Lunedì 16 settembre, in dieci città italiane proiezione del film “Il leone del deserto” sulla resistenza libica alla colonizzazione italiana

29.08.24 – Fabio Alberti (Riprendiamo questo articolo dall’agenzia internazionale La Pressenza (da qui: https://www.pressenza.com/it/2024/08/lunedi-16-settembre-in-dieci-citta-italiane-proiezione-del-film-il-leone-del-deserto-sulla-resistenza-libica-alla-colonizzazione-italiana/

Il 16 settembre 2024 Un Ponte Per riproporrà nelle sale in dieci città italiane il film sulla resistenza libica alla colonizzazione italiana “Il leone del deserto” a sostegno della proposta di istituire una Giornata del ricordo delle vittime del colonialismo italiano. 

C‘è un significativo rimosso nella memoria collettiva del nostro Paese. Una parte della nostra storia che è stata occultata e che ogni tanto riaffiora, senza mai entrare nel discorso politico e nella consapevolezza pubblica. È la storia dei 70 anni di colonialismo del Regno d’Italia, che, sia nella versione liberale, che nella versione fascista, si è macchiato di inaccettabili e irripetibili crimini.

La Repubblica nata dalla Resistenza si è liberata formalmente, insieme al fascismo, anche della monarchia, ma non del colonialismo con il quale non ha mai fatto i conti veramente.

Piuttosto che riconoscere il razzismo e il carattere guerrafondaio delle classi dirigenti e dello Stato italiano prefascista si è preferito coltivare il mito della diversità della colonizzazione italiana, quell’”Italiani brava gente” che tante volte è stato ripetuto e che è ormai stato smontato documentatamente dagli storici.

La storia del colonialismo italiano nel Corno d’Africa, in Cirenaica e Tripolitania e nei Balcani è stata una storia di sopraffazione e di rapina, condivisa con tutte le altre potenze europee ed è, come tutta la storia coloniale e post-coloniale, tra le cause della povertà del sud del mondo e dell’emigrazione forzata di milioni di esseri umani.

Questa rimosso/occultato istituzionale, a cominciare dalla scuola, ha privato le popolazioni italiane della conoscenza e consapevolezza della propria storia e quindi di strumenti per comprendere la contemporaneità.

Le popolazioni colonizzate, quando vengono ricordate, sono descritte sempre e solo come vittime, e di vittime ce ne sono state tante, certamente oltre mezzo milione, probabilmente 700.000 secondo le stime più recenti.

Sono le popolazioni estromesse dalle terre migliori per far posto ai coloni, sono le ragazze comprate e vendute come oggetti sessuali, sono le culture locali azzerate, sono gli ascari reclutati per combattere altre popolazioni, sono i deportati e le deportate nel deserto e sulle isole, le persone asfissiate col gas, sono le vittime dei pogrom dei coloni e della repressione, spesso feroce, del regime coloniale.

Ma le popolazioni colonizzate non sono solo state vittime. Esse sono anche state anche protagoniste della resistenza alla colonizzazione.  E la storia della resistenza, che c’è stata dovunque, è forse l’occultamento più significativo.

Il film del 1981 “Il Leone del deserto”, con Anthony Quinn, Gastone Moschin, Irene Papas e Raf Vallone, per la regia di Mustafa Akkad, è un limpido esempio di occultamento volontario e istituzionale della storia.

Il film, una pellicola in stile hollywoodiano, narra della resistenza delle popolazioni libiche all’occupazione e della feroce repressione messa in atto dal generale Graziani, della deportazione di intere popolazioni in campi di concentramento, dell’uso dei gas e dell’impiccagione del leader della resistenza Omar Al Muktar.

Non è un documentario, ma un film storico e può contenere qualche inesattezza, ma riporta fedelmente quanto accaduto, come ha attestato il maggiore storico del colonialismo italiano, Angelo del Boca: una repressione che ha assunto “i caratteri e le dimensioni d’un autentico genocidio”.

Sebbene tratti di vicende italiane e di grande interesse per il pubblico italiano, non è mai stato distribuito nelle sale, non è mai stato trasmesso dalla RAI, è stato accusato di vilipendio dell’onore delle forze armate, il visto censura che ne permette la proiezione in pubblico non è mai stato rilasciato (secondo il Ministero perché non richiesto, ma il regista Mustapha Akkad ha testimoniato il contrario).

Il 16 settembre, anniversario dell’impiccagione di Omar Al Muktar da parte delle autorità coloniali italiane, è il giorno in cui in Libia si celebra la giornata dei martiri del colonialismo.

Tutte le informazioni sulle proiezioni:  https://www.facebook.com/events/1878874405858355

Fabio Alberti
Fabio Alberti è un attivista politico, attualmente membro del comitato nazionale di Un Ponte Per e dell’esecutivo della Rete Italiana Pace e Disarmo. Ha studiato relazioni internazionali approfondendo il punto di vista dei popoli colonizzati. Nel 1991, dopo anni di militanza nella sinistra radicale e nei movimenti per il diritto alla casa, contro il nucleare e per l’ambiente ha fondato l’associazione Un Ponte Per, nata per risarcire le popolazioni irachene dei lutti causati dai bombardamenti italiani su Bassora durante la prima guerra del Golfo, di cui è stato presidente sino al 2009. Attualmente Un Ponte Per è presente in Siria Iraq Libano Giordania e Ucraina. E’ candidato per la lista Pace Terra Dignità alle Elezioni Europee del 2024

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