Per ascoltare l’audio di oggi, 03 settembre 2024
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi):
Rassegna anno V/n. 239 (1490)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
Netanyahu non ha freni. Continua la sua opera di genocidio indisturbato. Le cancellerie sparlano, ma forniscono le armi per mettere in atto questi crimini di guerra e contro l’umanità. Nella giornata di ieri, fino a mezzogiorno, i generali israeliani hanno ucciso 48 civili e ferito altri 70 in 3 stragi, una delle quali contro un gruppo di persone che stavano aspettando gli aiuti.
Anche stamattina, le operazioni militari sono continuate. Secondo i rapporti giornalistici, sono 13 gli uccisi sotto le bombe israeliane dall’alba di oggi.
Il totale delle vittime ha superato i 135 mila persone tra uccisi e feriti.
l nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Situazione umanitaria
L’UNRWA rinnova per l’ennesima volta le loro preoccupazione per il perseverare degli attacchi contro la popolazione civile e i continui ordini di evacuazione. “La gente corre da un posto all’altro e quando arriva ai luoghi indicati come sicuri trova i carri armati. Sono donne e bambini che trascinano sulle spalle i loro poche masserizie. A Gaza non ci sono posti sicuri e le operazioni di vaccinazione vanno a rilento per la fragilità della tregua a pezzetti, parziale e localizzata”, imposta dal governo israeliano.
Il PAM ha denunciato i pochi permessi di passaggio degli aiuti alla popolazione civile. Le strade distrutte e i cumuli di detriti ammassatii dall’esercito per bloccare il passaggio non permettono la consegna degli aiuti. https://www.anbamed.it
Cisgiordania e Gerusalemme est
Una settimana dall’inizio dell’operazione israeliana mirante alla deportazione della popolazione del nord della Cisgiordania. Jenin è completamente circondata dalle truppe militari e sorvolata da caccia e droni. Il campo profughi di Jenin di fatto non c’è più. La maggior parte della popolazione è stata evacuata con la forza e coloro che sono rimasti sono impossibilitati a muoversi. Una punizione collettiva per isolare i combattenti e sterminarli.
In questa settimana di guerra contro la popolazione della Cisgiordania sono state 29 le persone assassinate dai soldati israeliani. I combattenti sono stati finiti con i missili, ma molti civili, soprattutto bambini e anziani, sono stati uccisi dalle pallottole dei cecchini. Un civile palestinese arrestato dall’esercito a Jenin è stato consegnato morto alle autorità di polizia palestinese poche ore dopo il suo arresto. Ayman Rajeh (58 anni) aveva segni di torture su tutto il corpo. Secondo il direttore dell’ospedale di Jenin, Wissam Bakr, Rajeh è stato picchiato duramente sulla testa durante gli interrogatori, provocandogli un’emorragia cerebrale”.
La situazione in Cisgiordania preoccupa la diplomazia di Amman. Re Abdallah II ha rilasciato una dichiarazione allarmata sulle intenzioni del governo di Tel Aviv di mettere in atto una deportazione forzata della popolazione oltre il fiume Giordano, verso il suo paese. La condotta del governo Netanyahu e l’offensiva dei coloni per cacciare contadini e pastori dalle loro terre per impadronirsene sono un segnale pericoloso, simile a quel che era avvenuto prima del 1948, la prima Nakba.
Prigionieri
Il portavoce mascherato di Brigate Qassam, l’ala militare di Hamas, ha fatto una grave dichiarazione. “Dopo le ultime stragi a Gaza e in seguito all’offensiva dell’occupazione in Cisgiordania, con oltre 29 martiri in maggioranza assassinati in esecuzioni di piazza, abbiamo dato nuovi ordini ai miliziani che hanno in custodia i prigionieri nelle nostre mani, in caso di avvicinamento dell’esercito ai luoghi di nascondiglio”. Non sono state specificate queste nuove linee di condotta, ma è chiaro il messaggio che si vuole trasmettere: se l’esercito si avvicina, i miliziani sono autorizzati ad uccidere gli ostaggi. Se fossero vere le dichiarazioni del portavoce dell’esercito, i sei corpi trovati in un tunnel a Rafah sarebbero stati finiti con una pallottola alla testa.
Trattative
Il presidente Biden continua a fare dichiarazioni ottimiste sulle trattative, ma probabilmente la sua attenzione è rivolta alla campagna elettorale ed alla propria reputazione alla fine del suo mandato. Ieri ha aggiunto però anche un duro attacco a Netanyahu, sostenendo che non ha dimostrato ascolto alle proposte. “Stiamo trattando con la sua squadra e non più con lui”, avrebbe detto.
