Per ascoltare l’audio di oggi, 05 settembre 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 241 (1492)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

Dall’alba di oggi, sono stati uccisi nei diversi bombardamenti israeliani contro la popolazione civile di Gaza 23 persone, dei quali due uomini, 8 donne e 13 bambini. Nessuno aveva armi. Erano sfollati in diversi centri di raccolta a Khan Younis, Deir Balah e Gaza città.

Nei video postati sui social e altri pubblicati dai corrispondenti sul campo dei media arabi, si vede il lavoro disperato della protezione civile, con l’iuto della gente del posto, nel tentativo di rimuovere i detriti per salvare le persone intrappolate sotto le macerie. Una donna in ospedale che abbracciava il corpo di suo figlio piccolo morto sotto le bombe; tentava di rianimarlo con le proprie mani premendo sul cuore e applicando la respirazione bocca a bocca,, mentre gli infermieri le dicevano di portare pazienza e le facevano le condoglianze. Una scena straziante, che la stampa scorta mediatica del genocidio non pubblicherà mai.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco. 

Situazione umanitaria

Il fotografo palestinese Moataz Azayza, in un’intervista alla BBC, ha affermato che ogni famiglia a Gaza ha avuto almeno un membro ucciso dall’invasione israeliana in corso. “è una situazione senza speranza. Siamo sotto occupazione e non c’è modo per uscirne. E dove andare poi?”. Alla domanda del giornalista sul cessate il fuoco e la ricostruzione, Azayza ha ribattuto: “Questo è un argomento deviante. Quale ricostruzione senza libertà. Siamo un popolo sotto occupazione e la nostra vita è a rischio in ogni momento”.  

Cisgiordania e Gerusalemme est

Due giovani palestinesi assassinati stamattina a Tulkarem. Ieri le vittime della repressione israeliana in Cisgiordania sono state 6, cinque dei quali sono caduti sotto un missile che aveva colpito l’auto che li traportava. I 5 giovani militanti non erano armati e il missile li ha raggiunti nel centro di Toubas, nel nord della Cisgiordania. La sesta vittima di ieri è Majed Fida Abuzina, un ragazzo di 16 anni, colpito mentre lanciava pietre contro i soldati israeliani, che tentavano di compiere un rastrellamento nel campo di Al-Fariya. Anche in questo caso si è ripetuta la criminale azione di ostacolo al lavoro di soccorso della Mezzaluna rossa. I soldati hanno autorizzato i sanitari palestinesi ad intervenire soltanto quando si sono accertati del decesso del ferito.

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Prigionieri

Brigate Qassam proseguono nel pubblicare le interviste agli ostaggi, che nel frattempo sono stati trovati uccisi nei tunnel. Ieri ne hanno sfornato due, di un uomo e di una donna. Uno strazio per i familiari e una forte pressione psicologica sull’opinione pubblica israeliana. Le parole espresse da queste vittime, quando erano ancora in vita, sono state premonitori: “Questo vostro tergiversare sull’accordo di cessate il fuoco è una condanna di morte per noi. Affrettatevi a firmare, non c’è più tempo”. L’uomo aveva aggiunto che “I miliziani di Hamas mi hanno trasferito per ben 13 volte per salvarmi dai bombardamenti del nostro esercito. Loro ci tenevano alla nostra vita, molto di più dei nostri politici”. Probabilmente sono frasi imposte dai loro carcerieri, ma sono la realtà dei fatti. La scorsa settimana, 6 ostaggi sono stati trovati uccisi in un tunnel a Rafah.

L’esercito ha affermato che erano stati uccisi con un colpo alla nuca, ma il portavoce di Hamas ha respinto categoricamente l’accusa: “sono morti sotto i colpi dell’esercito israeliane che se ne assume tutta la responsabilità”.   

Trattative

La stampa israeliana rivela che la prossima proposta di Washington sarà del tipo “prendere o lasciare”. Il piano ridurrebbe ad una sola fase tutto il programma degli scambi di prigionieri e non più suddiviso in tre fasi durante le quali proseguire poi le trattative per le successive. Per il corridoio di confine tra Gaza e Egitto si prevedrebbe il ritiro totale dell’esercito israeliano entro i primi 42 giorni e la sua assegnazione ad una forza internazionale. Da parte di Washington non c’è una conferma.

