Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
15 settembre 2021
Rassegna anno II/n. 77
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I titoli
Palestina Occupata:Sciopero dei detenuti nelle carceri israeliane a partire da Venerdì.
Marocco:Sgominata una cellula dell’ISIS. Tre arrestati con sequestro di esplosivo e materiale propagandistico.
Yemen:Prima nave commerciale dal porto di Gedda, in Arabia Saudita, a quello di Hodeida. Una prova per la ripresa del negoziato.
Algeria:Arresti tra i giornalisti originari della Cabilia, con assurde accuse di appartenenza ad organizzazioni terroristiche.
Egitto:L’attivista Abdel Fattah, in carcere da sei anni, minaccia il suicidio per le dure condizioni di detenzione.
Libia-Ciad: Scontri tra esercito libico e milizie FACT dell’opposizione ciadiana.
Le notizie
Palestina Occupata
I detenuti palestinesi nelle carceri israeliane hanno deciso di organizzare uno sciopero della fame, a partire da Venerdì prossimo, in segno di protesta contro le restrizioni imposte dalle autorità carcerarie, avvenute in seguito alla fuga dei 6 detenuti dal carcere di massima sicurezza di Gilboa. Parteciperanno allo sciopero 1380 reclusi, distribuiti in 8 prigioni. Lo ha comunicato il dipartimento dell’ANP per gli affari dei detenuti.
Le famiglie dei prigionieri hanno svolto ieri a Ramallah un sit-in davanti alla sede della Croce Rossa Internazionale. Il governo di Tel Aviv ha deciso di punire tutti i detenuti palestinesi, cancellando le visite dei familiari e gli incontri con gli avvocati. Le ritorsioni sono arrivate ad un livello assurdo nel caso di Omar Abeed, 24 anni, liberato due giorni fa per fine pena. Mentre nella sua abitazione a Gerusalemme Est si stava tenendo una festa per il suo ritorno, le forze di occupazione hanno fatto irruzione e arrestato nuovamente lui e suo padre, senza accuse. Il suo avvocato non lo ha potuto incontrare e non ha ottenuto spiegazione all’azione vendicativa, che usa l’arresto amministrativo come una clava contro gli attivisti.
Marocco
L’agenzia stampa marocchina MAP ha informato che le forze di sicurezza hanno arrestato ieri tre persone nella città di Rashidia, nella regione sud orientale del paese. I tre sono accusati di essere affiliati all’ISIS. Il comunicato delle autorità giudiziarie parla di un gruppo pericoloso che si stava accingendo a compiere attentati e assassinii contro personalità governative. Nelle perquisizioni delle loro abitazioni sono stati sequestrati materiale esplosivo e molta documentazione di propaganda jihadista, oltre a corsi di addestramento all’uso degli esplosivi e delle armi. Non vengono resi noti i nomi degli interessati, ma soltanto la loro età: 21, 27 e 37 anni.
Yemen
I ribelli Houthi hanno annunciato che una nave commerciale è partita dal porto di Gedda diretta a Hodeida, ma non ci sono conferme da parte di Riad. La notizia è un buon segno di una possibile ripresa del negoziato per la fine del conflitto. Dal 2015, il porto di Hodeida, sotto il controllo dei ribelli, è assediato dai sauditi, impedendo la fornitura di carburanti e derrate alimentari alla popolazione di tutta la zone settentrionale del paese. Uno dei capi dei ribelli, Mohammed Houthi, ha scritto sui social: “Questo è un passo importante , per creare fiducia e aprire la strada ad un negoziato senza ricatti”. Dal 2014 lo Yemen vive una guerra civile e un intervento militare dell’Arabia Saudita e degli Emirati, conflitto che ha causato una disastrosa crisi umanitaria; oltre 230 mila morti, 5 milioni di sfollati e l’80% dei 30 milioni di abitanti vive grazie agli aiuti internazionali.
Algeria
Il giornalista Mohammed Mouloudj è stato arrestato domenica dalla gendarmeria di Tizi Ouzou, lo scrive il quotidiano in lingua francese Libertè per il quale lavora. La sua casa ad Algeri è stata perquisita, ma non si conosce le accuse a lui rivolte. Mouloudj, 42 anni, ha subito in passato azioni restrittive come il ritiro del passaporto ed è stato diverse volte incarcerato per il suo impegno a favore dei diritti della popolazione Amazigh. Oggi dovrebbe tenersi la prima udienza di conferma dell’arresto.
Lunedì, un altro giornalista e attivista per i diritti umani, Hassan Bouras, è stato arrestato, in attesa di conclusione delle indagini, con l’accusa di appartenenza all’organizzazione MAC (Movimento per l’Autonomia della Cabilia).
Il MAC è stato inserito dal governo algerino, lo scorso maggio, tra le organizzazioni terroristiche.
Egitto
L’attivista Alì Abdel Fattah, in prigione da 6 anni, è in gravi condizioni di salute fisica e psicologica. L’avvocato ha informato che il suo assistito minaccia di suicidarsi per le dure condizioni di detenzione in un carcere di massima sicurezza, in attesa di conclusione indagini. Ad Abdel Fattah sono state vietate l’ora d’aria e la ricezione di libri. Gli è stata sequestrata anche la radio. Queste misure sono la vendetta dell’amministrazione carceraria per la denuncia delle torture subite dall’attivista al momento del suo arrivo in prigione.
Il tribunale del Cairo ha rinviato al 28 settembre l’udienza nel processo contro Patrick Zaki.
In Egitto, lo scorso sabato il presidente Al-Sissi ha inaugurato i lavori per quello che viene chiamato: “Progetto per una strategia nazionale dei diritti dell’uomo”. Un’iniziativa che molti osservatori hanno considerato una propaganda ad uso e consumo delle relazioni internazionali. Cinque organizzazioni per i diritti umani hanno pubblicato un manifesto con 7 richieste al presidente, per rendere operativo quanto annunciato. La prima richiesta riguarda il rilascio dei detenuti politici in arresto preventivo o condannati con la legge anti-terrorismo, per aver espresso pacificamente le loro opinioni o per azioni politiche non violente.
Libia-Ciad
La TV libica Al-Hadath ha informato di scontri al confine meridionale tra l’esercito libico LNA, del generale Haftar, e le milizie FACT dell’opposizione ciadiana. Secondo l’emittente un soldato libico è rimasto ucciso e un’intera colonna dei ribelli ciadiani sarebbe stata distrutta. Il “Fronte per il Cambiamento e la Concordia in Ciad” (FACT) ha pubblicato sul web un comunicato che conferma gli scontri, affermando che l’attacco delle forze di Haftar è stato compiuto con la partecipazione di militari sudanesi e la guida di generali francesi. Il movimento FACT, lo scorso aprile, ha ucciso in combattimento l’ex presidente del Ciad, Idriss Dibby. Suo figlio, il generale Mohammed Dibby si è autoproclamato presidente, in una sorta di colpo di Stato militare.