Per ascoltare l’audio di oggi, 26 marzo 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 084 (1335)

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Appello 1

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato ad ottobre per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!

L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

Le notizie

Genocidio a Gaza

Intensi bombardamenti nel nord della Striscia, a Beit Lahia e Jebalia. Nella giornata di ieri, l’esercito israeliano ha compiuto 11 stragi provocando l’uccisione di 107 persone e il ferimento di altre 176. Il numero totale delle vittime dall’inizio dell’aggressione contro la popolazione di Gaza è di 32.333 uccisi e 74.694 feriti.

Subito dopo l’approvazione della risoluzione dell’ONU per un cessate il fuoco, l’esercito israeliano ha bombardato le case di Rafah uccidendo 30 persone, tra i quali 10 bambini.

Ospedali nel mirino

Continua l’assedio del complesso ospedaliero di Shifà. È diventato di fatto un grande campo di concentramento. Ieri sono morte altre 7 persone per mancanza di cibo, acqua e cure. I soldati ordinano con gli altoparlanti agli sfollati rinchiusi dentro di abbandonare la struttura, ma chi avanza verso le uscite viene bersagliato di pallottole.

La stessa sorte sta toccando ai due ospedali Nasser e Amal, di Khan Younis, nel sud della Striscia. Le testimonianze di coloro che sono usciti vivi dalle due strutture hanno raccontato le indicibili sofferenze patite all’interno, con i soldati che sparano nelle corsie e distruggono macchinari dei reparti e materiale sanitari nei depositi.  

ONU

Gli Stati Uniti sono stati messi all’angolo. Israele è isolato e diventerà, se non ascolterà il richiamo delle diplomazie internazionali, un paese canaglia. Il Consiglio di Sicurezza, per la prima volta, ha votato una risoluzione per il cessate il fuoco. Nel documento, che ha ottenuto 14 voti a favore e l’astensione degli Usa, si “chiede un cessate il fuoco immediato per il Ramadan rispettato da tutte le parti, che conduca ad un cessate il fuoco durevole e sostenibile e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, nonché la garanzia dell’accesso umanitario per far fronte alle esigenze mediche e umanitarie”.

La Russia ha proposto di aggiungere una frase per rendere il cessate il fuoco permanente, ma è stato respinta. Il delegato algerino, Ammar Ben Jami’, ha detto: “questo è un messaggio alla popolazione di Gaza, che la comunità internazionale non li ha abbandonati e sente le immense sofferenze che stanno patendo. Vogliamo che la Palestina diventi un membro a pieno titolo delle Nazioni Unite”.

Dal governo israeliano è arrivata una rabbiosa reazione. Netanyahu ha bloccato la partenza di una delegazione che doveva discutere a Washington dell’offensiva su Rafah. Il premier israeliano è arrabbiatissimo per l’astensione USA che lo ha messo a nudo di fronte all’opinione pubblica mondiale.

Consiglio per i diritti umani

La relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi, Francesca Albanese, ha affermato che ci sono fondati motivi per ritenere che Israele si sia invischiato in numerosi atti di genocidio. Il rapporto menziona anche atti di pulizia etnica. 

“La natura travolgente e la portata dell’assalto israeliano a Gaza rivelano l’intenzione di distruggere fisicamente i palestinesi come gruppo”, sostiene la relatrice speciale ONU. 
La relatrice è incaricata dal Consiglio per i diritti umani e presenta la sua relazione oggi, martedì, a Ginevra.

Il rapporto – intitolato “Anatomia di un genocidio” – conclude “che esistono fondati motivi per ritenere che la soglia indicante atti di genocidio contro i palestinesi di Gaza è stata raggiunta”. Nelle sue conclusioni la dottoressa Albanese elenca tre atti di genocidio: “omicidio di membri del gruppo; grave pregiudizio all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo; e sottomissione intenzionale del gruppo a condizioni esistenziali che portano alla sua distruzione fisica totale o parziale”. Si tratta di tre dei cinque elementi che caratterizzano il genocidio secondo la Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio. 

Nel suo rapporto, la Albanese afferma anche che “gli schemi delle uccisioni di civili evacuati al sud di Gaza, insieme alle dichiarazioni di alcuni alti funzionari israeliani, dimostrano l’intenzione di trasferire forzatamente i palestinesi fuori da Gaza e sostituirli con coloni israeliani”, il che induce a pensare che si voglia raggiungere una pulizia etnica. 

Cisgiordania e Gerusalemme est

Centinaia di coloni ebrei israeliani hanno invaso la moschea di Al-Aqsa per la festa del Purim, il carnevale ebraico. Le forze di occupazione hanno cacciato i fedeli musulmani e chiuso i valichi di ingresso per tutta la giornata di ieri, lasciando libero ingresso alle scherzose bravate dei coloni. I militari israeliani sono entrati all’interno delle moschee, calpestando con i loro scarponi i tappeti di preghiera.

Trattative

Il governo israeliano non sa decidersi e continua a tergiversare sulle scelte da fare. Le sue controproposte sono lontane dalle richieste palestinesi. Le trattative a Doha sono in fase di stallo, ma non è stata dichiarata la rottura. Un portavoce di Hamas, Badran, ha chiarito che “il disaccordo non è sui particolari, tema su cui insistono le rivelazioni del governo israeliano alla stampa di Tel Aviv, ma sul quadro generale. Se Netanyahu non fornirà garanzie pubbliche e chiare sulla conclusione dell’aggressione e sul ritiro delle truppe, non ci sarà nessuno scambio di prigionieri”.

