Per ascoltare l’audio di oggi, 04 settembre 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 240 (1491)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

Sono passati 333 giorni dall’inizio dell’invasione israeliana su Gaza.

Il numero totale delle vittime dallo scorso ottobre è di 40.819 uccisi e 94.291 feriti, ai quali vanno aggiunti gli oltre 17 mila dispersi.

Nella giornata di ieri e fino a mezzogiorno, sono stati compiuti dai generali israeliani 3 stragi contro gli sfollati, con 33 uccisi e 67 feriti.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco. 

Cisgiordania e Gerusalemme est

Una ragazza di 16 anni è stata assassinata dai soldati israeliani a Kafr Dani, nei pressi di Jenin. Stava manifestando con il solo suo corpo contro la demolizione di una casa. Dopo averla colpita, i soldati come al solito hanno impedito l’arrivo dei soccorsi bloccando le ambulanze. Esecuzione extragiudiziale di piazza. Nelle operazioni sono stati feriti due giornalisti, Ayman Nobany e Ahmed Mansour, mentre svolgevano il loro dovere di informare e documentare i crimini di Israele.

Un altro giovane di 16 anni è stato assassinato a Tulkarem e tre feriti gravemente a El-Khalil.

L’assedio di Jenin dura da una settimana. Durante le operazioni militari, la città e il suo campo sono stati distrutti. La stessa sorte è toccata agli altri centri del nord della Cisgiordania, dove il numero delle vittime è arrivato a 30 uccisi in una settimana.

Un video testimonianza da Jenin (QUI)

Prigionieri

Oltre alla minaccia di aver cambiato le regole d’ingaggio in caso di attacco dell’esercito israeliano ai luoghi di prigionia dei detenuti israeliani nelle mani di Hamas, le Brigate Qassam stanno utilizzando un’altra tattica propagandistica per far pressione psicologica sulle famiglie degli ostaggi. In due giorni consecutivi sono stati pubblicati video di ex ostaggi trovati dall’esercito israeliano uccisi in un tunnel a Rafah.

Propaganda macabra che non rispetta i morti.

Trattative

Secondo un dirigente di Hamas, in contatto con le delegazioni di mediazione egiziana e qatariota, l’amministrazione Biden avrebbe annunciato il ritiro dalle trattative se entro due settimane non sarà raggiunto un accordo. Non è chiaro se questo annuncio sia una forma di pressione sul movimento palestinese oppure su Netanyahu. Quest’ultimo non è sembrato impressionato dalle critiche di Biden al suo operato e ha tirato dritto nella sua politica guerrafondaia contro la popolazione civile di Gaza e di Cisgiordania. In un video con una cartina geografica di Gaza ha raccontato le ragioni (sbagliate) della sua politica di occupazione permanente di Gaza. Ha ricorso all’invenzione del passaggio di armi dall’Egitto a Hamas per coprire la sua testardaggine. Non è mancata la risposta del Ciaro che ha accusato esplicitamente il premier israeliano di “diffondere bugie per coprire la debolezza della sua posizione irrazionale”.

Il governo del Cairo è assolutamente contrario all’occupazione militare da parte israeliana del corridoio di confine tra Gaza e Egitto, che per gli accordi di Camp David e Oslo spetta all’esercito egiziano. Su questo punto sono scesi le diplomazie saudita e del Qatar che hanno attaccato la posizione israeliana e difeso le ragioni di Al-Sisi. Comunicati inconsueti che segnano preoccupazione delle monarchie del Golfo per quel che sta succedendo contro la popolazione civile, non solo a Gaza ma anche in Cisgiordania.

Israele

Continuano le grandi mobilitazioni in Israele contro la politica di Netanyahu sulle trattative per lo scambio di prigionieri. A Tel Aviv, davanti alla sede del ministero della guerra si sono radunati decine di migliaia di manifestanti che hanno appiccato il fuoco in suppellettili e cartoni, lì per strada. La polizia è intervenuta duramente ed ha arrestato una decina di persone. Altre manifestazioni sono state organizzate nella maggior parte delle città israeliane.

Gli esponenti dell’opposizione hanno sferrato attacchi politici a Netanyahu accusandolo di sacrificare la vita degli israeliani in ostaggio per salvare la propria poltrona. “Il rifiuto di ritirarsi da Gaza e prospettare un’occupazione permanente hanno l’unico significato di prolungare la vita di questo governo e di stroncare quella degli ostaggi. Tutti i rapporti militari e di sicurezza sconsigliano questa condotta, ma Netanyahu va dritto per trascinare il paese in una guerra permanente”, ha detto l’ex generale Gantz che era entrato in maggioranza lo scorso ottobre, per poi ritirarsi da membro del Consiglio di guerra per divergenze con il premier e con l’ala oltranzista al governo, quella dei sionisti religiosi.

