Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno V/n. 066 (1317)

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Appello 1

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato ad ottobre per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!

L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

Le notizie

Genocidio a Gaza

Nove stragi sono avvenute ieri a seguito dei bombardamenti indiscriminati israeliani contro la popolazione civile di Gaza: 86 persone uccise e 113 ferite. In un solo attacco aereo, che ha raso al suolo un palazzo a Deir Balah, nel centro della Striscia, sono state uccise 43 persone e molte altre sono ancora sepolte sotto le macerie.

Nella notte e all’alba di oggi sono proseguiti i bombardamenti su obiettivi civili, principalmente a Rafah, ultima città ancora in piedi.

Uccidere per fame

A pochi giorni dall’inizio del mese di Ramadan e senza un accordo di cessate il fuoco in vista per Gaza, gli operatori umanitari delle Nazioni Unite hanno ribadito al Consiglio di Sicurezza, giovedì, le loro profonde preoccupazioni per il fatto che un numero crescente di bambini sta morendo di fame.

L’UNRWA ha dichiarato che “Malgrado l’orrore, il peggio potrebbe ancora venire. Molti altri civili stanno morendo a causa delle conseguenze dell’assedio imposto dall’esercito israeliano, incluso un numero crescente di bambini che muoiono di fame e disidratazione.”. Qui

L’amministrazione Biden sta sbandierando propagandisticamente la possibile costruzione di un porto a Gaza per trasferire gli aiuti umanitari. Serve tempe per concludere l’opera ed i bisogni invece sono urgenti. Basterebbe non usare il veto contro le risoluzioni per un cessate il fuoco.

Prigionieri

Secondo il quotidiano Haaretz, 27 palestinesi civili catturati dall’esercito israeliano a Gaza sono morti in condizioni di detenzione. La maggior parte dei casi di decesso è avvenuta nei campi di concentramento nel deserto del Negev, la Guantanamo israeliana. L’alto numero dei decessi denota una condizione dura di prigionia che il giornale non descrive. L’esercito dopo la pubblicazione del rapporto ha annunciato, come di consueto, un’indagine, che come in tutte le volte passate non porterà a un chiarimento e punizione dei responsabili dei maltrattamenti.

A febbraio il Centro Euromediterraneo per i diritti umani aveva denunciato le torture praticate nei campi di concentramento nel Negev contro i detenuti gazzawi. Il rapporto del centro ginevrino aveva raccolto le testimonianze di civili catturati, presi in ostaggio per diversi mesi e poi rilasciati perché non avevano nulla a che fare con i combattenti della resistenza. Alcuni erano minorenni di 16 anni, accusati ingiustamente di essere militanti di Hamas. I loro racconti erano raccapriccianti: colpi sulla testa con bastoni di ferro, notti a dormire per terra nudi al freddo, privazione del cibo e dell’acqua per giorni interi e divieto di far i propri bisogni in luoghi separati. Interrogatori incessanti con la privazione del sonno.

Trattative

La delegazione di Hamas ha lasciato il Cairo senza il raggiungimento di un accordo. La delegazione israeliana non si era nemmeno presentata. I servizi di sicurezza del Qatar, USA e Egitto non hanno trovato una proposta che possa garantire le richieste delle parti. Hamas ha chiesto un piano per il ritiro delle forze di occupazione e un percorso verso una soluzione negoziale per il futuro della Palestina; Netanyahu ha respinto la richiesta di liberare importanti esponenti politici detenuti nelle carceri israeliane e soprattutto ha condizionato la trattativa alla fornitura dell’elenco degli ostaggi ancora in vita. Una condizione che sapeva già non sarebbe stata accolta. Secondo molti analisti, il premier israeliano ha avanzato la richiesta, contro il parere di tutti gli altri componenti del Consiglio di guerra, per far fallire le trattative e proseguire la guerra contro la popolazione di Gaza e garantire così la permanenza in vita del suo governo a scapito del sangue palestinese e della vita degli ostaggi.

Oggi arriva in Israele il capo della CIA, Burns.

Valico di Rafah

Il confine tra Palestina e Egitto è la nuova via dolorosa. Gli israeliani lo chiudono all’accesso degli aiuti umanitari per affamare 2,5 di palestinesi e gli egiziani lo chiudono nella direzione opposta, impedendo l’uscita dalla Striscia. Il controllo dei passaggi è nelle mani dei servizi di sicurezza che decidono a loro completa discrezione chi può lasciare Gaza e passare il valico verso l’Egitto ed il resto del mondo. I diritti di passaggio erano di 600 dollari prima della guerra. Per poter inserire il proprio nome nella lista degli autorizzati bisogna “oliare la macchina” e le cifre necessarie attualmente vanno fino a 6 mila dollari a persona. A seguire le pratiche sono delle agenzie viaggi, che chiedono quelle cifre come prezzo per il biglietto di passaggio in pullman da Rafah al Cairo, ma è chiaro che una larga parte di quelle cifre vanno agli alti ufficiali dei servizi di sicurezza egiziani. Lucrare sulla tragedia dei “fratelli” palestinesi è una vergogna per questi corrotti senza anima. Le autorità del Cairo negano e si strappano le vesti per dichiarare che nulla di tutto ciò sia vero, ma uno straccio di indagine, anche sulla base delle denunce documentate, non è stato mai messo in campo.

