di Angelo Gaccione
giovedì 3 ottobre 2024

Riprendiamo dal Blog ODISSEA(QUI) questo articolo sulla manifestazione contro la guerra dell 1° ottobre 2024 in piazza San Babila, a Milano. “C’erano più sigle aderenti che partecipanti al presidio”, ci ha riferito un partecipante all’iniziativa.

Cos’è che non ha funzionato? Apriamo il dibattito con questo intervento di Angelo Gaccione.


Non eravamo in molti martedì primo ottobre in Piazza San Babila al raduno contro la guerra promosso da una rete di organizzazioni come l’Anpi, la Cgil, Arci Milano, Acli Milano, Aned Milano, Coordinamento Democrazia Costituzionale, Libertà e Giustizia, PD Milano metropolitana, Alleanza Verdi Sinistra Milano, Rifondazione Comunista Milano, Movimento 5 Stelle, e a cui hanno dato la loro adesione “Odissea, La Comune”, la Casa delle Donne, Voci Ebraiche per la Pace, Silenzio per la Pace e tante altre sigle attive su questo tema.

Visto come stanno andando le cose sul piano internazionale, con il pericolo di una guerra nucleare alle porte, ci aspettavamo una fiumana enorme di gente che però non c’è stata. Eppure si trattava del cuore di Milano e di un orario comodo per tutti. Ancora una volta in piazza abbiamo visto in prevalenza donne e uomini con i capelli bianchi; figure irriducibili e che fanno onore a questa città. Qualche giorno fa avevo scritto sulla chat di un amico: “Se nemmeno la guerra ci smuove a fare qualcosa per fermare i pazzi che guidano i ciechi, allora meritiamo di scomparire”. Non voglio farla troppo lunga perché sono stufo di ripetere sempre le stesse cose. Voglio invece rendere onore alle donne che vedete nella foto che apre questa nota, e in cui ci siamo intrufolati io con un cartello al collo, Saverio Lanza e Sergio Genini con addosso la bandiera della pace e un cartello con la scritta Shalom. Imperterrite queste donne, e altre ancora, tutti i giovedì dalle 18,30 alle 19, si ritrovano in via Dei Mercanti qui a Milano da quando è scoppiata la guerra russo-ucraina, e sensibilizzano i passanti contro la barbarie della guerra. Manifestano attraverso la pratica del silenzio (Silenzio per la Pace si definiscono) e attaccano i loro cartelli e i loro striscioni con la scritta pace in tante lingue diverse, incuranti di pioggia, freddo, caldo e altre avversità. A quanti restano indifferenti segnalo le parole scrittemi da Maria Luisa Belfiore, un’amica che non è riuscita a giungere in orario a Milano da Porto (Portogallo) per ritardo dovuto ad un incidente a Orio al Serio: “Inqualificabile l’indifferenza civile a fronte di avvenimenti gravissimi. Purtroppo, l’informazione è a monopolio dei guerrafondai deficienti e irresponsabili”. Da parte mia posso giustificare i guerrafondai, ma l’indifferenza dei pacifisti a chiacchiere no.
 
ALCUNE FOTO DEL PRESIDIO CONTRO LA GUERRA IN SAN BABILA, DEL 1° OTTOBRE:


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