Libano

L’ex governatore della Banca centrale libanese, Riad Salameh, è stato arrestato dopo 3 ore di interrogatorio in tribunale sulle malversazioni di denaro pubblico. I giudici avrebbero la documentazione sulla sottrazione di 40 milioni di dollari dalle casse della Banca centrale a favore di una società di comodo che fa capo a parenti dell’ex governatore. È la prima volta che Salameh si presenta ad un interrogatorio giudiziario. Molti osservatori lo ritengono il principale responsabile del crack finanziario del Libano nel 2019. Lui si difende proclamandosi un agnello sacrificale. Salameh è accusato anche dalle procure di Svizzera, Canada, Francia e Stati Uniti per autoriciclaggio di ingenti somme sottratte allo Stato libanese e di arricchimento sospetto.

Turchia-Israele

Arrestato in Turchia un alto funzionario del Mossad operativo ad Ankara. È il responsabile finanziario della rete spionistica israeliana in Turchia. Liridon Rexhepi è un cittadino kosovaro. L’agenzia dell’intelligence turca (Mit) ha rilevato irregolarità nei suoi conti finanziari. Secondo le informazioni pubblicate dalla stampa turca l’agente trasferiva il denaro ricevuto in Turchia ai suoi collaboratori in Siria, pagandoli con criptovalute. Secondo fonti dell’Intelligence turca, gli informatori del Mossad filmavano gli obiettivi con i droni, conducevano operazioni psicologiche contro i politici palestinesi e raccoglievano informazioni sulla Siria. Dopo l’interrogatorio di Rexhepi, sono stati arrestati una dozzina di suoi collaboratori, sia turchi che arabi. È la terza retata contro agenti del Mossad in Turchia nel 2024, ma la prima volta che nella rete cada un pesce grosso di questo livello.

A luglio, il premier israeliano Netanyahu aveva minacciato di colpire i dirigenti di Hamas ovunque si trovino, anche in Turchia e Qatar. Allora non era mancata la risposta dura di Erdogan: “Chi si macchierà di crimini sul suolo turco, lo aspetterà la forca”.

Egitto-Turchia

Visita oggi ad Ankara del presidente egiziano El-Sisi. È la prima da 12 anni, quando le relazioni diplomatiche tra i due paesi si erano interrotte a causa del sostegno della Turchia alla Fratellanza Musulmana, repressa nel sangue dall’esercito egiziano dopo il rovesciamento di Morsi. Un riavvicinamento dettato da ragioni economiche e strategiche nell’area mediorientale. Da diversi anni lo scambio commerciale tra i due paesi è salito a diversi miliardi di dollari all’anno, malgrado lo scontro ideologico e politico. L’ostacolo era la presenza dell’opposizione egiziana ad Ankare, con le sue tv satellitari e web. Condizione del Cairo per la ripresa dei rapporti era quella di silenziarle. E il neo sultano ha cacciato tutti i giornalisti e le loro emittenti, che si sono traslocati a Londra. Un lungo processo di normalizzazione nel quale El-Sisi ha dettato le condizioni e l’accordo è arrivato a Doha nel 2022 durante l’inaugurazione dei mondiali del calcio in Qatar. Lì è avvenuto un incontro tra i due presidenti durato circa mezz’ora che ha avviato la marcia della ripresa delle relazioni diplomatiche, con la visita di Erdogan al Cairo di un anno fa. In questa visita si consoliderà la cooperazione in campo militare tra Il Cairo ed Ankara. L’Egitto è interessata a produrre localmente i droni turchi.   

Siria/Rojava

Un drone turco ha lanciato un missile che ha colpito l’auto di un alto ufficiale delle forze di sicurezza curdo-siriane. L’attacco turco è avvenuto nella zona rurale di Qamishli, vicino al carcere di Um Fursan, dove sono detenuti jihadisti di Isis. Le fonti, sia curde che turche, non hanno reso nota l’identità della vittima. L’Osservatorio siriano per i diritti umani annota che è stato tra i capi delle forze democratiche siriane che avevano guidato l’attacco contro l’ultima roccaforte di Daiesh in Siria.  

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, sei mesi e dieci giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Kiev verso il rimpasto di governo. Attacco russo sulla capitale con missili e droni. La Polonia fa decollare i caccia. Rischio scontro Russia-Nato?

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APPROFONDIMENTI:

Aya Ashor: Diario da Gaza (leggi tutto

Ilan Pappè: sradicare le radici della violenza leggi tutto

[Nativi] Free Leonard Peltier. di Andrea de Lotto. Leggi tutto

[Recensione] “Palestina-Israele, il lungo inganno; la soluzione imprescindibile”, di Mario Capanna e Luciano Neri di Farid Adly QUI

Appello per Gaza della rete italiana per la Pace e il disarmo Leggi tutto

La storia di Muhammed Bhar, ovvero del nuovo nazismo incarnato da Israele. Di Farid Adly (BBC credits) (QUI)

[Echi della stampa araba] n°18: Visto Schengen, un viaggio al limite dell’umiliazione. A cura di Margaret Petrarca (Leggi tutto)

[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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