Per ascoltare l’audio di oggi, 08 maggio 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 122 (1373)
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Le notizie
Genocidio a Gaza
Nella giornata di ieri le truppe israeliane hanno compiuto 6 stragi con 54 uccisi e 96 feriti. Ai quali vanno aggiunti i 20 uccisi in un bombardamento compiuto nel cuore della notte.
A Rafah sono in corso scontri nella parte orientale tra resistenti palestinesi e le truppe di invasione.
L’esercito ha bombardato i quartieri a sud, al confine con l’Egitto a ridosso del muro di demarcazione e poi è stato preso di mira il palazzo della municipalità e infine i carri armati sono avanzati per prendere il contro del valico dalla parte palestinese. Praticamente è stato bloccato ogni passaggio di merci e persone da e per Rafah. I due milioni e mezzo di palestinesi di Gaza sono completamente isolati dal mondo esterno.
Lunghe file di persone a piedi o in auto stanno lasciando la città, ma non sanno dove andare. Gli ordini dell’esercito israeliano sono quelle di dirigersi verso Khan Younis, città completamente rasa al suolo e dove non c’è un solo posto per issare una tenda, è senza acqua e senza possibilità di reperire cibo.
Ospedali
Gli ospedali sono l’obiettivo numero uno dei generali israeliani. Le bombe dei cacia di Tel Aviv hanno mirato l’ospedale Najjar, a Rafah, mettendolo fuori uso. Proprio ieri mattina, l’UNRWA aveva messo in guardia dal colpire questa struttura sanitaria in quanto l’unica a Gaza ad aver un reparto di maternità e distruggerlo significa mettere a repentaglio la vita di 50 mila donne incinte ed i loro figli.
Oltre mille feriti di guerra gravi, che non era possibile curarli localmente, il loro trasferimenti è stato bloccato e la loro vita è in pericolo.
Nell’ospedale Shifà di Gaza città sono stati recuperati, ieri, altri 62 corpi in una nuova fossa comune. Tra di loro c’erano bambini e donne completamente denudate, prima del loro assassinio da parte dei soldati israeliani.
UNRWA
L’organismo dell’ONU per i profughi palestinesi ha denunciato il grave atto di bloccare il valico di Rafah. “L’esercito israeliano ha impedito qualsiasi trasferimento di aiuti internazionali alla popolazione intrappolata. Il nostro personale è presente dalla parte palestinese, ma i convogli sono impediti di raggiungerli, per i bombardamenti e per l’occupazione di terra del valico. Oltre due milioni di palestinesi sono a rischio carestia, perché non hanno nessun sostegno alimentare”.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Due giovani palestinesi sono stati uccisi dai soldati israeliani durante i rastrellamenti a Tulkarem. Altri 5 sono feriti gravemente. La Mezzaluna palestinese ha denunciato che le truppe di occupazione hanno impedito ai soccorritori di raggiungere i feriti. Il campo Nour Shams è completamente distrutto e migliaia di sfollati lo stanno abbandonando. Obiettivo del governo Netanyahu è quello della deportazione dei palestinesi fuori dalla loro terra, non solo a Gaza, ma anche dalla Cisgiordania.
ONU
L’Assemblea generale dell’ONU discuterà dell’accoglimento dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo, dopo 12 anni dello status di paese osservatore. La seduta plenaria sarà aperta il 10 maggio e per poter superare lo scoglio del Consiglio di Sicurezza, dove è in agguato il veto USA, bisogna ottenere il voto favorevole di due terzi dei 193 membri. Gli Stati Uniti si stanno adoperando in tutti i modi per impedire questo voto, con contatti diplomatici con i paesi più vulnerabili. L’ipocrisia dei paesi ex colonialisti dell’UE porterà la maggior parte ad astenersi. Soltanto 4 paesi (Spagna, Irlanda, Slovenia e Malta) hanno annunciato che riconosceranno lo Stato di Palestina entro il mese di maggio e di conseguenza è previsto un loro voto favorevole al Palazzo di Vetro.
Washington lo scorso 18 aprile aveva usato il veto per bloccare il riconoscimento al Consiglio di Sicurezza e nel 2011 aveva sospeso il finanziamento dell’UNESCO per l’adesione della Palestina come membro a pieno titolo.
