Per ascoltare l’audio di oggi, 20 ottobre 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 285 (1536)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

A Jebalia è in corso il terrore nazista. La popolazione è assediata, l’esercito ha dato ordini di evacuazione, ma chi esce da casa viene colpito a morte dai cecchini. Migliaia di persone sono chiuse in casa senza cibo e senza acqua. Un abitante di Jebalia, Abou Jamal Saleh, ha raccontato al telefono alla rete televisiva Al-Jazeera quel che ha visto mercoledì scorso: “il mio vicino, il medico Nasser Hmouda stava uscendo da casa insieme al figlio con due taniche per l’acqua. Siamo assediati a casa nostra da due settimane e non abbiamo acqua. È la stessa motivazione che ha indotto Hmouda a rischiare: scegliere tra la morte della famiglia per sete e fame oppure cadere sotto i colpi delle pallottole. Ho visto Hmouda e suo figlio cadere sotto i colpi dei cecchini israeliani, i nuovi nazisti. I loro corpi sono ancora lì, a quattro giorni dalla morte. I cani li stanno divorando”. Saleh ha raccontato alla rete tv del Qatar che nella loro palazzina vivono 28 persone, 4 uomini, 4 donne e 20 bambini. Abbiamo finito acqua e cibo da 4 giorni. I droni ci minacciano se ci avviciniamo alle finestre. Stiamo aspettando la morte”.

Nella notte tra sabato e domenica un bombardamento israeliano ha ucciso 72 persone, tutti civili e in prevalenza donne e bambini. Le unità di soccorso, con addosso i distintivi sono state prese di mira dai cecchini e due operatori sono stati assassinati a sangue freddo. È la seconda strage a Jebalia in 24 ore.  In precedenza, sabato, una scuola è stata colpita da un missile provocando la morte di 23 persone.

I generali israeliani hanno deciso la deportazione o la decimazione dei palestinesi nel nord di Gaza, per i loro piani di espansionismo coloniale.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Situazione umanitaria

Nei bombardamenti su Jebalia sono stati colpiti gli ospedali, mettendoli fuori servizio. Un direttore di una delle tre strutture, il dott. Maher Shamia, ha denunciato che “Tutte le strumentazioni sono ferme, e il servizio sanitario si limita alla cura delle ferite con acqua salata. È un genocidio scientificamente studiato”. Gli ospedali sono presi di mira, oltre che con i bombardamenti aerei e dei carri armati, anche con droni che ronzano all’interno della struttura e sparano, uccidendo chi si trova nel loro mirino.

L’OCHA, Commissione ONU per gli affari umanitari, ha ripetuto anche ieri il suo grido di richiesta intervento internazionale per fermare l’assassinio deliberato dei civili assediati nel nord di Gaza. “I palestinesi vivono una catastrofe indescrivibile a causa dell’assedio imposto dall’esercito israeliano. Bisogna fermare questi crimini”.

Il commissario dell’UNRWA, Lazzarini, ha affermato che 20 mila palestinesi hanno abbandonato il nord di Gaza, ma non hanno nessuna assistenza dall’esercito di occupazione che ha tagliato tutti i servizi degli organismi internazionali di assistenza. “La gente muore di sete e fame, oltre che sotto le bombe”.

James Elder, portavoce dell’Unicef, ha affermato che 40 bambini al giorno sono stati uccisi a Gaza, tutti i giorni, dall’inizio dell’invasione israeliana a Gaza. “L’infanzia palestinese vive un inferno a terra. Un milione di bambini palestinesi vedono le loro condizioni peggiorare di giorno in giorno. Gaza è diventata un cimitero per bambini vivi”, ha concluso.

International Crisis Group

Il Think Thank con sede a Bruxelles ha chiesto agli Stati Uniti di intervenire urgentemente per mettere fine alle stragi nel nord della Striscia di Gaza e garantire l’accesso degli aiuti umanitari a tutta la popolazione anche nelle altre zone.  QUI

Libano

Israele è tornata a bombardare la capitale libanese Beirut. Non solo la parte meridionale abitata in maggioranza da sciiti, ma anche Jounie, la zona a prevalenza cristiano-maronita. È stata presa di mira l’autostrada di collegamento provocando danni ingenti alla struttura, ma non ci sono notizie di vittime.

Hezbollah ha lanciato missili e droni su Haifa, Safad e soprattutto ha preso di mira Caesarea, dove risiede il premier Netanyahu. Questi per informare che è uscito indenne ha chiamato Trump accusando l’Iran di aver attentato alla propria incolumità. “La nostra risposta sarà dura”.

Prigionieri

La radio pubblica israeliana ha affermato che un prigioniero di guerra libanese, catturato durante l’invasione del sud Libano in corso, è morto in un carcere dell’esercito. “A pochi giorni dalla sua cattura, è deceduto in condizioni ancora non chiarite”. Non vengono forniti né il nome, né l’età e il luogo di decesso. Sta avvenendo per i prigionieri di guerra libanesi la stessa cosa avvenuta per quelli di Gaza: morire sotto la tortura durante gli interrogatori dei nuovi nazisti.

