Per ascoltare l’audio di oggi, 05 novembre 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 301 (1552)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

I generali israeliani hanno bombardato ieri l’ospedale Kamal Adwan, di fatto trasformato in un rifugio per sfollati e completamente distrutte tutte le sue funzionalità mediche. Tutte le strutture mediche nel nord di Gaza sono fuori servizio e sono accerchiate dai soldati e sottoposte a bombe e vandalismo dei soldati. Un sadismo gratuito per costringere la popolazione ad evacuare. Pulizia etnica con le armi e con le pressioni psicologiche.

Nel nord di Gaza assediato da un mese, ci sono stati nel mese di ottobre 1800 uccisi. Una media di 60 civili assassinati al giorno. Molti altri sono ancora sepolti sotto le macerie. Il rapporto quotidiano del ministero della sanità palestinese informa che nelle ultime 24 ore ci sono state tre stragi, con 33 uccisi e 156 feriti giunti negli ospedali.

l nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Situazione umanitaria

Il sistema sanitario nel nord di Gaza è completamente crollato. “Chi rimane ferito o si ammala è da considerarsi morto”, ha detto il medico Marwan Hams, direttore degli ospedali da campo palestinesi. Tutti gli ospedali a Gaza città e nel nord della Striscia sono stati assediati, bombardati, devastati dai soldati dopo le irruzioni. Non c’è nessuna struttura medica operativa. Anche gli ospedali da campo sono stati presi di mira, impedendo la fornitura di medicine e materiale di consumo per il primo soccorso”. In tutto il nord della Striscia c’è un solo chirurgo ed è asserragliato nell’ospedale Al-Awda, struttura assediata e ieri bombardata.

Le strutture mediche palestinesi di Beit Lahia hanno ottenuto, tramite la mediazione dell’OMS, il permesso dall’esercito occupante ad evacuare dei malati e feriti gravi in ambulanze, verso ospedali del sud della Striscia. In precedenza, i generali israeliani ordinavano l’evacuazione a piedi.

Unrwa

Israele ha ufficialmente comunicato alle Nazioni Unite la cessazione delle proprie relazioni con l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa). Lo ha annunciato il ministero degli Esteri israeliano dopo l’approvazione, la scorsa settimana, da parte del parlamento israeliano, di due progetti di legge che vietano all’Unrwa di operare in Israele.

Questa gravissima decisione è una sfida alle istituzioni internazionali e mette in pericolo la vita di due milioni di gazzawi sotto le bombe e alla fame. Oltre alla cancellazione dei servizi scolastici e sanitari per i palestinesi di Gaza e Gerusalemme est. Israele con questo provvedimento intende cancellare la questione dei profughi palestinesi e il loro diritto all’assistenza e al ritorno.

Libano

L’aggressione militare israeliana sul Libano ha provocato finora 3002 uccisi e oltre 13 mila feriti. Un’aggressione che continua con un’intensità distruttrice vendicativa e cieca di chi si sente padrone del medio oriente e gode di un’impunità internazionale.

Il primo ministro libanese, Miqati, è esploso ieri in un discorso di accusa alle diplomazie di silenzio di fronte ai crimini di Netanyahu. Anche se non viene citata, l’accusa è rivolta all’amministrazione Biden che ha avviato una trattativa e poi l’ha abbandonata senza consultazioni con la parte libanese. Il “mediatore”, ex soldato israeliano, Amos Hockeshtein, dopo il suo incontro con Netanyahu e Gallant è ripartito per Washington, senza passare da Beirut per riferire sui risultati. Il governo libanese ha letto sui media la notizia del rifiuto israeliano delle proposte franco-statunitensi per il cessate il fuoco.

Oltre alle uccisioni e distruzioni operate con i bombardamenti indiscriminati, l’esercito israeliano sta creando nel sud Libano una striscia di territorio priva di abitazioni, demolendo interi villaggi con dinamite e bulldozer. A questo si aggiunge la presa di mira di tutti i monumenti storici come il caso di Baalbek.

In un video postato da JuliaAli1 sul suo account X, la signora libanese di Al-Khayyam, nel sud Libano, mostra la priopria casa e il pianoforte prima dell’invasione israeliana e poi la barbarie dei soldati israeliani con la devastazione del palazzo storico e i loro balli sulle macerie del pianoforte. VEDI

Cisgiordania

Un bambino di 11 anni è stato assassinato dai soldati israeliani a sangue freddo a Nablus. Aveva lanciato pietre contro il loro camion, mentre scorrazzavano su un viale della città. Caduto a terra, non è stato soccorso. Un autista di passaggio lo ha caricato di corsa verso l’ospedale pubblico, ma è spirato prima di giungere al pronto soccorso. LE IMMAGINI DELL’ASSASSINIO.

Un giovanissimo giocatore della squadra di calcio di Halhoul è stato ucciso dai soldati israeliani con colpi di pistola. Naji El-Baba aveva 16 anni ed è stato colpito mentre svolgeva sue esercitazioni sportive alla periferia della città. È il quinto sportivo palestinese preso di mira deliberatamente dall’esercito israeliano.