Trattative
Le delegazioni di Hamas e quelle dei mediatori sono presenti al Cairo. Il governo Netanyahu ha annunciato che manderà una delegazione per trattare sotto la pressione militare con l’intento di costringere Hamas a cedere alle richieste israeliane. Il piano egiziano-qatariota è stato sottoposto all’approvazione di Washington prima di consegnarlo a Hamas e la risposta positiva del movimento palestinese ha sbaragliato le carte di Netanyahu che ha deciso di andare avanti nel piano guerrafondaio.
L’occupazione del valico di Rafah e l’avvio della campagna di terra, per occupare l’ultima città della Striscia non ancora sotto il controllo dell’esercito invasore, mettono in pericolo l’attuazione della trattativa. L’obiettivo inconfessato di questo attacco è quello di accontentare l’estrema destra nel governo e garantire la tenuta della maggioranza.
L’impasse concreta è quella dell’impossibilità di mediazione nella consegna degli ostaggi, se si arrivasse alla fine ad un accordo per lo scambio di prigionieri. L’ipotesi avanzata dalla stampa israeliana è quella di consegnare il valico dalla parte palestinese ad una forza di sicurezza egiziana con relativo ritiro dei soldati israeliani, ma dal Cairo arriva una netta smentita dall’esercito e dai portavoce del ministero degli esteri.
In caso di controllo permanente di Israele del valico, anche se si arrivasse ad un accordo, non si potrebbe svolgere in sicurezza la consegna degli ostaggi.
Il portavoce di Brigate Qassam ha annunciato che una donna israeliana di 70 anni, ostaggio nelle loro mani, è rimasta uccisa in uno dei bombardamenti israeliani di ieri.
Libano
Due soldati israeliani sono rimasti uccisi in un lancio di droni dal territorio libanese su una base militare a Yeftah. Il giorno prima era stata bersagliata la caserma di Metullah. Nelle ultime 48 ore le operazioni militari di Hezbollah sono state particolarmente intense contro le colonie israeliane e le postazioni di spionaggio militare. Secondo i comunicati del partito, sono la risposta al bombardamento aereo israeliano che aveva ucciso una famiglia di 4 persone, padre, madre e due figli. Israele ha compiuto altri raids aerei sul Beqaa orientale. A nord di Haifa, l’esercito israeliano sta svolgendo manovre militari che sono una preparazione all’invasione del Libano, tante volte evocata.
Arabia Saudita
Gli Stati Uniti hanno detto no alla richiesta di un trattato strategico di difesa comune prima della normalizzazione dei rapporti tra Riad e Tel Aviv. Washington per bocca del portavoce Sullivan ha chiarito che la firma di un trattato bilaterale con il regno dell’Arabia Saudita è condizionata al raggiungimento di un accordo per la normalizzazione dei rapporti con Israele. Riad dal canto suo condiziona il riconoscimento diplomatico di Tel Aviv alla soluzione della questione palestinese con il ritiro dell’esercito israeliano dai territori palestinesi occupati nel 1967.
Algeria
Il presidente Tabboune ha dichiarato che “non ci saranno né compromessi né cedimenti sulla questione della memoria storica del colonialismo francese in Algeria”. Il suo discorso è avvenuto nella vigilia dell’anniversario del massacro di Setif, 8 maggio 1945. In quell’occasione, il popolo ha manifestato per la vittoria contro il nazismo nella seconda guerra mondiale e molti hanno tuonato lo slogan “Algeria libera e indipendente”. L’esercito francese ha sparato contro la folla uccidendo migliaia di algerini. (per maggiori info, consulta il sito in francese: setif.info). Il presidente algerino ha chiesto che (da parte francese) “questo dossier venga analizzato con coraggio, rispettando la verità storica, per riportare la fiducia nelle relazioni tra i due paesi”. Tabboune svolgerà una visita di Stato in Francia il prossimo autunno, una visita che è stata già rinviata questa primavera, per frizioni diplomatiche.
Marocco
Il Marocco si appresta ad entrare nell’era della costruzione dei droni, con tecnologia israeliana. Ronen Nadir, Amministratore delegato dell’israeliana BlueBird Aero Systems ha dichiarato al sito spagnolo Zona Militar che la sua società ha installato in Marocco un’unità produttiva di droni con destinazione usi militari.
Marocco e Israele hanno intensificato pubblicamente le relazioni nel settore difesa e sicurezza dopo la firma dei cosiddetti “accordi di Abramo” nel 2020. In precedenza questo tipo di relazioni esistevano ma erano segreti. Paradossalmente, il re del Marocco è il presidente della Commissione araba per Gerusalemme.
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, due mesi e 14 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Kiev parla di un tentativo di assassinio di Zelensky ordito da Mosca e di averlo sventato.
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