Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno V/n. 056 (1307)

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Appello 1

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato ad ottobre per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!

L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

Per seguire tutte le manifestazioni in solidarietà con Assange e la libertà di stampa

Le notizie

Genocidio a Gaza

Le truppe israeliane hanno compiuto a Gaza nella giornata di ieri 7 stragi contro la popolazione civile provocando l’uccisione di 86 civili e il ferimento di 131. Il totale degli uccisi è 29.692 e i feriti 69.879.

I bombardamenti sono proseguiti nella notte causando altre vittime.

L’esercito israeliano ha dichiarato finite le operazioni militari all’interno dell’ospedale Nasser, ma la struttura rimane occupata e viene impedito il suo funzionamento sanitario. Le chiavi di tutte le ambulanze sono state sequestrate, in una pratica disumana senza precedenti nella storia di tutte le guerre passate.  

Scontri tra l’esercito e combattenti sono stati registrati sia nel nord della Striscia sia a Khan Younis. Dal nord della Striscia sono stati lanciati razzi contro le colonie della zona limitrofe a Gaza.

Uccidere per fame

È il quinto giorno nel quale quasi un milione di palestinesi, nel nord della Striscia di Gaza, non ha consumato neanche un pasto al giorno. Dal 23 gennaio non è entrato più neanche un solo camion di aiuti. La gente è allo stremo e si cominciano a registrare i primo morti. Ieri, un bambino ferito ricoverato nell’ospedale Shifà di Gaza è morto per fame e mancanza di medicine. Si chiamava Mohammed Jamil Ihab Nasrillah ed aveva 8 anni. I morti non sono soltanto tra i bambini e neonati, ma anche tra anziani e adulti. Gli appelli disperati dei bambini e le suppliche di uomini e donne, lanciate sui media arabi e palestinesi, non hanno trovato ascolto. Il direttore dell’UNRWA Lazzarini ha dichiarato: “i nostri appelli non sono stati ascoltati e sono caduti nel vuoto. Le autorità militari israeliane non hanno fatto passare neanche un camion di aiuti”. Al valico di Rafah sono ferme in Egitto 2 mila camion di aiuti internazionali, bloccati dalle minacce di bombardamento israeliano in caso di ingresso in territorio palestinese.

Dichiarazioni disperate e inascoltate delle agenzie internazionali sono cadute nel più totale silenzio delle cancellerie amiche di Israele, che si dimostrano complici nel genocidio in corso. “Israele usa questa pratica deliberata di affamare la popolazione civile come arma di guerra”, ha dichiarato un funzionario dell’OMS.

Cisgiordania e Gerusalemme Est

La mamma dell’attivista Alaa Shretih è stata presa in ostaggio dalle forze di occupazione a Tulkarem, per costringerlo a consegnarsi. Shretih è stato liberato lo scorso novembre nello scambio di prigionieri tra Netanyahu e Hamas.

A Jenin è deceduto il ferito Majdi Nabhan, colpito nell’esplosione del missile lanciato da un drone israeliano alcuni giorni fa.

Le incursioni delle forze di occupazione hanno riguardato le province di Nablus, El-Khalil, Tulkarem, Betlemme e Jenin con decine di arresti e feriti.

ANP

L’Autorità nazionale palestinese ha annunciato che ci sarà un nuovo governo a Ramallah. Il premier Shtieh ha messo a disposizione del presidente Abbas le proprie dimissioni. Il nuovo governo dell’autonomia palestinese sarà costituito da tecnici e non di rappresentanza politica, come richiesto da Blinken nella sua ultima visita a Tel Aviv e Ramallah, “per potere risolvere il contenzioso con il ministro israeliano di estrema destra Smotrich e liberare le tasse spettanti ai palestinesi e trattenute da Tel Aviv”. Il nome più gettonato per la guida del nuovo governo è quello di Mohammed Mustafà, direttore del Fondo palestinese di Investimenti. La questione ha già fatto nascere polemiche tra dirigenti di Fatah da una parte e quelli di altre organizzazioni politiche palestinesi dall’altra. Le critiche maggiori riguardano la mancanza di un confronto politico palestinese per far fronte alla fase molto delicata nella storia palestinese, con la minaccia israeliana di una seconda Nakba.

Corte Int. di Giustizia

Oggi è l’ultimo giorno di ascolto, nella sessione attuale, delle testimonianze sullo status dell’occupazione militare israeliana dei territori palestinesi di Cisgiordania, Gerusalemme est e Gaza. È atteso il discorso dell’Unione Africana, che nel recente vertice ad Addis Abeba aveva sostenuto il ricorso del Sud Africa contro Israele nell’altro processo davanti alla Corte dell’Aja sul genocidio in corso a Gaza.

