Per ascoltare l’audio di oggi, 19 maggio 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 133 (1384)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
Sono in corso dall’alba di oggi bombardamenti intensi su Jebalia, nel nord, su Nusairat, nel centro, e su Rafah nel sud. Sono state compiute stragi che sono costate la vita a oltre 60 persone nella sola mattinata di oggi. Le operazioni militari israeliane nella giornata di ieri sono state le più intense ed hanno distrutto, ricorrendo alla dinamite oltre ai bombardamenti dal cielo, un intero quartiere di Jebalia, dove la resistenza palestinese aveva attaccato le truppe, causando gravi perdite tra i soldati.
Motivo della recrudescenza militare israeliana è il lancio di razzi contro Ashkelon e altre città israeliane attorno alla Striscia di Gaza. L’incapacità di controllare militarmente il territorio si traduce in vendetta contro i civili e la creazione di terra bruciata per depennare la resistenza.
Situazione umanitaria
Oltre 800 mila gazzawi sono stati costretti a sfollare da Rafah e si trovano a vagare per le strade senza un posto dove ripararsi e passare la notte. Lo afferma l’UNRWA, che scrive che “a Gaza non ci sono luoghi sicuri”.
Porto galleggiante USA
È stata scaricata ieri la prima nave attraccata al porto galleggiante costruito dal Pentagono a Gaza. La nave era partita da Larnaca e il materiale, donato da diversi paesi tra i quali il Regno unito e gli Emirati arabi uniti, è stato consegnato al PAM, l’organismo ONU per l’alimentazione.
Il Centcom continua a ripetere che questo porto è stato costruito senza la partecipazione di soldati USA e che il suo compito non è alternativo ai soccorsi dai valichi di terra. Coda di paglia, che nasconde altri obiettivi non dichiarati. Il consigliere per la sicurezza strategica di Washington, Kerby, ha dichiarato che è stato fatto pervenire un messaggio a Hamas, via terzi, sulla natura umanitaria del porto.
I timori annunciati da molti commentatori palestinesi e arabi sono che questo porto possa servire alla deportazione “volontaria” dei palestinesi, piano al quale Israele ha lavorato e sta lavorando da tempo.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Sciopero generale ieri a Jenin, per lutto in seguito all’assassinio di un combattente palestinese, Islam Khamaisy, con un missile lanciato da un caccia israeliano.
Rastrellamenti in centinaia di villaggi e città palestinesi con decine di arresti di attivisti. All’alba di oggi, le truppe israeliane hanno invaso Qalqilia. Sui social sono stati postati dei video che mostrano le devastazioni compiute con i bulldozer alle infrastrutture della città. L’asfalto di intere strade è stato divelto. I parenti di un palestinese ricercato sono stati presi in ostaggio per costringerlo a consegnarsi. Una casa, invece, è stata demolita con la dinamite, per vendetta.
Ieri, era il turno di Nablus ed in particolare il campo di Balata. Un ragazzo è stato colpito alla testa con una pallottola e versa in fin di vita in ospedale.
Si svolgono oggi manovre militari israeliane in Cisgiordania con la partecipazione dell’aeronautica.
Israele
Gantz ha minacciato ieri di abbandonare il governo e ha attaccato la politica di Netanyahu sulla guerra a Gaza. “In mancanza di una politica strategica sul giorno dopo la fine della guerra, lascerò il governo e chiederò nuove elezioni”. Gantz ha elencato sei punti che il governo deve realizzare, per uscire dalla guerra. Ha dato un ultimatum a Netanyahu che scade l’8 giugno. Il canale 12 ha insinuato che l’ex ministro della difesa ha visitato alcune capitali arabe prima di svolgere questa conferenza stampa. Lapid, il capo dell’opposizione, lo ha invitato ad abbandonare da subito questo governo “perché ha abbandonato gli ostaggi e isolato Israele”. Netanyahu ha risposto a Gantz sprezzantemente: “Mentre i nostri soldati muoiono a Gaza, Gantz invece di attaccare Hamas, attacca il primo ministro”.
Oggi in Israele arriva Sullivan, consigliere per la sicurezza di Washington, proveniente da Riad, dove si era incontrato ieri con il principe Mohammed Ben Salman. Netanyahu aveva promesso a Biden di non avviare l’offensiva di terra su Rafah prima della visita. Il tentativo USA è quello di fornire ad Israele informazioni operative per uccidere i capi di Hamas e una prospettiva di normalizzazione dei rapporti con l’Arabia Saudita.