Cisgiordania e Gerusalemme est

Ad Anbata, un giovane palestinese è stato assassinato, stritolato sotto la jeep militare dell’esercito israeliano. Karim Mazeed era sulla sua moto, per la strada che congiunge la località con Tulkarem, quando il mezzo militare lo ha investito intenzionalmente, passando sul suo corpo.

A Toubas, invece, è la polizia palestinese dell’ANP a perseguitare i combattenti della resistenza. Un gruppo delle forze speciali ha assediato una casa ed ha avuto uno scontro a fuoco con le due persone asserragliate. Alla fine dell’operazione i due combattenti sono stati catturati. Non si conoscono le loro condizioni di salute e se sono stati feriti o meno. Le informazioni sul caso sono state pubblicate sui social da testimoni oculari che hanno postato dei video. Due comunicati di movimenti palestinesi che si battono contro l’occupazione israeliana hanno stigmatizzato il comportamento collaborazionista. È il secondo episodio in questa settimana. In precedenza, la polizia dell’ANP ha arrestato il comandante della Brigata di Toubas, Ahmed Abu-Aida, ricercato dall’esercito israeliano.

Sudan

Gli scontri in Darfur si stanno estendendo in diverse località e non solo a El-Fasher, capoluogo della provincia settentrionale. Le perdite subite dalle milizie di Pronto Intervento a Khatroum hanno convinto i ribelli a sferrare attacchi per allargare le zone da loro occupate nella provincia di Darfur, sotto il loro controllo da quasi un anno.

Iraq

Un gruppo di ricercatori universitari iracheni hanno pubblicato un loro lavoro sugli effetti delle radiazioni da uranio impoverito sulle malattie come leucemia e quelle genetiche. L’analisi comparata tra malati con in corpo residui di uranio ha mostrato un ricorso della malattia molto più grave. Secondo questa ricerca in Iraq ci sono attualmente, a distanza di quasi 22 anni dalla guerra di Bush del 2003, 30 mila persone affette da leucemia causata dalle radiazioni, alle quali si sono sottoposte per vari motivi. La distribuzione geografica della diffusione coincide con i bombardamenti statunitensi nell’invasione del 2003 e dei bombardamenti contro i territori occupati dall’Isis. Lo studio è stato pubblicato nella rivista radaition fisycs and chemistry (Sito della rivista).

Sahara Occidentale

Il rappresentante dell’ONU per la questione saharawi, De Mistura, ha avanzato al Consiglio di Sicurezza dell’ONU la proposta di spartizione del territorio tra il Marocco e il Polisario. Gli errori degli ex colonialisti si ripetono: dopo la Palestina e la penisola indiana, adesso anche in Africa. Il mandato dell’ONU per il referendum sull’autodeterminazione viene così sconvolto sotto le pressioni dell’occupazione marocchina e le prese di posizioni di diversi paesii europei sulla scia del riconoscimento USA con il baratto compiuto tra Washington, Rabat e Tel Aviv: riconoscimento della sovranità marocchina sul Sahara in cambio di rapporti diplomatici con Israele. De Mistura ha informato il Consiglio che nessuna delle due parti ha accettato il piano. Non è mancata una posizione di denuncia da parte del Polisario, che ha definito il piano un tradimento del mandato affidato sulla base delle risoluzioni dell’ONU. Il rappresentante del Polisario all’ONU, Sidi Omar ha affermato che l’organizzazione rifiuta ogni proposta che non contempli il diritto all’autodeterminazione del popolo saharawi. (LEGGI IN INGLESE IL COMUNICATO INTEGRALE)

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, sette mesi e 25 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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APPROFONDIMENTI:

Il conflitto israelo-palestinese non è cominciato il 7 ottobre. Per non dimenticare Sabra e Chatila. Ecco i contributi di Jean Genet,  Giovanni Torres La Torre, Stefania Limiti, Michele Cannaò, Dirar Tafeche, Milad Jubran Basir, Davide Bidussa, Zia al-Azzawi, Rodrigo Andrea Rivas, Gad Lerner, Mohamed Abdallah- un sopravvissuto, Sergio Mecha Mendez de la Fuente, , Contributo del 2014 del compianto Murizion Musolino, Enrico Vigna, Patrizia Cecconi, Il maestro italo-argentino Silvio Benedetto, Abdelmalek Smari, , Mario Capanna, …

Intervista ad Ilan Pappé LEGGI TUTTO

Apartheid e violenza di Israele per dominare i palestinesi. Leggi tutto

L’EXPORT ITALIANO DI ARMI AD ISRAELE, di Antonio Mazzeo QUI

Nelle sale IL LEONE DEL DESERTO. leggi tutto

Ilan Pappè: sradicare le radici della violenza leggi tutto

[Nativi] Free Leonard Peltier. di Andrea de Lotto. Leggi tutto

[Recensione] “Palestina-Israele, il lungo inganno; la soluzione imprescindibile”, di Mario Capanna e Luciano Neri di Farid Adly QUI

Appello per Gaza della rete italiana per la Pace e il disarmo Leggi tutto

La storia di Muhammed Bhar, ovvero del nuovo nazismo incarnato da Israele. Di Farid Adly (BBC credits) (QUI)

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  • [Echi della stampa araba] n° 20: Rubrica a cura di Margaret Petrarca
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[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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