Per ascoltare l’audio di oggi, 08 luglio 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 183 (1434)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
Se ce la fate, guardate questo video di un bombardamento israeliano del primo luglio.
È entrato il decimo mese di aggressione israeliana su Gaza. Ieri sono state compiute stragi nelle scuole dell’ONU dove sono ammassati migliaia di sfollati. L’UNRWA ha rivendicato un’inchiesta indipendente su questo nuovo crimine.
Le truppe di occupazione hanno compiuto ieri 3 stragi, uccidendo 55 civili palestinesi e ferendo altri 123.
Sono in corso nuovi bombardamenti su diversi quartieri di Gaza città e su Khan Younis. Dopo i bombardamenti le truppe di terra sono avanzate e ingaggiato scontri con i combattenti palestinesi.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Situazione umanitaria
Tra i bambini ricoverati nei reparti di maternità sono stati registrati i primi casi di decesso a causa della mancanza di elettricità. Le culle riscaldate e le line di fornitura di ossigeno sono senza alimentazione. L’allarme è stato lanciato dall’OMS, che chiede l’immediata autorizzazione all’ingresso a Gaza di camion di carburanti.
Il Centro Euromediterraneo per i diritti umani, con sede a Ginevra, ha lanciato di nuovo l’allarme per il sistema sanitario di Gaza ridotto al lumicino dai bombardamenti e operazioni militari israeliani che hanno distrutto e raso al suolo o messo fuori servizio 34 dei 36 ospedali. “Ci sono 24 mila malati e feriti palestinesi che hanno bisogno di cure all’estero. Israele impedisce le partenze da quando ha occupato il valico di Rafah, lo scorso 7 maggio. Soltanto 21 malati hanno potuto partire per l’Egitto tramite il valico di Karam Abu Salem, ampiamente propagandato ma drammaticamente insufficiente”, scrive il Centro ginevrino in un lungo rapporto.
Tutta la popolazione di Gaza soffre per le bombe e per la fame e sete. A queste con l’arrivo dell’estate si aggiunge il caldo soffocante. Una madre con i suoi tre bambini ha detto ai microfoni di una tv araba: “In questa guerra genocida, l’unica cosa che gli israeliani non sono riusciti a prosciugare è il mare. Malgrado le corvette israeliane al largo, siamo andati alla spiaggia per avere un po’ di sollievo”.
Un comunicato dell’UNRWA chiede di nuovo il cessate il fuoco immediato: “A 9 mesi dall’inizio della guerra a Gaza, le famiglie continuano ad affrontare sfollamenti forzati, distruzioni massicce e paura costante. Mancano i beni essenziali, il caldo è insopportabile, le malattie si diffondono. La situazione diventa giorno dopo giorno più tragica”.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Un giovane di 25 anni, Ahmad Abu Haija, è spirato ieri in ospedale dopo essere stato colpito dalle pallottole israeliane durante l’incursione a Jenin di venerdì scorso. Il numero delle vittime di quell’aggressione è salito così a 8 assassinati.
I rastrellamenti sono la realtà quotidiana che la popolazione civile palestinese deve subire, in questa guerra non dichiarata. Nablus, El-Bira, Qalqilia, Betelmme, Silwan e El-Khalil sono le zone maggiormente colpite. www.anbamed.it
Prigionieri
Altri tre ex prigionieri palestinesi rilasciati ieri dal campo di concentramento di Sde Tieman, sono stati assassinati subito dopo il loro rilascio. Mentre stavano tornando a piedi verso Rafah, una bomba è caduta sulle loro teste. I soccorritori li hanno estratti da sotto le macerie ed hanno scoperto che erano ancora ammanettati.
