta per la libertà in Turchia.
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I titoli
Israele: Sei detenuti palestinesi sono fuggiti dal carcere di massima sicurezza di Gilboa.
Nella notte, bombardamento su Gaza.
Afghanistan: I taliban controllano tutto l’Afghanistan. Il comandante Massoud ha ammesso la caduta del Panshir.
Libia: Liberato dal carcere di Tripoli l’ex segretario di Gheddafi.
Palestina:14 agenti dell’ANP a processo per l’assassinio dell’attivista Nizar Bannat.
Iraq: Accordo con Total per investimenti nel settore gas per 10 miliardi di dollari.
Sudan: All’aeroporto di Khartoum un aereo proveniente da Addis Abeba carico di armi.
Migranti: Nel 2021 respinti in Libia 23 mila persone.
Le notizie
Israele
Sei detenuti palestinesi nel carcere israeliano di Gilboa sono riusciti a scappare scavando un tunnel sotterraneo, dalla loro cella fino all’esterno del carcere. Sono tutti originari della città di Jenin, Cisgiordania, e sono in carcere per azioni di resistenza contro l’occupazione militare. Uno è Zakaria Zubeidi, capo della Brigata dei Martiri di Al-Aqsa (Fatah) e gli altri cinque sono militanti della Jihad islamica. Un’evasione da film che è stata possibile grazie all’uso di un cucchiaio per scavare nel terreno sotto il water della cella fino al raggiungimento delle condutture fognarie. La loro fuga è avvenuta nella notte e l’allarme è scattato soltanto quando un contadino li ha visti all’alba attraversare il suo terreno, scambiandoli per ladri. L’esercito israeliano ha predisposto posti di blocco e unità di ricerca per riprenderli sia in territorio israeliano che in Cisgiordania. Secondo fonti palestinesi, i sei hanno avuto una collaborazione dall’interno del carcere, per poter nascondere la terra spostata durante lo scavo e per il possesso dei cellulari con i quali hanno coordinato l’operazione. La stampa israeliana scrive che l’accaduto è uno scandalo per l’inefficienza dei servizi di sicurezza.
Nella notte, i caccia israeliani hanno bombardato Gaza.
Afghanistan
Il movimento taliban controlla tutto il territorio afgano. I miliziani, dopo sei giorni di duri combattimenti, hanno completato la conquista del Panshir. Il comandante Massoud ha ammesso – in una registrazione audio – la sconfitta militare, ma non ha consegnato le armi. Si è rifugiato nelle montagne e promette resistenza. L’ex vice presidente afgano, Amrullah Saleh, ha lasciato l’Afghanistan e si è rifugiato all’estero, ma non si conosce la destinazione. Il portavoce del Fronte di Resistenza Nazionale, Fahim Dashty, è stato assassinato dai taliban. Il portavoce da Kabul, Mujahid, ha dichiarato che la guerra è finita e che è tempo per la formazione del governo. Viene confermato che sarà l’ex negoziatore a Doha, Dardar, a guidare il governo e che il capo Akhundzadeh sarà nominato emiro dell’Emirato islamico. Tra i signori della guerra che hanno dichiarato l’alleanza con gli studenti islamici vi è Qalbuddin Hekmatiar, fondatore del Hezbu-Islami, che ha combattuto contro i sovietici e poi, nei primi anni Novanta, ha fatto parte del governo Rabbani, prima che i taliban prendessero il potere e lo emarginassero.
Tunisia
Naji Hafian è morto sabato dopo 48 ore di agonia in ospedale. Giovedì scorso si era dato fuoco, per protestare contro le condizioni di vita difficili. Naji, ancora sedicenne, era stato ferito durante la repressione della rivolta, nel gennaio 2011, da una pallottola sparata dalla polizia che lo aveva colpito in testa. Malgrado che il suo nominativo fosse stato registrato tra le vittime della repressione, Naji non aveva ottenuto nessuna assistenza sociale e sanitaria, per superare gli effetti dello sparo. Dopo dieci anni dalla rivolta dei gelsomini, la classe politica tunisina non ha prodotto nessun cambiamento sociale positivo.
