Per ascoltare l’audio di oggi, 27 settembre 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 262 (1513)

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La storia del conflitto israelo-palestinese non è iniziata il 7 ottobre.

Ne vogliamo ripercorrere una tappa precedente, tra le tante.

Tra il 16 e il 18 settembre 1982, l’esercito israeliano e le milizie maronite libanesi fasciste dei falangisti hanno compiuto la strage di Sabra e Chatila.

La redazione di Anbamed sta preparando delle testimonianze di militanti, attivisti e intellettuali, arabi e internazionali, per ricordare come hanno vissuto quel giorno, dov’erano, come hanno saputo della notizia, cosa hanno organizzato o a che iniziativa hanno partecipato.

La memoria come antidoto all’oblio.

Ci saranno opere artistiche, poesie, articoli, ricordi personali e collettivi. Chi ha dei contributi o suggerimenti, scriva a: anbamedaps@gmail.com

Per non dimenticare Sabra e Chatila. Ecco i contributi di Jean Genet,  Giovanni Torres La Torre, Stefania Limiti Michele Cannaò, Dirar Tafeche, Milad Jubran Basir, Davide Bidussa, Zia al-Azzawi, Rodrigo Andrea Rivas, Gad Lerner, Mohamed Abdallah- un sopravvissuto, Sergio Mecha Mendez de la Fuente, Contributo del 2014 del compianto Murizion Musolino,  Enrico Vigna, Patrizia Cecconi, Il maestro italo-argentino Silvio Benedetto, Abdelmalek Smari, Mario Capanna, …

Le notizie:

Genocidio a Gaza

Il genocidio a Gaza è finanziato da Washington. L’amministrazione Biden ha approvato ieri la fornitura di aiuti militari ad Israele per 8,7 miliardi di dollari.

Ieri, l’esercito israeliano ha compiuto 4 stragi con 39 uccisi e 86 feriti, arrivati negli ospedali. Una macelleria quotidiana che le diplomazie e i media della Nato ignorano, perché le vittime sono palestinesi; cioè semiti e non ariani. Se le vittime fossero europee, l’interesse diplomatico e mediatico sarebbe di un altro livello.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Libano-Israele

Continua l’aggressione israeliana contro il Libano. Caccia israeliani hanno bombardato indiscriminatamente città e villaggi del sud e alcuni quartieri della capitale. È imminente l’avanzata di terra per invadere il territorio libanese e occupare una zona fino al fiume Litany, come avvenne a diverse ondate in passato.

Il ministero della sanità ha dichiarato che ieri sono stati uccisi 88 persone e ferite 150 nei raids israeliani. “Si ripete lo stesso scenario di Gaza. Bombardano i civili e dichiarano di aver compiuto attacchi mirati. È un genocidio. Vogliono distruggere il Libano e cancellarlo dalla cartina geografica”.

Hezbollah ha annunciato che un suo dirigente è stato ucciso in uno dei raids israeliani su Beirut. Si tratta di Mohammed Sorour, capo delle unità di costruzione dei missili del movimento.

La fuga della popolazione libanese dal sud verso la capitale è incessante. Il numero ufficiale dei profughi registrati è di 77 mila persone, ospitati nelle strutture scolastiche e in campi di tende predisposti appositamente. Il numero reale degli sfollati invece è molto più altro e viene valutato in 250 mila persone che vagano senza una fissa dimora. Un altro numero equivalente avrebbe trovato ospitalità presso parenti. Sono 35mila, secondo le autorità di Damasco, i profughi libanesi e siriani che hanno attraversato il confine in fuga dai bombardamenti.

Le trattative diplomatiche per un cessate il fuoco temporaneo, condotte da USA e Francia, sono per il momento sospesi in seguito alle nuove condizioni imposte da Tel Aviv. La bozza di accordo è stata redatta con l’apporto dello stesso Netanyahu, ma appena ottenuto l’approvazione dei nuovi aiuti militari per 8,2 miliardi di dollari da Washington, il premier israeliano si è sfilato. Al suo arrivo a New York, per il discorso all’Assemblea dell’Onu, ha dichiarato che “Israele continua le sue operazioni in Libano fino al raggiungimento degli obiettivi”. Una frase magica che aveva funzionato a Gaza a coprire i crimini israeliani agli occhi dei paesi Nato sostenitori materiale del genocidio.