Trattative
Hamas sta attendendo la risposta del governo Netanyahu alle sue ultime osservazioni sull’accordo proposto dall’amministrazione Biden. Il premier israeliano tramite i suoi consiglieri ha fatto sapere che “Israele firmerà soltanto gli accordi che permetteranno di continuare la guerra dopo la conclusione dello scambio di prigionieri, fino alla cancellazione di Hamas”. Secondo un canale tv israeliano, nell’incontro di ieri tra Netanyahu e la delegazione dei negoziatori, il premier ha aggiunto un’altra condizione che in precedenza era stata superata: “Il ritorno dei gazzawi al nord della Striscia non sarà libero, ma avverrà soltanto dopo il controllo dell’esercito israeliano”. Si ritorna quindi al punto di partenza. Appena Hamas ha ceduto sulla questione del ritiro delle truppe, Netanyahu avanza nuove condizioni con l’obiettivo di sabotare l’accordo o almeno prolungare i tempi per raggiungerlo, fino alla data del suo discorso nel Senato USA, il 23 luglio.
Le trattative indirette riprenderanno mercoledì a Doha, dove arriverà anche un alto funzionario della CIA, per tentare di ammorbidire le posizioni di Israele. La tv egiziana Al-Qahira Ikhbaria (Il Cairo News) ha riferito che sono in corso al Cairo febbrili trattative per evitare il collasso del negoziato, malgrado le mine disseminate da Netanyahu”.
Israele
Sono incessanti le manifestazioni di protesta in Israele contro la politica attendista di Netanyahu sulla trattativa con Hamas per il rilascio degli ostaggi israeliani. Le speranze innescate dal cedimento di Hamas sulla condizione per la fine del conflitto prima della firma dell’accordo, sono svanite dopo la diffusione delle nuove condizioni che segnano una marcia indietro di Netanyahu su argomenti già superati in trattative precedenti.
I manifestanti hanno chiuso strade principali a Tel Aviv e Gerusalemme. Sabato sera la polizia a cavallo ha disperso i manifestanti e aperto le strade con i getti di acqua.
Espansionismo israeliano
Il ministro israeliano Amichai Eliyahu noto per le sue dichiarazioni sulla necessità di bombardare Gaza con la bomba atomica, “per finire il lavoro prima”, ne ha detto una nuova delle sue. Ha dichiarato sui social che per garantire la sicurezza di Israele bisogna rioccupare il Sinai. “Ci vediamo sul canale di Suez”.
Sudan
Si intensifica lo scontro tra Esercito e ribelli in diverse province, con particolare recrudescenza ad El-Fasher (ad ovest della capitale) e Sennar (a sud di Kahrtoum). Da quest’ultima sono fuggiti – secondo i comitati della società civili – almeno 130 mila persone. Le milizie di Pronto Intervento hanno annunciato l’occupazione di diversi centri abitati nella provincia assediata.
Una tragedia nella tragedia: almeno 25 persone sono morte annegate nel Nilo durante i tentativi di fuga da Sennar su barche di legno.
In Egitto si è conclusa una conferenza di forze politiche sudanesi. Il comunicato finale non è stato firmato da tutte le organizzazioni politiche e sociali presenti. L’impostazione della Conferenza, sponsorizzata dal governo del Cairo, è quella della necessaria mediazione tra le parti in conflitto per salvare il paese dal pericolo di una guerra infinita e di sostegno alle trattative di Gedda. Tra i non firmatari vi sono i movimenti del Darfur che non hanno gradito la mancata condanna della pulizia etnica compiuta dalle milizie.
Germania ridicola
Il parlamento tedesco ha approvato una legge che vieta l’uso del triangolo rosso con la punta verso il basso. È stato considerato ridicolmente un simbolo antisemita. Si attende l’approvazione nella camera alta per diventare esecutiva. Il triangolo in questione è usato nei video di Brigate Qassam per indicare gli obiettivi colpiti. I nipotini dei massacratori nazisti sostengono oggi a spada tratta i massacratori israeliano del popolo palestinese.
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, quattro mesi e 14 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. All’esercito di Kiev mancano i soldati. Molti giovani in età di leva militare non si arruolano.
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Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto
APPROFONDIMENTI:
[Echi della stampa araba] n°17: Il futuro incerto dei drusi di Israele
a cura diMargaret Petrarca (Leggi tutto).
[Giornalismo] La figuraccia dei giornaloni scorta mediatica del genocidio a Gaza. di Farid Adly Qui
[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI
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