Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno V/n. 058 (1309)

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Appello 1

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato ad ottobre per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!

L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

Per seguire tutte le manifestazioni in solidarietà con Assange e la libertà di stampa

Le notizie

Genocidio a Gaza

145esimo giorno di intensi e incessanti bombardamenti. La conta giornaliera delle vittime dell’aggressione israeliana contro la popolazione di Gaza peggiora di giorno in giorno: ieri sono state compiute 11 stragi con 96 uccisi e 172 feriti. Molti corpi sono ancora sepolti sotto le macerie dei palazzi rasi al suolo. Cecchini e droni impediscono i soccorsi.

I bombardamenti non hanno risparmiato nessuna città della Striscia. Su Rafah si stanno concentrando i bombardamenti aerei e quelli dell’artiglieria marina. Uno degli obiettivi dei cannoni israeliani è la produzione agricola. Per il secondo giorno consecutivo, sono state prese di mira le famiglie che coltivano le loro terre nella provincia di Rafah. Una sistematica e deliberata azione per far morire la popolazione di fame: distruggere la produzione interna e impedire l’ingresso degli aiuti internazionali.

L’OCHA ha denunciato ieri a Ginevra “la determinazione dei militari israeliani ad impedire il passaggio degli aiuti alla popolazione. Anche i soccorsi dei malati assediati all’ospedale Amal sono stati bloccati. Un convoglio di ambulanze dell’OMS è stato fermato all’uscita dell’ospedale, malgrado il precedente coordinamento dell’operazione umanitaria con l’esercito”.

Uccidere per fame

Decine di migliaia di palestinesi passano il settimo giorno senza mangiare. Un assedio criminale da parte dell’esercito israeliano che non muove le coscienze del mondo. Affamare per fini militari è un crimine di guerra e contro l’umanità. L’ONU ha messo in allarme che “la morte per fame è a un passo dalla stragrande maggioranza dei palestinesi a Gaza e in particolare nel nord della Striscia dove non arrivano per nulla gli aiuti. Un quarto della popolazione dev’essere soccorso immediatamente per evitare una morte di massa per fame”. Il report ONU, presentato al Consiglio di Sicurezza, redatto dopo 142 giorni di aggressione israeliana, elenca: “29.782 morti; 1,7 milioni di sfollati; 2,2 milioni in crisi alimentare; 60% edifici distrutti; 17.000 bambini senza genitori; 1 milione con problemi mentali”. Genocidio impunito.

Cisgiordania e Gerusalemme Est

Un quarto giovane palestinese assassinato ieri dai soldati israeliani. In un posto di blocco tra Ramallah e Gerusalemme, i soldati hanno sparato contro il giovane, ferendolo al torace. I militari hanno impedito il soccorso fino alla sua morte per dissanguamento. Licenza di uccidere.

Le truppe occupanti sono penetrate nella città di Jenin devastando con i bulldozer le infrastrutture e i negozi sulla strada d’ingresso al centro città. Una vendetta collettiva per togliere sostegno popolare alla resistenza contro l’occupazione militare. Lo stesso è avvenuto questa notte anche a Nablus.

Soldato USA

Il soldato statunitense, Aaron Bushnell, si è dato fuoco davanti all’ambasciata di Israele a Washington al grido di “Palestina libera”. La protesta contro il genocidio dei palestinesi a Gaza è andata in diretta social. Aaron Bushnell è morto in ospedale per le ustioni riportate

Aaron Bushnell, 25 anni, ha raggiunto in divisa dell’aviazione la sede dell’ambasciata israeliana, riprendendo con il telefonino tutta la protesta su una piattaforma social. 

Nelle immagini, ripubblicate da diversi utenti, Bushnell parla alla telecamera del cellulare camminando con una borraccia nell’altra mano.  “Non voglio più essere complice del genocidio. Il mio atto di protesta estrema è nulla se si considera la sofferenza che sta subendo la gente in Palestina per mano dei suoi colonizzatori israeliani”. Bushnell grida cinque volte “Palestina libera!” prima di urlare di dolore.

A dicembre una manifestante si era data fuoco davanti al consolato israeliano di Atlanta.

Scambio Prigionieri

Il tema dello scambio di prigionieri tra Netanyahu e Hamas è stato oggetto di discussione a Parigi tra il presidente Macron e l’emiro del Qatar, Tamim Al-Thany, in visita di Stato in Francia. Le dichiarazioni ufficiali sono improntate all’ottimismo, ma fonti israeliane vicine alla delegazione di Tel Aviv presente a Doha, per trattare indirettamente con i capi di Hamas, non sono dello stesso parere. “Ci sono ancora molte difficoltà da superare. E non c’è per il momento una risposta da parte di Hamas sulle nostre controproposte”. A Washington, invece, si parla di una tregua il prossimo lunedì 4 marzo, per iniziare lo scambio dei prigionieri prima del mese di Ramadan e proseguire per 40 giorni.

Yemen

La Germania entra in guerra. Una nave militare tedesca nel mar Rosso ha sparato missili per abbattere due droni lanciati dallo Yemen.

Una nave commerciale britannica è stata presa di mira dai miliziani Houthi, ma non si conosce per il momento se è stata colpita o meno. La militarizzazione del mar Rosso e del golfo di Aden ha bloccato il traffico commerciale del canale di Suez: secondo i dati ufficiali egiziani, il traffico delle navi nel mese di gennaio è calato del 40% rispetto a dicembre ‘23. L’inizio degli attacchi degli Houthi aveva provocato una diminuzione del 10%. L’interventismo anglo-statunitense prima e quello dell’UE dopo hanno aggravato la situazione invece di risolverla. Gli USA hanno dichiarato di aver compiuto in Yemen 230 attacchi, con bombardamenti aerei e lancio di missili.

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni e 4 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. La Svezia è entrata nella NATO.

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Approfondimenti

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Domenica 28 gennaio, Anbamed ha partecipato ad una tavola rotonda, a Milano, in piazza Scala, organizzata dalla CGIL (leggi l’intervento di Farid Adly)

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