Per ascoltare l’audio di oggi, 16 ottobre 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 281 (1532)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
Non solo bombardamenti. L’esercito israeliano ha minato la zona di Jebalia con barili esplosivi ad alta potenza di distruttiva e incendiaria. Sono trappole vietate in zone residenziali, ma si sa che Netanyahu si sente protetto dai suoi alleati della Nato e si permette di compiere qualsiasi crimine di guerra, senza essere messo all’indice.
L’assedio del nord di Gaza continua e la popolazione è allo stremo, senza cibo e senza acqua. Mancano i carburanti e due dei tre ospedali hanno cessato completamente l’attività per mancanza di elettricità. L’unica struttura sanitaria semi funzionante è l’ospedale “Kamal Adwan” a Beit Lahia. Obiettivo dei generali israeliani è quello di deportare la popolazione e svuotare la zona degli abitanti per un’occupazione permanente del territorio e prepararlo alla futura colonizzazione ebraica.
La guerra di sterminio israeliana a Gaza ha mietuto ieri, in 4 stragi, 55 persone uccise e 329 altre ferite. Altre vittime sono state assassinate oggi nei bombardamenti e operazioni di distruzione di ogni aspetto della vita nel nord di Gaza. Si ripete l’uso dei robot-kamikaze che distruggono nelle loro esplosioni interi palazzi, sulla testa degli abitanti. Nel quartiere Fallouja,, a Jebalia, uno di questi robot si è fatto esplodere con un barile incendiario all’intenro di una palazzina, provocandone il crollo e un colossale incendio, dove le persone intrappolate sono morte bruciate vive.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Situazione umanitaria
Un appello disperato arriva dalla protezione civile nel nord di Gaza. Gli ospedali sono fuori servizi e l’unico aperto non è facilmente raggiungibile, per mancanza di mezzi di trasporto ed a causa dei controlli dell’esercito a terra. I carri armati e droni israeliani sparano contro chiunque si muova. I feriti vengono trasportati su barelle improvvisate, da volontari che camminano a piedi.
Alle bombe si aggiunge l’assedio per affamare la popolazione e costringerla ad evacuare verso sud. Sono 12 giorni dall’inizio della chiusura ermetica del nord di Gaza. Una barriera di soldati, carri armati e cumuli alti 3 metri di terra impediscono alla gente di passare verso la città di Gaza. L’unico passaggio ammesso è verso il sud, sulla strada costiera, per raggiungere Deir el-Balah e dopo più a sud Al-Mawassi. Zone però non sicure allo stesso modo. Dove nei giorni scorsi l’esercito più immorale del mondo ha lanciato bombe incendiarie su campi di sfollati, bruciando vive le persone. Uno delle vittime di quell’incendio è Shaaban El-Delou, 20 anni, che è morto bruciato vivo dalle fiamme che l’esercito israeliano ha provocato con le sue bombe nel campo sfollati di Deirel-Balah, vicino all’ospedale Shuhadaa al-Aqsa. I soccorritori hanno assistito impotenti alla sua morte, per mancanza di acqua e mezzi di spegnimento. Incastrato sotto le macerie, si agitava chiedendo aiuto avviluppato dalle fiamme. Un fotografo palestinese presente alla scena ha scritto di aver “rifiutato di scattare le foto, a causa dello shock subito e per la drammaticità disumana della situazione. Non dimenticherò mai quelle grida di un ragazzo di vent’anni divorato dalle fiamme sotto i nostri occhi, impotenti di soccorrerlo”.
Libano
Israele è tornato a bombardare Beirut. Due droni hanno sorvolato la zona e lanciato missili che hanno distrutto due palazzi. I bombardamenti ed i combattimenti al sud sono cruenti. Lo scenario di Gaza si ripete anche in Libano. L’esercito israeliano prende di mirra gli ospedali, per far morire i feriti che si salvano dalle sue bombe. È avvenuto ieri a Baalbek. L’ospedale Murtada di Baalbek, nella valle orientale libanese della Bekaa, ha subito ingenti danni dopo essere stato colpito dagli attacchi aerei israeliani. La struttura è stata messa fuori servizio e i bombardamenti incessanti impediscono la sua riapertura.
L’ONU chiede un’inchiesta indipendente sull’attacco israeliano sulla cittadina libanese del nord, Aitoun, abitata da una maggioranza di cristiani e non sospettabili di essere membri di Hezbollah.
UNIFIL
L’Onu non ritira la missione in Libano e mette Netanyahu di fronte alle sue responsabilità. Anche l’amministrazione Biden ha scaricato l’arroganza del premier israeliano, dopo le contestazioni unanime dei paesi membri dell’UNIFIL ed in particolare quelli europei. La propaganda di guerra israeliana prepara l’opinione pubblica alla creazione di un nemico. Con fake news studiate ad arte e foto ritoccate insinua la vicinanza di UNIFIL a Hezbollah. Sui social circola un mezzo blindato dell’ONU con sopra la bandiera del partito libanese. È una foto falsa.
