Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
08 ottobre 2021
Rassegna anno II/n. 100
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La vignetta di Mimmo Lombezzi: QUI
Nella Rubrica Approfondimenti vi proponiamo la presentazione del convegno “Tutti vuol dire tutti – Panoramica su movimenti, dissenso e creatività nel Mediterraneo oggi” -, organizzato dal Comitato di Redazione di Mesogea.
Il convegno si tiene a Messina, ma lo si può seguire online in tutto il mondo. Vi partecipano intellettuali di: Libano, Tunisia, Algeria, Egitto, Grecia, Italia e Turchia.
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I titoli
Sudan: Scarseggia il pane nella capitale, per il blocco del porto di Port-Sudan da parte degli autonomisti.
Etiopia: Il nuovo governo guidato di Abiy Ahmed ottiene la fiducia con una grande maggioranza di unità nazionale.
Siria: La co-sindaca curda di Raqqa ha vinto il premio internazionale City Mayor.
Afghanistan: Mosca organizza una conferenza internazionale sull’Afghanistan e invita i taliban.
Palestina Occupata: Liberata la giornalista Bushra Taweel, dopo 13 mesi di reclusione amministrativa, senza accuse e senza processo.
Sahara occidentale: Algeri chiede il ritiro delle truppe marocchine dal valico di Gargarat.
Le notizie
Sudan
Nella capitale Khartoum comincia a scarseggiare il pane a causa dell’esaurimento delle scorte di grano nei forni. Il blocco dei porti nell’est del paese, per mano degli autonomisti, ha azzerato il trasporto delle derrate alimentari e dei carburanti verso la capitale. Il governo ha comunicato che per le medicine si provvederà con il trasporto aereo, ma per grano e petrolio non ci sono al momento soluzioni. Il blocco dura da 19 giorni ed è organizzato dai comitati locali per l’autonomia in modo pacifico, ma determinato. Il premier Hamdouk ha dichiarato che la questione va risolta con il dialogo ed ha spedito una commissione ministeriale per le trattative. Gli autonomisti hanno alzato la posta in gioco, chiedendo le dimissioni del governo, la costituzione di un esecutivo tecnico e la rinegoziazione degli accordi di Juba. La crisi politica tra la componente militare e quella civile, all’interno del sistema provvisorio di potere, ha indebolito il governo. Questa della chiusura del porto di Port-Sudan è la prova più difficile per il governo, nato dalla rivolta popolare del 2019 che aveva spodestato il dittatore Omar Al-Bashir.
Etiopia
Il premier Abiy Ahmaed ha presentato il suo nuovo governo, dopo le elezioni dello scorso giugno, ed ha ottenuto la fiducia del Parlamento con una larga maggioranza. È stato incaricato a ministro della difesa Abraham Belay, ex governatore della provincia del Tigray, nominato dopo la rottura con il Fronte Popolare. Il nuovo esecutivo è un governo di unità nazionale, infatti, sono entrati a farne parte i leader dei tre partiti antagonisti. Il paese però è in piena guerra civile e la situazione umanitaria è al collasso. Milioni di abitanti del Tigray, Safar e Amhara sono a rischio di morte per fame. Il segretario generale dell’ONU in un discorso davanti al Consiglio di Sicurezza, chiamato a riunirsi d’urgenza sul caso etiopico per la seconda volta in una settimana, ha rivolto un appello al governo di Addis Abeba, per permettere il lavoro delle Nazioni Unite di assistenza alle popolazioni nelle zone in conflitto. La scorsa settimana, Addis Abeba ha espulso 7 funzionari dell’ONU, accusandoli di rapporti con i ribelli del Tigray. Il governo attua di fatto un embargo contro le zone controllate dal Fronte e chiede che gli aiuti vengano distribuiti tramite le sue agenzie.
