di Daniele Luttazzi (da Il Fatto Quotidamo)

Joseph Goebbels

Prima parte 10.10.2024

Più “Empatia” per le parti: la visionaria campagna propagandista israeliana

Nel 2008 The Israel Project, un’organizzazione statunitense di attivismo sionista (bit.ly/3U1To5Z), commissionò al sondaggista di destra Frank Luntz uno studio sul lessico più efficace per comunicare al pubblico un’immagine positiva di Israele. Dalle sue indagini, Luntz ricavò un manuale (bit.ly/4eFaizJ). Scrive Jennifer Mizrahi, fondatrice del Tip, nell’introduzione: “Offriamo questa guida ai leader visionari che sono in prima linea nella guerra mediatica pro-Israele. Vogliamo che riusciate a conquistare i cuori e le menti del pubblico”. Letto oggi, però, il manuale di Luntz si ritorce contro la causa: è un atto d’accusa micidiale contro l’Israele dell’apartheid, dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità, e rende evidente la disonestà intellettuale di quella propaganda. Condenso alcuni suggerimenti dell’opuscolo di Luntz: gustatevi la risata sarcastica che vi verrà spontanea leggendoli.

LUNTZ: “1) Mostrate empatia per ENTRAMBE le parti. Vi darà credibilità. Esordite così: ‘Israele ha a cuore un futuro migliore per tutti: israeliani e palestinesi’.

2) Spiegate le vostre motivazioni. Per esempio: perché il muro? Perché Israele è costretta a difendere i suoi cittadini dal terrorismo.

3) Distinguete chiaramente fra popolo palestinese e Hamas: gli americani provano simpatia per il dramma del popolo palestinese. Ricordate che Hamas è condannata da altri leader palestinesi, per esempio quelli di Fatah.

4) Ribadite che non può mai esserci alcuna giustificazione per il massacro deliberato di donne e bambini innocenti. MAI. Dite: ‘Potremmo non essere d’accordo sulla politica o sull’economia. Ma c’è un principio fondamentale su cui tutti sono d’accordo: le persone civili non prendono di mira donne e bambini innocenti per ucciderli’.

5) Non fingete che Israele sia esente da errori o colpe. Non è vero e nessuno ci crede. Farete solo dubitare i vostri ascoltatori della veridicità di tutto ciò che dite. Ammettere che Israele ha commesso e continua a commettere errori non mina la giustezza complessiva degli obiettivi israeliani: pace, sicurezza e una migliore qualità di vita per ENTRAMBE le parti. Usate l’umiltà: ‘Lo so che Israele, nel tentativo di difendere i propri bambini e i cittadini dai terroristi, ha accidentalmente ferito persone innocenti; e mi dispiace. Ma cosa può fare Israele per difendersi?’.

6) Fate attenzione al tono. Un tono paternalistico allontanerà americani ed europei. Nel momento storico attuale, gli ebrei non sono più percepiti come il popolo perseguitato; gli israeliani sono spesso visti come occupanti e aggressori. È fondamentale che i messaggi pro-Israele non risultino altezzosi o condiscendenti.

7) Create empatia. Dite: ‘Palestinesi: smettetela col linguaggio della rabbia, della violenza, delle minacce’.

8) Ricordate di continuo che Israele vuole la pace. Solo così gli americani non protesteranno per gli aiuti economici Usa a Israele. Dite: ‘Israele ha fatto sacrifici dolorosi per dare una possibilità alla pace: ha rimosso volontariamente oltre 9.000 coloni da Gaza e da parti della Cisgiordania, abbandonando case, scuole, attività commerciali e luoghi di culto nella speranza di rinnovare il processo di pace’.

9) Elencate cose positive su Israele: la collaborazione fra ebrei e musulmani per creare nuovi posti di lavoro, gli sforzi di Israele per migliorare le condizioni di vita nei suoi quartieri arabi. Dite che Israele e gli Usa condividono l’impegno per la libertà di religione, di stampa, di parola e per i diritti umani, la questione femminile e l’ambiente.

10) Mostrate parallelismi fra Israele e gli Stati Uniti, per esempio la comune lotta contro il terrorismo”. Fu l’argomento usato da Spielberg nel film Munich (2005): mostrò capziosamente, nell’inquadratura finale, le Torri gemelle.

