Per ascoltare l’audio di oggi, 08 novembre 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 304 (1555)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

La protezione palestinese non è più in condizione di operare azioni di soccorso nel nord della Striscia di Gaza. La zona assediata e occupata dai soldati israeliani è sotto perenni e intensi bombardamenti, con i caccia, i droni e i robot kamikaze carichi di barili esplosivi. “Non siamo più in grado di operare perché l’esercito di occupazione ha più volte preso di mira i soccorritori e l’intensità del fuoco impedisce alle squadre di muoversi. Ci sono 80 mala civili palestinesi a Jebalia e Beit Lahia completamente isolati e rischiano la morte ogni istante”, ha detto il portavoce palestinese.

In un video che circola sui social si vedono i cittadini palestinesi compiere lavori di salvataggio, a mani nude, alla ricerca di corpi di vittime o feriti ancora in vita sotto le macerie. Nel bombardamento di ieri su Jebalia, sono stati recuperati 25 cadaveri.

l nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Situazione umanitaria

L’OCCHA ha messo in guardia del pericolo di morte che minaccia la popolazione del nord di Gaza. “L’esercito israeliano impedisce l’ingresso di cibi e di acqua potabile. Migliaia di famiglie sono chiuse in casa e non hanno nulla da mangiare. Chi si salva dalle bombe, rischia di morire di fame e malattie”.

La radio pubblica israeliana ha asserito che l’esercito è intenzionato a svuotare il territorio  completamente dalla sua popolazione in due fasi, la prima è in corso e quasi completata riguarda l’area a nord della città di Gaza, Jebalia e Beit Lahia, dove sono rimasti – secondo stime dell’esercito – soltanto poche migliaia di persone. La seconda fase è quella di deportare la popolazione di Gaza città. I deportati non saranno ammessi al ritorno, dopo la fine delle operazioni militari e tutta la regione a nord del corridoio centrale di separazione (Netzarem per gli israeliani, a nome di una ex colonia smobilitata nel 2005) sarà una fascia di sicurezza da colonizzare.

Libano

Nei bombardamenti intensi israeliani sulla valle della Beqaa sono stati uccisi ieri 40 persone e ferite altre 53. L’attacco ha colpito anche edifici archeologici storici di età romana.  

In un’altra operazione militare, un missile lanciato da un drone ha colpito un’auto ferma ad un posto di blocco dell’esercito libanese e dei caschi blu dell’UNIFIL nei pressi di Saida (Sidone). Nell’attacco sono rimasti uccisi tre civili, passeggeri dell’auto e feriti tre soldati libanesi e cinque caschi blu malesiani.

L’esercito israeliano ha comunicato che 5 soldati sono rimasti uccisi in combattimenti nel sud Libano e altri 16 feriti. La stampa di Tel Aviv ha documentato il lancio di missili e droni dal territorio libanese contro Haifa e Akka (Acri).

Cisgiordania

L’esercito di occupazione ha dichiarato conclusa l’operazione militare nel nord della Cisgiordania, durante la quale sono stati assassinati 8 militanti e attivisti, tra ii quali due minorenni lanciatori di pietre. Operazione durata tre giorni a Jenin, Tulkarem, Nour Shams e Qabatia. L’esercito di occupazione, nell’intento di confermare il processo di annessione dei territori occupati, usa la terminologia ebraica nella denominazione dei luoghi parlando di Samaria e Giudea.

Nella città di El-Khalil (Hebron), le truppe israeliane sono entrate in case dii tre famiglie palestinesi nelle vicinanze della moschea Ibrrahimia e hanno duramente picchiato i componenti, per poi arrestarli. Sono 7 i maschi catturati, ma non si sa per quale motivo è stata compiuta l’operazione. L’unico elemento è la vicinanza delle loro case alla moschea, dove il 25 febbraio 1994, il terrorista israeliano Baruck Goldestein, aveva compiuto una strage di fedeli in preghiera. Da quella data, le autorità di occupazione avevano creato percorsi diversificati per l’ingresso di ebrei e musulmani, con il pretesto che nella moschea vi è la moschea del patriarca Abramo.

