Per ascoltare l’audio di oggi, 05 luglio 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 180 (1431)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

Se ce la fate, guardate questo video di un bombardamento israeliano del primo luglio.

L’esercito più immorale del mondo ha bombardato una scuola a Daraj, dove erano ammassati migliaia di sfollati, causando una strage.

Nella giornata di ieri, Israele ha compiuto 4 stragi provocando l’uccisione di 58 civili e il ferimento di altri 179. Il totale delle vittime ha superato i 38 mila uccisi, in 9 mesi di aggressione militare. 

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

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Situazione umanitaria

625 mila studenti palestinesi hanno perso l’anno scolastico. 45 mila non sono riusciti a svolgere gli esami di maturità. Questa è un’altra dimensione della tragedia palestinese a Gaza. Una misura pianificata dai generali israeliani che hanno distrutto tutte le scuole, università e biblioteche in tutta la Striscia. Un piano per impedire l’istruzione delle giovani generazioni di palestinesi.

Un bambino ha scritto su un foglio, trovato vicino al suo corpo nella scuola UNRWA bombardata ieri a Daraj: “Ronzio dei droni, bombardamenti, paura e fame… Che dio protegga Gaza”.

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Cisgiordania e Gerusalemme est

Le truppe speciali israeliane hanno ucciso, all’alba di oggi, 4 militanti palestinesi a Jenin, durante l’operazione militare che continua da diversi giorni nella martoriata città. Le truppe hanno assediato una casa e poi un drone ha lanciato un missile che ha ridotto l’edificio in macerie, uccidendo tutte le persone che vi erano dentro.

Rastrellamenti e scontri anche a Nablus e Qalqilia.

Un assalto militare nel pieno della notte è stato compiuto ieri dai coloni ebrei israeliani a Masafer Yatta, a sud di El-Khalil. Una notte di terrore quella trascorsa, tra mercoledì e giovedì, nel villaggio di Khallet Athaba. In questa area a sud della città di Yatta, numerosi villaggi palestinesi vivono circondati dagli insediamenti dei coloni israeliani che negli ultimi mesi hanno intensificato raid e attacchi, sotto gli occhi dei militari di occupazione che non muovono un dito.

I coloni hanno incendiato prima i campi coltivati, appiccando il fuoco in più punti spostandosi con auto 4R e mezzi blindati. Dopo aver impedito ai vigili del fuoco palestinesi di spegnere gli incendi, con un fitto lancio di pietre, i coloni hanno assaltato il villaggio armati di asce, mazze e bastoni, picchiando chiunque incontrano per strada. Tra le vittime di questa violenza aggressione vi è anche un volontario italiano dell’ONG Mediterranea Saving Humans. Molti palestinesi sono stati aggrediti e hanno dovuto ricorrere alle cure in ospedale.  

Durante l’assalto al villaggio palestinese erano presenti anche dei mezzi dell’esercito israeliano, i militari non sono intervenuti e hanno lasciato fare ai coloni il lavoro di macelleria umana. Un comportamento già registrato diverse volte in tutte le aggressioni coloniali in Cisgiordania.

L’ONG italiana ha pubblicato un comunicato sull’accaduto e postato video (vedi): “Quello che è accaduto è purtroppo uno scenario che si ripete costantemente nei territori palestinesi in Cisgiordania, dove i coloni agiscono indisturbati come una vera e propria milizia, armata e dotata di mezzi blindati, rendendosi protagonisti di violenze di ogni tipo. L’esercito israeliano mostra sempre di più la sua connivenza con i coloni, anche stanotte durante l’assalto al villaggio erano presenti dei mezzi blindati dell’esercito, che non solo non sono intervenuti per impedire le violenze e gli incendi, ma hanno garantito ai coloni di a gire indisturbati. Mentre le attenzioni principali sono giustamente concentrate sul massacro in atto a Gaza, in Cisgiordania la politica di occupazione va avanti con i metodi che abbiamo visto questa notte, con il via libera del governo Netanyahu e delle forze militari” scrive Mediterranea Saving Humans.

A Massafer Yatta, la popolazione palestinese conduce da anni una lotta con il metodo della nonviolenza, per contrastare l’espansionismo dei coloni israeliani a scapito delle terre dei villaggi e contro i piani militari di confisca delle terre palestinesi.