Norvegia-Libano

Un mandato di ricerca internazionale è stato emesso dalle autorità norvegesi nei confronti di Rinson Josè, fondatore della società Norta Global, registrata in Bulgaria e implicata nella vendita degli apparecchi cercapersone esplose in Libano. Josè è un cittadino norvegese di origine indiana ed è sparito dalla circolazione dopo un viaggio negli Stati Uniti, qualche giorno prima delle esplosioni degli apparecchi.

La rete di società fittizie, impiantate dal Mossad per far giungere in Libano gli apparecchi minati con una carica esplosiva ad alto potenziale, coinvolge anche una donna bulgara di origine italiana.

ONU

Discorso del presidente palestinese Abbas di fronte all’Assemblea generale dell’ONU. Un’accusa circostanziata dei crimini israeliani a Gaza, Gerusalemme est e Cisgiordania. “Israele è un paese canaglia che non ha mai rispettato e non rispetta le risoluzioni dell’ONU e va sanzionato e vietate le esportazioni di armi”.  E poi ha avanzato un’idea ad effetto: “Presenteremo all’Assemblea una risoluzione per il congelamento dell’adesione di Israele all’ONU”. Una proposta propagandistica che non sarà mai approvata effettivamente, a causa dei veti dei paesi membri permanenti amici e sostenitori dell’aggressione israeliana contro il popolo palestinese. Abbas ha criticato l’atteggiamento di Washington che si oppone ai diritti nazionali palestinesi e finanzia il genocidio a Gaza.

Nel suo discorso ha toccato anche due argomenti nodali per il futuro prossimo della Palestina: Gaza e Gerusalemme. Per la martoriata Striscia, Abbas ha affermato che dopo il ritiro israeliano sarà governata dall’ANP. Per Gerusalemme ha messo in guardia dal tentativo del governo israeliano di rendere definitiva l’annessione e soprattutto dell’operazione in corso di occupare i luoghi sacri musulmani e cristiani da parte di orde di coloni estremisti ebrei provenienti da ogni dove, per sloggiare i proprietari nativi.

Oggi è previsto l’intervento di Netanyahu.

Cisgiordania e Gerusalemme est

L’esercito israeliano si è ritirato da Jenin dopo un giorno e mezzo di operazioni militari devastanti. Un’operazione di guerra contro la popolazione, con arresti, feriti e distruzioni. Sono state demolite con dinamite o bulldozer case di militanti e danneggiate seriamente le strade e le infrastrutture urbane.

Il turno di rastrellamenti è toccato ieri a Dura (QUI), una cittadina vicina ad El-Khalil, nel sud della Cisgiordania. Si è ripetuto lo stesso identico scenario. Ingresso delle truppe su carri armati e veicoli trasporto truppe corazzati, devastazione delle strade con bulldozer e poi l’assedio a case dei militanti. Sono state perquisite le case di 15 militanti, poi arrestati. Negli scontri pietre contro pallottole, un ragazzo palestinese è rimasto ferito.   

Solidarietà/Cultura

La scrittrice Jhumpa Lahiri ha rifiutato un premio letterario offerto da un museo di New York, The Noguchi Museum, a causa del divieto nelle regole del museo di indossare la kefieh palestinese. Lahiri è una scrittrice statunitense, la sua prima raccolta di racconti brevi, “L’interprete dei malanni”, uscita nel 1999, colpì immediatamente l’attenzione di molti lettori e della critica ottenendo il Premio Pulitzer per la narrativa e il Premio PEN / Hemingway. Il museo a metà settembre aveva licenziato tre dipendenti per aver indossato la kefieh, contro le nuove regole imposte dalla direzione.