Prigionieri
Le manifestazioni dei familiari degli ostaggi a Tel Aviv sono state represse dalla polizia. 15 arresti, tra i quali anche alcuni genitori. Alla conclusione è stata tenuta una conferenza stampa, nella quale il comitato organizzatore ha chiesto le dimissioni del governo, “che ha abbandonato i nostri figli al loro destino”, la fine della guerra a Gaza, “che uccide altri figli” e la ripresa delle trattative per lo scambio dei prigionieri “unica via per riportarli a casa vivi”.
Ieri, l’esercito di Tel Aviv ha annunciato di aver recuperato i corpi di tre ostaggi uccisi nei bombardamenti israeliani dei giorni scorsi. La loro uccisione in seguito ai bombardamenti indiscriminati era stata annunciata dal portavoce delle Brigate Qassam, Abu Obeida, commentando: “Netanyahu vi prende in giro, non vuole riportare a casa i vostri figli vivi, ma tenta di salvare la propria poltrona”.
Solidarietà internazionale
Manifestazioni di solidarietà con il popolo palestinese in molte città internazionali e arabe. Londra, Parigi, Berlino, Milano. Il comune denominatore è la richiesta di cessate il fuoco e la rivendicazione ai propri governi di bloccare le esportazioni di armi verso Israele, per non trovarsi nella scomoda posizione di accusa di complicità in genocidio di fronte alla Corte di Giustizia dell’Aja. In molte di queste iniziative è stato attivo il ruolo di organizzazioni ebraiche democratiche, che si battono per la soluzione dei due Stati. Altre manifestazioni importanti sono state organizzate in Turchia, Finlandia, Australia, Giappone, Yemen e Marocco.
Diverse centinaia di intellettuali francesi e internazionali hanno chiesto al presidente Macron, in un appello pubblicato sul quotidiano Le Monde, di riconoscere lo Stato di Palestina, senza tentennamenti o ritardi. (il testo integrale in francese).
Sudan
Duri scontri sono stati registrati a nord del capoluogo del Darfur settentrionale, El-Fasher. Le versioni dell’esercito e delle milizie di Hamidati non coincidono. Il comunicato delle forze armate parla di aver sconfitto le milizie ribelle, mentre le forze di Pronto Intervento sostengono di aver respinto l’attacco e offrono un corridoio umanitario per l’evacuazione della popolazione civile della città assediata. L’organizzazione Medici senza frontiere, che gestisce una struttura ospedaliera nella parte sud della città, ha informato che sono arrivati ieri in ospedale 54 corpi di persone uccise, portando il numero delle vittime a 454 dal 10 di maggio.
Yemen
Una petroliera è stata colpita con un razzo lanciato dalle milizie Houthi yemenite. La nave porta bandiera panamense e secondo fonti yemenite ha rifiutato di fornire le coordinate di destinazione e ha spento i segnali di localizzazione. Il razzo, secondo fonti britanniche, ha colpito la fiancata della nave ed ha appiccato un fuoco enorme. La nave ha ricevuto assistenza – secondo fonti USA – e il personale non ha subito perdite.
Marocco-Italia
Il giornalista marocchino, Driss Farhane, è stato arrestato e si trova in carcere a Brescia su mandato d’arresto firmato dal tribunale di Casablanca, accusato di tentato favoreggiamento di immigrazione clandestina; Il giornalista, 59enne, nato a Fez, è un attivista per i diritti umani e fondatore e animatore dell’Associazione “Aurora”. È il curatore di un sito in lingua araba impegnato nel denunciare la situazione di censura e repressione che si vive in Marocco.
La famiglia denuncia che le accuse sono strumentali e sono solo un tentativo di zittire la voce critica di Farhan, direttore del sito d’informazione antigovernativa choroknews24.com.
“Entro 40 giorni sono attese le motivazioni della richiesta di arresto e di estradizione” spiega l’avvocato Lorenzo Cinquepalmi che lo difende. Il giornalista aveva svelato in passato traffici di droga in Marocco, compiuti da un personaggio marocchino di origini maliane, noto con il soprannome di “Escobar del Sahel”, legato a uomini del partito di governo e a consulenti del monarca Mohammed VI. Informazioni che avevano portato all’arresto dei malfattori su pressioni di Washington, ma la vendetta è stata servita fredda.
Iraq
Le forze di sicurezza curde di Erbil hanno pubblicato le confessioni di Socrat Khalil, un fuggiasco dell’Isis che era stato un diretto aiutante di Al-Baghdadi a Mosul.