Fonti egiziane hanno rivelato alla stampa del Cairo, in garanzia di anonimato, che “le trattative sono morte”, perché Netanyahu insiste sulle sue bugie del passaggio di armi, soltanto per non perdere la propria maggioranza politica. “Il governo egiziano non accetta la presenza dei soldati israeliani nel corridoio di confine, perché gli accordi internazionali e bilaterali lo avevano assegnato all’Egitto. Netanyahu tira la corda per favorire Trump nelle prossime elezioni USA”.

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Israele

Continuano con vigore le manifestazioni contro il governo Netanyahu. Rivendicano una trattativa seria per lo scambio di prigionieri e accusano il premier di contrastare, con la sua insistenza a prolungare l’occupazione militare di Gaza, l’opportunità di salvare la vita agli ostaggi.

Offensiva mediatica anche dagli esponenti dell’opposizione. L’ex premier Lapid ha affermato che “La politica di Netanyahu danneggia strategicamente Israele. Ha solo l’interesse di salvare la propria poltrona. Va mandato a casa prima che sia troppo tardi”.

Ieri, Netanyahu in una lunga dichiarazione ha accusato i suoi avversari di essere dei sostenitori di Senwar, “perché io difendo la salvezza di Israele dall’attacco orchestrato dall’Iran e dai suoi affiliati nella regione. Non ce ne ritireremo mai dal corridoio di confine né ora né mai. È una posizione strategica”.

Libano

Una donna è stata uccisa da un bombardamento israeliano sulla cittadina di Karbikha nel sud Libano. Altri due bambini sono rimasti feriti. In due altri bombardamenti su Halla e Khayyam ci sono stati 5 feriti. Il ministero della sanità libanese in un suo comunicato ha sottolineato che tutti i bombardamenti sono avvenute contro costruzioni civili e non è stata registrata la presenza di armi o presone armate.

Hezbollah ha risposto a questi bombardamenti con il lancio di razzi e droni contro le colonie ebraiche in territori libanesi e siriani occupati e contro postazioni dell’esercito israeliano. Da Tel Aviv si sostiene che ci sono state soltanto danni materiali e nessuna vittima.

Solidarietà e informazione

Oltre 160 professori e ricercatori universitari hanno scritto al direttore del quotidiano “La Repubblica” contestando l’uso di unn linguaggio falso e fuorviante sulla vicenda palestino-israeliana. Il quotidiano romano ignora le incursioni violente dei coloni contro i villaggi palestinesi e le rappresaglie dell’esercito israeliano e titola: “Attacchi terroristici contro villaggi israeliani”. II firmatari confutano le informazioni false del quotidiano, affermando che quel modo di informare è passibile di ricorsi alla giustizia internazionale per apologia di reato.

Il testo integrale della lettera e i nomi dei primi firmatari: QUI

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, sei mesi e 11 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Lavorov, in messaggio agli USA: “Rispettate le nostre linee rosse”. È la risposta politica alle intenzioni USA di consegnare a Kiev caccia F-16 e missili balistici capaci di colpire tutto il territorio russo.

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APPROFONDIMENTI:

Aya Ashor: Diario da Gaza (leggi tutto

Ilan Pappè: sradicare le radici della violenza leggi tutto

[Nativi] Free Leonard Peltier. di Andrea de Lotto. Leggi tutto

[Recensione] “Palestina-Israele, il lungo inganno; la soluzione imprescindibile”, di Mario Capanna e Luciano Neri di Farid Adly QUI

Appello per Gaza della rete italiana per la Pace e il disarmo Leggi tutto

La storia di Muhammed Bhar, ovvero del nuovo nazismo incarnato da Israele. Di Farid Adly (BBC credits) (QUI)

[Echi della stampa araba] n°18: Visto Schengen, un viaggio al limite dell’umiliazione. A cura di Margaret Petrarca (Leggi tutto)

[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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