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Prigionieri

Si scoprono ogni giorno nuovi particolari sui lager israeliani segreti, situati nel deserto del Negev. Le testimonianze degli ultimi 50 rilasciati hanno scoperchiato i mezzi nazisti usati dai soldati con i detenuti palestinesi di Gaza. Un’inchiesta della BBC ha trasmesso le parole e fatto vedere le tracce delle torture sui corpi dei prigionieri rilasciati la scorsa settimana. Adnan Al-Mazeen ha raccontato come è stato tenuto nudo, legato mani e piedi e occhi bendati per sette mesi, senza aver mai ricevuto un’accusa. “I soldati spegnevano le sigarette sul mio corpo. Colpi sulla testa e sul torace. All’ospedale Adwan, dopo il mio rilascio, hanno scoperto costole rotte e ricalcificate in forma irregolare a causa delle mancate cure. In seguito alle torture, un detenuto palestinese è morto sulle mie ginocchia, senza che nessuno gli prestasse nessuna cura. ‘Mi hanno rotto il collo’, diceva prima di spirare. Quello che abbiamo letto sui crimini nazisti tedeschi è poca cosa rispetto a quello che ho vissuto”. Fatti simili sono state raccontate da un altro prigioniero di guerra rilasciato e che dal giorno della sua liberazione si trova ricoverato in ospedale. “mostra rotture al cranio, a causa dei colpi ricevuti sulla testa”, ha raccontato un medico alle telecamere della tv britannica. L’esercito israeliano e gli ospedali militari hanno rifiutato di rilasciare interviste su questi casi, secondo quanto informa l’emittente in conclusione del servizio.   

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Trattative

La Casa Bianca ha informato che il presidente Biden ha avuto, ieri, un colloquio telefonico con il premier israeliano Netanyahu per 30 minuti. Fonti del Pentagono sono ottimiste sul successo della trattativa, “ma non in tempi brevi”. A Tel Aviv, i commentatori dei media sono cauti e alcuni si dicono non fiduciosi a causa delle mosse del primo ministro. Rivelazioni in anonimato parlano di forti divergenze tra la commissione militare e della sicurezza e il premier. “Netanyahu intende prolungare la guerra per salvaguardare la propria poltrona. Rischiamo l’ultima occasione di riportare vivi gli ostaggi”. Dopo la telefonata con Biden, il governo ristretto ha approvato la spedizione dei negoziatori israeliani a Doha, per trattare indirettamente con Hamas.

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Israele

Migliaia di manifestanti antigovernativi si sono radunati nuovamente a Gerusalemme vicino alla casa del premier israeliano Benjamin Netanyahu, per chiedere elezioni anticipate e che il governo concluda un accordo per lo scambio di prigionieri con Hamas.

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Libano

Un’altra giornata di guerra guerreggiata in sud Libano. In risposta all’assassinio del comandante Mohammed Niima Nasser, Hezbollah ha lanciato 250 missili e droni contro le basi militari israeliane in Galilea e Golan siriano occupato. Il giorno prima ne aveva lanciati 100. È un’escalation senza precedenti, malgrado le trattative a Parigi dell’inviato speciale USA per trovare un accordo di tregua sul fronte libano-israeliano. L’esercito israeliano ha compiuto incursioni con i caccia su tutta la fascia meridionale.  

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Solidarietà

Il grande Roger Waters ha scritto su X un post in commento al video del pallone lanciato nei cieli di Londra a sua firma con la scritta: “Non è complicato. Smettete di uccidere i nostri fratelli e sorelle in Palestina. Fermate il genocidio” (Vedi).

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Iran

Si vota oggi per il ballottaggio nelle presidenziali iraniane. Si sfidano i due primi classificati nelle elezioni del 28 giugno. Il futuro della stabilità del paese dipende da questo voto. Il riformatore Pezeshkian e il conservatore Jalili avevano ottenuto rispettivamente 10,6 milioni di voti e 9,5 milioni di voti una settimana fa. Il risultato del voto di oggi dipenderà dall’affluenza alle urne. La maggior parte del 60% degli astenuti infatti si trova tra i giovani e le donne che si erano battuti per le libertà negli ultimi anni. Se decidessero di andare a votare e di favorire il candidato riformatore, l’Iran avrebbe una fase meno cupa del passato. Una vittoria di Jalili, invece, sarà un incubo sia per la situazione economica, sia per le libertà individuali. Il candidato conservatore ha imperniato la sua campagna elettorale sulla più oscura interpretazione della Sharia in materia di vestiario femminile. Il corpo delle donne come mezzo per dominare la società.

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Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, quattro mesi e undici giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Un deputato russo ha rivelato che Mosca sta pianificando di spedire a Cuba testate nucleari. Il capo del governo che guida il semestre UE, Orban, è in visita da Putin. Da Bruxelles, il presidente del Consiglio europeo, Michel: “Non a nome dell’Unione”.

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Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

APPROFONDIMENTI:

[Echi della stampa araba] n°17: Il futuro incerto dei drusi di Israele

a cura diMargaret Petrarca (Leggi tutto).

[Giornalismo] La figuraccia dei giornaloni scorta mediatica del genocidio a Gaza. di Farid Adly Qui

[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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1 commento

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