Seconda parte (11.10.2024)

La propaganda israeliana diventa un atto di accusa contro lo stesso Israele

Riassunto della puntata precedente: letto oggi, il manuale di retorica sionista scritto nel 2009 da Frank Luntz per un’organizzazione di attivisti Usa (bit.ly/4eFaizJ) è un micidiale atto d’accusa contro l’Israele dell’apartheid, dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità, e rende evidente la disonestà intellettuale di quella propaganda. Condenso alcuni suggerimenti dell’opuscolo di Luntz: gustatevi la risata sarcastica che vi verrà spontanea leggendoli.

LUNTZ: “11) Il vostro obiettivo è portare chi vi ascolta dalla parte di Israele. Cominciate dicendo che ENTRAMBI, israeliani e palestinesi, meritano un futuro migliore. Ricordate che Israele vuole la pace. Mettete in risalto i valori che condividiamo con Israele: democrazia, libertà, sicurezza, pace. Solo a questo punto direte cosa vuole Israele: che i palestinesi pongano fine alla violenza e alla cultura dell’odio in modo che le recinzioni e i check-point non siano più necessari ed entrambe le parti possano vivere in pace. E che l’Iran e i terroristi di Gaza appoggiati dall’Iran smettano di lanciare razzi su Israele in modo che entrambe le parti possano avere un futuro migliore.

12) Non parlate di religione.

13) Parlate del futuro, non del passato.

14) Date speranza. È quello che il pubblico vuole sentire. Dite: ‘Dobbiamo misurare l’impegno reciproco per la pace con le azioni, non con le parole. Uniamoci e realizziamo una nuova era di apertura e tolleranza. Dichiariamo che la violenza e lo spargimento di sangue non prevarranno. Dobbiamo dare speranza a tutti i popoli del Medio Oriente’.

15) Usate domande retoriche invece di attacchi diretti. Dite: ‘È troppo chiedere che i leader di Hamas condannino tutte le attività terroristiche? È irragionevole insistere che smettano di uccidere bambini innocenti prima che Israele faccia concessioni per la pace? Perché il mondo tace sugli obiettivi dichiarati da Hamas? Come posso fare pace con chi mi vuole morto? Se il Messico lanciasse razzi sugli Stati Uniti, cosa farebbero gli Stati Uniti?’

16) “Se… Se… Se… Allora”. Date ad Hamas l’onere di fare la prima mossa per la pace. ‘Se Hamas rinuncia al terrorismo… Se Hamas riconosce il nostro diritto a esistere… Se Hamas sostiene gli accordi di pace internazionali… Allora siamo disposti a fare la pace oggi stesso”. 17) Concetti semplici, ripetuti e ripetuti e ripetuti. Cominciate con messaggi positivi: empatia per ENTRAMBE le parti; empatia per il dramma dei palestinesi. Poi: Israele vuole la pace. Poi: democrazia, libertà, pace, rispetto reciproco, due nazioni che vivono fianco a fianco, bambini che crescono senza paura per la loro sicurezza.

18) Reciprocità. Il mondo vede Israele e i palestinesi come Davide e Golia. Ma stavolta Davide sono i palestinesi. Mettete i due popoli sullo stesso piano. ‘Israeliani e palestinesi hanno lo stesso diritto a…’

19) Cooperazione, collaborazione e compromesso: la gente vuole questo dalla relazione fra i due popoli. Usate le tre parole insieme per potenziare il loro effetto.

20) Parole e frasi che funzionano: affidabilità (la volete dai leader palestinesi); costruire (invece di concedere, che è paternalistico e crea simpatia per il dramma dei palestinesi); sparano razzi deliberatamente contro le popolazioni civili (la parola chiave è deliberatamente: c’è un’intenzione dietro quei razzi); immagini vivide (descrivete com’è doversi recare di notte nei rifugi sotto i bombardamenti); prima la pace, poi la discussione sui confini (per spiegare perché la soluzione due popoli-due Stati al momento non è realistica); Israele sta lavorando a una soluzione (questo dimostra buona volontà, evoca un progresso, dà speranza: i tre elementi chiave di una comunicazione efficace)”. (2. Fine)

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