Nel mondo ci sono ancora persone con i saldi principi di solidarietà e di rifiuto di ogni discriminazione del nuovo antisemitismo che prende di mira tutto ciò che è palestinese o di simpatia con la loro causa.  

Turchia

Il processo che sta subendo il sindaco di Istanbul, Akram Imamughlu, è entrato in una fase delicata. Si attende il pronunciamento della corte di appello di Istanbul, sulla vicenda riguardante la denuncia, in un discorso davanti al Parlamento europeo, dell’annullamento nel 2019 delle elezioni locali di Istanbul vinte da lui. La commissione elettorale lo aveva denunciato per offesa a pubblici ufficiali. In primo grado, Imamughlu è stato condannato a 2 anni e sei mesi di reclusione e privazione dei diritti politici. Prima ancora della seduta del tribunale, la stampa governativa ha cominciato a pubblicare commenti sul futuro politico del sindaco, come se la condanna fosse stata già emessa. Una tecnica per preparare l’opinione pubblica all’eliminazione per via giudiziaria di un candidato alle elezioni presidenziali del 2028.  

Sudan

Offensiva dell’esercito a Khartoum, verso le altre due città satellite, Omdurman e Bahri, conquistando tre ponti sul Nilo che erano sotto il controllo delle milizie di Pronto Intervento. Secondo fonti dell’esercito e testimonianze dirette neutrali, l’assedio della capitale da parte dei miliziani è stato rotto e nel centro di Khartum si vedono molti reparti dell’esercito. “I miliziani sono fuggiti nella notte fuori dalla città, abbandonando i cannoni e le auto con mitragliatrici che avevano introdotte in mezzo alle case”, ha detto un esponente dei comitati popolari di resistenza, formazioni contrari al potere militare di esercito e milizie e che si battono per un governo civile. Questi sviluppi militari avvengono mentre il capo dell’esercito Burhan è presente a New York per l’assemblea generale dell’ONU.

Marocco-Algeria

Il governo algerino ha deciso di imporre il visto di ingresso nel paese ai cittadini del Marocco. Il motivo: “Questioni di sicurezza nazionale”. I rapporti diplomatici tra i due paesi sono interrotti dal 2021. I confini sono chiusi dal 1994, ma il passaggio di persone e merci non era stato del tutto cancellato, a causa della lunga linea terrestre di frontiera, in prevalenza non controllata. Da adesso la presenza di cittadini marocchini in territorio algerino senza un visto d’ingresso sarà considerata illegale. La stampa algerina riporta che all’inizio di settembre “sono stati arrestati 4 cittadini con passaporto marocchino che lavoravano nell’interesse di Israele. Erano anche cittadini israeliani e formavano una cellula che raccoglieva informazioni, sulla situazione algerina, da trasmettere a Tel Aviv tramite un paese europeo”. Le relazioni diplomatiche e lo scambio in materia di armamenti e sicurezza tra Marocco e Israele ha raggiunto un livello molto avanzato, soprattutto nel settore di produzione di droni e nelle telecomunicazioni satellitari.

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, sette mesi e due giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Un appello di intellettuali, giuristi e politici italiani per una mobilitazione popolare contro la guerra Russia-Nato  QUI.

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APPROFONDIMENTI:

Il conflitto israelo-palestinese non è cominciato il 7 ottobre. Per non dimenticare Sabra e Chatila. Ecco i contributi di Jean Genet,  Giovanni Torres La Torre, Stefania Limiti, Michele Cannaò, Dirar Tafeche, Milad Jubran Basir, Davide Bidussa, Zia al-Azzawi, Rodrigo Andrea Rivas, Gad Lerner, Mohamed Abdallah- un sopravvissuto, Sergio Mecha Mendez de la Fuente, , Contributo del 2014 del compianto Murizion Musolino, Enrico Vigna, Patrizia Cecconi, Il maestro italo-argentino Silvio Benedetto, Abdelmalek Smari, , Mario Capanna, …

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