Per ascoltare l’audio di oggi, 24 settembre 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 259 (1510)

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La storia del conflitto israelo-palestinese non è iniziata il 7 ottobre.

Ne vogliamo ripercorrere una tappa precedente, tra le tante.

Tra il 16 e il 18 settembre 1982, l’esercito israeliano e le milizie maronite libanesi fasciste dei falangisti hanno compiuto la strage di Sabra e Chatila.

La redazione di Anbamed sta preparando delle testimonianze di militanti, attivisti e intellettuali, arabi e internazionali, per ricordare come hanno vissuto quel giorno, dov’erano, come hanno saputo della notizia, cosa hanno organizzato o a che iniziativa hanno partecipato.

La memoria come antidoto all’oblio.

Ci saranno opere artistiche, poesie, articoli, ricordi personali e collettivi. Chi ha dei contributi o suggerimenti, scriva a: anbamedaps@gmail.com

Per non dimenticare Sabra e Chatila. Ecco i contributi di Jean Genet,  Giovanni Torres La Torre, Stefania Limiti Michele Cannaò, Dirar Tafeche, Milad Jubran Basir, Davide Bidussa, Zia al-Azzawi, Rodrigo Andrea Rivas, Gad Lerner, Mohamed Abdallah- un sopravvissuto, Sergio Mecha Mendez de la Fuente, Contributo del 2014 del compianto Murizion Musolino,  Enrico Vigna, Patrizia Cecconi, Il maestro italo-argentino Silvio Benedetto, …

Le notizie:

Genocidio a Gaza

La guerra genocidaria israeliana contro la popolazione di Gaza ha ucciso ieri, in tre stragi, 24 civili e ferito altri 60.

Il totale delle vittime dall’inizio dell’aggressione israeliana – secondo il ministero della sanità palestinese – è di 41.455 uccisi e 95.878 feriti.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Libano-Israele

È la terza guerra israelo-libanese. Un’aggressione in grande stile con bombardamenti a tappeto su tutto il territorio libanese, da sud alla valle del Beqaa ed a Beirut. Oltre 500 uccisi in un giorno, tra i quali molti bambini. Distruzioni ovunque e migliaia di sfollati, ospitati nelle scuole. Le lezioni sono interrotte da ieri in tutti i livelli di istruzione. Le operazioni sono continuate nella notte e dall’alba di oggi.

Oltre alla guerra condotta con missili e bombe, l’esercito israeliano ha inondato i telefoni fissi libanesi di chiamate e i cellulari di sms nei quali chiedeva alla gente di lasciare le loro case. Una guerra psicologica.

Il ministro della sanità libanese, Firas Al-Abiadh, ha denunciato che i bombardamenti hanno interessato ospedali e autoambulanze.  

La propaganda di Tel Aviv sostiene di aver colpito basi di Hezbollah, mentre gli attacchi in realtà hanno interessato zone residenziali. I media compiacenti ripetono ipocritamente i comunicati stampa dell’invasore senza nessuna verifica e contro la realtà delle immagini che arrivano dalle zone bombardate. I comunicati libanesi vengono completamente ignorati. Lo stesso schema seguito nel genocidio a Gaza: si colpiscono i civili e si comunica che sono stati attaccati i combattenti di Hamas o di Hezbollah. Un quotidiano scorta mediatica di Netanyahu ha titolato stamattina: “Raids mirati contro capi di Hezbollah”. Una vergogna di giornalismo straccione.

Nella giornata di ieri, la resistenza libanese ha lanciato dal sud Libano oltre 200 missili, razzi e droni contro obiettivi militari e colonie israeliane. La censura militare vieta la pubblicazione sui media israeliani le notizie degli obiettivi colpiti. Immagini pubblicate sui social da cittadini israeliani mostrano una base militare vicino a Haifa colpita da missili di media gettata. 

USA-Libano

Gli Stati Uniti stanno inviando ulteriori truppe in Medioriente mentre aumenta l’intensità dell’aggressione israeliana contro il Libano e cresce il rischio di una guerra regionale più ampia. Il portavoce del Pentagono, Pat Ryder, non ha fornito dettagli sul numero di truppe aggiuntive né su quali sarebbero i loro compiti. Gli Stati Uniti hanno già 40mila soldati nella regione. Il dipartimento di Stato americano ha, intanto, invitato i cittadini statunitensi a lasciare il Libano di fronte al pericolo di una ulteriore escalation. La radio pubblica israeliana ha asserito che Tel Aviv aveva ottenuto la luce verde all’attacco in corso.   