Cisgiordania e Gerusalemme Est

40 arresti tra gli attivisti palestinesi in Cisgiordania. Tra di loro la giornalista Bushra Taweel, di Ramallah, la casa della quale è stata devastata dai soldati al momento della violenta azione di perquisizione.  È stata arrestata anche l’attivista per i diritti umani, Somoud Mateer.

Le operazioni di rastrellamento notturne dell’esercito israeliano hanno toccato principalmente Toubas, Nablus e Ramallah.

Israele

Il quotidiano Jerusalem post ha scritto che il presidente israeliano Herzog potrebbe cancellare il suo viaggio in Olanda, per il timore di venir arrestato, in seguito alle tante cause intentate contro politici israeliani accusati di partecipazione al genocidio a Gaza. Israele sta diventando il nuovo “paese canaglia” agli occhi dell’opinione pubblica mondiale.

Yemen

Gli attacchi aerei anglo-statunitensi sono diventati quotidiani. Ma non hanno fiaccato la capacità offensiva delle milizie Houthi. Il Centcom parla di obiettivi militari, ma le immagini trasmessi dai media yemeniti fanno vedere colonne di fumo in mezzo a quartieri residenziali. Nell’ultimo attacco degli Houthi contro la nave commerciale USA, dove sono morti 3 marinai e feriti altri 6, sono stati usati sommergibili teleguidati. Arma che ha sorpreso gli analisti militari di oltre atlantico. La stampa di Washington riporta che l’inefficacia degli attacchi aerei contro lo Yemen è causata dalla mancanza di informazioni dell’intelligence sulle capacità militari delle milizie.  

Sudan

Appello del segretario generale dell’ONU, Guterres, per un cessate il fuoco durante il mese del digiuno islamico, Ramadan. Lo ha chiesto durante i lavori del Consiglio di Sicurezza che si accinge a discutere una proposta britannica, per una risoluzione che invita le parti yemenite in conflitto a osservare una tregua durante il mese di Ramadan e avviare trattative verso una soluzione politica. La guerra in Sudan è praticamente dimenticata dai media internazionali, ma i suoi effetti sono disastrosi: 7 milioni di sfollati e metà della popolazione è soggetta a sotto alimentazione acuta.

Tunisia

Mercoledì, 6 marzo, la Cassazione del Tribunale di Tunisi ha annullato la condanna a cinque anni di reclusione nei confronti del giornalista Khalifa Al Qasimi, con l’accusa di aver divulgato informazioni sui servizi di sicurezza, secondo quanto affermato dal suo avvocato.

Ai sensi della legge antiterrorismo tunisina, Khalifa Al Qasimi è stato condannato nel novembre 2023 a una pena detentiva iniziale di un anno. La pena è stata elevata a cinque anni di reclusione in appello.

Dopo l’emissione della sentenza di cassazione, Al-Qasimi ha lasciato di notte il carcere di Mornaguia. L’avvocato Rahal Jalali ha affermato che la Corte di cassazione “ha deciso di ribaltare la vecchia sentenza e di rinviarlo in appello”.

Al-Qasimi è ancora perseguito ai sensi dell’articolo 34 della legge antiterrorismo, che “punisce chiunque pubblichi informazioni” a vantaggio di un’organizzazione o di un accordo terroristico, con la reclusione da dieci a venti anni.

Khalifa Al Qasimi, in carcere dal 3 settembre 2023, è stato condannato per “aver divulgato intenzionalmente informazioni relative a operazioni di intercettazione, pirateria informatica, audiovisive o divulgazione dei dati”.

Inizialmente era stato arrestato e incarcerato per una settimana nel marzo 2022, dopo che il sito di notizie e la radio “Mosaique FM” avevano pubblicato informazioni relative allo smantellamento di una “cellula terroristica” e all’arresto dei suoi membri.

Mercoledì, durante l’udienza in cassazione, giornalisti e rappresentanti delle organizzazioni della società civile hanno organizzato manifestazioni a Tunisi a sostegno di Al-Qasimi.

Anche molte organizzazioni non governative locali e internazionali avevano denunciato la precedente severa sentenza contro Al-Qasimi, considerandola una “sentenza farsa” e “un grave passo indietro per il sistema giudiziario”.

Le organizzazioni non governative e per i diritti umani hanno messo in guardia dal declino delle libertà in Tunisia da quando il presidente Kais Saied ha deciso, nell’estate del 2021, di monopolizzare il potere nelle proprie mani.

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni e 13 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. La Svezia entra ufficialmente nella NATO, come 32esimo paese membro.

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