Ieri il portavoce dell’esercito israeliano ha fatto vedere un tunnel di Gaza, sostenendo che sarebbe un tunnel di Hezbollah “a 100 metri dalla base UNIFIL”. Un martellamento propagandistico, accompagnato da veline, indirizzate ai giornalisti scorta mediatica del genocidio, di sottolineare l’inutilità dell’UNIFIL (“L’Onu ha fallito”, scriveva ieri un pennivendolo) oppure avanzare proposte di modifica della missione da interposizione tra i belligeranti ad una missione di combattimento, ma in questo caso contro Hezbollah e non contro l’esercito invasore. (vedi intervento di Molinari, ex direttore di la Repubblica sulla proposta di UNIFIL 3).
Cisgiordania e Gerusalemme est
A Jenin, l’esercito di occupazione ha compiuto un’operazione di rastrellamento durante la quale ha ucciso due giovani. Dopo 14 ore di incursione e distruzioni delle infrastrutture, le truppe si sono ritirate. Un terzo palestinese è morto in ospedale in seguito alle ferite riportate durante una precedente invasione delle truppe israeliane.
Il ministro fascista Bin Gvir si è vantato di aver distribuito 172 mila mitra ai coloni in Cisgiordania. Il piano del sionismo estremista che guida il governo israeliano è quello della deportazione della popolazione e chi non vuole andarsene deve vivere da sottoposto ai voleri del dominio militare.
Antisemitismo contro i palestinesi
I carabinieri hanno multato un apicoltore che al mercato aveva esposto al suo banchetto di miele, al mercato di Desio, in provincia di Monza e Brianza, un cartello con scritto in inglese: “Stop bombing Gaza. Stop genocide”. Una multa di 430 €, per “propaganda politica non autorizzata”. Lo ha denunciato l’educatore e apicoltore Marco Borella ai microfoni di RP: “Mi sono rifiutato di togliere il cartello, come mi hanno ordinato i due carabinieri, perché penso che il messaggio che veicola lo striscione non sia d’odio, ma una richiesta di pace immediata e di interruzione del genocidio in corso”.
Sembra a questo punto di poter dedurre che i due carabinieri ed il loro capo, chiamato al telefono, siano convinti sostenitori del genocidio in corso a Gaza e per la morte di tutti i palestinesi.
Borella, assistito dai suoi avvocati, ha fatto ricorso in tribunale, ma i tempi della giustizia come tutti sappiamo sono molto lunghi. In serata di ieri, l’apicoltore ha annunciato che non esporrà il cartello, la prossima settimana, per l’impossibilità di sostenere un costo così alto della repressione economica di Stato.
Tanti i messaggi di solidarietà ricevuti dall’apicoltore. Tra questi il senatore di Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni che ha fatto sapere di aver presentato un’interrogazione: “L’Italia sta diventando sempre più un Paese di polizia”, ha detto. “E questo prima ancora che diventi legge il decreto legge sulla sicurezza. Le forze dell’ordine dovrebbero sapere che in Italia vige una Costituzione che tutela la libertà di pensiero e il diritto di manifestarlo pubblicamente. All’articolo 21 c’è scritto che ‘tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione’. Forse sarebbe il caso di fare un piccolo ripasso”.
Un comitato di solidarietà è sorto spontaneamente sul web e propone che migliaia di cartelli, con la stessa scritta, siano esposti sulle finestre e dai balconi di tutta Italia.
Solidarietà internazionale
Negli Stati Uniti, a New York un gruppo di attivisti ebrei contro il genocidio hanno preso d’assalto la Borsa di New York nella Lower Manhattan. Chiedono la fine del genocidio israeliano a Gaza e dei profitti di guerra di aziende come Raytheon e Lockheed Martin. L’azione mira a denunciare il ruolo delle imprese militari nel sostenere la violenza e l’occupazione, sottolineando la complicità sistematica nel perpetuare i conflitti attraverso l’industria bellica.
Sono stati caricati duramente dalla polizia, che ha arrestato circa 200 attivisti.
Migranti-Italia -UE
L’Italia comincia a gestire il campo di concentramento per migranti in Albania. Oggi arriverà nel paese adriatico un gruppo di 16 migranti, 10 bengalesi e 6 egiziani, trasportati due giorni fa da Lampedusa, dove sono arrivati su una barca di legno partita dalla Libia e sono stati intercettati dalla guardia costiera italiana in acque internazionali. “In Albania potranno presentare la domanda di asilo, che sarà respinta entro 4 settimane”, assicura una fonte a conoscenza del dossier che ha parlato in condizioni di anonimato.
I due campi di concentramento italiani in Albania non sono su suolo italiano e non fanno parte quindi dell’UE, ma sono gestite interamente da personale italiano, per l’assistenza e il controllo poliziesco. Alla polizia albanese spetta il controllo della sicurezza all’esterno.
L’UE si accinge a preparare una legislazione specifica per l’estradizione dei richiedenti asilo. La Von der Layen ha scritto ai 27 paesi membri alla vigilia del vertice che si terrà domani e dopodomani a Bruxelles.Un accanimento contro gli ultimi, invece di garantire ingressi legali con visti di lavoro e di protezione internazionale.
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, sette mesi e 21 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Zelensky accusa la Corea del Nord di fornire alla Russia combattenti operanti in Ucraina. Il presidente ucraino non presta attenzione però ai mercenari provenienti dai paesi Nato nelle file del suo esercito.
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