Cisgiordania e Gerusalemme est

Rastrellamenti in un villaggio vicino a Salfit. Sono stati arrestati 60 persone in maggioranza insegnanti e studenti. La scuola del paese è stata invasa dalle truppe, che hanno compiuto devastazioni selvagge di banchi e sedie, distruggendo lavagne e sparando in aria terrorizzando la comunità scolastica. Un ragazzo è rimato ferito e non è stato soccorso dall’esercito. Soltanto alla conclusione dell’aggressione, la Mezzaluna rossa palestinese  è riuscita ad intervenire in soccorso.

Altri rastrellamenti sono stati compiuti nelle province di Ramallah e Tulkarem e nella città di El-Khalil.

I coloni ebrei israeliani continuano per il 13esimo giorno consecutivo a spianare i terreni dei villaggi di Aroura e Umm-Safà, a nordovest di Ramallah. I bulldozer dei coloni sono protetti dall’esercito e finora i colonizzatori israeliani si sono impossessati di 500 donum di terreni agricoli, tagliando le strade di collegamento dei due villaggi con il resto della Cisgiordania. Gli abitanti nativi palestinesi sono completamente accerchiati dalle colonie e non hanno nessuna possibilità di collegamento stradale con altri villaggi e città. I coloni, inoltre, compiono attacchi con mitra sparando in aria per costringere la popolazione a fuggire. Il presidente del consiglio municipale di Umm-Safà, Marwan Sabbah, ha lanciato un appello alla comunità internazionale di intervenire per salvarli, ma nessuno lo leggerà o ascolterà.

Colonialismo a Gaza

Un’organizzazione giovanile sionista denominata “Gioventù delle colline” ha organizzato in questi giorni gite su barca alle coste di Gaza, “per esplorare le potenzialità di colonizzazione in quelle nostre terre promesse da dio ad Abramo, Isacco e Giacobbe”, afferma un video che documenta l’impresa, pubblicato sui social. Il movimento è nato alla fine degli anni Novanta, per impulso del generale macellaio di Sabra e Catila, Ariel Sharon. A guidare questo gruppo vi è una donna, Daniela Weiss, che nello scorso dicembre aveva pubblicato un breve video nel quale esprimeva l’esigenza di radere al suolo tutte le case di Gaza per permettere ai coloni di soddisfare il loro romantico desiderio di vedere il mare. (Video in ebraico con sottotitoli in italiano). Per maggiori info sulle imprese di questi fanatici di destra fascisti israeliani, sia in Cisgiordania che a Gaza, guardate questo video in inglese della TNT: QUI.

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, sei mesi e 30 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.  

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APPROFONDIMENTI:

Il conflitto israelo-palestinese non è cominciato il 7 ottobre. Per non dimenticare Sabra e Chatila. Ecco i contributi di Jean Genet,  Giovanni Torres La Torre, Stefania Limiti, Michele Cannaò, Dirar Tafeche, Milad Jubran Basir, Davide Bidussa, Zia al-Azzawi, Rodrigo Andrea Rivas, Gad Lerner, Mohamed Abdallah- un sopravvissuto, Sergio Mecha Mendez de la Fuente, , Contributo del 2014 del compianto Murizion Musolino, Enrico Vigna, Patrizia Cecconi, …

L’EXPORT ITALIANO DI ARMI AD ISRAELE, di Antonio Mazzeo QUI

Nelle sale IL LEONE DEL DESERTO. leggi tutto

Ilan Pappè: sradicare le radici della violenza leggi tutto

[Nativi] Free Leonard Peltier. di Andrea de Lotto. Leggi tutto

[Recensione] “Palestina-Israele, il lungo inganno; la soluzione imprescindibile”, di Mario Capanna e Luciano Neri di Farid Adly QUI

Appello per Gaza della rete italiana per la Pace e il disarmo Leggi tutto

La storia di Muhammed Bhar, ovvero del nuovo nazismo incarnato da Israele. Di Farid Adly (BBC credits) (QUI)

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