Una moschea di Gerusalemme è sotto minaccia di demolizione. L’amministrazione comunale dell’occupazione ha avvisato i fedeli, con un cartello affisso sulla porta, delle intenzioni di demolire la moschea di Shayyah, nelle vicinanze del muro israeliano della vergogna, che separa i quartieri ebraici da quelli palestinesi. Le operazioni di demolizioni delle case ed edifici palestinesi a Gerusalemme sono state 15 nel mese di ottobre e 355 dall’inizio dell’anno. Una casa palestinese demolita al giorno. Apartheid e pulizia etnica.

OLP

Arrivano sempre nuove conferme sulla possibilità di un accordo politico tra Hamas e Fatah per la nomina di una “Commissione di gestione degli affari sociali a Gaza”, dopo il ritiro dell’esercito israeliano. Un consigliere del presidente Abbas, Mahmoud Habbash, ha annunciato che l’accordo è in dirittura d’arrivo. “La commissione sarà formata da esponenti della società civile di Gaza non appartenenti alle formazioni politiche, saranno nominati dal presidente Abbas e dipenderanno dall’ANP”. Il piano è stato escogitato dal governo egiziano per una connessione con le proposte statunitensi del “giorno dopo la guerra”. Israele in realtà non vuole operare nessun ritiro da Gaza ed oltre alla deportazione della popolazione del nord della Striscia, sta rafforzando la sua presenza nel corridoio di confine con l’Egitto (Salahuddine per gli egiziani, Philadelfia per gli israeliani). L’esercito occupante sta costruendo fortificazioni in cemento armato e torri di controllo, collegate alla linea di corrente elettrica, telefonica e Internet israeliane.

Israele

Si allarga lo scandalo della fuga di rapporti segreti consegnate alla stampa straniera da parte dell’ufficio di segreteria di Netanyahu. È stato compiuto un quinto arresto nel procedimento e si tratta di un ufficiale dell’esercito. Un sesto sospetto è sotto interrogatorio. Il premier mantiene un silenzio complice e l’opposizione è all’attacco. In un comunicato congiunto, Gantz e Lapid hanno accusato il premier di non adeguatezza: “O sapeva della vicenda ed è stata portata avanti sotto le sue direttive, con un cinismo preoccupante, oppure lui non sapeva nulla e non si capisce cosa stia facendo al vertice del potere”. La fuga di rapporti speciali riguardava una rivista ebraica di Londra, Jewish Cronicle, e il tedesco Bild. Le due testate avevano pubblicato, lo scorso settembre, “scoop esclusivi” falsi su documenti riferiti ai servizi segreti israeliani riguardanti scritti e annotazioni del capo di Hamas, Sinwar, in merito alla trattativa per lo scambio prigionieri. Questi documenti falsi facevano ricadere la responsabilità del mancato raggiungimento di un accordo su Sinwar, mentre in realtà è stato lo stesso premier Netanyahu a far fallire tutte le mediazioni, per poter proseguire la guerra e salvarsi la poltrona.

Premio Goncourt

Il prestigioso premio letterario francese Goncourt è stato assegnato quest’anno allo scrittore francese di origini algerine Kamel Daoud per il suo romanzo Houris. I giurati del più prestigioso riconoscimento letterario francese si sono riuniti il 4 novembre, come da tradizione, in un ristorante di Parigi per l’annuncio del vincitore.
    Nato nel 1970 a Mostaganem, Daoud, è anche giornalista e scrive per il ‘Quotidien d’Oran’, dove vive.

È l’autore del romanzo “Il caso Mersault” (Bompiani, 2015). Houris, che affronta la guerra civile algerina degli anni 1990 pare sia all’origine dell’esclusione della casa editrice francese Gallimard dalla 27esima edizione della Fiera internazionale del libro di Algeri (Sila), che si terrà dal 6 al 16 novembre 2024.
    In ‘Houris’ Daoud racconta la storia di Aube, una giovane algerina che deve ricordare la guerra d’indipendenza, che non ha vissuto, e dimenticare la guerra civile degli anni ’90, che lei stessa ha vissuto. La sua tragedia è segnata sul suo corpo: una cicatrice sul collo e corde vocali distrutte.
    Muta, sogna di ritrovare la voce. Può raccontare la sua storia solo alla bambina che porta in grembo. Ma ha il diritto di tenere questo bambino? Puoi dare la vita quando ti è stata quasi tolta? In un Paese che ha varato leggi per punire chiunque parli di guerra civile, Aube decide di recarsi nel suo villaggio natale, dove tutto ha avuto inizio, e dove i morti forse gli risponderanno. “Io sono la traccia vera, la prova più forte che attesta tutto quello che abbiamo vissuto in dieci anni in Algeria. Nascondo la storia di un’intera guerra, scritta sulla mia pelle fin da quando ero bambina” dice.

Il romanzo vincitore del Goncourt sarà pubblicato in Italia nel maggio 2025 dalla casa editrice La nave di Teseo.

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, otto mesi e 11 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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