Siria
La co-sindaca di Raqqa, Leila Mustafà, ha vinto il Premio City Mayor. Dopo la sconfitta di Daiesh (ISIS) in Siria, nel 2017, per mano delle Forze Democratiche siriane a guida curda, Leila Mustafà è entrata a far parte dell’amministrazione della città di Raqqa, distrutta dalla spietata repressione dei criminali jihadisti e dalla guerra che ne è seguita. Da quella data, la giovane ingegnera curda ha ottenuto sempre la fiducia del Consiglio locale ed è stata di nuovo rieletta annualmente. “La ricostruzione della città non ha interessato soltanto le strutture, crollate al 95%, ma soprattutto il tessuto sociale e le forti divisioni di carattere etnico”, ha dichiarato la co-sindaca. Non è stato facile per Leila Mustafà affermarsi in un ruolo di comando in una società tradizionale fortemente maschilista e organizzata su basi tribali. L’esperienza della Democrazia partecipata, introdotta dai movimenti progressisti curdi, anche nel caso di Raqqa, ha dimostrato la sua efficacia ed ha ricevuto un riconoscimento internazionale.
Afghanistan
Il Cremlino ha convocato, per il 20 ottobre a Mosca, una conferenza internazionale sull’Afghanistan alla quale intende invitare rappresentanti dei taliban. Saranno presenti delegazioni di Cina, Pakistan, India e Iran. La Russia considera tuttora i taliban come movimento terroristico, ma non ha ritirato la propria ambasciata da Kabul, dopo la sua caduta nelle loro mani. Il portavoce del Cremlino ha sottolineato anche che Mosca non ha fretta a chiedere la fine delle sanzioni ONU contro i taliban.
Palestina Occupata
La giornalista palestinese Bushra Taweel è stata liberata dal carcere israeliano di Damoun, dopo una detenzione amministrativa durata 13 mesi. Per ottenere la sua liberazione, suo padre, anche lui detenuto, ha compiuto uno sciopero della fame per 29 giorni. Alla Taweel non sono mai state rivolte delle accuse specifiche e non è stata processata. La giovane donna lavora dal 2014 presso l’agenzia Aneen, fondata dal governo ANP e specializzata nelle informazioni sui detenuti palestinesi. Nel suo primo incontro con la stampa, Bushra Taweel ha dichiarato che gli ufficiali che la interrogavano avevano sottolineato che il suo lavoro era “pericoloso” per il governo di Tel Aviv. Taweel ha subìto l’esperienza del carcere già nel 2011, quando ancora era minorenne. Da quella data ha deciso di iscriversi all’università di comunicazione e di intraprendere la professione di giornalista, che le ha procurato altri 4 arresti amministrativi.
Sahara occidentale
Il governo algerino chiede il ritiro dell’esercito marocchino dalla zona di Gargarat, occupata militarmente nel 2020. Lo scrive l’agenzia stampa algerina. È il primo passo di Algeri, dopo la nomina di Di Mistura a rappresentante speciale dell’ONU per la questione sahrawi. Il passo di Gargarat è l’unica strada che collega il Marocco con il resto dell’Africa, tramite la Mauritania, e ricade in una zona di separazione sotto il controllo dei Caschi Blu dell’ONU. La strada è considerata illegale dal movimento Polisario che si batte per l’indipendenza del Sahara Occidentale. Il Marocco considera questo territorio parte integrante dei suoi confini nazionali e offre per la popolazione Sahrawi un’autonomia amministrativa. Il Polisario rivendica un referendum per l’autodeterminazione, come aveva sancito l’accordo di tregua del 1991. Dopo 30 anni di inutile tregua, attivisti sahrawi hanno occupato pacificamente, alla fine del 2020, il valico di Gargarat, impedendo il passaggio di merci e persone. L’esercito marocchino è intervenuto occupando militarmente il valico di frontiera. L’Algeria è il principale sostenitore del Fronte Polisario ed i rapporti tra Algeri e Rabat sono deteriorati ulteriormente fino alla rottura delle relazioni diplomatiche.
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