È attesa anche la relazione che il governo israeliano deve presentare in obbligo delle sei ordinanze emesse il 26 gennaio 2024: per evitare il genocidio, protezione della popolazione civile, non cancellazione delle prove e passaggio degli aiuti umanitari. Le anticipazioni della stampa israeliana sostengono che Netanyahu si autoassolve dichiarando la formula magica “che Israele ha il diritto di difendersi”.

Scambio Prigionieri

Doccia fredda sulle trattative per lo scambio di prigionieri. Mentre a Tel Aviv, per ragioni di propaganda politica interna, si diffonde ottimismo e si annuncia che Hamas ha ceduto sulle sue condizioni iniziali, il premier Netanyahu però continua a fare dichiarazioni per salvare la propria maggioranza ed evitare che l’ala di estrema destra lo lasci solo. Due le dichiarazioni che minano qualsiasi possibilità di una trattativa seria: “Il piano per l’invasione di terra è pronto, se si raggiunge un accordo per la liberazione degli ostaggi, lo rinvieremo alla fase successiva, altrimenti l’offensiva la faremo anche nel mese di Ramadan”. La seconda dichiarazione è nel merito dello scambio: “I detenuti di lunghe condanne saranno espulsi all’estero”. Il riferimento implicito è a Barghouti e Saadat. I due propositi di Netanyahu mirano a minare la trattativa e farla affondare prima di iniziare. Infatti non è mancata la reazione della dirigenza di Hamas che ha fatto giungere alle TV arabe una dichiarazione, in condizioni di anonimato, nella quale si sostiene che “l’ottimismo che circola è prematuro perché al momento attuale non c’è nessun accordo, ma soltanto un quadro generale per la trattativa vera e propria”. Anche la Casa Bianca dopo le dichiarazioni ottimiste ha frenato dicendo che la trattativa indiretta è ancora in corso.

Oggi dovrebbe arrivare a Doha una delegazione dei servizi segreti israeliani diretta dal capo del Mossad, Barnea, per trattare con Hamas, tramite i servizi del Qatar, i particolari dello scambio di prigionieri. I punti trapelati dalle fonti israeliane sono: una prima fase di cessate il fuoco di 6 settimane con lo scambio di 40 prigionieri israeliani a Gaza e la liberazione di 400 detenuti palestinesi in Israele. Accesso degli aiuti internazionali alla popolazione, ritorno degli sfollati al nord della Striscia. Se questa fase di trattativa si coronerà di successo, si passa la mano all’Egitto per le procedure dello scambio sul valico di Rafah.   

Israele

Duri scontri tra i manifestanti e la polizia a Tel Aviv. Le richieste delle proteste di piazza sono quelle di una trattativa seria per riportare gli ostaggi israeliani a casa e elezioni anticipate. L’opinione pubblica israeliana è ancora fortemente pro guerra, ma mette lo scambio di prigionieri come priorità. “Per l’eliminazione di Hamas c’è tempo”, ha detto uno dei leader della protesta ad una tv privata israeliana.

Lo scontro politico è al suo apice. L’ex premier Barak ha invitato i manifestanti ad “assediare il parlamento per settimane fino alle dimissioni del governo. Questo governo vuole salvare soltanto sé stesso. Bisogna far capire a Netanyahu che è stato bocciato”.

Yemen

È guerra aperta tra due potenze della Nato e il più povero paese del pianeta. I bombardamenti sulle città yemenite sono quotidiani e il lancio di missili e droni contro navi nello stretto di Bab Mandab è altrettanto intenso. Il Pentagono ha annunciato che una nuova nave commerciale statunitense è stata attaccata ieri. Gli Houthi hanno denunciato che i bombardamenti angol-statunitensi di due giorni fa hanno causato vittime civili.

Libano

Anche il fronte Libano-Israele si sta scaldando. I raids aerei israeliani sono incessanti e stanno colpendo anche in profondità territoriale, raggiungendo la provincia di Sidone. Hezbollah ha annunciato la perdita di due combattenti e la risposta è stata quella di attaccare alcune postazioni dell’esercito israeliano vicine alla linea di demarcazione e lanciare missili contro le colonie ebraiche insediate nei territori libanesi e nel Golan siriano occupati da Israele dal 1967. Questo accorgimento nelle regole d’ingaggio militare ha la funzione di ridurre le pressioni diplomatiche di Francia e USA sul governo di Beirut.

Il sindaco di Kiryiat Shmona ha lanciato un appello alla popolazione rimasta ancora in città di abbandonarla ed evacuare verso sud.

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni e 2 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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