Israele

Il ministro di destra Gideon Sa’ar si è dimesso dal governo, in seguito alla mancata sua nomina nel Consiglio di guerra. Questo sviluppo avvia una fase di destabilizzazione del governo. Il premier non era contrario alla nomina, ma i due ministri estremisti Smotrich e Bin Gvir hanno rivendicato anche per loro l’ingresso nell’organismo decisionale, in caso di nomina di Sa’ar. Ma questo passo avrebbe complicato la vita del governo per l’opposizione di Gantz.

Esportatori di armi verso Israele

L’Italia, malgrado l’esiguità delle esportazioni di armi verso Israele, attualmente occupa il terzo posto dopo USA e Germania. Lo rivela un’indagine dell’Istituto internazionale per la ricerca sulla pace di Stoccolma. Molti paesi europei hanno congelato le esportazioni di armi verso Israele nel timore di cause contro di loro alla CPI, per partecipazione al genocidio in corso. In Olando, l’Alta corte ha intimato al governo di fermare le esportazioni di pezzi di ricambio per gli F-35.

La ministra degli esteri del Sud Africa, Naledi Pandor, ha accusato i paesi esportatori di armi verso Israele si essere complici dell’intento omicida, del governo Netanyahu, di procedere nel genocidio del popolo palestinese.

Uno sciopero mondiale contro la guerra

Durante una trasmissione tv in Italia è stato lanciato un appello per uno sciopero mondiale contro la guerra. L’iniziativa parte dalla costituenda Assemblea per la Pace. In pochi giorni l’appello ha raccolto 11 mila adesioni e il flusso di sottoscrizioni continua, in tutte le lingue del mondo. Per maggiori info e adesioni: Leggi attentamente e fino in fondo.

Diplomazia

La Spagna ha annunciato che insieme a Malta, Slovenia ed Irlanda, hanno deciso di riconoscere lo stato di Palestina, anche se l’UE non procedesse in quella direzione. La proposta del Governo Sanchez sarà sottoposta al Parlamento di Madrid, in procedura che dovrebbe concludersi entro l’anno. L’annuncio ha ottenuto una reazione israeliana fuori da ogni controllo, accusando i quattro paesi di ostacolare ogni soluzione negoziale tra le parti. Negoziati che i vari governi israeliani di destra hanno sempre svuotato dal loro significato o peggio ancora ostacolato.   

Sudan

Il Movimento per la Liberazione del Sudan guidato dal governatore del Darfur, Minnie Arcua Minnawi, ha annunciato la fine della sua neutralità, nello scontro in atto da un anno tra i due generali golpisti, e di schierarsi a fianco dell’esercito guidato da Burhan. Il movimento dichiara di aver 30 mila combattenti nel nord Darfur. Il movimento è tra i firmatari dell’accordo di pace, del 2020, a Juba. La neutralità dei combattenti del Darfur non ha salvato la martoriata provincia dalle scorrerie criminali dei miliziani del gruppo Pronto Intervento. Le devastazioni e le violenze contro i civili, compiute dai mercenari provenienti da diversi paesi africani, come il Ciad e il Niger, hanno portato a questa decisione militare dell’MLS. Probabilmente la decisione di Minnawi non cambierà sostanzialmente le sorti della guerra, ma porterà ad un equilibrio tra esercito e milizie, dopo le vittorie ottenute dai miliziani di Hamidati in larga parte del territorio sudanese.

Libertà di stampa

Nella tarda mattinata di oggi, 26 marzo, a Londra Julian Assange sentirà pronunciare il verdetto dei due giudici dell’Alta Corte britannica che dovranno decidere se riaprire il suo processo oppure negare ogni ulteriore ricorso e quindi consentire l’estradizione negli Stati Uniti, dove lo attendono un processo già scritto e fino a 175 anni di galera. A Roma, Napoli e Milano sono state indette presidi davanti alle sedi diplomatiche britanniche. (da Pressenza: QUI).

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni e un mese dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Per la strage di Mosca, Putin ammette la responsabilità dei jihadisti, ma insiste sui mandanti da scoprire a Kiev. Quattro tagiki tra gli 11 arrestati sono stati condotti in tribunali con le facce tumefatte, uno con orecchio tagliato e un altro su una sedia a rotelle. Mostrare le torture inflitte come atto deterrente.

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Approfondimenti

La Memoria come strumento di Pace

Domenica 28 gennaio, Anbamed ha partecipato ad una tavola rotonda, a Milano, in piazza Scala, organizzata dalla CGIL (leggi l’intervento di Farid Adly)

  • [Finestra sulle Rive Arabe] E se Orwell fosse palestinese? di Antonino D’esposito. QUI

In ricordo di Massimo Gorla QUI

“Se il genocidio è un rumore di fondo”, di Naomi Klein: Leggi

Contro la scorta mediatica di Netanyahu Leggi tutto

La resistenza del popolo curdo contro il genocidio  QUI

In ricordo di John Pilger, un maestro di giornalismo. leggi.

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A proposito di foto di guerra e di confronti pertinenti: I prigionieri palestinesi denudati ed esposti al mondo cosa vi ricordano? Qui

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