Israele-Francia

Crisi diplomatica tra Tel Aviv e Parigi. Agenti della polizia israeliana sono entrati nel santuario francese di Eleona a Gerusalemme est poco prima dell’arrivo del ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot e hanno arrestato due gendarmi che erano di guardia. Parigi ha convocato l’ambasciatore: “Nostro territorio da oltre 150 anni, un’aggressione inaccettabile”.

Il ministro degli esteri francese si è rifiutato di entrare nel luogo occupato dalla polizia armata israeliana. “Oggi non entrerò nel dominio di Eleona, a Gerusalemme est, perché le forze di sicurezza israeliane sono entrate con le armi, senza la previa autorizzazione francese, senza accettare di andarsene “, ha detto Barrot arrivando sul posto e definendo la situazione “inaccettabile”. “Questa violazione dell’integrità di un dominio affidato alla Francia rischia di indebolire i legami che sono venuto a coltivare qui con Israele, in un momento in cui tutti noi dobbiamo aiutare la regione ad avanzare sulla via della pace”, ha aggiunto.

Secondo un giornalista israeliano corrispondente di un’agenzia internazionale, presente sul posto, la polizia israeliana ha circondato i due gendarmi francesi prima di buttarne a terra uno. Secondo il giornalista, il gendarme si è identificato e ha gridato più volte “Non toccatemi” ma lui e il collega sono stati condotti nelle auto della polizia.

L’arroganza del potere militare israeliano è senza limiti e non rispetta neanche lle regole diplomatiche di una potenza che aveva partecipato qualche mese fa a difendere il territorio israeliano dai missili iraniani. Arroganti e irriconoscenti.

Solidarietà sportiva

Durante la partita Paris San Germain con il Real Madrid, i tifosi del PSG hanno issato un gigantesco striscione con le bandiere palestinese e libanese, l’immagine della moschea di Al-Aqsa e la scritta “Free Palestine”. Molte anche le bandiere del Libano. “Si combatte in campo e pace nel mondo”, è scritto a caratteri grandi nel fondo dello striscione. Un messaggio contro la guerra che gli odiatori incalliti, come il ministro degli interni francese hanno attaccato parlando di sanzioni contro la squadra. L’ufficio della UEFA ha annunciato che non ci sarà nessuna azione contro la squadra, che non era informata del gesto solidale. L’odio anti arabo e anti palestinese traspare dal comunicato del capo delle comunità ebraiche francese che ha definito “terrorista” il gesto. Un tifoso che ha partecipazione all’azione di solidarietà ha commentato: “I due personaggi sono stati urtati da un’azione solidale che chiede la pace e non si commuovono di fronte al genocidio in corso a Gaza e all’aggressione contro il Libano. Un mondo alla rovescia”.

Mobilitazioni in Italia

Domani si terrà a Roma l’Assemblea Nazionale per la Palestina. Il comitato promotore ha scritto un comunicato: “Dopo un anno di manifestazioni, azioni, campagne di solidarietà, l’assemblea, aperta a tutte le realtà solidali con la Palestina, si propone come obiettivo immediato la costruzione di una solida rete, in grado di agire con sempre maggior efficacia nel costruire, raccogliere e realizzare proposte, con parole d’ordine comuni, a cominciare da subito:

– Manifestazione nazionale

– Campagne locali e nazionali,

– azioni e presidi di denuncia dei responsabili e dei complici del genocidio, dei massacri, della distruzione umana e materiale, di vite e di civiltà

– iniziative di informazione e cultura

Al centro della assemblea ci sarà la necessità di mettere fine alle complicità di aziende e Istituzioni: del governo italiano come della Unione Europea subordinati alle politiche degli Stati Uniti e quindi garanti dell’impunita pluridecennale di Israele che è all’origine della sua attuale politica criminale, un pericolo per tutto il mondo”.

Anbamed ha aderito. (Per maggiori info e visionare la lista di tutte le realtà organizzative aderenti).