Libia
Dopo il rilascio di Saadi Gheddafi, anche l’ex segretario personale del dittatore, Ahmad Ramadan, è stato rilasciato dal carcere di Tripoli, dopo 10 anni di prigionia. La decisione formalmente è della magistratura, ma a determinarla è stata la scelta politica. Il governo di accordo nazionale ha proceduto ad un piano di riconciliazione per la pacificazione del paese e tra le misure prospettate vi è il rilascio di tutti gli uomini dell’ex regime, i quali non abbiano avuto le mani sporche di sangue. Il caso più controverso rimane quello di Abdullah Senussi, ex capo dei servizi di sicurezza della fu Jamahiria. Le sue mani sono grondanti di sangue delle 1200 vittime del carcere di Abu Selim, carneficina avvenuta nel giugno 1996.
Palestina
Le autorità giudiziarie dell’ANP hanno deferito a processo 14 agenti, accusati per la morte dell’attivista Nizar Bannat in seguito al suo arresto lo scorso 24 giugno. La famiglia della vittima giudica insufficiente la decisione della magistratura, perché valuta che gli accusati sono dei “capri espiatori” ed i veri mandanti responsabili non pagheranno mai per il loro crimine. Il nipote, Ammar Bannat, ha informato i giornalisti che la famiglia ha compiuto una sua indagine parallela e si rivolgerà ad un Tribunale internazionale per chiedere verità e giustizia. Inoltre, ha dichiarato: “Questa è una farsa teatrale; nessuno degli accusati è stato arrestato e tutti godono di privilegi particolari, sia durante gli interrogatori, sia nella vita sociale. Questo processo davanti al tribunale militare del’ANP è soltanto per gettare fumo negli occhi e insabbiare la vicenda”.
Iraq
Il governo iracheno ha firmato con la società francese Total un contratto di sfruttamento del gas dei pozzi petroliferi per un ammontare di 10 miliardi di dollari. Il ministro iracheno dell’Energia, Ihsan Ismail, ha informato che a questo investimento per le infrastrutture si aggiungerà un altro del valore di 17 miliardi di dollari. L’accordo ha la durata di 25 anni e segna il ritorno in grande stile di Total in Iraq. L’investimento è destinato alla costruzione di centrali elettriche che sfruttano il recupero del gas dei pozzi, che attualmente viene bruciato in aria, provocando inquinamento di CO2 e riscaldamento ambientale.
Sudan
Le autorità sudanesi hanno scoperto un carico di armi in un aereo proveniente da Addis Abeba. Il velivolo è atterrato, sabato sera, all’aeroporto internazionale di Khartoum. Secondo un esponente della commissione preposta alle indagini, sono stati trovati 72 scatole con armi automatiche fornite di visori notturni. Il carico di armi è di fabbricazione russa e la sua spedizione in Etiopia risale al 2019. Le relazioni tra Addis Abeba e Khartoum sono già tese per gli scontri di frontiera e la crisi della spartizione delle acque del Nilo. Non sarà facile per il governo di Ahmad Abiy spiegare la spedizione di un’ingente quantità di armi, senza avvisare preventivamente il governo sudanese.
Migranti
Nei primi 8 mesi di quest’anno sono stati 23 mila i migranti bloccati nel Mediterraneo centrale e rimandati in territorio libico. Un numero che non si verificava da 4 anni ed è il doppio rispetto a quelli respinti nei 12 mesi del 2020. Tra questi vi sono circa 1000 minori non accompagnati e oltre 1500 donne, 68 delle quali incinte. La guardia costiera libica si rivela così un cane da guardia per i confini europei. Secondo associazioni della società civile libica, un milione e mezzo di persone, migranti e sfollati libici, hanno bisogno di aiuti umanitari a causa della situazione di instabilità politica, malgrado la fine del conflitto a Tripoli da quasi un anno.
Approfondimenti
Un appello del «Comitato Solidale Grup Yorum»
Abbiamo la possibilità nell’ultima settimana di settembre 2021 di far venire in Italia da Parigi dieci membri del Grup Yorum per una settimana durante la quale pensiamo di organizzare uno o più concerti oltre a riunioni, dibattiti e conferenze stampa.