In seguito alle manifestazioni oceaniche e allo sciopero generale sindacale in solidarietà con i familiari, Netanyahu ha rilasciato una dura e stizzita dichiarazione, nella quale non ha risposto a Biden (“spero che quelle parole siano un’interpretazione giornalistica”, ha detto), ma ha attaccato tutti coloro che chiedono un accordo con Hamas per lo scambio di prigionieri. “Non accetto lezioni da nessuno. Stiamo facendo l’impossibile per riportare a casa gli ostaggi, ma stiano affrontando un’offensiva su 7 fronti con l’Iran che vuole distruggerci. È in gioco l’esistenza dello stato. La guerra di concluderà quando saranno realizzati i 4 obiettivi”.
Israele
Enorme successo ha ottenuto lo sciopero generale indetto dal sindacato dei lavoratori. A mezzogiorno di ieri è arrivata l’ordinanza dell’Alta corte per la sua interruzione entro le 14:30, in seguito al ricorso del governo. Per tutta la mattinata di ieri, ogni attività economica è stata paralizzata. L’aeroporto di Tel Aviv è rimasto bloccato e completamente vuoto. Dopo la sentenza, il segretario generale dell’Histadrut ha annunciato la conclusione dello sciopero. Una prova di forza che ha dimostrato la forte solidarietà con i familiari degli ostaggi e l’opposizione alla politica di Netanyahu di sacrificare le persone ai suoi calcoli politici.
Diplomazia e armamenti
La GB ha deciso di limitare parzialmente le esportazioni di armi ad Israele. Il ministro degli esteri ha comunicato che sono stati annullate 30 licenze di esportazioni di materiale bellico, come componenti di aerei e droni. L’embargo non comprende le componenti dei caccia F-35.
Afghanistan
Sei persone uccise e altre 13 ferite in un’esplosione innescata da un attentatore suicida a Kabul. Al momento nessuna rivendicazione, ma l’impronta è di Daiesh Khorasan. L’attentato avviene a pochi giorni dal terzo anniversario della sconfitta degli Stati Uniti e dei paesi Nato e la fuga rocambolesca delle truppe d’invasione dall’aeroporto di Kabul. Un altro attentato alla bomba era avvenuto il 15 agosto, giorno dell’entrata dei miliziani taliban nella capitale dopo la fuga dell’ex presidente Ghani.
Libia
Ucciso Abdul-Rahman Milad, detto il Bidja, trafficante di essere umano e allo stesso tempo ufficiale della guardia coste libica finanziata dall’Italia e dall’UE. Nel centro di Tripoli è stato bersagliato da una raffica di mitra mentre stava lasciando l’accademia navale di Janzour, su un fuoristrada. Era sanzionato dall’Onu e ricercato dall’Interpol, era accusato di traffico di uomini, armi e droga. Ha continuato a ricevere promozioni e incarichi dal governo Dbeiba. Una fonte misteriosa ha fatto apparire sue recenti foto a bordo di motovedette di fabbricazione italiana donate dal governo di Roma. È stato silenziato, perché nelle scorse settimane aveva lanciato messaggi criptici minacciando di vuotare il sacco. Chi lo proteggeva, potrebbe averlo fatto fuori. È soltanto una vicenda interna libica di guerra tra milizie oppure è un intrigo internazionale?
Iraq-Turchia
20 raids turchi sul nord dell’Iraq, per colpire i campi profughi curdi e distruggere le basi della guerriglia del PKK. La notizia è stata fornita dal ministro della guerra di Ankara e confermata da fonti di Erbil, dove ha sede il governo autonomo curdo iracheno. Sono sei le località prese di mira dai caccia e droni turchi. Lo scorso mese, Baghdad e Ankara hanno firmato un accordo di collaborazione militare, per contrastare la presenza del PKK in Iraq; un accordo che rende praticamente accettate le basi militari insediate dall’esercito turco in territorio iracheno, che finora erano considerate una violazione della sovranità dell’Iraq.
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, sei mesi e nove giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Avanzano i russi nella zona di confine nord-orientale, mentre l’offensiva ucraina su Kursk ha registrato un brusco arresto, “per mancanza di munizioni”, dice Zelensky che si appella ai suoi alleati della Nato. È una guerra per procura fino all’ultimo russo e ucraino.
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APPROFONDIMENTI:
Aya Ashor: Diario da Gaza (leggi tutto
Ilan Pappè: sradicare le radici della violenza leggi tutto
[Nativi] Free Leonard Peltier. di Andrea de Lotto. Leggi tutto
[Recensione] “Palestina-Israele, il lungo inganno; la soluzione imprescindibile”, di Mario Capanna e Luciano Neri di Farid Adly QUI
Appello per Gaza della rete italiana per la Pace e il disarmo Leggi tutto
La storia di Muhammed Bhar, ovvero del nuovo nazismo incarnato da Israele. Di Farid Adly (BBC credits) (QUI)
[Echi della stampa araba] n°18: Visto Schengen, un viaggio al limite dell’umiliazione. A cura di Margaret Petrarca (Leggi tutto)
[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI
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