Libia

Il ministro dell’Interno Imad Tarabulsi in una conferenza stampa Qui, in arabo, ha affermato che “bisogna mettere fine alla promiscuità tra uomini e donne, per le strade, nei caffè, nei giardini e nelle università”.  poi ha chiesto che il ministero dell’Istruzione renda obbligatorio un vestiario unificato conforme alla fede islamica e alla tradizione, coprendo le parti considerate “aura” (cioè non rispettose della morale e che dovrebbero essere coperte; in realtà per le donne si tratta di tutto il corpo tranne il viso e le mani). Ha annunciato che si applicherà per le donne la regola del tutor, in caso di viaggio all’estero. Ha infine anticipato la futura formazione della polizia morale e un reparto femminile di questa polizia. ” Se necessario perseguiteremo i trasgressori anche all’interno delle loro case”. 

“Non vogliamo vedere giovani maschi e femmine a bere il caffè insieme in pubblico. Questo è haram (peccato)”. Poi la stoccata finale: “Chi vuole godere delle sue libertà personali può emigrare in Europa”.

Non sono mancate le reazioni fortemente contrarie. Il presidente del Comitato per i diritti umani, Hamza, ha chiesto al Procuratore della Repubblica di “aprire un fascicolo penale contro il ministro, per le sue affermazioni offensive che designano un paese immaginario e vuole imporre leggi liberticide inventate”. 

Sui social, centinaia di donne e uomini hanno sbeffeggiato il ministro sostenendo che intende riportare il paese al medio-evo. La sociologa Amira Yussuf ha accusato il ministro di voler imporre le leggi dell’ISIS. 

Imad Tarabulsi è un ex capo di una delle milizie di Zentan insediate a Tripoli dal 2011 ed è menzionato nel rapporto dell’ONU sui miliziani implicati nel traffico di petrolio e nel 2023 è stato arrestato in Francia, proveniente da Tunisi, con una valigia contenente grandi somme di denaro in euro e dollari. (si parla di circa un milione di euro).

Due anni fa, il premier Dbeiba lo ha nominato ministro dell’Interno come premio per l’impegno delle sue milizie nel respingere l’attacco di un’altra milizia di Zentan, guidata dall’ex ministro della difesa, Ossama El-Jweily. alleato con Haftar.

Molti osservatori ritengono che la sparata di Tarabulsi, sull’imposizione dello hijab alle donne, serviva a mettere in secondo piano le sue minacce alle milizie rivali di lasciare la capitale Tripoli e ritornare alle loro città d’origine (milizie di Misurata e di Zawia). “La capitale attende giorni terribili di scontri tra milizie rivali”, ha detto la deputata Ben Amer, da Bengasi.

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, otto mesi e 14 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Putin non esclude la ripresa dei contatti con Trump. Zelensky preoccupato per la riduzione degli armamenti USA, UE e Nato: “Sarebbe una resa ai russi”.

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APPROFONDIMENTI:

Il conflitto israelo-palestinese non è cominciato il 7 ottobre. Per non dimenticare Sabra e Chatila. Ecco i contributi di Jean Genet,  Giovanni Torres La Torre, Stefania Limiti, Michele Cannaò, Dirar Tafeche, Milad Jubran Basir, Davide Bidussa, Zia al-Azzawi, Rodrigo Andrea Rivas, Gad Lerner, Mohamed Abdallah- un sopravvissuto, Sergio Mecha Mendez de la Fuente, , Contributo del 2014 del compianto Murizion Musolino, Enrico Vigna, Patrizia Cecconi, Il maestro italo-argentino Silvio Benedetto, Abdelmalek Smari, , Mario Capanna, …

-[Nativi] Free Leonard Peltier. di Andrea de Lotto. Leggi tutto

– Assemblea nazionale per la Palestina, Roma – 9 novembre 2024. QUI

-Il caso de “Il Foglio”, ovvero la scorta mediatica del genocidio. Di Massimo Alberizzi. QUI

-Pino Arlacchi: “Israele è criminale. Va espulso dall’ONU. QUI

– [VIDEO] L’esercito israeliano fa saltare con la dinamite una moschea in sud Libano QUI

La storia di Muhammed Bhar, ovvero del nuovo nazismo incarnato da Israele. Di Farid Adly (BBC credits) (QUI)

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