L’uomo è stato catturato ad Erbil dopo il suo ritorno da un soggiorno in Turchia durato 5 anni. È stato scoperto grazie al passaporto falso che deteneva. Ha raccontato di essere stato un esperto di trappole esplosive e questo suo ruolo lo ha reso tra gli aiutanti diretti del fu falso califfo.
Il racconto sul come ha ottenuto il passaporto la dice lunga sugli addentellati di Daiesh (Isis) all’interno delle forze di polizia irachene. “Dopo la caduta di Mosul mi sono diretto verso Baghdad, con una carta d’identità falsa. Con i contatti indicatomi dalla struttura organizzativa sono riuscito ad ottenere dalla polizia di Baghdad un passaporto con la mia identità falsa, ma non registrato. Con questo passaporto ho vissuto in Turchia 5 anni, ma per rinnovarlo dovevo tornare a Baghdad”.
Sulla via del ritorno è incappato nella polizia autonoma curda che lo ha arrestato e sotto interrogatorio ha rilasciato quelle confessioni.
Finora non sono apparse sulla stampa irachena reazioni a queste gravi dichiarazioni che accusano le forze di polizia di Baghdad di connivenza con il terrorismo daieshista.
Libia
Scontri armati tra milizie nella città di Zawia, a ovest della capitale Tripoli, hanno causato l’uccisione di un civile e il ferimento di decine di persone, tra civili e miliziani. Due milizie collegate al governo Dbaiba con contratti d’ingaggio si sono affrontate, in seguito ad una manifestazione popolare organizzata spontaneamente di fronte alla sede della polizia, per chiedere la fine del dominio delle milizie sulle sorti della città. Zawia è sede di una raffineria fonte di guadagni milionari in euro per i miliziani ontrabbandieri.
Sport
La Fifa si avvarrà di una consulenza legale indipendente prima di tenere una riunione straordinaria del consiglio, entro il 25 luglio, per prendere una decisione sulla proposta palestinese di sospendere Israele dal calcio internazionale, a causa dell’aggressione contro la popolazione di Gaza. Il presidente della Fifa, Gianni Infantino, ha illustrato il piano al congresso della Fifa, dopo che i rappresentanti delle federazioni calcistiche palestinese e israeliana hanno avuto la possibilità di parlare davanti alle federazioni affiliate.
La proposta della Federcalcio palestinese alle 211 federazioni riunite al congresso di Bangkok richiedeva “sanzioni adeguate, con effetto immediato, contro le squadre israeliane”. La mozione rilevava “violazioni del diritto internazionale commesse dall’occupazione israeliana in Palestina, in particolare a Gaza” e citava gli impegni statutari della Fifa sui diritti umani e contro la discriminazione. La Federcalcio palestinese ha anche affermato che “In sette mesi di bombardamenti sono stati uccisi 193 giocatori palestinesi e sono state distrutte o gravemente danneggiate tutte le infrastrutture calcistiche di Gaza, compreso lo storico stadio Al-Yarmuk”.
Due anni fa, la Fifa ha sospeso le squadre della Russia immediatamente, dopo l’invasione dell’Ucraina. Due pesi e due misure.
Italia squadrismo
Il collega Franco Maria Fontana scrive sulla piattaforma X (QUI)
“Il pestaggio squadristico e mirato di cui è stato vittima @rubio_chef
ci ha colto di sorpresa, ma era stato annunciato. “Vi veniamo a prendere” aveva minacciato Riccardo Pacifici. Non gli abbiamo dato importanza Abbiamo sbagliato. Ora la semplice solidarietà a @rubio_chef non basta. Ci sarà giustizia per la vittima barbaramente percossa o si avrà, ancora una volta, un occhio di riguardo per lo squadrismo filo israeliano? Davvero c’è uno squadrismo cattivo e uno buono? Staremo a vedere. Un suggerimento agli inquirenti: la pista da seguire è chiarissima. Ascoltate – scrive Fontana – le parole di Pacifici alla manifestazione del Foglio pro Israele”: (ascolta!).
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, due mesi e 25 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Oltre 10 mila sfollati dalla regione di Kharkiv. L’esercito russo ha occupato altri 10 villaggi.
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Approfondimenti
76 anni di Nakba, la cacciata dei palestinesi dalla loro terra: qui
[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI
- Due anni fa l’assassinio di Shireen Abu Akileh: QUI
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